di Nicola Galluzzo
Introduzione
A seguito dell’ultimo Consiglio dei Ministri, svoltosi in Francia nel novembre scorso, l’Unione europea ha fatto proprie le indicazioni emerse nei dibattiti succedutisi sulla riforma della Politica agricola comunitaria, la quale inizierà a manifestare i primi effetti e le prime ricadute già da quest’anno. Il 31 gennaio 2009, infatti, sono stati pubblicati una serie di Regolamenti a carattere cogente, ossia obbligatori per tutti gli Stati membri dell’Ue, avente come ambito di applicazione il settore primario. In particolare il Regolamento (CE) 73/2009, che stabilisce delle norme comuni inerenti i regimi di sostegno diretto al I pilastro della Pac, ossia il sostegno diretto al mercato delle produzioni agricole, sembra essere quello che costituirà il fulcro attorno al quale sia gli Stati membri che le imprese agricole dovranno adeguarsi. Tali normative dovrebbero far sentire i propri effetti, ad esclusione di alcune normative inerenti la conservazione degli habitat, le fasce tampone lungo i corsi d’acqua, dal mese di gennaio 2009.
Obiettivi e discussione
Per brevità in questa nota verranno prese in considerazione alcuni aspetti salienti del Regolamento (CE) 73/2009 e in particolare quanto previsto al capitolo 5 dello stesso riferibile al sostegno specifico normato all’articolo 68. L’articolo 68 non è altro che la prosecuzione, con le opportune modifiche, dell’articolo 69 già in essere con il Regolamento 1782/2003, il quale istituiva degli aiuti supplementari da erogare a coloro che esercitano attività agricola e che non risultano essere correlati al premio unico aziendale. Il legislatore europeo aveva in questo caso la precisa volontà di assegnare dei pagamenti supplementari per valorizzare e proteggere alcune peculiarità agricole, al fine di favorire la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e migliorare gli aspetti connessi alla qualità e alla commercializzazione delle produzioni agricole. Ad onore del vero tale tipologia di aiuto è stata ampiamente utilizzata nei diversi Paesi membri con la diretta conseguenza di stimolare il produttore agricolo ad usare delle agrotecniche e delle fitotecniche capaci di ridurre gli impatti sull’ambiente, salvaguardando alcune produzioni. Tuttavia, non sempre gli importi erogati sono stati una misura efficace ed efficiente per coprire i costi aziendali necessari alla messa in atto delle strategie specifiche previste.
L’articolo 68 del Regolamento (CE) 73/2009 stabilisce come i singoli Stati membri possono erogare, nell’ambito della Politica agricola comunitaria, un sostegno specifico per una molteplicità di obiettivi quali la possibilità di garantire lo sviluppo di un’attività agricola che sia capace di tutelare o migliorare l’ambiente, come già peraltro previsto dalle precedenti norme europee. Le novità, che è possibile cogliere da una lettura del Regolamento, sono individuabili nella possibilità che tale aiuto vada a garantire un miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, la commercializzazione degli stessi, il miglioramento del benessere degli animali ed “indennizzare” le attività agricole in grado di esercitare dei vantaggi agroambientali aggiuntivi. Ciò avrebbe l’obiettivo generale di dare un indennizzo congruo ed un riconoscimento formale, più che sostanziale, alle esternalità positive che la multifunzionalità è capace di svolgere nei confronti dello spazio rurale in senso ampio.
L’Unione europea ha capito la necessità per l’imprenditore agricolo di assicurare la propria produzione agricola per sottrarla dall’alea produttiva e dai danni derivanti da eventi esterni all’azienda di natura occasionale e non strutturale che possono causare una perdita economica e di competitiva dell’impresa agricola.
Al fine di evitare una perdita, o meglio un impoverimento irreversibile, in termini ambientali e produttivistici, viene confermata la necessità di garantire da parte degli Stati membri di aiuti disaccoppiati da destinare all’allevamento zootecnico e all’estensivizzazione mediante la tutela e la valorizzazione delle attività pascolative, strettamente connesse con il bestiame allevato o alla superficie prativa utilizzata. A seguito della riforma delle quote latte, che dovrà prevedere una riconversione aziendale del patrimonio zootecnico e delle conoscenze acquisite (best practicies e background gestionale-zootecnico) vengono stabiliti degli importi di aiuto specifici da erogare a parziale copertura di queste scelte. L’obiettivo in questo caso è stato quello di garantire un continuo sfruttamento della superficie prativa e l’estensivizzazione aziendale.
Con questo aiuto specifico viene data la possibilità ai diversi Stati membri di poter poter aiutare le imprese agricole a migliorare la loro capacità di commercializzare i prodotti agricoli purchè gli stessi siano in grado di potersi fregiare della certificazione Dop e Igp, secondo quanto indicato nei Regolamenti (CE) 509 e 510 del 20 marzo 2006. Tuttavia, tali aiuti possono essere erogati anche a produzioni agricole in grado di fregiarsi come prodotti biologici. Gli aiuti possono essere erogati, altresì, verso quelle imprese agricole che abbiano in animo di migliorare la commercializzazione mediante azioni di informazione e promozione dei prodotti agricoli verso paesi terzi e all’interno del mercato interno.
Gli Stati membri a partire dal 1 agosto 2009 potranno definire come ripartire il loro massimale nazionale da impiegare nelle azioni di intervento previste dall’articolo 68 ponendo alcuni termini circa l’applicazione del sostegno specifico previsto.
Conclusioni
L’erogazione di aiuti per la copertura dei premi assicurativi servirebbe a coprire parzialmente i costi con l’obiettivo di fondo di far riflettere e stimolare l’imprenditore agricolo sulla necessità di cambiare la propria mentalità imprenditoriale e il proprio approccio al mercato, al fine di garantire una maggiore capacità di autotutela da crisi di mercato e/o eventi perturbativi sempre più ripetute e repentine. In ciò è possibile cogliere un atteggiamento dei legislatori, sia nazionali che transnazionali, finalizzato a rendere la redditività aziendale agricola più stabile nel tempo, in maniera tale da garantire una migliore programmazione economica e gestionale dell’impresa agricola, con la certezza di redditi abbastanza stabili nel tempo e nello spazio.
L’assegnazione degli aiuti specifici per la valorizzazione delle produzioni agricole, anche se non espressamente indicato nelle more della normativa, dovrebbe cercare di spingere le imprese agricole ad aggregarsi al fine di fare assumere all’impresa agricola una maggiore capacità nello spendere gli aiuti previsti con iniziative di promozione mirate.
L’elemento che colpisce è la precisa volontà del legislatore, in questa nuova fase di revisione della Pac, di avere internalizzato e riconosciuto all’azienda agricola il ruolo di sentinella ambientale cui corrispondere un aiuto specifico che sappia coprire i costi connessi al suo ruolo di presidio del territorio. In questo il legislatore europeo, attraverso l’erogazione di alcuni aiuti specifici, ha saputo recepire e anticipare le possibili conseguenze che si potrebbero venire a generare allorché, con le nuove sfide, connesse alla globalizzazione degli accordi commerciali, si verranno sempre di più ad assottigliare le barriere che hanno protetto l’agricoltura europea da quella mondiale. Ciò appare particolarmente vero per alcuni settori, nei quali alcune imprese agricole, non economicamente efficienti, saranno condannate ad uscire dal mercato; l’obiettivo del legislatore, finalizzato alla riconversione del patrimonio culturale-tecnico e della specializzazione produttiva, verso prodotti a basso impatto ambientale, potrà rappresentare una delle possibili soluzioni praticabili, cui affiancare delle strategie specifiche ed intersettoriali nei diversi Paesi membri, al fine di evitare una standardizzazione delle soluzioni praticabili e degli interventi possibili.
Nicola Galluzzo, dottore di ricerca in Scienze degli alimenti, si è laureato in Scienze agrarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, conseguendo il perfezionamento in Economia del turismo e in Gestione e organizzazione territoriale delle risorse naturali presso l’Università La Sapienza di Roma, in Studi europei presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Genova e in Controllo e autocontrollo degli alimenti presso la Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli” di Roma. Assegnista di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea). E.mail: nicoluzz@tin.it
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