di Cristiano Papeschi
Mixomatosi: lesione perioculare
La Mixomatosi, malattia virale tipica del coniglio e presente in Italia dagli anni ’50, sta mietendo numerose vittime all’interno della popolazione cunicola nella provincia di Milano. Risale al settembre di quest’anno la prima avvisaglia di allarme epidemia che ha portato la ASL Milano 2 ad emettere un’Ordinanza per la sorveglianza ed il monitoraggio di questa malattia all’interno, per ora, dei comuni della martesana. Tale provvedimento prevede l’istituzione di una zona di protezione nei limiti della quale non è possibile movimentare conigli, sia in entrata che in uscita, al fine di evitare la diffusione della patologia. Teniamo conto che la mixomatosi risulta essere endemica in Italia il che significa che è presente più o meno in tutta la penisola ma fa la sua comparsa in maniera preoccupante di tanto in tanto e senza preavviso provocando elevate mortalità di conigli, sia di allevamento che selvatici e da compagnia. Ed infatti i primi decessi sono stati segnalati dalla Polizia Provinciale ed in seguito anche dai privati cittadini che hanno rinvenuto conigli morti o moribondi nelle aree verdi urbane e rurali. Ma cos’è la mixomatosi? E’ una patologia infettiva causata da un Poxvirus estremamente contagiosa…per il coniglio, si intende, e non è trasmissibile all’uomo. La malattia viene trasmessa sia per contatto diretto tra animale malato ed animale sano sia per mezzo di un vettore ematofago (zanzara, pulce, pidocchio o zecca) che dopo aver punto un animale infetto può contagiare altri animali sempre a seguito di puntura. Pertanto questa malattia può essere trasmessa anche a grandi distanze dalla zona del focolaio e rappresenta un rischio per tutti gli allevamenti cunicoli e per i conigli da compagnia. Le lesioni sono molto caratteristiche e si manifestano inizialmente sottoforma di un piccolo nodulo nel sito di inoculo da parte dell’insetto. Nei giorni successivi si osserva la moltiplicazione di questi noduli che andranno ad interessare tutto il corpo dell’animale con particolare predilezione per la punta del naso, il padiglione auricolare, il contorno occhi ed i genitali. Gli animali si mostrano depressi e smettono di mangiare dopo pochi giorni; spesso i noduli si ulcerano e sanguinano producendo croste piuttosto vistose. Il tempo di incubazione è di pochi giorni e la malattia conduce a morte entro 5-10 giorni dalla comparsa dei primi noduli detti “mixomi”. All’interno di un allevamento o di una conigliera vengono contagiati, in genere, tutti i soggetti presenti ma la mortalità, se ci troviamo di fronte ad animali forti, si aggira intorno al 50% dei soggetti infetti. Questa malattia è soggetta ad obbligo di denuncia secondo il regolamento di Polizia Veterinaria (D.P.R. 8 febbraio 1954, n 320) secondo il quale i soggetti infetti devono essere abbattuti e le carcasse smaltite a norma di legge. Ad oggi, non esistendo terapie specifiche, l’unico sistema di prevenzione è la vaccinazione che deve essere effettuata sotto controllo Medico Veterinario. Inoltre il controllo dei vettori mediante zanzariere, insetticidi e bonifica della acque stagnanti serve a controllare, o almeno ridurre, la presenza di insetti in grado di veicolare il virus.
Cristiano Papeschi, zootecnico ed esperto in coniglicoltura, è laureato in Medicina Veterinaria all’Università di Pisa. Curriculum vitae >>>
Il Coniglio nano – Agraria.org Cristiano Papeschi – Il Sextante In modo chiaro e simpatico vengono trattati tutti gli aspetti legati alla sua presenza in casa, dal ricovero all’alimentazione, dalla convivenza con gli altri animali alle cure quotidiane, dalla riproduzione alla sua salute. Per ricevere una copia scrivere a: info@agraria.org |