Il Mastino Napoletano così com’è
di Federico Vinattieri
Campione Italiano HOLCO DI VILLA BILANGIONE – uno dei primi
campioni della razza – esempio di vecchio tipo di Mastino Napoletano
Tutti conoscono questa meravigliosa razza. Il Mastino viene ritenuta una razza le cui origini si perdono nella storia, fino ad arrivare ai molossi del Tibet e ai grandi cani dell’Epiro. In realtà questo nostro molosso ha iniziato la sua selezione come “razza” solo nel 1946, per volontà di Piero Scanziani. E’ vero che le origini del mastino ci riportano all’antica Roma e ai molossi asiatici, ma questi erano cani molto diversi dal mastino come lo intendiamo oggi.
Resta indelebile nella razza il fascino dell’antico che traspare dalla sua estetica e che ci fa pensare a tante raffigurazioni e bassorilievi, come ad esempio la famosa Situla di Nabeth, che abbiamo visto sui libri di storia e ci fa tornare in mente ciò che abbiamo letto nei testi pubblicati in passato, nei quali si faceva riferimento alla discendenza del nostro mastino dai molossoidi di grande taglia e dalla grande testa che vivevano sugli altopiani Himalayani, che vennero chiamati dai monaci buddisti: Mastini del Tibet, descritti anche da Marco Polo, il quale rimase stupito dalla loro mole.
Il mastino nel corso della sua selezione ha avuto tante fasi e, come tutte le razze, ha svolto una sua “evoluzione fenotipica”. Il Mastino odierno infatti è molto diverso dai molossi che Scanziani vide nell’ambito partenopeo negli anni ‘quaranta e che descrisse in alcuni suoi testi famosi; basti pensare a Guaglione I, il patriarca della razza, il quale non potrebbe in alcun modo confrontarsi con i maschi attuali.
L’artefice della creazione del Mastino moderno fu il toscano Mario Querci, il quale riuscì a plasmare un tipo di mastino, che poi è divenuto quello odierno.
La maggior parte delle persone pensano che l’aspetto di questa razza, come scritto in alcuni libri, sia rimasto addirittura invariato dalla sua creazione fino ad oggi. Chi è rimasto legato a questa razza per tanto tempo, sa che in realtà non è così.
Il nostro Mastino si è evoluto così rapidamente da apparire quasi un’altra razza. Dal dopoguerra ad oggi il grande Molosso italiano ha cambiato molti aspetti della propria morfologia, tanto da far sembrare obsoleto anche il proprio Standard. Fortunatamente, grazie alla documentazione fotografica, possiamo sommariamente ricostruirne l’evoluzione. Rivedendo le foto dei primi grandi campioni del passato, ci si accorge che tanti soggetti non hanno molte affinità con i campioni degli ultimi 10-20 anni. La selezione ha portato la razza a perfezionarsi.
All’inizio si presentava come un cane leggero e meno imponente; il Mastino di allora, oggi non sarebbe in sostanza molto diverso da un grosso Cane Corso. La testa non era tempestata da rughe e pliche come nell’odierno, ma si presentava piuttosto liscia e con pelle poco spessa e poco abbondante. La presenza di giogaia era quasi impercettibile in confronto alle giogaie molto evidenti dei soggetti attuali. La correttezza nella dentatura era scarsa; ormai oggi, difficilmente si individuano in esposizione dei soggetti con deficienze gravi di premolari e con deviazione della mascella. Anche il prognatismo è stato quasi del tutto debellato nel Mastino; resta comunque un carattere genetico raro. Negli anni 50’-60’ vi erano enormi problemi nella dentizione in molte razze, tra cui il mastino.
Tra i tanti cambiamenti si sono mantenute però, per fortuna, le proporzioni delle basi anatomiche fondamentali del corpo.
Nel corso degli ultimi quarant’anni di selezione abbiamo assistito ad un cambiamento radicale di caratteristiche estetiche fondamentali di questo molossoide. Innanzitutto, il fenomeno più evidente è stato l’aumento della taglia, dei diametri trasversi e della massa muscolare. Oggi l’imponenza del Mastino è proverbiale, e ciò conferma che la razza è cambiata. Osservando le foto e confrontandole, un profano può dire: “un’altra razza, un altro cane…” e non c’è da stupirsi più di tanto.
Questo ovviamente vale se si parla dell’estetica in generale, ma chi alleva da tempo sa bene che, come in molte altre razze, il “tipo” cambia se si passa da una linea di sangue all’altra. Il “tipo” varia da allevamento a allevamento; a volte differenze molto evidenti, a volte piccole “sfumature” che solo un allevatore esperto o un giudice specialista può comprendere e notare a colpo d’occhio, come ad esempio alcuni diversi disegni delle rughe sul cranio, piccole differenze nell’espressione, differenze nella tessitura del pelo, e molti altri caratteri. Tutto viene determinato dal “concetto di tipo” che un allevatore possiede e che porta avanti nel tempo con il suo costante lavoro di selezione. L’omogeneità dei propri soggetti è di fondamentale importanza per un allevatore.
Gli allevatori oggi devono adeguarsi alla selezione di un ulteriore carattere che ci è stato da poco imposto e che mai prima degli ultimi due anni era stato preso in considerazione; con l’ordinanza che vieta la conchectomia, il mastino ha subito un altro grande cambiamento. Prima di oggi non era mai avvenuto per gran parte delle razze un mutamento così repentino.
L’occhio del mastinaro deve abituarsi a concepire l’estetica della testa con le orecchie integre, cosa non facile per chi era abituato alla vecchia concezione espressiva del mastino napoletano.
Ora più di sempre un neofita può squadrare l’eterogeneicità in questa razza che purtroppo sarà tale fino a che non verrà completata una selezione anche su questo nuovo aspetto estetico.
Dobbiamo essere noi allevatori abili a vagliare le giuste scelte per la selezione fenotipica di questa razza, non trascurando mai il genotipo e cercando di evitare al meglio le tare genetiche che, l’eccessiva manipolazione da parte dell’uomo, ha purtroppo prodotto in tante razze.
Campionessa Fedora di Fossombrone,
esempio di tipo moderno di Mastino Napoletano
Federico Vinattieri, appassionato allevatore di Mastini Napoletani (www.difossombrone.it), è studente in “Tecniche di Allevamento del cane di razza ed educazione cinofila” alla Facolta’ di Medicina Veterinaria di Pisa. Curriculum vitae >>>
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