Viti-vinicoltura in India: quali prospettive?
di Ettore Del Lupo
Vigna in India (foto Ettore Del Lupo)
Vino – India: un binomio che fino a qualche anno fa avrebbe fatto rabbrividire chiunque!!
In effetti chiunque sia stato direttamente od indirettamente interessato a questioni viticolo- enologiche mondiali negli anni passati, non ha mai posto il vino indiano sul palcoscenico dei produttori emergenti. Tuttavia negli ultimi 2-3 anni qualcosa è cambiato.
Investire sul vino in India è una moda che sta prendendo sempre più piede tra i facoltosi indiani che vedono nella bevanda di Bacco un enorme fonte di guadagno!
Eppure i dati di partenza non sono incoraggianti: puntare sul vino in un paese dove il consumo procapite dalla bevanda si aggira sui 5 millilitri può sembrare, in prima analisi, alquanto azzardato.
Tuttavia dal 2001, anno in cui è stata liberalizzata l’importazione di vino da paesi produttori, il consumo della bevanda è andato crescendo con un tasso medio del 22%, e per il futuro si prevede un ulteriore incremento del 30%.
Il dazio sui vini d’importazione imbottigliati all’origine ( BIO : Bottled in origin) è ancora molto alto e sebbene sia un freno all’aumento del tasso di consumo di vino , non riesce comunque a fermarlo. Tra i vini di importazione il primato è saldamente nelle mani dei francesi, dietro ai quali c’è l’Italia, seguiti a distanza da Australia, USA ed ultimamente anche Germania. Il numero degli importatori è considerevolmente aumentato, negli ultimi anni, attirati dal profumo di interessantissimi affari. Lo stato del Maharashtra, (dove si trova il 95% della produzione vinicola Indiana), a fronte di questo crescente fenomeno di importazione, ha raddoppiato l’accisa sui vini d’importazione cercando di preservare e facilitare la produzione nazionale. Oggi si possono trovare diverse realtà in espansione poiché ad un mercato potenziale molto vasto si affiancano anche regimi fiscali favorevoli per chi investe sul vino.
I motivi per cui nel paese del thè e del curry, anche il vino sta conquistando uno spazio di tutto rispetto devono essere cercati nel fenomeno della globalizzazione , artefice di una sempre più vivace e proficua attività economica. La logica conseguenza è una classe media sempre più benestante, alimentata anche da stretti contatti con l’Occidente grazie agli intensi scambi legati al settore di punta dell’industria indiana: l’alta tecnologia.
Questa “occidentalizzazione”, nella quale il vino è protagonista assoluto, non poteva non coinvolgere ed influenzare anche lo stile di vita indiano,.
Alla luce di questa situazione possiamo annoverare l’India fra i paesi viticoli emergenti?
Oggi l’affermazione sembrerebbe audace, ma le eccezionali condizioni climatiche, la qualità dei terreni e la disponibilità di acqua che contraddistingono il distretto di Nashik ( non a caso chiamato il Napa Valley dell’India ) sono solide basi che , insieme ad un know- how specializzato, potranno dare prodotti di invidiabile qualità, diventando uno scomodo concorrente non solo per il mercato interno e per l’import ( si parla di circa 300 milioni di potenziali consumatori ) ma anche per i mercati internazionali sempre in ricerca di buoni prodotti a prezzi contenuti.
Vino prodotto in India (foto Ettore Del Lupo)
Ettore Del Lupo, laureato in Scienze e tecnologie agrarie presso l’Università politecnica delle Marche, ha conseguito il diploma di Master in Gestione del Sistema Viticolo presso la Facoltà di Agraria di Milano. Curriculum vitae >>>
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