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I distretti rurali e i fondi comunitari

UNO STUDIO PRELIMINARE SULL’ IMPATTO DELLE POLITICHE NEL PERIODO PROGRAMMATORIO 2000-2009

di Nicola Galluzzo

1. Introduzione
I distretti rurali italiani hanno rappresentato uno strumento fondamentale per valorizzare le aree rurali, proteggendole dalla loro marginalizzazione e consentendo, attraverso la presenza di prodotti di qualità certificata e/o di altre attività aziendali (agriturismo, turismo rurale, fattorie didattiche, ecc.) di rivitalizzare alcune aree, generando un significativo ricambio generazionale. Il ricambio generazionale è stata una necessità che ha visto passare di mano la gestione verso imprenditori giovani e dotati di una formazione scolastica di livello medio-alto.
Il legislatore italiano solo nel 2001 ha proceduto, attraverso il Decreto legislativo 228 di ammodernamento del settore primario, ad un riconoscimento formale del distretto nel settore primario, attribuendogli un valore autonomo e sganciandolo dal settore industriale, cui, tuttavia, si rifà per la definizione dei parametri interpretativi e classificatori. Allo stato attuale solo poche regioni italiane hanno predisposto leggi specifiche finalizzate al riconoscimento e finanziamento del distretto. Non va dimenticato che il distretto è uno strumento in grado di poter imporre delle strategie di funzionamento altamente efficiente ed efficaci sul territorio e per le aziende agricole, diventando un soggetto interlocutore univoco verso le istituzioni. A tal fine, basta ricordare che i provvedimenti anticrisi, approvati nel luglio 2009, hanno aumentato il “potere contrattuale” dei distretti verso gli altri attori istituzionali con degli effetti economicamente interessanti per gli operatori del mondo rurale.
Numerosi sono stati gli approcci per cercare di definire una classificazione e specializzazione produttiva agricola italiana, anche se la maggior parte di loro hanno individuato nella variabile distretto un elemento fondamentale per la classificazione, delimitazione e specializzazione territoriale. Analisi compiute sui distretti industriali, successivamente applicati in agricoltura, hanno confermato un ruolo molto importante delle produzioni di qualità certificate e delle banche sullo sviluppo sul territorio dei distretti rurali e/o agroalimentari di qualità. Precedenti studi, infatti, avevano già evidenziato, anche se per periodi limitati, il ruolo delle banche, in particolare di quelle del credito cooperativo, quali strumenti necessari per lo sviluppo dei distretti rurali e  agroalimentari di qualità. 

2. Obiettivi e metodologia
L’obiettivo della presente analisi è stato quello di confrontare l’applicazione della Politica agricola comunitaria (Pac) in tutte le regioni italiane nei due periodi programmatori 2000-2006 e dal 2007-2013 concentrando, in quest’ultimo caso, l’attenzione esclusivamente al triennio 2007-2009 e verificare quali interventi di Politica agricola siano stati i più significativi sullo sviluppo dei distretti rurali. Il presente lavoro è stato suddiviso in due fasi, necessarie per confrontare gli effetti dell’applicazione del secondo pilastro della Pac, definendo un modello di regressione multipla, trattato con i minimi quadrati ordinari, alle variabili utilizzate. Le variabili indipendenti utilizzate sono state:
1) la Superficie agricola utilizzabile nelle diverse regioni italiane;
2) i fondi erogati per garantire il ricambio generazionale;
3) gli aiuti erogati dal II pilastro della Pac;
4) le banche presenti sul territorio.
La fase successiva è stata quella di applicare il modello di regressione multipla alle stesse variabili considerando, soltanto, la loro variazioni percentuali, nei due intervalli considerati delle variabili utilizzate. Una variabile indipendente aggiuntiva inserita nel dataset è stata la variazione percentuale degli agriturismi, parziale indicatore della multifunzionalità in agricoltura. Tutto ciò ha consentito di costruito un modello dinamico capace di verificare se le variabili indipendenti incremento degli agriturismi, fondi comunitari erogati per il ricambio generazionale e fondi complessivamente erogati nel II pilastro della Politica agricola comunitaria, abbiano avuto un effetto sullo sviluppo dei distretti rurali in Italia. 
L’ultima fase dell’analisi ha proceduto all’osservazione, attraverso l’impiego di un modello a scelta discreta, applicato solo al periodo programmatorio 2007-2009, sul ruolo del ricambio generazionale ha avuto sul dataset di variabili (superficie agricola utilizzabile, fondi erogati dal II pilastro, fondi disponibili nel IV asse L.e.a.d.e.r. e, infine, aziende agrituristiche attive). In questo caso la variabile dicotomica ha preso in considerazione il valore medio dell’incidenza della percentuale di spesa per il ricambio generazionale in Italia sull’ammontare complessivo disponibile, confrontandolo con le percentuali nelle diverse regioni italiane, attribuendo un valore 1 nel caso in cui l’importo fosse superiore al valore medio nazionale e 0 negli altri casi.  

3. Risultati
I risultati ottenuti hanno evidenziato come nel primo periodo considerato, 2000-2006, i distretti rurali hanno risentito, in maniera statisticamente significativa, dei fondi erogati per favorire le misure dei Piani di Sviluppo Rurale regionali, necessarie a garantire l’insediamento dei giovani in agricoltura e il ricambio generazionale. Nel triennio 2007-2009 il modello di regressione multipla ha evidenziato come lo sviluppo dei distretti rurali italiani abbia risentito del positivo effetto delle banche attive sul territorio, dei fondi comunitari erogati dall’Unione europea e degli interventi finalizzati a garantire un ricambio generazionale nelle aziende agricole; la variabile indipendente superficie agricola utilizzabile, come era lecito attendersi, ha evidenziato una correlazione negativa con lo sviluppo dei distretti rurali. Ciò conferma come il distretto rurale possa rappresentare uno strumento di rivitalizzazione e rivalutazione delle regioni italiane caratterizzate da superfici coltivate, caratterizzate da una modesta dimensione aziendale.
Il confronto tra i due periodi programmatori considerati ha evidenziato come lo sviluppo dei distretti sia direttamente correlato con l’incremento delle aziende agrituristiche e con i fondi comunitari complessivamente disponibili; una correlazione inversa, infine, è emersa tra le misure finalizzate al ricambio generazionale e lo sviluppo dei distretti attivi nel settore primario. 
Per valutare le relazioni dicotomiche che ci sono tra gli intereventi della Politica agricola comunitaria, necessarie per favorire il ricambio generazionale mediante i Piani di Sviluppo Rurale, è stato utilizzato un modello a scelta discreta Logit. La variabili dicotomica utilizzata è stata quella che ha consentito di individuare in Italia le regioni con un tasso superiore o inferiore al 5% di incidenza del contributo di spesa per il ricambio generazionale sull’ammontare complessivo previsto dal Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. In questo caso, le variabili indipendenti utilizzate, connesse con la ruralità, sono state:
1) la superficie agricola utilizzabile presente nelle diverse regioni italiane;
2) le aziende agrituristiche attive;
3) l’ammontare dei contributi previsti dal IV Asse L.e.a.d.e.r.;
4) i fondi comunitari disponibili nel Programma di Sviluppo Rurale Regionale 2007-2013;
5) le produzioni agroalimentari di qualità certificata quali DOP e IGP.
Dal modello è emerso una correlazione diretta tra la superficie agricola coltivata, le produzioni agroalimentari di qualità certificata e i contributi disponibili sul IV Asse L.e.a.d.e.r.; una correlazione negativa è emersa, nel modello Logit, tra la variabile dipendente e le variabili indipendenti sviluppo delle aziende agrituristiche attive e disponibilità di fondi comunitari necessari al ricambio generazionale in agricoltura. Tutto questo ha confermato come i fondi del IV Asse sono degli strumenti fondamentali per garantire il ricambio generazionale nelle aziende agricole e il presidio del territorio, mediata dalla realizzazione di attività diversificate, anche se l’agriturismo ha fatto emergere una limitata attrattività verso le giovani generazioni. 

4. Conclusioni
Questa breve analisi ha evidenziato come il mondo rurale abbia bisogno di diversificare l’offerta produttiva al fine di garantire un presidio del territorio in termini di permanenza di giovani e di ricambio aziendale; i giovani, infatti, sono l’unico strumento in grado di dare una maggiore dinamicità nelle scelte gestionali aziendali per quelle aziende che rischiano la loro marginalizzazione.
Il distretto, inoltre, ha confermato il proprio ruolo di attore dello sviluppo locale, soprattutto per quelle realtà caratterizzate da aziende di limitata estensione e che tendono a collocarsi in aree a rischio marginalizzazione. Lo strumento del IV Asse L.e.a.d.e.r., in virtù del proprio approccio, conferma di essere uno strumento molto importante per la programmazione del territorio e dello spazio rurale, purchè provveda ad attuare una concertazione e animazione sul territorio, tra tutti i soggetti coinvolti, nella fase progettuale al fine di eliminare le strozzature che finirebbero per fargli perdere la sua forza propulsiva sullo sviluppo rurale. Per il prossimo periodo programmatorio, anche alla luce dei risultati di spesa che saranno ottenuti nei diversi Programmi di Sviluppo Rurale Regionale, sarebbe opportuno avere una riconferma di alcuni interventi necessari sia per garantire la pluriattività aziendale che la remunerazione della multifunzionalità nei confronti di coloro che presidiano lo spazio rurale.

Nicola Galluzzo, dottore di ricerca in Scienze degli alimenti, si è laureato in Scienze agrarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, conseguendo il perfezionamento in Economia del turismo e in Gestione  e organizzazione  territoriale delle risorse naturali presso l’Università La Sapienza di Roma, in Studi europei presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Genova e in Controllo e autocontrollo degli alimenti presso la Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli” di Roma. Assegnista di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea). E.mail: nicoluzz@tin.it

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