Sedum, piante generose ma di poche esigenze
di Luisella Rosa
Ammettiamolo, per il nostro piccolo spazio verde siamo sempre alla ricerca di novità o di qualcosa di insolito e questo è certamente interessante anche per ampliare le nostre esperienze di coltivazione.
Questa voglia di novità però ci porta spesso a trascurare quelle piante talmente comuni e diffuse da essere a volte sottovalutate o perfino considerate fuori moda, salvo poi tornare in auge grazie alla loro ‘riscoperta’ da parte di qualche garden designer.
E’ il caso dei Sedum , un genere molto vasto e variegato di piante facili da coltivare grazie alle loro limitate esigenze, una vera manna per noi giardinieri dilettanti e, da qualche tempo, una eccellente risorsa per garden e floral designer che li utilizzano a piene mani per quei nuovi allestimenti di tendenza come i muri vegetali, i roof-garden, il succulent design e perfino per i wedding bouquet.
Eppure i Sedum sono da sempre molto comuni e diffusi, sia allo stato spontaneo, sia coltivati in vaso o in giardino ma forse li conoscevamo con nomi di fantasia.
Ricordo ad esempio che da bambina vedevo praticamente ovunque una pianta in vaso che tutti chiamavano ‘Santa Teresina’ ma che in realtà ho scoperto anni più tardi essere un Sedum, per la precisione Sedum sieboldii .
Anche quelle piantine a consistenza carnosa che crescono spontaneamente tra le fessure dei muri o tra le rocce di montagna e che passano tranquillamente inosservate, per attirare la nostra attenzione solo quando si ricoprono di una nuvola di piccoli fiori a stella bianchi o gialli, non sono altro che Sedum: ed ecco che S.rupestre, S.album, S.reflexum, o S.acre, solo per citarne qualcuno, sono invece conosciuti con i fantasiosi nomi di Erba pignola, Ris de ratt, Pinocchina, Borraccina…
Perfino sui bancali dei garden center non è facile trovare Sedum correttamente cartellinati con i loro nomi e quasi sempre le etichette riportano la vaga identificazione di ‘Piante grasse’ o ‘Succulente’.
Appartenenti alla famiglia delle Crassulaceae, le piante del genere Sedum comprendono un numero ancora non ben definito di specie.
In natura, allo stato spontaneo, ci sono Sedum che crescono in alta montagna tra le rocce, altri in zone calde e aride ma si trovano Sedum perfino nella tundra, in prossimità del circolo polare artico.
Quindi, se vogliamo avvicinarci al mondo dei Sedum e sfruttarne al meglio le potenzialità, la prima e più importante cosa da fare è una corretta identificazione che ci permetta di conoscerne caratteristiche ed esigenze.
Personalmente, a livello di giardiniere dilettante ed appassionata di Sedum, inizio da una semplice ma fondamentale distinzione di rusticità: ci sono Sedum che ho testato senza problemi fino a temperature invernali di -15°, altri invece che richiedono il ricovero in serra non appena le temperature scendono al di sotto dei 5°.
La successiva importante distinzione che faccio è sapere se si tratta di un Sedum deciduo o sempreverde, il che mi permette di deciderne il miglior utilizzo a livello decorativo.
In ogni caso però, fatta eccezione per un eventuale ricovero invernale, la tecnica di coltivazione è sempre la stessa.
Cominciando dal substrato, ho verificato che i Sedum non disdegnano affatto un terreno ‘ricco’ a condizione che sia adeguatamente miscelato ad elementi drenanti. Va bene perciò un composto formato per due terzi da un qualsiasi terriccio universale e per un terzo da palline di argilla, perlite o ghiaino di piccolo calibro che evitano compattamenti del terreno e ristagni idrici.
L’esposizione al sole per almeno mezza giornata è fondamentale per evitare eziolamenti e sbiadimenti.
Le innaffiature vanno eseguite a partire dalla primavera, quando è scongiurato il pericolo delle gelate notturne e con più frequenza nel periodo estivo e a terriccio asciutto, sospendendole completamente nei mesi più freddi.
Periodi di totale siccità anche nella stagione più calda sono comunque molto ben tollerati anzi, ci sono alcuni Sedum come S. rubrotinctum che assumono le caratteristiche e ricche colorazioni solo se cresciuti in pieno sole, con pochissima acqua o con un drenaggio molto rapido.
Per quanto riguarda la concimazione vi dico subito che i Sedum sono piante che si accontentano davvero di poco anzi, un’eccessiva fertilizzazione può solo creare problemi, facendoli crescere rapidamente ma con tessuti deboli e flaccidi, meno resistenti alla siccità e facilmente attaccabili da afidi e cocciniglie.
E’ sufficiente quindi una leggera concimazione da eseguire in primavera con un concime liquido, preferibilmente povero di azoto e diluito in acqua, da non somministrare mai a terreno asciutto ma solo dopo aver eseguito una normale innaffiatura .
Questo può sembrare poco ma i Sedum sono piante veramente di poche pretese e, se anche ci dimentichiamo di concimarli una volta all’anno, non ne soffriranno assolutamente.
Se la pianta è coltivata in un substrato ben drenante, al sole e senza troppe cure da parte nostra, crescerà sana e senza problemi di infestazioni da parte di parassiti.
Una sola raccomandazione: per quei Sedum non rustici che in inverno vanno riposti in serra fredda è consigliabile di tanto in tanto aprire ed aerare il ricovero durante le ore più calde della giornata per evitare un accumulo di umidità all’interno della serra che può causare muffe, malattie fungine e marciumi radicali, consiglio valido comunque per ogni pianta che debba trascorrere l’inverno al riparo e non solo per i Sedum.
La riproduzione avviene molto facilmente e rapidamente per talea di fusto o fogliare, per divisione di cespi e, avendo la pazienza di aspettare, anche da seme.
Il periodo dell’antesi è diverso a seconda della specie, per alcuni avviene in primavera, per altri in estate o in autunno e i colori variano dal bianco, al giallo, al rosa, al fucsia fino al rosso.
I fiori sono piccoli, a forma di stella e, sempre a seconda della specie, si presentano a capolini terminali piatti o globosi ma anche a piccoli mazzi ramificati.
Come ho detto, si tratta di piante facilissime da coltivare e dalle esigenze molto limitate, quindi adatte non solo ai giardinieri più inesperti ma anche ai più…pigri!
Vediamo allora qualche idea per utilizzare al meglio i Sedum nei nostri piccoli spazi verdi di città.
Devo confessare che, quando ho cominciato ad interessarmi ai Sedum, li collezionavo con cura maniacale, coltivando ogni singola piantina, diligentemente identificata e cartellinata, in piccoli vasi quadrati di terracotta.
Ora la passione non è finita ma certamente la vivo in maniera più rilassata da quando ho deciso di inserire i miei Sedum nei diversi contesti del mio giardino, con risultati estetici sicuramente più gradevoli rispetto ad una se pur ordinata sfilata di vasetti da collezione.
Ho perciò utilizzato i Sedum rustici e sempreverdi, che passano indenni dagli inverni rigidi alle estati più torride, come Sedum palmeri, Sedum pachyphyllum, x Graptosedum ‘Francesco Baldi’, Sedum kimnachii e Sedum weinbergii (sin. Graptopetalum paraguayense), in cassette rettangolari da 40 cm per quei davanzali e balconi a zero manutenzione dove, non mi vergogno a dirlo, non presto loro nessuna cura, salvo un rapido sopralluogo di pulizia e controllo in primavera, e dove le irrigazioni sono affidate…alle piogge!
Sono tutti Sedum caratterizzati dalle foglie disposte a rosetta i cui steli, allungandosi, tendono a ricadere in avanti formando col tempo una piccola cascata sempreverde, il che li rende adatti anche per cestini sospesi.
I Sedum erbacei decidui o semidecidui come S.spectabile, S.erithrostictum, S.telephium sono invece l’ideale per piccole aiuole, bordure erbacee miste o vasi capienti dove formano in breve tempo dei densi cuscini fioriti da agosto ad ottobre. Alcuni di questi Sedum come S.Matrona hanno le infiorescenze belle anche in inverno quando sono secche. Essendo decidui, con l’arrivo del freddo la parte aerea della pianta muore e va recisa alla base ma si tratta comunque di Sedum rustici che non necessitano di protezione dai rigori invernali e che, con l’arrivo della primavera, rigermogliano rapidamente dalla base.
I Sedum erbacei decidui di dimensioni più contenute e a portamento ricadente come S.sieboldii, S.cauticola, S.populifolium, S.tatarinowii sono quelli che si prestano molto bene all’allestimento di composizioni in vasi e ciotole.
La mia preferita è una composizione a fioritura tardo-estiva ottenuta riunendo nello stesso vaso S.sieboldii, S.sieboldii ‘Variegatum’, e S.erythrostictum ‘Frosty morn’ con una nota di colore autunnale data da S.spurium ‘Purpurteppich’.
Essendo tutti Sedum decidui , quando la parte aerea muore sposto il vaso in un angolo nascosto del giardino dove trascorrono indisturbati il loro riposo invernale.
Un’altra interessante composizione è formata invece da Sedum sempreverdi ma non rustici che necessitano quindi di riparo in serra fredda non appena le temperature scendono al di sotto dei 5° ma che per il resto dell’anno fanno bella mostra di sé in un allegro e rigoglioso miscuglio.
Al centro del vaso ho posto un Sedum dendroideum ssp. prealtum che assomiglia ad un alberello ramificato in miniatura, circondandolo con S. selskianum ellacombianum, S. kamtschaticum , S.kamtschaticum ‘Variegatum’ e S.spathulifolium.
Avendo l’accortezza di riunire nello stesso vaso Sedum con le stesse caratteristiche di rusticità, si ottengono un’infinità di composizioni da usare tutto l’anno. Attualmente sto sperimentando con ottimi risultati anche l’allestimento di composizioni con Sedum abbinati a piante xerofile non succulente.
Ricordo infine il più classico degli impieghi per i Sedum, ovvero il giardino roccioso anche se, ma questa è una mia personalissima opinione, lo considero francamente fuori luogo in un giardino di città, a meno che non si disponga di un muretto sassoso o di un pendio roccioso, requisiti certamente non comuni nei piccoli spazi urbani.
Pur avendo a disposizione un piccolo giardino, non dimentichiamo che è importante avere anche delle belle composizioni in ciotole e vasi da collocare e spostare secondo le nostre necessità decorative.
A questo scopo abbiamo certamente a disposizione una grande varietà di erbacee da fiore, annuali o perenni, ma riserviamo uno spazio anche ai Sedum, sia per cassette monotematiche che per composizioni miste. Saranno sempre pronti a rimpiazzare eventuali défaillance delle stagionali, e li troveremo sani e rigogliosi anche al rientro dalle nostre vacanze estive.
Luisella Rosa, giardiniera per passione da oltre vent’anni, ci parla del giardino di città attraverso la sua personale esperienza. Collabora a ‘Fiori & Foglie’ rubrica di cultura verde del TGCOM (http://fioriefoglie.tgcom.it/).
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