Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Car­me­lo Luzio Al­fie­ri

Il pre­sen­te la­vo­ro è volto ad evi­den­zia­re le prin­ci­pa­li pa­to­lo­gie po­da­li di gal­li­for­mi e non, dato che que­ste spes­so pos­so­no rap­pre­sen­ta­re, vuoi per le scar­se con­di­zio­ni igie­ni­che, vuoi per uti­liz­zo di let­tie­re non ido­nee, fonte di gravi ma­lat­tie con con­se­guen­te de­pe­ri­men­to del­l’a­ni­ma­le e gravi per­di­te per l’a­zien­da col­pi­ta.

Podologia aviaria
Rac­col­ta di ma­te­ria­le pu­ru­len­to (foto Car­me­lo Luzio Al­fie­ri)

In­tro­du­zio­ne             
Gio­va­ni tac­chi­ni, polli e altri vo­la­ti­li da cor­ti­le sono sen­si­bi­li a sva­ria­te ma­lat­tie in­fet­ti­ve e non in­fet­ti­ve; le cause sono da ri­con­dur­si a vari fat­to­ri, come sca­den­te con­di­zio­ne e ri­co­ve­ro, mal­nu­tri­zio­ne, ma­lat­tie con­co­mi­tan­ti, im­mu­no­de­pres­sio­ne, sbal­zi ter­mi­ci, se­le­zio­ne ge­ne­ti­ca, sa­lu­te dei ri­pro­dut­to­ri e, so­prat­tut­to, la man­can­za di bio­si­c­u­rez­za.
Il la­vo­ro è ri­vol­to alla co­no­scen­za delle prin­ci­pa­li pa­to­lo­gie po­da­li evi­den­zia­te sia sui vo­la­ti­li da cor­ti­le per uso do­me­sti­co e sui vo­la­ti­li d’al­le­va­men­to in­ten­si­vo, dove gli ani­ma­li sono sog­get­ti a stress con­ti­nui do­vu­ti prin­ci­pal­men­te alla ra­pi­da cre­sci­ta ed al­l’au­men­to ve­lo­ce di peso.

Le pa­to­lo­gie po­da­li pos­so­no es­se­re sud­di­vi­se in base alla ezio­lo­gia in:
1. ma­lat­tie bat­te­ri­che
2. ma­lat­tie vi­ra­li
3. ma­lat­tie pa­ras­si­ta­rie
4. ma­lat­tie mi­co­ti­che
5. pa­to­lo­gie del­l’a­li­men­ta­zio­ne
6. ma­lat­tie di ori­gi­ne trau­ma­ti­ca
7. ma­lat­tie do­vu­te a cause varie o sco­no­sciu­te (p.e. tu­mo­ri)
Di­stin­guia­mo pa­to­lo­gie pri­ma­rie, ove le zampe sono la sede di ele­zio­ne, e pa­to­lo­gie se­con­da­rie, dove l’in­te­res­sa­men­to po­da­le rap­pre­sen­ta un pro­ces­so suc­ces­si­vo.

1. MA­LAT­TIE BAT­TE­RI­CHE
Segni cli­ni­ci mor­ta­li­tà e mor­bi­li­tà in uc­cel­li, do­vu­ti a bat­te­ri, di­pen­do­no dal tipo dalla spe­cie di bat­te­re coin­vol­to, dal fat­to­re di vi­ru­len­za, dalla sede d’in­fe­zio­ne e dalla pos­si­bi­le in­fluen­za dei fat­to­ri pre­di­spo­nen­ti so­pra­de­scrit­ti.

Co­li­ba­cil­lo­si. E’ il ter­mi­ne usato per in­di­ca­re qual­sia­si in­fe­zio­ne si­ste­mi­ca o lo­ca­liz­za­ta so­ste­nu­ta da E. coli. Molto spes­so Esche­ri­chia coli, Sta­phi­lo­coc­cus au­reus, pa­steu­rel­lo­si e sal­mo­nel­lo­si sono re­spon­sa­bi­li di qua­dri cli­ni­ci ana­lo­ghi.
L’i­ni­zio della co­li­set­ti­ce­mia si ma­ni­fe­sta con sin­to­mi pro­pri delle in­fe­zio­ni del­l’ap­pa­ra­to re­spi­ra­to­rio, ma quan­do l’in­fe­zio­ne è pri­ma­ria essa può de­cor­re­re in forma sub­cli­ni­ca non evi­den­te e gli unici sin­to­mi ap­prez­za­bi­li sono svo­glia­tez­za e di­mi­nui­ta as­sun­zio­ne di ali­men­to.
La si­no­vi­te e la osteo­mie­li­te, sono il re­per­to ri­scon­tra­to spes­so nei polli so­prav­vis­su­ti ad un epi­so­dio di co­li­set­ti­ce­mia (lo­ca­liz­za­zio­ne se­con­da­ria in se­gui­to a dif­fu­sio­ne ema­ti­ca), più di fre­quen­te è col­pi­ta l’ar­ti­co­la­zio­ne ti­bio­tar­si­ca e tar­so­me­ta­tar­si­ca nelle cui ca­vi­tà si ri­tro­va ma­te­ria­le si­mil-pu­ru­len­to (di aspet­to cre­mo­so negli stadi ini­zia­li e si­mil-ca­seo­so suc­ces­si­va­men­te). L’e­sa­me bat­te­rio­lo­gi­co del­l’es­su­da­to è molto in­di­ca­ti­vo in quan­to porta al­l’i­so­la­men­to di E. coli con­sen­ten­do la dif­fe­ren­zia­zio­ne di que­sta ma­lat­tia da altre forme di zop­pia.
Le osteo­mie­li­ti sono ri­scon­tra­bi­li prin­ci­pal­men­te negli uc­cel­li più gio­va­ni dove le car­ti­la­gi­ni ar­ti­co­la­ri sono in ac­cre­sci­men­to, a dif­fe­ren­za delle si­no­vi­ti che si pos­so­no ri­scon­tra­re anche negli adul­ti. Le due le­sio­ni sono ri­scon­tra­bi­li nello stes­so sog­get­to in più ar­ti­co­la­zio­ni o nella stes­sa ar­ti­co­la­zio­ne. La sin­to­ma­to­lo­gia delle due forme pa­to­lo­gi­che è dif­fe­ren­te, in­fat­ti men­tre nelle si­no­vi­ti si evi­den­zia un au­men­to di vo­lu­me (l’ar­ti­co­la­zio­ne si pre­sen­ta gon­fia, calda do­len­te e flut­tuan­te alla pal­pa­zio­ne) di una o più ar­ti­co­la­zio­ni con lieve zop­pia ma grave di­mi­nu­zio­ne del peso del­l’a­ni­ma­le, nelle osteo­mie­li­ti la sin­to­ma­to­lo­gia varia prin­ci­pal­men­te dalla sede col­pi­ta con zop­pie più o meno evi­den­ti e sol­tan­to negli stadi avan­za­ti de­for­ma­zio­ni delle epi­fi­si pros­si­ma­li o di­sta­li delle ossa lun­ghe. Al­l’e­sa­me ana­to­mo-pa­to­lo­gi­co si pos­so­no tro­va­re asces­si ossei a li­vel­lo car­ti­la­gi­neo e me­ta­fi­sa­rio dai quali è iso­la­bi­le l’a­gen­te ezio­lo­gi­co.

Pul­lu­ro­si. La Pul­lu­ro­si è una ma­lat­tia da Sal­mo­nel­la pul­lo­rum a ca­rat­te­re set­ti­ce­mi­co e col­pi­sce prin­ci­pal­men­te il pollo ed il tac­chi­no. La ma­lat­tia in que­stio­ne, nella fase di cro­ni­ciz­za­zio­ne, può dare una sin­to­ma­to­lo­gia con an­da­tu­ra zop­pi­can­te, tu­me­fa­zio­ni delle ar­ti­co­la­zio­ni ti­bio-tar­si­ca, tar­so-me­ta­tar­si­ca e ome­ro-ra­dio-ul­na­re. E’ stata os­ser­va­ta una lo­ca­liz­za­zio­ne ar­ti­co­la­re del germe. Gli ani­ma­li mag­gior­men­te col­pi­ti sono i pic­co­li broi­ler e i tac­chi­not­ti.

Sta­fi­lo­coc­co­si. La sta­fi­lo­coc­co­si è una pa­to­lo­gia che può pre­sen­tar­si in forma set­ti­ce­mi­ca con mor­ta­li­tà acuta o lo­ca­liz­za­ta a sedi spe­ci­fi­che quali ossa, guai­ne ten­di­nee ar­ti­co­la­zio­ni e cu­sci­net­to plan­ta­re (bum­ble­foot o po­do­der­ma­ti­te o mal del piede gon­fio). Af­fin­ché in­sor­ga l’in­fe­zio­ne deve av­ve­ni­re il pas­sag­gio di Sta­phy­lo­coc­cus au­reus at­tra­ver­so la bar­rie­ra cu­ta­nea al­te­ra­ta e pro­ce­de fino a lo­ca­liz­zar­si in sedi in­ter­ne dove si svi­lup­pa un’in­fe­zio­ne lo­ca­le, ge­ne­ral­men­te la re­gio­ne epi­fi­sa­le della ar­ti­co­la­zio­ne più pros­si­ma. I sin­to­mi più pre­co­ci sono l’ar­ruf­fa­men­to delle penne e la zop­pia ad un arto. Al­cu­ni vo­la­ti­li muo­io­no per tos­sie­mia acuta, a volte con le­sio­ni pol­mo­na­ri e fo­ca­li ne­cro­ti­ci nel fe­ga­to. Al­cu­ni sog­get­ti che su­pe­ra­no la fase acuta della ma­lat­tia pre­sen­ta­no in se­gui­to le­sio­ni ar­ti­co­la­ri. Ar­tri­te, si­no­vi­te ed osteo­mie­li­te so­ste­nu­te da Sta­phy­lo­coc­cus au­reus si pos­so­no os­ser­va­re nel pollo, tac­chi­no e ana­tra a par­ti­re dalle prime set­ti­ma­ne di vita, più di fre­quen­te fra l’8^ e la 14^ set­ti­ma­na nel pollo e fino alla 18^  nel tac­chi­no. Nella si­no­vi­te l’in­fiam­ma­zio­ne col­pi­sce le mem­bra­ne si­no­via­li e le guai­ne ten­di­nee; l’ar­ti­co­la­zio­ne col­pi­ta è gon­fia, calda e do­len­te alla pal­pa­zio­ne. Nel tac­chi­no la le­sio­ne ar­ti­co­la­re può es­se­re se­con­da­ria ad un pro­ces­so osteo­mie­li­ti­co con ne­cro­si dei piani car­ti­la­gi­nei. Nei sog­get­ti che su­pe­ra­no la fase acuta vi è la com­par­sa di gon­fio­re alle ar­ti­co­la­zio­ni e la mag­gior parte degli ani­ma­li col­pi­ti siede sui gar­ret­ti ed è ri­lut­tan­te o in­ca­pa­ce a man­te­ne­re la sta­zio­ne. Al­l’e­sa­me ana­to­mo-pa­to­lo­gi­co le sedi con osteo­mie­li­te pre­sen­ta­no fo­co­lai gial­la­stri di es­su­da­to ca­seo­so o aree di osteo­li­si che ren­do­no le ossa col­pi­te ov­ve­ro, il ti­bio-tar­so ed il fe­mo­re pros­si­ma­li più fra­gi­li. Fre­quen­ti sono i casi di ar­tri­te, pe­riar­tri­te e si­no­vi­te.
Nel caso in cui la ma­lat­tia si lo­ca­liz­za a li­vel­lo del cu­sci­net­to plan­ta­re si parla di bum­ble­foot o po­do­der­ma­ti­te o mal del piede gon­fio.
Da cen­ti­na­ia di anni il bum­ble­foot è una pa­to­lo­gia co­no­sciu­ta dai fal­co­nie­ri di tutto il mondo e rap­pre­sen­ta uno dei prin­ci­pa­li pro­ble­mi dei ra­pa­ci, so­prat­tut­to fal­co­ni­di, te­nu­ti in cat­ti­vi­tà ed al­le­va­ti sia per la ri­pro­du­zio­ne che per la cac­cia. In let­te­ra­tu­ra se ne trova trac­cia sin dal testo sacro della fal­co­ne­ria scrit­to da Fe­de­ri­co II, il “De Arte Ve­nan­di Cum Avi­bus”.
La po­do­der­ma­ti­te, è una der­ma­ti­te da con­tat­to ri­scon­tra­ta nei broi­ler e nei tac­chi­ni di al­le­va­men­to in­ten­si­vo, Que­sta pa­to­lo­gia è uno dei pa­ra­me­tri più at­ten­ta­men­te va­lu­ta­ti per­ché con­si­de­ra­ta da tempo un ot­ti­mo in­di­ce di va­lu­ta­zio­ne delle con­di­zio­ni igie­ni­che di al­le­va­men­to. Negli stadi pre­co­ci causa de­pig­men­ta­zio­ne della cute, iper­che­ra­to­si e ne­cro­si del­l’e­pi­der­mi­de. Le le­sio­ni pos­so­no es­se­re su­per­fi­cia­li e quin­di non in­fluen­za­re il nor­ma­le ritmo di cre­sci­ta del boi­ler né il suo stato sa­ni­ta­rio. Nei casi più gravi, le ero­sio­ni su­per­fi­cia­li pos­so­no pro­gre­di­re fino a di­ven­ta­re ul­ce­re, cau­san­do do­lo­re agli ani­ma­li e dif­fi­col­tà nella deam­bu­la­zio­ne con ine­vi­ta­bi­le sca­di­men­to dello stato sa­ni­ta­rio e delle per­for­man­ce zoo­tec­ni­che. In que­sto caso la so­lu­zio­ne di con­ti­nuo della cute po­da­le può age­vo­la­re le in­fe­zio­ni bat­te­ri­che degli stra­ti più pro­fon­di, so­prat­tut­to la sta­fi­lo­coc­co­si. L’e­zio­lo­gia di que­sta forma pa­to­lo­gi­ca è varia e spes­so pro­vo­ca­ta da più cause con­co­mi­tan­ti. Abra­sio­ni ed esco­ria­zio­ni, le­sio­ni trau­ma­ti­che sulla su­per­fi­cie plan­ta­re del piede e la non cor­ret­ta di­stri­bu­zio­ne del peso sulle zampe sono in grado di de­ter­mi­na­re la pa­to­lo­gia; inol­tre, ca­pi­ta spes­so la for­ma­zio­ne di un bum­ble­foot se­con­da­rio sulla zampa con­tro­la­te­ra­le per ec­ces­si­vo ca­ri­co di peso nel ten­ta­ti­vo di ri­spar­mia­re l’ar­to che causa do­lo­re. Altri even­ti trau­ma­ti­ci e non, come un­ghie trop­po lun­ghe, morsi di pa­ras­si­ti o altri ani­ma­li, danni da fred­do o ustio­ni sono an­ch’es­si in grado di far scoc­ca­re la scin­til­la che por­te­rà allo svi­lup­po di bum­ble­foot. Anche se la pre­ci­sa pa­to­ge­ne­si del bum­ble­foot non è an­co­ra ben com­pre­sa sem­bra che una ri­du­zio­ne della cir­co­la­zio­ne san­gui­gna verso il piede, e un danno mi­croe­pi­te­lia­le che com­por­ta­no una in­ca­pa­ci­tà lo­ca­le di azio­ne del si­ste­ma im­mu­ni­ta­rio che per­met­te ai bat­te­ri di pren­de­re il so­prav­ven­to sul­l’or­ga­ni­smo non­ché la ri­du­zio­ne del ri­tor­no ve­no­so dal piede pos­sa­no ef­fet­ti­va­men­te es­ser­ne la causa. L’i­nat­ti­vi­tà a cui sono sog­get­ti gli ani­ma­li te­nu­ti in uno stato di al­le­va­men­to in­ten­si­vo è un fat­to­re pre­di­spo­nen­te così come la qua­li­tà della let­tie­ra. Si è co­sta­ta­to più volte che l’u­ti­liz­zo di tru­cio­li di legno de­ter­mi­ni una pre­va­len­za in­fe­rio­re di der­ma­ti­te po­da­le ri­spet­to ad una let­tie­ra a base di pa­glia, meno igro­sco­pi­ca e più trau­ma­ti­ca. Oltre la let­tie­ra, anche il tasso di umi­di­tà è un fat­to­re im­por­tan­te , no­to­ria­men­te in­fluen­za­to sia dalle con­di­zio­ni cli­ma­ti­che, sia dai si­ste­mi di ab­be­ve­ra­ta e di ven­ti­la­zio­ne.
Se­con­do la gra­vi­tà delle le­sio­ni, i bum­ble­foot ven­go­no clas­si­fi­ca­ti:
Grado I – De­squa­ma­zio­ne di pic­co­le aree della su­per­fi­cie plan­ta­re del piede cli­ni­ca­men­te evi­den­ti per la pre­sen­za di aree pic­co­le aree rosee con de­squa­ma­zio­ne della pelle del piede o della zampa
Grado II – Aree cir­co­scrit­te, sot­ti­li e lisce sulla su­per­fi­cie plan­ta­re del cu­sci­net­to me­ta­tar­sa­le di uno o en­tram­bi i piedi con io tes­su­to sot­to­cu­ta­neo evi­den­te al di sotto della pelle che di­ven­ta trans­lu­cen­te. Non è evi­den­zia­bi­le di­stin­ta­men­te la pre­sen­za di ul­ce­re.
Grado III – Ul­ce­ra­zio­ne del cu­sci­net­to plan­ta­re me­ta­tar­sa­le. In al­cu­ni uc­cel­li si può evi­den­zia­re la for­ma­zio­ne di un callo.
Grado IV – Nelle ul­ce­re è pre­sen­te del ma­te­ria­le ne­cro­ti­co. Molte spe­cie con la pre­sen­za di ul­ce­re e ma­te­ria­le ne­cro­ti­co mo­stra­no segni evi­den­ti di do­lo­re e di­sa­gio.
Grado V – Gon­fio­re ed edema (cel­lu­li­te) del tes­su­to che cir­con­da la ne­cro­si. Le dita o anche la zampa pos­so­no es­se­re ede­ma­to­se. I de­tri­ti ne­cro­ti­ci si ac­cu­mu­la­no nel­l’a­rea me­ta­tar­sa­le con con­se­guen­te in­fe­zio­ne dei ten­di­ni. E’ co­mu­ne estre­mo do­lo­re. Può es­se­re in­te­res­sa­to l’in­te­ro cu­sci­net­to me­ta­tar­sa­le. Que­sta è ge­ne­ral­men­te una le­sio­ne cro­ni­ca.
Grado VI – Cli­ni­ca­men­te sono evi­den­ti i ten­di­ni ne­cro­ti­ci, come ri­gon­fia­men­ti a li­vel­lo delle dita e rot­tu­ra dei ten­di­ni fles­so­ri. So­li­ta­men­te nella gua­ri­gio­ne sono co­mu­ni l’ar­tri­te e la per­di­ta di fun­zio­na­li­tà di una o più dita.
Grado VII – Osteo­mie­li­ti.

Co­le­ra. Il co­le­ra avia­re è una ma­lat­tia in­fet­ti­va con­ta­gio­sa che col­pi­sce gli uc­cel­li do­me­sti­ci e sel­va­ti­ci, so­ste­nu­ta da Pa­steu­rel­la mul­to­ci­da. Nor­mal­men­te è una ma­lat­tia a ca­rat­te­re set­ti­ce­mi­co con alta mor­ta­li­tà e mor­bi­li­tà, in al­cu­ni casi il de­cor­so può cro­ni­ciz­zar­si con esito più be­ni­gno. In que­sti casi la sin­to­ma­to­lo­gia è espres­sa con gon­fio­re delle ar­ti­co­la­zio­ni delle gambe (gar­ret­to) e dei cu­sci­net­ti plan­ta­ri.

Tu­ber­co­lo­si. La tu­ber­co­lo­si, so­ste­nu­ta da My­co­bac­te­rium avium, è stata fino agli anni ’50 una delle ma­lat­tie più dif­fu­se negli al­le­va­men­ti in­du­stria­li eu­ro­pei, ul­ti­ma­men­te seb­be­ne l’in­ci­den­za di­mi­nui­sce nei gros­si al­le­va­men­ti, la ma­lat­tia ri­ma­ne un gros­so pro­ble­ma per gli ani­ma­li da cor­ti­le e per gli eso­ti­ci.
La sin­to­ma­to­lo­gia prin­ci­pa­le si ri­fe­ri­sce ad un an­da­men­to cro­ni­co, con pro­stra­zio­ne, de­pe­ri­men­to (l’a­ni­ma­le as­su­me la ca­rat­te­ri­sti­ca po­si­zio­ne “se­du­ta”), calo della pro­du­zio­ne e morte.
Un sin­to­mo im­por­tan­te e spes­so pa­to­gno­mo­ni­co è la zop­pi­ca­tu­ra mo­no­la­te­ra­le cau­sa­ta da le­sio­ni tu­ber­co­la­ri al mi­dol­lo osseo e alle ar­ti­co­la­zio­ni, l’a­ni­ma­le ha un’an­da­tu­ra ti­pi­ca “on­deg­gian­te”. In al­cu­ni casi di bum­ble­foot sono stati iso­la­ti i ba­cil­li tu­ber­co­la­ri.
L’in­fe­zio­ne so­ste­nu­ta da My­co­bac­te­rium me­lea­gri­dis si ri­scon­tra prin­ci­pal­men­te nei pul­ci­ni nei quali de­ter­mi­na una sin­dro­me ca­rat­te­riz­za­ta da: cur­va­tu­ra tor­sio­ne ed ac­cor­cia­men­to delle ossa tar­so­me­ta­tar­si­che e tu­me­fa­zio­ne del­l’ar­ti­co­la­zio­ne del gi­noc­chio. Si ri­scon­tra­no ano­ma­lie sche­le­tri­che, sin­dro­me delle gambe de­bo­li.

Mi­co­pla­smo­si. Il My­co­pla­sma sy­no­viae, nor­mal­men­te è re­spon­sa­bi­le di un’in­fe­zio­ne sub­cli­ni­ca delle vie aeree su­pe­rio­ri. Può dare anche ae­reo­sac­cu­li­te nel caso in cui agi­sca in si­ner­gi­smo con il virus della Ma­lat­tia di New­ca­stle o della bron­chi­te in­fet­ti­va o con en­tram­bi. Altre volte l’in­fe­zio­ne si pre­sen­te in forma si­ste­mi­ca, da cui ori­gi­na una si­no­vi­te in­fet­ti­va ge­ne­ra­liz­za­ta. Que­ste forme acute o cro­ni­che del pollo e del tac­chi­no, in­te­res­sa­no in modo par­ti­co­la­re le mem­bra­ne si­no­via­li ar­ti­co­la­ri e le guai­ne ten­di­nee pro­vo­can­do te­no­si­no­vi­ti, te­no­va­gi­ni­ti o bur­si­ti es­su­da­ti­ve. L’in­fe­zio­ne so­ste­nu­ta da My­co­pla­sma sy­no­viae de­ter­mi­na un ral­len­ta­men­to della cre­sci­ta ed una zop­pia nei polli da carne e da ri­mon­ta. È un serio pro­ble­ma negli al­le­va­men­ti di broi­ler nei sog­get­ti in ac­cre­sci­men­to tra la 4° e la 12° set­ti­ma­na di età, è pre­sen­te anche negli al­le­va­men­ti di ova­io­le e nel tac­chi­no di so­li­to l’in­fe­zio­ne com­pa­re tra la 10° e la 20° set­ti­ma­na di età ed è di­stri­bui­to in tutto il mondo. M. sy­no­viae vi è un solo sie­ro­ti­po, men­tre la vi­ru­len­za varia am­pia­men­te da ceppo a ceppo: molti di que­sti danno un in­fe­zio­ne con lie­vis­si­mi o nes­sun sin­to­mo cli­ni­co della ma­lat­tia.
Il pollo, il tac­chi­no e la fa­rao­na sono gli ospi­ti na­tu­ra­li del M. sy­no­viae. In­fe­zio­ni na­tu­ra­li sono state se­gna­la­te anche in ana­tre, oche, pic­cio­ni, qua­glia giap­po­ne­se, per­ni­ce rossa. In campo l’in­fe­zio­ne in forma acuta può oc­ca­sio­nal­men­te in­te­res­sa­re anche i polli adul­ti. Le forme cro­ni­che che si rin­ven­go­no negli ani­ma­li che su­pe­ra­no la fase acuta pos­so­no du­ra­re per tutta la vita. Que­sto sta­dio cro­ni­co del­l’in­fe­zio­ne può com­pa­ri­re a qual­sia­si età e, tal­vol­ta, senza che sia pre­ce­du­to da ma­ni­fe­sta­zio­ni cli­ni­che ti­pi­che della fase acuta. La tra­smis­sio­ne può av­ve­ni­re sia per via ver­ti­ca­le che per via oriz­zon­ta­le, il mi­cror­ga­ni­smo si dif­fon­de per via ema­ti­ca ai tes­su­ti si­no­via­li e re­spi­ra­to­ri. L’in­fe­zio­ne oriz­zon­ta­le per con­tat­to di­ret­to si ve­ri­fi­ca con più fre­quen­za, è pos­si­bi­le anche la dif­fu­sio­ne del­l’in­fe­zio­ne tra di­ver­se bat­te­rie in uno stes­so ri­co­ve­ro. Il pe­rio­do d’in­cu­ba­zio­ne negli ani­ma­li che hanno ac­qui­si­to l’in­fe­zio­ne per con­tat­to con ani­ma­li ma­la­ti è in ge­ne­re di 11-21 gior­ni. Il fatto che la si­no­vi­te in­fet­ti­va sia stata os­ser­va­ta in pul­ci­ni di 6 gior­ni di età fa sup­por­re che il pe­rio­do d’in­cu­ba­zio­ne sia re­la­ti­va­men­te breve nei sog­get­ti in­fet­ta­ti­si per via ver­ti­ca­le.
I primi sin­to­mi ri­scon­tra­bi­li in un al­le­va­men­to di polli, af­fet­to da si­no­vi­te in­fet­ti­va, sono co­sti­tui­ti da pal­lo­re della cre­sta, zop­pia e ri­dot­to ac­cre­sci­men­to. Suc­ces­si­va­men­te gli ani­ma­li mo­stra­no piu­mag­gio ar­ruf­fa­to e cre­sta rag­grin­zi­ta. Co­mu­ne è anche la tu­me­fa­zio­ne delle ar­ti­co­la­zio­ni e la bur­si­te ster­na­le. L’ar­ti­co­la­zio­ne del gar­ret­to e il cu­sci­net­to plan­ta­re  sono le strut­tu­re mag­gior­men­te col­pi­te, ma in al­cu­ni ani­ma­li sono in­te­res­sa­te tutte le ar­ti­co­la­zio­ni. L’a­ni­ma­le pre­sen­ta un forte stato di de­pres­sio­ne, di­si­dra­ta­zio­ne ed ema­cia­zio­ne, do­vu­to alle gravi dif­fi­col­tà nella deam­bu­la­zio­ne, di­fat­ti sog­get­ti col­pi­ti in ma­nie­ra seria ma messi in con­di­zio­ni di po­ter­si ali­men­ta­re non per­do­no l’ap­pe­ti­to e la sete. Spes­so si nota una co­lo­ra­zio­ne ver­da­stra delle feci do­vu­te alla per­di­ta di urati e di acido urico. Gli ani­ma­li che pre­sen­ta­no que­sti sin­to­mi , ti­pi­ci di un’in­fe­zio­ne acuta, vanno in­con­tro ad una lenta gua­ri­gio­ne, anche se la si­no­vi­te può per­si­ste­re per tutta la vita. Nei tac­chi­ni la sin­to­ma­to­lo­gia è so­vrap­po­ni­bi­le a quel­la dei polli. La zop­pia è il sin­to­mo più evi­den­te, si ri­scon­tra nei sog­get­ti col­pi­ti spes­so, una tu­me­fa­zio­ne di una o più ar­ti­co­la­zio­ni, che alla pal­pa­zio­ne ap­pa­io­no calde e piene di li­qui­do flut­tuan­te; si può avere una bur­si­te ster­na­le.
Negli al­le­va­men­ti di polli col­pi­ti da forme di si­no­vi­te cli­ni­ca­men­te ma­ni­fe­sta la mor­bi­li­tà varia dal 2 al 75%, di so­li­to oscil­la tra il 5 e il 15%. La mor­ta­li­tà è di so­li­to in­fe­rio­re all’1%. Anche nei tac­chi­ni la mor­bi­li­tà e bassa, ma il dato pre­oc­cu­pan­te e la le­ta­li­tà che può rag­giun­ge­re va­lo­ri ele­va­ti per trau­ma­ti­smi o can­ni­ba­li­smo a cui vanno in­con­tro i sog­get­ti più de­bo­li.
Non è stato di­mo­stra­to che vi siano fat­to­ri pre­di­spo­ne­sti alla lo­ca­liz­za­zio­ne della ma­lat­tia alle si­no­via­li ar­ti­co­la­ri, ten­di­nee e sot­to­cu­ta­nee. La mor­ta­li­tà ge­ne­ral­men­te è lieve ed è per lo più de­ter­mi­na­ta dal­l’im­pos­si­bi­li­tà dei sog­get­ti am­ma­la­ti  di re­car­si al man­gi­me ed al­l’ac­qua e dal­l’ag­gres­si­vi­tà degli altri vo­la­ti­li del grup­po. I sin­to­mi più fre­quen­ti , nella forma acuta nel tac­chi­no e nel pollo sono: ab­bat­ti­men­to, pal­lo­re della testa, nel pollo anche della cre­sta, an­da­tu­ra zop­pi­can­te. Nel pollo la zop­pia è as­so­cia­ta a tu­me­fa­zio­ne delle ar­ti­co­la­zio­ni ti­bio­tar­so-tar­so­me­ta­tar­si­che e del piede; nei casi più gravi si ha un in­te­res­sa­men­to di tutte le ar­ti­co­la­zio­ni. Nel tac­chi­no, in­ve­ce, le ar­ti­co­la­zio­ni col­pi­te pos­so­no non mo­strar­si tu­me­fat­te. Il “ve­sci­co­ne” ster­na­le, per in­fiam­ma­zio­ne della borsa si­no­via­le sot­to­cu­ta­nea ster­na­le, è un re­per­to fre­quen­te. Al­l’e­sa­me ana­to­mo-pa­to­lo­gi­co nel pollo le si­no­via­li ar­ti­co­la­ri,spe­cie le ti­bio­tar­so e tar­so­me­ta­tar­si­che, quel­le del piede, le borse si­no­via­li sot­to­cu­ta­nee, in­clu­sa la ster­na­le, e le guai­ne ten­di­nee ap­pa­io­no ispes­si­te, ede­ma­to­se e con­te­nen­ti es­su­da­to ini­zial­men­te lim­pi­do, poi cre­mo­so. In al­cu­ni casi si os­ser­va­no ero­sio­ni alle car­ti­la­gi­ni ar­ti­co­la­ri.
Le­sio­ni ana­to­mo-pa­to­lo­gi­che si dif­fe­ren­zia­no nei polli agli stadi ini­zia­li dove l’es­su­da­to ini­zial­men­te è vi­sco­so e, suc­ces­si­va­men­te cre­mo­so, di co­lo­ri­to gri­gia­stro a li­vel­lo delle si­no­via­li ten­di­nee, ar­ti­co­la­ri, nella borsa sot­to­cu­ta­nea ster­na­le. Nella fase suc­ces­si­va l’es­su­da­to pre­sen­te nelle si­no­vie ten­di­nee ed ar­ti­co­la­ri di­ven­ta ca­seo­so ed è pre­sen­te anche nei sac­chi aerei e nella mu­sco­la­tu­ra.. Le su­per­fi­ci ar­ti­co­la­ri, in par­ti­co­la­re del gar­ret­to e della spal­la, si as­sot­ti­glia­no per la pre­sen­za di nu­me­ro­se ul­ce­re. Nel tac­chi­no si nota spes­so che le ar­ti­co­la­zio­ni col­pi­te non ap­pa­io­no in­gros­sa­te, ma quan­do ven­go­no aper­te si ri­le­va del­l’es­su­da­to fi­bri­no­pu­ru­len­to.

Ac­ti­no­my­ces. L’ Ac­ti­no­my­ces nei tac­chi­ni ma­schi de­ter­mi­na osteo­mie­li­te lo­ca­liz­za­ta nella parte pros­si­ma­le della tibia, nelle ver­te­bre to­ra­ci­che e nella parte pros­si­ma­le del ti­bio­tar­so.

Pseu­do­mo­nas. Gli Pseu­do­mo­nas spp. Pos­so­no cau­sa­re ma­lat­tie lo­ca­liz­za­te o si­ste­mi­che nei vo­la­ti­li gio­va­ni ed in ac­cre­sci­men­to. I sin­to­mi com­pren­do­no ab­bat­ti­men­to , scoor­di­na­men­to, atas­sia, zop­pie, gon­fio­ri delle ar­ti­co­la­zio­ne ti­bio­tar­si­ca e dei cu­sci­net­ti plan­ta­ri. La le­sio­ne è co­mu­ne­men­te ar­ro­ton­da­ta e si espan­de verso la me­ta­fi­si, con­fe­ren­do al­l’os­so un aspet­to fu­si­for­me. La gra­vi­tà della le­sio­ne varia da una lieve eso­sto­si ad un mas­sic­cio in­gros­sa­men­to asim­me­tri­co con la quasi com­ple­ta obli­te­ra­zio­ne della ca­vi­tà del mi­dol­lo.

Ro­thia. I Ro­thia spp. sono ac­ti­no­mi­ce­ti cor­re­la­ti a forme in­fet­ti­ve cro­ni­che, stret­ta­men­te con­nes­si agli Ac­ti­no­my­ces. Iso­la­to nel­l’o­steo­mie­li­te e nelle ar­ti­co­la­zio­ni dei tac­chi­ni zoppi.

Strep­to­ba­cil­lus. Lo Strep­to­ba­cil­lus mo­ni­li­for­mis può in­fet­ta­re i tac­chi­ni de­ter­mi­nan­do po­liar­tri­te e si­no­vi­te.

Com­ples­so osteo­mie­li­te dei tac­chi­ni. Col­pi­sce i tac­chi­ni con le­sio­ni in­fiam­ma­to­rie alle ossa e alle ar­ti­co­la­zio­ni, gli agen­ti ezio­lo­gi­ci pare siano dei bat­te­ri pleo­mor­fi.

Strep­to­coc­co­si. La strep­to­coc­co­si è una pa­to­lo­gia che si ma­ni­fe­sta in forma acuta set­ti­ce­mi­ca o cro­ni­ca. Gli ani­ma­li af­fet­ti pre­sen­ta­no segni cli­ni­ci d’in­ca­pa­ci­tà di lo­co­mo­zio­ne do­vu­ta ad in­gros­sa­men­to dei cu­sci­net­ti plan­ta­ri e del­l’ar­ti­co­la­zio­ne del gar­ret­to e ab­bat­ti­men­to, per­di­ta di peso, zop­pia e tre­mo­ri della testa.

Podologia aviaria

Podologia aviaria
Rac­col­ta di ma­te­ria­le pu­ru­len­to che nei casi più gravi porta a zop­pia per com­pres­sio­ne dei nervi pe­ri­fe­ri­ci. Spes­so l’e­zio­lo­gia è trau­ma­ti­ca con suc­ces­si­vo im­pian­to bat­te­ri­co. Nei tac­chi­ni e nei polli le­sio­ni si­mi­li pos­so­no es­se­re di ori­gi­ne vi­ra­le (foto Car­me­lo Luzio Al­fie­ri)

Car­me­lo Luzio Al­fie­ri, lau­rea­to in Me­di­ci­na Ve­te­ri­na­ria pres­so l’U­ni­ver­si­ta’ degli studi di Mes­si­na, ha con­se­gui­to l’a­bi­li­ta­zio­ne alla pro­fes­sio­ne di Me­di­co Ve­te­ri­na­rio. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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