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Allevamento lumache
Al­le­va­men­to La Lu­ma­ca Ma­do­ni­ta (foto www.​lal​umac​amad​onit​a.​it)

Eli­ci­col­tu­ra in Ita­lia: al­cu­ne con­si­de­ra­zio­ni

L’ al­le­va­men­to della Chioc­cio­la (noto con il nome di eli­ci­col­tu­ra) è un set­to­re non molto svi­lup­pa­to in Ita­lia, no­no­stan­te sia stato in­tro­dot­to da de­cen­ni e crei in­tor­no a sé in­te­res­se e cu­rio­si­tà da parte di molti gio­va­ni im­pren­di­to­ri. In Ita­lia, in­fat­ti, il mer­ca­to delle chioc­cio­le è sod­di­sfat­to in gran parte da pro­dot­to pro­ve­nien­te dal­l’e­ste­ro. Vi sono quin­di i pre­sup­po­sti per­ché l’e­li­ci­col­tu­ra si svi­lup­pi ade­gua­ta­men­te, di­ven­tan­do un’at­ti­vi­tà in grado di for­ni­re red­di­ti ade­gua­ti agli al­le­va­to­ri, e non solo una estem­po­ra­nea at­ti­vi­tà svol­ta a li­vel­lo ama­to­ria­le. Nel no­stro Paese esi­sto­no da più di 30 anni due im­por­tan­ti real­tà del set­to­re, ope­ran­ti anche in altri paesi eu­ro­pei, che con­tri­bui­sco­no molto alla pro­mo­zio­ne del set­to­re ma che allo stes­so tempo, a mio pa­re­re, lo hanno con­di­zio­na­to ec­ces­si­va­men­te in senso mo­no­po­li­sti­co. Ciò ac­ca­de per­ché la mag­gior parte di co­lo­ro che, non aven­do al­cu­na espe­rien­za, vo­glio­no in­tra­pren­de­re tale at­ti­vi­tà, de­vo­no ov­via­men­te ap­pog­giar­si a qual­cu­no che li possa in­di­riz­za­re su come, dove e quan­do fare il tutto; per il nuovo eli­ci­col­to­re ini­zia una rap­por­to di stret­ta di­pen­den­za, es­sen­do­gli for­ni­to tutto il ma­te­ria­le ne­ces­sa­rio per la rea­liz­za­zio­ne del­l’im­pian­to, com­pre­si i ri­pro­dut­to­ri da uti­liz­za­re per l’av­vio del­l’al­le­va­men­to, con la pro­po­sta di un con­trat­to che im­pe­gna l’a­zien­da for­ni­tri­ce ad ac­qui­sta­re tutta la tua pro­du­zio­ne al prez­zo di mer­ca­to del mo­men­to. Tutto bel­lis­si­mo e in­cre­di­bi­le per il nuovo gio­va­ne im­pren­di­to­re agri­co­lo!
Ov­via­men­te, per tali ma­te­ria­li e per l’i­scri­zio­ne al­l’as­so­cia­zio­ne una somma con­si­de­re­vo­le che, stan­do alle pre­vi­sio­ni, do­vreb­be es­se­re ri­pre­sa dal­l’al­le­va­to­re in un paio di anni. Il pro­ble­ma è che spes­so, al mo­men­to del ri­ti­ro del pro­dot­to il prez­zo di mer­ca­to è molto in­fe­rio­re a quel­lo del pre­ven­ti­vo (3 €/kg an­zi­ché 4-5 €/Kg). Que­sto com­por­ta un grave danno per l’im­pren­di­to­re, che vede al­lun­gar­si no­te­vol­men­te il tempo di ri­tor­no del ca­pi­ta­le in­ve­sti­to, a volte preso in pre­sti­to.
Per non par­la­re di molte spese non pre­ven­ti­va­te, ma che sono a ca­ri­co del po­ve­ro al­le­va­to­re!
In Ita­lia esi­sto­no anche altre azien­de che hanno ma­tu­ra­to gran­de espe­rien­za nel set­to­re e che, gra­zie alla lunga espe­rien­za fatta sul campo, hanno messo a punto una ti­po­lo­gia di al­le­va­men­to di­ver­sa da quel­la tra­di­zio­na­le pro­mos­sa dagli isti­tu­ti na­zio­na­li che pre­ve­do­no la di­vi­sio­ne in due zone: una de­sti­na­ta alla ri­pro­du­zio­ne e una al­l’in­gras­so. Que­sta di­ver­sa me­to­do­lo­gia di al­le­va­men­to pre­ve­de, in­ve­ce, che le chioc­cio­le ven­ga­no al­le­va­te tutto l’an­no nello stes­so re­cin­to evi­tan­do il di­spen­dio­so la­vo­ro di spo­sta­men­to da un re­cin­to al­l’al­tro e fa­vo­ren­do la ra­pi­da cre­sci­ta, con ri­pro­du­zio­ne e in­gras­so a ciclo con­ti­nuo. Le ca­rat­te­ri­sti­che che deve avere un ter­re­no per poter ospi­ta­re un al­le­va­men­to non sono par­ti­co­la­ri in quan­to la chioc­cio­la è un ani­ma­le privo di par­ti­co­la­ri esi­gen­ze e in grado di adat­tar­si alla mag­gior parte dei ter­re­ni, pur­ché ben dre­nan­ti e non ar­gil­lo­si, in quan­to il ri­sta­gno idri­co dopo una piog­gia ab­bon­dan­te po­treb­be por­ta­re alla morte per an­ne­ga­men­to di molti esem­pla­ri. Un ter­re­no cal­ca­reo è da pre­fe­ri­re, in quan­to ap­por­ta alle chioc­cio­le un ag­giun­ta di cal­cio, ne­ces­sa­rio sia per l’o­per­co­la­tu­ra (crea­zio­ne di un velo cal­ca­reo nella fase di le­tar­go) che per dare du­rez­za al gu­scio.

L'allevamento di chiocciole dall'alto
Al­le­va­men­to La Lu­ma­ca Ma­do­ni­ta (foto www.​lal​umac​amad​onit​a.​it)

Al­le­va­men­to della chioc­cio­la

Esi­sto­no due ti­po­lo­gie di al­le­va­men­to: al­l’a­per­to a ciclo na­tu­ra­le e in serra.
La prima ti­po­lo­gia com­por­ta spese ini­zia­li ab­ba­stan­za con­te­nu­te, la ri­pro­du­zio­ne e l’a­li­men­ta­zio­ne av­vie­ne a ciclo na­tu­ra­le ma di con­tro ci sono molti pe­ri­co­li ester­ni che pos­so­no dan­neg­gia­re l’al­le­va­to­re come uc­cel­li, in­set­ti e mal­tem­po. In­ve­ce nel­l’al­le­va­men­to in serra non si cor­ro­no que­sti ri­schi ma ci sono altri pro­ble­mi do­vu­ti alle alte tem­pe­ra­tu­ra che si crea­no al­l’in­ter­no, le spese sono molto ele­va­te e le lu­ma­che ven­go­no ali­men­ta­te con sfa­ri­na­ti e col­tu­re ve­ge­ta­li. Il si­ste­ma di al­le­va­men­to svi­lup­pa­to dalle azien­de che non se­guo­no il me­to­do tra­di­zio­na­le al­l’a­per­to, viene rea­liz­za­to in re­cin­ti con di­men­sio­ni medie di circa 45 x 4 m rea­liz­za­ti con pali in legno alti 1 metro circa e con una par­ti­co­la­re rete in­ter­ra­ta per di­ver­si cm, men­tre nella parte su­pe­rio­re viene la­scia­ta un balza di circa 20 cm per osta­co­la­re la fuo­riu­sci­ta delle chioc­cio­le. Al­l’in­ter­no di ogni re­cin­to ven­go­no col­ti­va­te bie­to­le e gra­mi­na­cee che ser­vo­no sia per l’a­li­men­ta­zio­ne, sia per il ri­pa­ro nei pe­rio­di più caldi esti­vi. Ogni re­cin­to viene di­stan­zia­to dal­l’al­tro da un cor­ri­do­io uti­liz­za­to per la rac­col­ta e il tra­spor­to delle lu­ma­che. Molto im­por­tan­te per la rea­liz­za­zio­ne dell’ im­pian­to è la pre­sen­za di acqua co­stan­te du­ran­te tutto l’an­no; a tale scopo ven­go­no po­si­zio­na­ti dei va­po­riz­za­to­ri che man­ten­go­no co­stan­te l’u­mi­di­tà del ter­re­no e della ve­ge­ta­zio­ne spin­gen­do le lu­ma­che ad usci­re dalla terra e a man­gia­re.
Il ciclo com­ple­to av­vie­ne in un anno in quan­to, al­me­no nel sud Ita­lia, a feb­bra­io si co­min­cia con la pre­pa­ra­zio­ne del ter­re­no (ara­tu­ra e fre­sa­tu­ra), nei primi quin­di­ci gior­ni di marzo si pro­se­gue con la se­mi­na delle col­tu­re al­l’in­ter­no dei re­cin­ti por­tan­do le bie­to­le, al­l’al­tez­za di circa 20-30 cm, do­po­di­ché ver­ran­no im­mes­si i ri­pro­dut­to­ri, che con l’ar­ri­vo della bella sta­gio­ne e delle tem­pe­ra­tu­re miti, co­min­ce­ran­no ad ac­cop­piar­si e a de­por­re le uova. Tale pe­rio­do è com­pre­so da metà apri­le a metà giu­gno. Le pic­co­le lu­ma­che ver­ran­no te­nu­te nei re­cin­ti fino ai primi di set­tem­bre per dar­gli la pos­si­bi­li­tà di in­gras­sa­re e rag­giun­ge­re la di­men­sio­ne ot­ti­ma­le per poi poter ini­zia­re la vera e pro­pria rac­col­ta che si pro­trar­rà fino ai primi di di­cem­bre. Rac­col­te, a que­sto punto, tutte le lu­ma­che si passa alla la­vo­ra­zio­ne del ter­re­no la­scian­do­lo pron­to per l’an­no suc­ces­si­vo. Ov­via­men­te tutti que­sti pas­sag­gi di­pen­do­no es­sen­zial­men­te dalle con­di­zio­ni cli­ma­ti­che che fa­vo­ri­sco­no o sfa­vo­ri­sco­no le varie fasi fa­cen­do ri­tar­da­re o po­sti­ci­pa­re la rac­col­ta e quin­di la ven­di­ta.

L'irrigazione dei campetti destinati all'allevamento
Al­le­va­men­to La Lu­ma­ca Ma­do­ni­ta (foto www.​lal​umac​amad​onit​a.​it)

Spe­cie al­le­va­te

Sono di­ver­se le spe­cie di lu­ma­che  uti­liz­za­te per la ga­stro­no­mia.

Helix asper­sa Ma­xi­ma e Mul­ler

La Ma­xi­ma e la Mul­ler si dif­fe­ren­zia­no per di­men­sio­ni, co­lo­re e qua­li­tà della carne (nella Mul­ler è più de­li­ca­ta e chia­ra).
L’a­dul­to porta un duro, sot­ti­le gu­scio cal­ca­reo di 25-40 mm di dia­me­tro per la Ma­xi­ma e 20-30 mm per la Mul­ler, com­po­sto da quat­tro o cin­que vor­ti­ci. Il gu­scio è un po’ va­ria­bi­le a co­lo­ri e ombre, ma è ge­ne­ral­men­te di ca­sta­gno o mar­ro­ne scuro con stri­sce di co­lo­re mar­ro­ne.
Il corpo è molle e vi­sci­do, gri­gio-mar­ro­ne, ed è ri­trat­to in tutto il gu­scio, quan­do l’a­ni­ma­le è inat­ti­vo o mi­nac­cia­to. Nel pe­rio­do secco e fred­do, l’a­per­tu­ra del ser­ba­to­io è si­gil­la­ta con una sot­ti­le mem­bra­na di muco secco che è co­no­sciu­to come un epi­gram­ma o “oper­co­lo”, che aiuta a trat­te­ne­re l’u­mi­di­tà in­ter­na della lu­ma­ca. Quan­do in le­tar­go, l’He­lix asper­sa evita la for­ma­zio­ne di ghiac­cio al­te­ran­do le com­po­nen­ti del suo san­gue e può so­prav­vi­ve­re a tem­pe­ra­tu­re fino ad un li­vel­lo più basso da -5°C. Du­ran­te i pe­rio­di di caldo, il gu­scio ha la ca­pa­ci­tà unica di mo­di­fi­ca­re la sua per­mea­bi­li­tà al­l’ac­qua. In com­bi­na­zio­ne con un mec­ca­ni­smo ter­mo­re­go­la­to­re, si­mi­le a quel­lo os­ser­va­to du­ran­te l’i­ber­na­zio­ne, gli per­met­te di so­prav­vi­ve­re di­ver­si mesi di caldo.
Nei pe­rio­di di at­ti­vi­tà, emer­ge­re la testa e piedi. La testa porta quat­tro ten­ta­co­li, nella parte su­pe­rio­re due che sono gli occhi, usati come sen­so­ri di luce, e nella parte in­fe­rio­re dove altri due di di­men­sio­ni in­fe­rio­ri, hanno i sen­so­ri tat­ti­li e ol­fat­ti­vi. La bocca è si­tua­ta sotto i ten­ta­co­li, e con­tie­ne una par­ti­co­la­re “bocca” che usa per ra­schia­re e ma­ni­po­la­re le par­ti­cel­le di cibo.

Helix po­ma­tia Lin­naeus, 1758

Molto ap­prez­za­ta in Fran­cia, ha le stes­se ca­rat­te­ri­sti­che della pre­ce­den­te ma si dif­fe­ri­sce per le di­men­sio­ni mag­gio­ri, per il co­lo­re uni­for­me del gu­scio e per la lenta e bassa ri­pro­du­zio­ne du­ran­te il ciclo an­nua­le.

Eo­ba­nia ver­mi­cu­la­ta Mul­ler, 1774 (sin. Helix ver­mi­cu­la­ta)

Me­glio co­no­sciu­ta come Ri­ga­tel­la (la co­mu­ne lu­ma­ca), pre­sen­te ovun­que in na­tu­ra e ven­du­ta tutto l’an­no ma dif­fi­ci­le e co­sto­sa da al­le­va­re; per que­sto mo­ti­vo, quel­le che si tro­va­no sul mer­ca­to sono in ge­ne­re rac­col­te “in na­tu­ra”.

Helix aper­ta Born, 1778

Meno co­no­sciu­ta e com­mer­cia­liz­za­ta, ma molto ri­chie­sta in di­ver­se re­gio­ni Ita­lia­ne e in par­ti­co­la­ri pe­rio­di del­l’an­no, è ri­co­no­sci­bi­le dal suo ca­rat­te­ri­sti­co oper­co­lo di co­lo­re bian­co vivo e dal gu­scio di co­lo­re verde molto scuro. Anche que­sta spe­cie non viene al­le­va­ta a causa del suo par­ti­co­la­re ciclo di vita.

Di tutte que­ste spe­cie, l’He­lix asper­sa è quel­la più fa­ci­le da al­le­va­re. E’ un mol­lu­sco er­ma­fro­di­ta in­suf­fi­cien­te, in quan­to ha en­tram­bi i sessi ma per poter fe­con­da­re e de­por­re le uova ha bi­so­gno di ac­cop­piar­si con un altro in­di­vi­duo. Le uova ven­go­no de­po­ste (un cen­ti­na­io per ogni esem­pla­re) in un buco dove si schiu­do­no dopo circa 20 gior­ni. Im­pie­ga­no circa 4-5 mesi per rag­giun­ge­re la ma­tu­ri­tà, anche se in na­tu­ra, a causa del pe­rio­do di ri­po­so in­ver­na­le, ci vuole al­me­no un anno.
Le varie spe­cie di chioc­cio­le si dif­fe­ren­zia­no per le di­men­sio­ni, le abi­tu­di­ni e le ca­rat­te­ri­sti­che ali­men­ta­ri. La più com­mer­cia­liz­za­ta e al­le­va­ta in Ita­lia è l’He­lix asper­sa Mul­ler, molto pro­li­fi­ca, dif­fu­sa in na­tu­ra in tutte le re­gio­ni e per­tan­to pre­sen­te in molti piat­ti tra­di­zio­na­li; meno dif­fu­sa è l’He­lix po­ma­tia, pre­sen­te solo in al­cu­ne re­gio­ni del Nord Ita­lia ma molto ap­prez­za­ta in Fran­cia  (la fa­mo­sa “Escar­got de Bour­go­gne”), ca­rat­te­riz­za­ta dalle gran­di di­men­sio­ni e dal­l’ot­ti­ma qua­li­tà della carne, ma poco al­le­va­ta per­ché molto lenta nella cre­sci­ta e nella ri­pro­du­zio­ne. In com­mer­cio si trova anche l’He­lix ver­mi­cu­la­ta.

Con­clu­sio­ni

Si stima che il con­su­mo mon­dia­le di chioc­cio­le si ag­gi­ri in­tor­no al mezzo mi­lio­ne di ton­nel­la­te.
Il con­su­mo di chioc­cio­le in Ita­lia, come nel resto del Mondo, è in co­stan­te asce­sa e la cre­sci­ta della pro­du­zio­ne na­zio­na­le non rie­sce a co­pri­re il fab­bi­so­gno in­ter­no (365.000 q.​li con­su­mo in Ita­lia, 125.000 pro­dot­ti in al­le­va­men­to e 240.000 pro­ve­nien­ti dal­l’e­ste­ro – anno 2007).
No­no­stan­te l’ap­pa­ren­te sem­pli­ci­tà, l’e­li­ci­col­tu­ra è un set­to­re dove sono ne­ces­sa­rie co­no­scen­za ed espe­rien­za ade­gua­ta, sia nel set­to­re agri­co­lo (co­no­scen­za del ter­re­no, pe­sti­ci­di, con­ci­mi, di­ser­ban­ti, pe­rio­di di col­ti­va­zio­ne, ecc.) sia nel set­to­re dell’ al­le­va­men­to.
Un con­si­glio per chi vo­les­se in­tra­pren­de­re que­sta stra­da è quel­lo di non af­fi­dar­si al primo che si spac­cia come esper­to, per­ché pur­trop­po il mer­ca­to delle lu­ma­che fa gola a molti e si in­con­tra gente che si pro­po­ne come esper­to al­le­va­to­re quan­do in­ve­ce è solo un com­mer­cian­te che ha come unico scopo fare soldi sul la­vo­ro degli altri. La cosa mi­glio­re è in­for­mar­si prima ade­gua­ta­men­te, vi­si­ta­re gli al­le­va­men­ti e par­la­re con gli al­le­va­to­ri.

Da­vi­de Mer­li­no, Mi­che­lan­ge­lo San­so­ne e Giu­sep­pe San­so­ne, dopo un’e­spe­rien­za ven­ten­na­le nel set­to­re agri­co­lo, hanno rea­liz­za­to il più gran­de al­le­va­men­to di lu­ma­che d’ Ita­lia. (http://​www.​lal​umac​amad​onit​a.​it/).

 

I funghi dal vero
In­tro­du­zio­ne alla Per­ma­cul­tu­ra
Bill Mol­li­son, Reny Mia Slay – Aam Terra Nuova ed. – marzo 2007

Il libro che ha fatto co­no­sce­re in tutto il mondo la Per­ma­cul­tu­ra: l’ar­te di co­niu­ga­re i sa­pe­ri di di­sci­pli­ne di­ver­se (agri­col­tu­ra na­tu­ra­le, bioar­chi­tet­tu­ra, cli­ma­to­lo­gia, bo­ta­ni­ca, eco­lo­gia) per pro­get­ta­re in ar­mo­nia con la na­tu­ra. L’au­to­re è Bill Mol­li­son, idea­to­re della Per­ma­cul­tu­ra e pre­mio Nobel Al­ter­na­ti­vo.
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