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di Luca Poli

Fino alla metà del secolo scorso, la realtà economica, ma soprattutto sociale, del nostro Paese era principalmente agricola, o comunque legata a questo settore; possiamo quindi capire l’importanza che veniva affidata alla ricerca, alla sperimentazione e alla divulgazione in questo campo.
Un grande e significativo testimone della cultura agricola del tempo è il testo “Pomona Italiana”, scritto da Giorgio Gallesio nella prima metà dell’800.
Questo libro è il frutto della raccolta di una serie di fascicoli che, tra il 1817 e il 1839, l’autore ha pubblicato su abbonamento, riguardanti descrizioni accurate e stupende tavole a colori che illustrano una panoramica sulla maggior parte delle varietà fruttifere presenti in Italia negli anni di pubblicazione.
Attraverso lo scritto e l’immagine, la Pomona Italiana fornisce un’esauriente rappresentazione del germoplasma frutticolo italiano del primo ‘800 e ha quindi una indiscutibile importanza documentaria per la storia della “Scienza dei frutti”.

L'opera  all'Istituto Tecnico Agrario di Firenze
L’opera nei due volumi conservati all’Istituto tecnico agrario di Firenze (foto Luca Poli)

Notizie sull’autore

Giorgio Gallesio rientra in quel gruppo di grandi studiosi naturalisti dell’Ottocento in quanto grande cultore della Scienza dei frutti.
I suoi studi naturalistici nel campo della genetica e della tassonomia applicata al settore frutticolo sono stati estremamente importanti per lo sviluppo della moderna agricoltura.
Nato a Finalborgo comune di Finale Ligure, un piccolo paese in provincia di Savona, il 23 maggio 1772, è testimone di molti avvenimenti storici avvenuti in Italia a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo.
Nella sua biografia, infatti, si riscontra una carriera in magistratura servitagli per l’ottenimento di numerosi incarichi, prima presso la neonata Repubblica Ligure Democratica voluta da Napoleone (14 gennaio 1798), poi, caduto il governo napoleonico, rappresentante della Riviera di Ponente e membro della Commissione di Legislazione istituita per riformare l’antica Costituzione ligure; partecipa inoltre al Congresso di Vienna per conto della Repubblica di Genova.
Numerose e di alto valore sono le onorificenze ricevute, tra le quali si ricorda il titolo di Conte (1828) e quello di Cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia (1832); si ricorda inoltre la sua appartenenza alle maggiori società scientifiche mondiali, come la Società Economica Fiorentina detta dei Georgofili e la Regia Societas Agraria Taurinensis.
A conferma del suo spessore culturale si fa riferimento all’opera di Charles Darwin “Variazioni degli animali e delle piante allo stato domestico” , dove l’autore mise in rilievo i dati scientifici emersi dallo studio sugli incroci e sui meccanismi di riproduzione messi in luce da Gallesio.

Le cariche pubbliche ed i relativi impegni assunti non gli impedirono tuttavia di coltivare i suoi prediletti interessi scientifici, indirizzati principalmente al campo della pomologia, della fisiologia e della genetica vegetale.
Presso la sua azienda agricola annessa alla villa familiare dell’Aquila in Finalborgo condusse ricerche e sperimentazioni che consentirono di ottenere rilevanti risultati sulla riproduzione vegetale, stabilendo criteri innovativi riguardo soprattutto la coltivazione di agrumi, fichi, olivo e vite e apportando metodi colturali che si tradussero in significative modificazioni della fisionomia dell’agricoltura tipica ligure del primo Ottocento.

Tra le sue numerose pubblicazioni di notevolissimo successo in ambito scientifico-naturalistico si annotano:
Teoria della riproduzione vegetale, pubblicata prima in tedesco a Vienna nel 1814 e in seguito in italiano a Pisa nel 1816;
Traité du Citrus pubblicato in francese a Parigi nel 1811.

Giorgio Gallesio morì il 30 novembre 1839 a Firenze; le sue spoglie si trovano nel Chiostro di Santa Croce a Firenze, accanto a quelle di altri uomini illustri del nostro Paese.

Frontespizio del tomo primo della Pomona italiana
Giorgio Gallesio – Frontespizio del tomo primo della Pomona italiana

L’opera

L’Istituto tecnico agrario di Firenze possiede uno dei pochi volumi esistenti della Pomona Italiana, l’opera di maggior rilievo di Giorgio Gallesio.
La struttura dell’opera è organizzata in 156 schede pomologiche (“articoli”), formate da una tavola impressa sulla carta con un’incisura su rame con la tecnica “a mezzo tinto” e poi colorata a mano; una dettagliata descrizione della corrispondente varietà, stilata dallo stesso Gallesio, basandosi anche sulle osservazioni personali.

Fico Trifero o fico dell'osso
Fico Trifero o fico dell’osso – Pesca Poppa di Venere (foto Luca Poli)

Suddivisa in due volumi di grandi dimensioni (33x50x9 cm), l’opera nel complesso possiede un notevole valore agronomico, in quanto vi sono riportate varietà fruttifere ormai oggi completamente scomparse dalla compagine italiana o presenti in ristretto numero.
Ad oggi la presenza di varietà contraddistinte da un basso numero di esemplari è legata alle sempre meno frequenti piccole realtà contadine, generalmente gestite da persone anziane, che, fuori dalla moderna concezione economica legata all’agricoltura, ne conservano esemplari ormai secolari.
Nei luoghi in cui queste realtà sono ormai totalmente scomparse, come ad esempio molto spesso le campagne immediatamente al di fuori delle grandi città, è possibile trovarne alberi totalmente abbandonati, ma che ancora regalano discrete fruttificazioni.
Il valore agronomico di quest’opera, quindi, risiede nel fatto di poter dare un impulso agli studiosi della materia a recuperare e valorizzare queste varietà in via d’estinzione; il lavoro di recupero consisterebbe nel ricercarle presso varie realtà agricole (agricoltori custodi) e mediante consultazione di banche del germoplasma.
Il passaggio successivo, la valorizzazione, tratterebbe la graduale reimmissione delle varietà nel mercato e la sensibilizzazione del consumatore sul valore aggiunto del prodotto commercializzato.
Le varietà antiche locali, infatti, sono geneticamente predisposte alle esigenze ambientali del luogo d’origine, con una produzione che in linea di massima è di scarsa quantità, ma di alto valore nutrizionale; sono inoltre meno sensibili agli attacchi di parassiti e presentano parziale o completa resistenza alle principali avversità crittogamiche.

La Pomona Italiana è composta da 152 articoli, in massima parte (142) dedicati alle varietà di 17 specie fruttifere relative ai seguenti frutti:
– Albicocca (5)
– Carruba (1)
– Castagna (1)
– Ciliegia (9)
– Dattero (1)
– Fico (21)
– Giuggiola (2)
– Lazzerola (2)
– Mandorla (2)
– Mela (8)
– Melagrana (1)
– Oliva (1)
– Pera (21)
– Pesca (28)
– Pistacchio (2)
– Susina (10)
– Uva (26)

La stampa di quest’opera, iniziata nel 1817 presso la tipografia di Niccolò Capurro di Pisa, proseguì fino al 1839 quando venne interrotta in seguito alla morte dell’Autore, superando di poco i 170 numeri di tiratura.

Biblioteche che conservano l’opera:
Bologna:    Biblioteca “A. Manaresi” del Dipartimento di colture arboree dell’Università degli studi;
Cesena:      Biblioteca Malatestiana;
Faenza:      Biblioteca comunale Manfrediana;
Firenze:     Biblioteca Istituto Tecnico Agrario;
Genova:     Biblioteca Comunale Berio; Biblioteca Istituto per l’Agricoltura e l’Ambiente “B. Marsano”; Biblioteca Universitaria;
Milano:      Biblioteca del Dipartimento di fisiologia delle piante coltivate e chimica agraria – DIFCA dell’Universita’ degli studi;
Padova:     Biblioteca dell’Orto botanico dell’Università degli studi;
Venezia:    Biblioteca Nazionale Marciana.

Richiami all’opera

Gallesio, nella pubblicazione del fascicolo numero XLI, inserisce una sorta di presentazione al libro, rivolta in prima persona “ai Signori Associati”, ovvero all’insieme di persone fisiche ed enti privati e pubblici, fra i quali spicca il Regio Istituto di Pomologia di Firenze, poi diventato l’attuale Istituto tecnico agrario, abbonati alle pubblicazioni. In questa presentazione l’autore, parlando della sua esperienza che lo ha portato al compimento di un’opera di tale livello, evidenzia la sua osservazione sulla mancanza nella penisola di un unico grande centro culturale che possa fare da punto di aggregazione per le molteplici conoscenze agronomiche sparse per il paese.
I suoi numerosi viaggi in molti paesi europei, come Spagna e Francia, gli permisero di confrontarsi con realtà per lui nuove, notando la differenza tra le varietà italiane e straniere, che poi si tradurrà in molteplici osservazioni sulla maggiore variabilità della pomologia italiana; rientra infatti tra i motivi che hanno spinto l’autore alla creazione dell’opera quello di raggruppare tutte le varietà di frutta presenti sulla penisola italiana, lavoro mai svolto prima fino ad allora.
Le molteplici varietà che ritroviamo nella Pomona, infatti, si trovavano “sparse qua e là nelle provincie” e “non erano mai state riunite in un punto come quelle di Oltramonti” (questo ultimo termine indica i paesi al di sopra dell’arco alpino italiano, ovvero Francia, Germania, Svizzera e Austria).
Facilitato quindi dall’esperienza dovuta ai suoi viaggi all’estero, nonché da quella derivata dalle sue ricerche nella Villa sperimentale in Liguria, poté giungere a tre convinzioni (“tre grandi verità”), come è descritto nell’introduzione all’opera:

  1. Le varietà non sono che fisionomie individuali, figlie del seme e impossibili ad ottenersi dall’arte”;
  2. Le Pomone Oltramontane non sono che la collezione dei frutti coltivati in quelle regioni”;
  3. Esistevano in Italia un gran numero di varietà squisite, ignote agli Oltramontani, particolari alle diverse provincie che le possiedono, e suscettibili di essere raccolte e riunite, e di formare da loro sole una bella e ricca Pomona.”

Con queste convinzioni Gallesio intraprese il suo viaggio lungo la penisola: “A poco a poco io l’ho percorsa quasi tutta in tutte le stagioni, esaminando, scegliendo, e facendo dipingere i frutti migliori di ogni provincia”.
Vale la pena di citare inoltre una frase finale della presentazione all’opera, in quanto di grande importanza per sottolineare il pregevole lavoro svolto da Gallesio:
Io lavorava per la scienza, solo per la scienza, e doveva adattarmi all’ordito che mi presentava la scienza, senza farmi schiavo né degli interessi dell’edizione né di quelli degli Associati”.
Questo importantissimo concetto, espresso dall’autore quasi come una cosa scontata, viene ancora oggi troppo spesso ignorato, affidando così ricerche scientifiche a meri interessi economici o personali.

Bibliografia

Per la maggioranza delle notizie sul testo “Pomona italiana” di Giorgio Gallesio, si fa riferimento all’esperienza diretta avuta da una lunga serie di incontri effettuati da un gruppo di lavoro costituito insieme ad Adhara Baldassarre (coordinato dal prof. Luciano Messana e dalla prof.ssa Angela Baldini), con l’intento di confrontare il testo con altre edizioni presenti all’interno di enti pubblici e in particolare con l’edizione dell’I.P.S.A.A. “B. Marsano” di Genova,e verificarne la completezza e le particolarità.
Alcune notizie riguardanti l’autore e la sua biografia sono state apprese dai siti internet:

  1. http://www.librit.unibo.it/, scheda a cura di Enrico Baldini
  2. http://www.pomonaitaliana.it/, scheda a cura di Carlo Ferraro, Centro per la Promozione degli Studi su Giorgio Gallesio.

I soggetti delle foto che compaiono nel presente articolo appartengono all’opera “Pomona Italiana” dell’Istituto tecnico agrario di Firenze.

Luca Poli, diplomato all’Istituto tecnico agrario, studia Scienze Forestali ed ambientali presso l’Università di Firenze e collabora al consolidamento del catalogo di aziende agricole on-line di Agraria.org. Curriculum vitae >>>

 

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