STATUS E PROSPETTIVE FUTURE
di Filippo Zibordi
Esemplare di orso bruno delle Alpi – Ursus arctos (foto Archivio PNAB)
A partire dal XIX secolo la popolazione di orso bruno delle Alpi, precedentemente distribuita con continuità sull’intero massiccio montuoso, ha subito una notevole contrazione in termini di consistenza e distribuzione.
Tale processo ha causato un drammatico tracollo per la specie che, negli anni 50 del secolo scorso, risultava confinata, oltre che in Slovenia, in una piccola area coincidente con i gruppi montuosi del Brenta e dell’Adamello-Presanella, nel Trentino Occidentale. Le ragioni di questa quasi totale estinzione sono essenzialmente legate ad una riduzione dell’habitat disponibile per la specie, causata dalla colonizzazione antropica delle montagne, dallo sfruttamento agricolo e pastorale e dalla deforestazione, e soprattutto dalla persecuzione diretta perpetrata dall’uomo, derivante dal conflitto, economico e “culturale”, che la presenza del plantigrado poneva alla società di quel tempo.
Storia moderna dell’orso bruno
Slovenia
• Già a partire dal 1890, l’orso risulta protetto su grandi parcelle forestali nel sud-ovest della Slovenia;
• nel 1940 la popolazione di orso raggiunge il suo minimo storico, pari a circa 80 esemplari;
• dal 1945 l’orso viene protetto dal regolamento venatorio nazionale;
• nel 2004 un nuovo regolamento venatorio nazionale stabilisce che l’orso bruno non è più una specie cacciabile.
La popolazione slovena di orsi, stimata in 450-550 individui, è attualmente gestita mediante una zonizzazione in cui vengono individuate “core area”, corridoi ed aree cuscinetto. Attualmente, la popolazione slovena è tra le più vitali d’Europa, con un incremento annuo stimato intorno agli 80-120 individui.
Austria
• Nel XVIII secolo si registra l’estinzione dell’orso sul territorio austriaco;
• 1971-1972: un orso (denominato “Ötscher”) arriva spontaneamente dalla Slovenia;
• 1989-1993: viene promosso, da parte del WWF Austria, un progetto di reintroduzione che prevede il rilascio di 10-15 individui (ne verranno effettivamente liberati solo 3);
• 1994: incremento nella quantità di danni, diminuzione dell’accettazione sociale, con l’abbattimento di due orsi. I successivi rilasci vengono bloccati;
• 1991-2006: nascita di 31 cuccioli, tutti scomparsi.
Dal 2002 si registra un trend costantemente negativo; la popolazione consiste attualmente in meno di 10 individui.
Italia nord-orientale
• Anni ’70: primi segni di presenza dell’orso in Friuli Venezia-Giulia;
• 2000: massima ampiezza delle aree frequentate dagli orsi. Alcuni individui (2?) raggiungono il Veneto ed il Trentino orientale;
• 2000-2004: riduzione dell’area occupata dagli orsi;
• 2004-2007: 4-7 orsi in Val Torre, Val Natisone, Prealpi Giulie; 2-4 orsi nelle Alpi Giulie e Alpi Carniche orientali; 1-2 orsi nelle Alpi Carniche occidentali e Prealpi Carniche.
Il nucleo gravitante nella zona di confine tra Italia, Austria e Slovenia è caratterizzato da un alto turnover ed un’elevata mortalità di individui. Attualmente si stimano presenti all’incirca 10 orsi, tutti maschi.
Trentino
• Anni ’50: in Trentino risiede l’unica popolazione di orso delle Alpi italiane;
• 1988: istituzione del Parco Naturale Adamello Brenta allo scopo di proteggere anche l’habitat dell’orso;
• 1996: avvio del progetto Life Ursus.
Tra il 1996 e il 2004, il Parco Naturale Adamello Brenta ha promosso un progetto per la conservazione dell’orso bruno, realizzato in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi ISPRA) grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea attraverso i fondi Life Natura (“Life Ursus – Protezione della popolazione di orso bruno del Brenta” e “Life Ursus – Seconda fase della protezione della popolazione di orso bruno del Brenta”). Obiettivo finale del progetto era la ricostituzione di una popolazione vitale di orso bruno sulle Alpi Centrali.
La fase operativa si è realizzata tra il 1999 e il 2002 ed ha portato al rilascio di 7 orsi femmine e 3 maschi, di età compresa tra i 3 e i 6 anni, tutti provenienti dalla Slovenia. Il numero di plantigradi rilasciati era considerato come il contingente minimo necessario per ricostituire sulle Alpi Centrali, nel medio-lungo termine (20-40 anni), una popolazione di orsi di 40-50 individui (minima popolazione vitale). Ciascun orso è stato dotato, al momento del rilascio, di radio-collare e di marche auricolari radio-trasmittenti per seguirne gli spostamenti nel periodo successivo al rilascio. I dati radio telemetrici raccolti tra il 1999 ed il 2003 hanno confermato l’adattamento degli orsi al nuovo territorio di vita e il buon andamento del progetto: prima del Life Ursus rimanevano solo 2 o 3 orsi autoctoni (ultima riproduzione accertata: 1989), mentre a maggio 2009 la popolazione è stimata in una trentina di orsi, grazie a ben 17 eventi riproduttivi documentati tra il 2002 e il 2009.
A fronte del’incremento sia in termini numerici, sia in termini di spazio occupato, rimangono forti elementi di criticità per lo sviluppo a lungo termine della popolazione di orsi delle Alpi Centrali. L’area di maggior frequentazione del nucleo di orsi rimane infatti a tutt’oggi molto circoscritta e non in evidente espansione e la popolazione è caratterizzata da un forte turn over, che rende la situazione molto dinamica e ancora ad alto rischio.
Le attività del Parco Naturale Adamello Brenta per la conservazione dell’orso
Nonostante il termine dei finanziamenti Life, l’impegno del Parco Naturale Adamello Brenta nei confronti dell’orso è proseguito e continua tutt’ora, con l’obiettivo finale di facilitare il raggiungimento di una popolazione minima vitale sulle Alpi Centrali.
Le attività attualmente in corso nell’ambito del “Progetto Orso” del Parco prevedono:
• l’approfondimento delle conoscenze sulla popolazione del Trentino Occidentale (mediante monitoraggo delle tane, survey sul disturbo nei confronti della specie, indagine sugli incontri uomo-orso),
• una costante azione di divulgazione e comunicazione,
• la collaborazione con enti ed associazioni interessate al perfezionamento delle strategie di conservazione del plantigrado (in particolare la Provincia di Trento).
Distribuzione potenziale dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali
(elaborazione progetto LIFE COOP)
Prospettive future
La distribuzione attuale dell’orso bruno sulle Alpi mostra quattro nuclei relativamente isolati tra loro, il più grande dei quali – l’unico che può definirsi una popolazione minima vitale – è situato in Slovenia, in continuità territoriale con i Monti Dinarici (450-550 orsi).
Le prospettive future sono dunque necessariamente affidate alla costituzione di una metapopolazione alpina, composta da nuclei satellite congiunti alla popolazione slovena: a tal proposito, il progetto Life Coop (promosso tra il 2004 e il 2005 dal Parco Naturale Adamello Brenta e condotto in collaborazione con il Servizio Foreste Sloveno, l’Università di Udine e il WWF Austria, grazie al supporto dell’UE) ha indagato l’esistenza di aree idonee alla presenza dell’orso e di eventuali corridoi di migrazione. Mentre l’habitat è risultato essere ecologicamente favorevole alla creazione di una metapopolazione di orso (sull’Arco Alpino centro-orientale sono emerse vaste aree potenzialmente idonee alla specie) altrettanto non può essere affermato analizzando l’ambiente “socio-politico”, che tiene conto del contesto legale e degli aspetti economici, culturali e sociali che caratterizzano le aree di possibile futura nuova colonizzazione da parte della specie.
In tal senso appare essenziale la funzione dei parchi, che potrebbero giocare un ruolo chiave per favorire la ricomparsa dell’orso nelle aree maggiormente vocate attraverso la protezione di zone critiche per la biologia della specie, la promozione di progetti attivi e, soprattutto, l’attuazione di una pressione politica che permetta l’applicazione delle scelte gestionali più idonee per la conservazione del plantigrado anche al di fuori dei confini delle aree protette.
Filippo Zibordi – Ufficio Faunistico del Parco Naturale Adamello Brenta.
Parco Naturale Adamello Brenta www.pnab.it
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