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di Mauro Ber­tuz­zi

Santolina e Santoreggia montana
San­to­li­na e San­to­reg­gia mon­ta­na

La col­ti­va­zio­ne del­l’or­to sta di­ven­tan­do uno degli hobby più ap­prez­za­ti. Di re­cen­te que­sta pas­sio­ne si sta dif­fon­den­do sem­pre di più anche fra co­lo­ro che, vi­ven­do in un ap­par­ta­men­to in città, de­ci­do­no di col­ti­va­re ver­du­re e pian­te of­fi­ci­na­li sul pro­prio bal­co­ne.
L’in­te­res­se per l’au­to-pro­du­zio­ne di or­tag­gi “no­stra­ni” sta di­ven­tan­do sem­pre di più una moda, anche per il de­si­de­rio di con­su­ma­re cibi più na­tu­ra­li, senza di­men­ti­ca­re i prez­zi ormai esor­bi­tan­ti della ver­du­ra.
Unico in­con­ve­nien­te non da poco è l’in­qui­na­men­to del­l’a­ria delle no­stre città: per­tan­to, visto che le ver­du­re ven­go­no sem­pli­ce­men­te la­va­te con acqua o al mas­si­mo con bi­car­bo­na­to di sodio, me­glio sa­reb­be pre­ve­ni­re l’ac­cu­mu­lo di so­stan­ze in­qui­nan­ti su fo­glie e frut­ti co­pren­do­li con teli sot­ti­li di  tes­su­to non tes­su­to (TNT), in grado di fil­tra­re gran parte delle so­stan­ze no­ci­ve, la­scian­do fil­tra­re in­ve­ce acqua e raggi so­la­ri.

Rea­liz­za­zio­ne
Per rea­liz­za­re una pic­co­la col­ti­va­zio­ne sul pro­prio bal­co­ne in grado di for­ni­re una di­scre­ta pro­du­zio­ne di or­tag­gi, ba­ste­reb­be per esem­pio ri­ser­va­re il fron­te della bal­co­na­ta alle pian­te da fiore e lo spa­zio in­ter­no a ri­dos­so dei muri, agli or­tag­gi in vaso, pre­stan­do molta at­ten­zio­ne al fatto che il muro non si ri­scal­di trop­po e vada ad ustio­na­re le pian­te.
Se si di­spo­ne di bal­co­ni di gran­di di­men­sio­ni, pos­so­no es­se­re adot­ta­te so­lu­zio­ni di­ver­se, come per esem­pio i cas­so­ni di 1 metro di lun­ghez­za per 1 metro di lar­ghez­za, che co­sti­tui­sco­no una vera e pro­pria aiuo­la e per­met­to­no la col­ti­va­zio­ne di più spe­cie.


Al­cu­ne pian­te aro­ma­ti­che in vaso

Col­ti­va­zio­ne
La prima ope­ra­zio­ne è la pre­pa­ra­zio­ne dei vasi che do­vran­no con­te­ne­re dap­pri­ma ar­gil­la o ghia­iet­to sul fondo e quin­di ter­ric­cio. E’ pos­si­bi­le uti­liz­za­re anche nor­ma­le terra da orti al posto del ter­ric­cio uni­ver­sa­le in sac­chi pre­sen­te in com­mer­cio.
Al ter­ric­cio è con­si­glia­bi­le ag­giun­ge­re un po’ di sab­bia gros­so­la­na (circa il 10-15%), per­ché gli or­tag­gi pre­di­li­go­no sub­stra­ti ben dre­nan­ti, senza dan­no­si ri­sta­gni idri­ci.
I vasi da uti­liz­za­re pos­so­no es­se­re di due tipi: in pla­sti­ca o in ter­ra­cot­ta; que­sti ul­ti­mi più adat­ti alla col­ti­va­zio­ne per­ché per­met­to­no la tra­spi­ra­zio­ne e man­ten­go­no più fre­sco il ter­ric­cio.
Il van­tag­gio dei vasi in pla­sti­ca è rap­pre­sen­ta­to dal minor peso, molto co­mo­do se sono ne­ces­sa­ri fre­quen­ti spo­sta­men­ti per se­mi­ne (come per l’in­sa­la­ta) o per ri­pa­ra­re le pian­te  da tem­po­ra­li esti­vi.
I vasi posso avere di­ver­se forme e di­men­sio­ni: quel­li di dia­me­tro pic­co­lo po­tran­no es­se­re uti­liz­za­ti per sin­go­le pian­te (per esem­pio le aro­ma­ti­che timo e menta), ma in ge­ne­re sono da scon­si­gliar­si per­ché oc­cu­pa­no più spa­zio e ne­ces­si­ta­no di più fre­quen­ti ap­por­ti di acqua; me­glio sa­reb­be uti­liz­za­re con­te­ni­to­ri più gran­di di forma qua­dra­ta o ret­tan­go­la­re, dove più pian­te po­tran­no es­se­re si­ste­ma­te.
E’ pos­si­bi­le si­ste­ma­re in un unico con­te­ni­to­re al­cu­ne pian­te aro­ma­ti­che, come il timo e il dra­gon­cel­lo, ma­ga­ri si­ste­man­do­le alla base di po­mo­do­ri o zuc­che, così da fa­vo­ri­re il man­te­ni­men­to del­l’u­mi­di­tà del ter­re­no.
Per ri­spar­mia­re e uti­liz­za­re al mas­si­mo lo spa­zio, po­treb­be­ro es­se­re im­pie­ga­te le cas­set­te della frut­ta (quel­le di legno da or­to­la­no), per col­ti­va­re nello stes­so spa­zio: in­sa­la­ta, fra­go­le e or­tag­gi a ra­di­ce corta. Le cas­set­te do­vran­no es­se­re fo­de­ra­te con un film pla­sti­co, bu­che­rel­la­to sul fondo e riem­pi­to poi di ter­ric­cio.
Per al­cu­ne pian­te pe­ren­ni come per esem­pio il ro­sma­ri­no e la sal­via, sa­reb­be op­por­tu­no pre­ve­de­re vasi di mag­gio­ri di­men­sio­ni, per­ché que­ste pian­te vi­vo­no di­ver­si anni.
Per quan­to ri­guar­da le di­men­sio­ni dei vasi, in ge­ne­ra­le si può pen­sa­re a con­te­ni­to­ri di al­me­no 40 x 40 cm, men­tre la pro­fon­di­tà è im­por­tan­te per per­met­te­re un’a­de­gua­ta cre­sci­ta; per esem­pio per le pian­te ad ele­va­to svi­lup­po fo­glia­re, come le zuc­chi­ne e i po­mo­do­ri, bi­so­gna im­pie­ga­re vasi pro­fon­di, men­tre in quel­li di 20-25 di terra cre­sco­no ra­chi­ti­che e sof­fe­ren­ti. Per que­sto tipo di pian­te, la pro­fon­di­tà con­si­glia­ta è di circa 40 cm di terra, che si­gni­fi­ca un vaso da al­me­no 50 cm di al­tez­za.
Altro pa­ra­me­tro molto im­por­tan­te è la den­si­tà di se­mi­na e quin­di di svi­lup­po, che per quan­to ele­va­ta non do­vreb­be mai su­pe­ra­re una certa so­glia, te­nen­do pre­sen­te che una certa vi­ci­nan­za delle pian­te fa­vo­ri­sce il man­te­ni­men­to di un’a­de­gua­ta umi­di­tà e fre­scu­ra.
Per ini­zia­re, si con­si­glia di par­ti­re con un vaso di pian­te aro­ma­ti­che e uno di po­mo­do­ri, da si­ste­ma­re vi­ci­ni al muro per sfrut­ta­re la pa­re­te come so­ste­gno (stan­do at­ten­ti a non far ustio­na­re le pian­te, quin­di con­trol­la­re sem­pre la tem­pe­ra­tu­ra del muro, anche solo ap­pog­gian­do una mano). Al posto dei po­mo­do­ri si po­treb­be­ro pian­ta­re anche me­lan­za­ne o pe­pe­ro­ni, ma dalla mia espe­rien­za, i po­mo­do­ri sul bal­co­ne sono la mi­glio­re col­tu­ra da uti­liz­za­re, anche per­ché più sem­pli­ci da col­ti­va­re. Pos­si­bi­le anche pian­ta­re le zuc­chi­ne: per esem­pio, in un vaso da 50 cm, pos­so­no cre­sce­re bene un paio di pian­ti­ne.
Molto im­por­tan­te sarà la messa a di­mo­ra delle pian­ti­ne: il cui pe­rio­do ot­ti­ma­le è tra la fine di marzo e la fine di apri­le (me­glio di sera, dopo il tra­mon­to), quan­do tem­pe­ra­tu­ra e umi­di­tà sono idea­li.
Per le col­tu­re or­ti­co­le da bal­co­ne è da pre­fe­ri­re il tra­pian­to alla se­mi­na, che da minor cer­tez­za di ger­mo­glia­zio­ne.
Gli ap­por­ti idri­ci do­vran­no es­se­re fre­quen­ti, ma mai trop­po ab­bon­dan­ti e va­ria­bi­li a se­con­da dello sta­dio di svi­lup­po della pian­ta (mag­gio­ri quan­do è in forte cre­sci­ta). L’ir­ri­ga­zio­ne non dovrà mai es­se­re a piog­gia, ma dovrà es­se­re sul ter­re­no e pre­fe­ri­bil­men­te sui bordi, que­sto per­ché per­met­te­rà al­l’ac­qua di ba­gna­re len­ta­men­te il ter­ric­cio in­tor­no alle ra­di­ci, senza crea­re shock ter­mi­co alle pian­te. Nel pe­rio­do di piena pro­du­zio­ne, se do­ves­se­ro man­ca­re le piog­ge, sarà ne­ces­sa­rio ir­ri­ga­re tutti i gior­ni, sem­pre di sera, dopo il tra­mon­to: in que­sto modo le pian­te ver­ran­no meno sol­le­ci­ta­te e avran­no tutta la notte per as­sor­bi­re acqua. Me­glio la­scia­re ri­po­sa­re l’ac­qua nel­l’an­naf­fia­to­io al­cu­ne ore in modo che rag­giun­ga la tem­pe­ra­tu­ra del­l’am­bien­te (mai ir­ri­ga­re con acqua fred­da, come spes­so è l’ac­qua del ru­bi­net­to).
La con­ci­ma­zio­ne dovrà es­se­re do­sa­ta e ca­li­bra­ta, que­sto per­ché un ec­ces­so po­treb­be dan­neg­gia­re le ra­di­ci delle pian­te. Per un ade­gua­to ap­por­to  di ele­men­ti nu­tri­ti­vi, si con­si­glia di me­sco­la­re al sub­stra­to, del ter­ric­cio di lom­bri­co, che può es­se­re im­pie­ga­to per qual­sia­si col­tu­ra.
I con­ci­mi li­qui­di ne­ces­si­ta­no una mag­gior at­ten­zio­ne nel­l’u­ti­liz­zo, in quan­to basta un do­sag­gio leg­ger­men­te sba­glia­to per pro­vo­ca­re danni gravi al­l’ap­pa­ra­to ra­di­ca­le delle pian­te.
Pos­so­no es­se­re usati tran­quil­la­men­te anche i con­ci­mi mi­ne­ra­li in gra­nu­li, molto fa­ci­li da re­pe­ri­re e da uti­liz­za­re.
In ge­ne­ra­le le cure e la lotta ai pa­ras­si­ti e alle ma­lat­tie, sono quel­le del­l’or­to co­mu­ne, anche se, in ge­ne­re, le pian­te sul bal­co­ne pre­sen­ta­no meno pro­ble­mi pa­ras­si­ta­ri e di ma­lat­tie.

Gli at­trez­zi
L’at­trez­za­tu­ra ne­ces­sa­ria sarà mi­no­re ri­spet­to ad un orto nor­ma­le: quel­la mi­ni­ma dovrà com­pren­de­re i guan­ti, una zap­pet­ta e una pic­co­la pala, uno o più con­te­ni­to­ri in pla­sti­ca, un an­naf­fia­to­io.

Fragole coltivate in terrazzo
Fra­go­le col­ti­va­te in ter­raz­zo

Mauro Ber­tuz­zi, lau­rea­to in Scien­ze e Tec­no­lo­gie Agra­rie pres­so la Fa­col­tà di Agra­ria di Mi­la­no, è Pre­si­den­te del col­le­gio pro­vin­cia­le di Mi­la­no e Lodi degli Agro­tec­ni­ci e Agro­tec­ni­ci Lau­rea­tiCur­ri­cu­lum vitae >>>

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