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di Gerri Ste­fa­ni


Stam­bec­co cat­tu­ra­to nel Parco (foto Ar­chi­vio Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo-Bren­ta)

Il Piano Fau­ni­sti­co del Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta, nel 1995, ha pro­mos­so un pro­get­to di rein­tro­du­zio­ne dello stam­bec­co (Capra ibex ibex Lin­naeus, 1758), rea­liz­za­to in con­co­mi­tan­za con un’a­na­lo­ga ope­ra­zio­ne svol­ta sul ver­san­te lom­bar­do del Mas­sic­cio del­l’A­da­mel­lo, nel­l’am­bi­to di un più vasto pro­gram­ma di rein­tro­du­zio­ne dello stam­bec­co nel ter­ri­to­rio al­pi­no lom­bar­do, ini­zia­to nel 1984.
Tra il 1995 ed il 1999, anche con la col­la­bo­ra­zio­ne del Ser­vi­zio Fo­re­ste della Pro­vin­cia Au­to­no­ma di Tren­to, sono stati ri­la­scia­ti nel set­to­re oc­ci­den­ta­le del Parco 43 stam­bec­chi, 23 ani­ma­li (11 ma­schi e 12 fem­mi­ne) nella Val San Va­len­ti­no e 20 ani­ma­li (11 ma­schi e 9 fem­mi­ne) in Val di Ge­no­va, pro­ve­nien­ti dal Parco Na­tu­ra­le delle Alpi Ma­rit­ti­me (Pro­vin­cia di Cuneo) e dal Mas­sic­cio dei Mon­zo­ni (Tren­ti­no Orien­ta­le).
Gli stam­bec­chi rein­tro­dot­ti, mu­ni­ti di mar­che au­ri­co­la­ri e ra­dio­col­la­re, sono stati re­go­lar­men­te mo­ni­to­ra­ti fino al­l’e­sau­ri­men­to delle bat­te­rie dei tra­smet­ti­to­ri av­ve­nu­ta circa dopo 2 anni dalle im­mis­sio­ni.
Al ter­mi­ne di que­sta fase il mo­ni­to­rag­gio è pro­se­gui­to me­dian­te ri­lie­vi “a vista” degli ani­ma­li gra­zie al con­ti­nuo con­trol­lo at­tua­to dai guar­da­par­co o da altro per­so­na­le di vi­gi­lan­za della Pro­vin­cia Au­to­no­ma di Tren­to.
Tra il 2003 e il 2004 le os­ser­va­zio­ni di campo hanno per­mes­so di sti­ma­re la pre­sen­za com­ples­si­va di 40-55 stam­bec­chi (30-33 capi in Val San Va­len­ti­no e 13-18 in Val Ge­no­va) sul mas­sic­cio tren­ti­no del­l’A­da­mel­lo-Pre­sa­nel­la.
In base a que­sti nuovi dati, dun­que, te­nen­do conto del nu­me­ro di ani­ma­li rein­tro­dot­ti fra il 1995 e il 1999, si po­te­va ipo­tiz­za­re un in­cre­men­to scar­so se non nullo della co­lo­nia.
Que­sta si­tua­zio­ne di crisi era evi­den­zia­ta dal mo­del­lo teo­ri­co di svi­lup­po delle neo­co­lo­nie, che in­di­ca­va in circa 70 i capi che po­ten­zial­men­te po­te­va­no es­se­re pre­sen­ti nel­l’a­rea di stu­dio, se l’in­cre­men­to della co­lo­nia aves­se se­gui­to un an­da­men­to re­go­la­re ri­spet­to ai pa­ra­me­tri bio­lo­g­i­ci della spe­cie.

Uno sta­tus della co­lo­nia come quel­lo espo­sto spin­se il Parco ad in­tra­pren­de­re una nuova fase di stu­dio volta a in­di­vi­dua­re i mo­ti­vi del man­ca­to in­cre­men­to nu­me­ri­co e, se pos­si­bi­le, avan­za­re ipo­te­si per una loro ri­mo­zio­ne.
In con­for­mi­tà a que­sta nuova fase ed a quan­to ri­por­ta­to nella re­la­zio­ne sullo sta­tus dello stam­bec­co sul Mas­sic­cio del­l’A­da­mel­lo-Pre­sa­nel­la (Car­li­ni, 2004) fu av­via­to nel 2005 un pro­get­to qua­drien­na­le de­no­mi­na­to “Pro­get­to di Ri­cer­ca e Con­ser­va­zio­ne dello Stam­bec­co delle Alpi (Capra [ibex] ibex Lin­naeus, 1758) nel Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta” (Chioz­zi­ni e Car­li­ni, 2005), con lo scopo di rac­co­glie­re dati utili per va­lu­ta­re:
• sta­tus e con­si­sten­za della po­po­la­zio­ne;
• di­stri­bu­zio­ne della po­po­la­zio­ne;
• home range degli ani­ma­li ra­dio­col­la­ra­ti;
• uso del­l’ha­bi­tat da parte della spe­cie. 

CAM­PA­GNA DI CAT­TU­RE 2005-2006
Il pro­get­to pre­ve­de­va una fase di mo­ni­to­rag­gio, ba­sa­to prin­ci­pal­men­te sul ri­le­va­men­to “a vista” degli ani­ma­li, con la fi­na­li­tà di ac­qui­si­re in­for­ma­zio­ni circa la di­stri­bu­zio­ne, la con­si­sten­za e gli spo­sta­men­ti degli stam­bec­chi nelle varie zone del loro area­le. Per au­men­ta­re le pos­si­bi­li­tà di con­tat­to con i bran­chi, nel corso della pri­ma­ve­ra 2005/2006, in col­la­bo­ra­zio­ne con il Ser­vi­zio Fo­re­ste e Fauna della PAT, sono stati cat­tu­ra­ti e do­ta­ti di ra­dio­col­la­re 10 stam­bec­chi.


Fi­gu­ra 1 – Fem­mi­na di stam­bec­co cat­tu­ra­ta nel 2005 prov­vi­sta di mar­che au­ri­co­la­ri e col­la­re VHF
(foto Ar­chi­vio Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo-Bren­ta)

Gli ani­ma­li sono stati cat­tu­ra­ti me­dian­te te­le­nar­co­si in free ran­ging con l’u­ti­liz­zo di un fu­ci­le lan­cia-si­rin­ghe (Dan-in­ject CO2 in­jec­tion rifle Model JM Spe­cial, Dan-in­ject ApS, Sel­le­rup Skov­vej 116, DK-7080 Børkop-Den­mark) e di una cer­bot­ta­na (Dan-in­ject Blo­w­pi­pe Model Blow 180 – Röken). Per l’im­mo­bi­liz­za­zio­ne far­ma­co­lo­gi­ca di tutti i capi cat­tu­ra­ti è stato uti­liz­za­to un pro­to­col­lo ane­ste­ti­co spe­ri­men­ta­le fi­no­ra mai adot­ta­to su que­sta spe­cie. Si trat­ta del­l’as­so­cia­zio­ne xi­la­zi­na – Zo­le­til® (ti­le­ta­mi­na – zo­la­ze­pam).

AT­TI­VI­TÀ DI MO­NI­TO­RAG­GIO 2005
Nel pe­rio­do com­pre­so tra gen­na­io e di­cem­bre 2005 sono state rea­liz­za­te 239 usci­te di campo ed in 157 di que­ste sono stati av­vi­sta­ti stam­bec­chi.
Gli ani­ma­li ra­dio­col­la­ra­ti sono stati con­tat­ta­ti per un to­ta­le di 125 av­vi­sta­men­ti, con una media di 21 av­vi­sta­men­ti/in­di­vi­duo, e 39 lo­ca­liz­za­zio­ni ra­dio­me­tri­che (fix), con una media di 8 fix/in­di­vi­duo. I capi av­vi­sta­ti, esclu­den­do quel­li ra­dio­col­la­ra­ti, sono stati 787.

RE­STOC­KING
Al ter­mi­ne del mo­ni­to­rag­gio del 2005 si è va­lu­ta­to op­por­tu­no pre­ve­de­re un’o­pe­ra­zio­ne di re­stoc­king (rin­for­zo), come va­li­do stru­men­to per rag­giun­ge­re in breve tempo un nu­me­ro di ani­ma­li suf­fi­cien­te­men­te ele­va­to da per­met­te­re alla po­po­la­zio­ne di in­se­diar­si sta­bil­men­te e cre­sce­re.
Si è ri­ve­la­ta ot­ti­ma­le l’i­ni­zia­ti­va GIU­BI­LEO “100 anni dello stam­bec­co in Sviz­ze­ra”, pro­mos­sa dalla Con­fe­de­ra­zio­ne El­ve­ti­ca per com­me­mo­ra­re la cen­te­na­ria pre­sen­za del­l’a­ni­ma­le nel ter­ri­to­rio el­ve­ti­co e ap­por­ta­re un sup­por­to con­cre­to e at­ti­vo nella con­ser­va­zio­ne dello stam­bec­co sulle Alpi.
Il Ser­vi­zio Fo­re­ste e Fauna della Pro­vin­cia Au­to­no­ma di Tren­to, in col­la­bo­ra­zio­ne con il Parco, ha in­fat­ti colto l’i­ni­zia­ti­va come ot­ti­ma op­por­tu­ni­tà per pro­ce­de­re a un’o­pe­ra­zio­ne di re­stoc­king per dare mag­gio­re vi­ta­li­tà ai nu­clei rein­tro­dot­ti sul Mas­sic­cio del­l’A­da­mel­lo-Pre­sa­nel­la.
Nella pri­ma­ve­ra 2006 sono stati ri­la­scia­ti 12 capi di pro­ve­nien­za sviz­ze­ra (Gri­gio­ni), 5 ma­schi e 7 fem­mi­ne, di età com­pre­sa tra 1 e 4 anni, che sono an­da­ti a rin­for­za­re il nu­cleo della Val Ge­no­va, nu­cleo il cui sta­tus era giu­di­ca­to mag­gior­men­te cri­ti­co sulla base dei dati a di­spo­si­zio­ne. Du­ran­te la fase dei ri­la­sci un esem­pla­re ma­schio si è di­ret­to verso il fiume Sarca, scom­pa­ren­do alla vista: al­cu­ni gior­ni dopo sulle rive del fiume è stato ri­tro­va­to morto.
Tutti gli ani­ma­li sono stati mu­ni­ti di mar­che au­ri­co­la­ri iden­ti­fi­ca­ti­ve e sette di essi anche di ra­dio­col­la­ri, in ma­nie­ra da po­ter­ne con­trol­la­re pun­tual­men­te gli spo­sta­men­ti.

AT­TI­VI­TÀ DI MO­NI­TO­RAG­GIO 2006
Nel pe­rio­do di tempo com­pre­so tra gen­na­io e di­cem­bre 2006 sono state rea­liz­za­te 176 usci­te di campo, delle quali 143 (82%) hanno per­mes­so di con­tat­ta­re stam­bec­chi.
Gli ani­ma­li ra­dio­mar­ca­ti sono stati av­vi­sta­ti per un to­ta­le di 94 volte, con una media di 7 av­vi­sta­men­ti/in­di­vi­duo, e sono stati lo­ca­liz­za­ti 149 volte, con una media di 11 fix/in­di­vi­duo.
Gli stam­bec­chi av­vi­sta­ti du­ran­te tale pe­rio­do sono stati 489.

RI­SUL­TA­TI DEL­L’IN­DA­GI­NE
L’a­na­li­si e la rie­la­bo­ra­zio­ne dei dati rac­col­ti nel bien­nio 2005/2006, ri­fe­ri­ti sia agli ani­ma­li cat­tu­ra­ti nel ter­ri­to­rio del Parco che ai capi pro­ve­nien­ti dalla Sviz­ze­ra, ha por­ta­to ai ri­sul­ta­ti di se­gui­to evi­den­zia­ti:

Sta­tus della spe­cie: gra­zie al­l’u­ti­liz­zo della tec­ni­ca del ra­dio­trac­king e ad uno stu­dio cri­ti­co, ba­sa­to sulle date di av­vi­sta­men­to, l’età dei capi e gli in­di­vi­dui mar­ca­ti, è stata sti­ma­ta la pre­sen­za di circa 90 capi nel 2005. La po­po­la­zio­ne pre­sen­te era co­sti­tui­ta da un 38% di fem­mi­ne, da un 43% di ma­schi e un 19% di ca­pret­ti; il 40% della po­po­la­zio­ne aveva un età in­fe­rio­re ai 3 anni. 

I dati rac­col­ti nel 2006, uti­liz­zan­do lo stes­so me­to­do di ana­li­si, hanno por­ta­to ad ipo­tiz­za­re la pre­sen­za com­ples­si­va di circa 108 stam­bec­chi.
La strut­tu­ra della po­po­la­zio­ne ve­de­va la pre­sen­za di un 39% in­di­vi­dui di sesso fem­mi­ni­le, di un 43% di ma­schi e un 18% di ca­pret­ti. Il 45% della po­po­la­zio­ne aveva un’e­tà in­fe­rio­re ai 3 anni.

Ana­liz­zan­do quan­to sopra espo­sto, si è ipo­tiz­za­to un in­cre­men­to utile annuo del 23% per il primo anno e del 20% per il se­con­do anno, cor­ri­spon­den­ti a quel­lo che ci si può at­ten­de­re per una po­po­la­zio­ne in fase di espan­sio­ne nu­me­ri­ca e ter­ri­to­ria­le.

L’o­pe­ra­zio­ne di re­stoc­king ha as­sun­to una ri­le­van­te im­por­tan­za, per­ché ha de­ter­mi­na­to una va­ria­zio­ne del­l’e­vo­lu­zio­ne della po­po­la­zio­ne, per­met­ten­do di ri­dur­re del 10% il tempo ne­ces­sa­rio a su­pe­ra­re la con­si­sten­za mi­ni­ma, sti­ma­ta in 500 capi, in­di­spen­sa­bi­le af­fin­ché la co­lo­nia possa au­to­so­ste­ner­si e non vada in­con­tro a dei fe­no­me­ni di ero­sio­ne della pro­pria va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca.

Di­stri­bu­zio­ne della spe­cie: gli area­li oc­cu­pa­ti sia per il 2005 che per il 2006 pre­sen­ta­va­no un’e­sten­sio­ne si­mi­le che oscil­la­va tra 3.570 ha del primo anno di mo­ni­to­rag­gio ai 3.536 ha del se­con­do anno. La zona di mas­si­ma fre­quen­ta­zio­ne coin­ci­de­va con l’al­ta Val di San Va­len­ti­no, l’al­ta val di Fumo e la spon­da si­ni­stra oro­gra­fi­ca della val di Ge­no­va.


Fi­gu­ra 3 – Area­li e lo­ca­liz­za­zio­ni di stam­bec­co re­gi­stra­te nel 2005 e 2006

Home range: il cal­co­lo degli home range (aree vi­ta­li) dei sin­go­li ani­ma­li ra­dio­col­la­ra­ti è stato rea­liz­za­to gra­zie al­l’u­ti­liz­zo dei due esti­ma­to­ri: Mi­ni­mo Po­li­go­no Con­ves­so (MCP) e Ker­nel al 95%. Gra­zie al con­fron­to ef­fet­tua­to tra­mi­te ana­li­si sta­ti­sti­che non è emer­sa al­cu­na si­gni­fi­ca­ti­va dif­fe­ren­za d’e­sten­sio­ne tra home range degli stam­bec­chi mo­ni­to­ra­ti sulla base dei fat­to­ri “sesso”, “clas­se d’età” e “re­si­den­za”.

Uso del­l’ha­bi­tat: I ri­sul­ta­ti ot­te­nu­ti, gra­zie al­l’ap­pli­ca­zio­ne di ana­li­si sta­ti­sti­che come il test di Neu e l’a­na­li­si com­po­si­zio­na­le, hanno per­mes­so di con­fron­ta­re le ti­po­lo­gie uti­liz­za­te dagli ani­ma­li ri­spet­to al­l’ha­bi­tat.
L’e­la­bo­ra­zio­ne del set di dati a di­spo­si­zio­ne ha per­mes­so d’a­van­za­re le se­guen­ti con­si­de­ra­zio­ni:
• lo stam­bec­co tende ad uti­liz­za­re l’ha­bi­tat in modo non ca­sua­le at­tuan­do una se­le­zio­ne po­si­ti­va nei con­fron­ti delle aree ru­pe­stri e delle pra­te­rie al­pi­ne ed una se­le­zio­ne ne­ga­ti­va nei con­fron­ti degli am­bien­ti bo­sca­ti. Que­sto viene in parte spie­ga­to in quan­to le aree ru­pe­stri pos­so­no fun­ge­re sia da ri­fu­gio che da pro­te­zio­ne in caso di con­di­zio­ni cli­ma­ti­che av­ver­se: le pra­te­rie al­pi­ne for­ni­sco­no al con­tra­rio al­l’a­ni­ma­le il so­sten­ta­men­to tro­fi­co che esso ne­ces­si­ta.
• In me­ri­to al rap­por­to fra stam­bec­chi ed aree a ri­schio va­lan­ghe, si sono avuti ri­sul­ta­ti in­te­res­san­ti: in que­sto caso, come nel pre­ce­den­te, si ha un uti­liz­zo non ca­sua­le del­l’ha­bi­tat e la ten­den­za da parte del bo­vi­de a se­le­zio­na­re ne­ga­ti­va­men­te le aree a ri­schio mag­gio­re. Nello spe­ci­fi­co, si è po­tu­to ri­scon­tra­re che gli stam­bec­chi pro­ve­nien­ti dalla Sviz­ze­ra ten­do­no a fre­quen­ta­re mag­gior­men­te le aree a ri­schio medio alto, men­tre gli altri stam­bec­chi ten­do­no ad oc­cu­pa­re le aree in modo di­ver­so in base al fat­to­re sesso, con le fem­mi­ne che oc­cu­pa­no le aree a ri­schio nullo (ri­schio 0) ed i ma­schi che fre­quen­ta­no anche le aree a basso ri­schio (ri­schio 1).

CON­CLU­SIO­NI
I ri­sul­ta­ti ot­te­nu­ti hanno per­mes­so di con­sta­ta­re che la po­po­la­zio­ne di stam­bec­co pre­sen­te nel ter­ri­to­rio del Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta pre­sen­ta un trend di cre­sci­ta po­si­ti­vo. Tut­ta­via, è ri­sul­ta­ta evi­den­te la ne­ces­si­tà di pro­se­gui­re con il mo­ni­to­rag­gio della neo­co­lo­nia, anche al fine di te­ne­re sotto con­trol­lo le di­na­mi­che in atto.
Gra­zie al mo­ni­to­rag­gio “a vista”, in quan­to i ra­dio­col­la­ri non sono più fun­zio­nan­ti, è dun­que pos­si­bi­le con­ti­nua­re a rac­co­glie­re, dati utili per in­cre­men­ta­re le co­no­scen­ze sullo sta­tus, la di­stri­bu­zio­ne e l’uso del­l’ha­bi­tat della spe­cie.

BI­BLIO­GRA­FIA
– Car­li­ni E., 2004. Lo stam­bec­co delle Alpi (Capra ibex ibex Lin­neaus, 1758) nel Parco Ada­mel­lo Bren­ta, Sta­tus e in­di­ca­zio­ni per il mo­ni­to­rag­gio. Rel. Int. Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta – Strem­bo (TN).
– Chioz­zi­ni S., Car­li­ni E., 2005. Pro­get­to di Ri­cer­ca e Con­ser­va­zio­ne dello Stam­bec­co delle Alpi (Capra [ibex] ibex Lin­naeus, 1758) nel Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta”). Rel. Int. Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta – Strem­bo (TN).
– Ste­fa­ni G., 2007 – Sta­tus, di­stri­bu­zio­ne ed uso ha­bi­tat di una co­lo­nia di stam­bec­co (Capra ibex ibex L.,1758) rein­tro­dot­ta nel Parco Na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta. Tesi di Lau­rea. Uni­ver­si­tà degli Studi di Pa­do­va.

Gerri Ste­fa­ni, Uf­fi­cio Fau­ni­sti­co del Parco na­tu­ra­le Ada­mel­lo Bren­ta www.​pnab.​it

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