Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Fa­bri­zio Da­go­stin

Nel­l’U­nio­ne Eu­ro­pea il si­ste­ma di pro­te­zio­ne e tu­te­la dei pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri è di­sci­pli­na­to dal Re­go­la­men­to del Con­si­glio n. 2081/92 del 14 lu­glio 1992 “pro­te­zio­ne delle in­di­ca­zio­ni geo­gra­fi­che e delle de­no­mi­na­zio­ni di ori­gi­ne dei pro­dot­ti agri­co­li e ali­men­ta­ri”.
In tale Re­go­la­men­to si in­ten­de per “de­no­mi­na­zio­ne d’o­ri­gi­ne” il nome di una re­gio­ne, o di un luogo de­ter­mi­na­to, che serva a de­si­gna­re un pro­dot­to agri­co­lo o ali­men­ta­re la cui qua­li­tà o le cui ca­rat­te­ri­sti­che siano do­vu­te es­sen­zial­men­te o esclu­si­va­men­te al­l’am­bien­te geo­gra­fi­co – com­pren­si­vo dei fat­to­ri na­tu­ra­li ed umani – e la cui pro­du­zio­ne, tra­sfor­ma­zio­ne ed ela­bo­ra­zio­ne av­ven­ga­no nel­l’a­rea geo­gra­fi­ca de­li­mi­ta­ta.
Si in­ten­de in­ve­ce per “in­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca” il nome di una re­gio­ne o di un luogo de­fi­ni­to che serva a iden­ti­fi­ca­re un pro­dot­to agri­co­lo o ca­rat­te­riz­za­to da una spe­ci­fi­ca qua­li­tà, la cui re­pu­ta­zio­ne o un’al­tra ca­rat­te­ri­sti­ca possa es­se­re at­tri­bui­ta al­l’o­ri­gi­ne geo­gra­fi­ca e la cui pro­du­zio­ne e/o tra­sfor­ma­zio­ne e/o ela­bo­ra­zio­ne av­ven­ga­no nel­l’a­rea geo­gra­fi­ca de­ter­mi­na­ta.
Di fatto la dif­fe­ren­za so­stan­zia­le tra un pro­dot­to a de­no­mi­na­zio­ne d’o­ri­gi­ne e una in­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca è che nel primo caso la ma­te­ria prima pro­vie­ne dalla zona de­li­mi­ta­ta, nel se­con­do caso in­ve­ce può pro­ve­ni­re anche da altre zone per es­se­re ela­bo­ra­ta e tra­sfor­ma­ta con le tec­ni­che e se­con­do la tra­di­zio­ne della zona de­li­mi­ta­ta.
Il si­ste­ma vi­gen­te, che è l’u­ni­co au­to­riz­za­to nel­l’U­nio­ne eu­ro­pea, fi­na­liz­za­to alla pro­te­zio­ne delle de­no­mi­na­zio­ni di ori­gi­ne, oltre a tu­te­la­re le pro­du­zio­ni pre­ve­de un si­ste­ma di con­trol­li a tu­te­la del con­su­ma­to­re con­tro le even­tua­li frodi.
In ef­fet­ti il ri­co­no­sci­men­to di una de­no­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne o di una in­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca pre­ve­de la ste­su­ra di un di­sci­pli­na­re di pro­du­zio­ne, ap­pro­va­to dal Mi­ni­ste­ro delle po­li­ti­che agri­co­le e fo­re­sta­li, sen­ti­ta la Re­gio­ne o Pro­vin­cia au­to­no­ma com­pe­ten­te. Il di­sci­pli­na­re viene pub­bli­ca­to sulla Gaz­zet­ta uf­fi­cia­le per even­tua­li os­ser­va­zio­ni con la con­ces­sio­ne di una pro­te­zio­ne tran­si­to­ria, ed in­via­to agli  uf­fi­ci della Com­mis­sio­ne eu­ro­pea i quali va­glia­no la le­git­ti­mi­tà della ri­chie­sta. Se la ri­chie­sta ot­tie­ne il pa­re­re po­si­ti­vo viene ri­co­no­sciu­ta uf­fi­cial­men­te con l’e­ma­na­zio­ne di un ap­po­si­to Re­go­la­men­to co­mu­ni­ta­rio.
Per ogni de­no­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne o in­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca viene ri­co­no­sciu­ta dal Mi­ni­ste­ro una ap­po­si­ta au­to­ri­tà pub­bli­ca di con­trol­lo, o un or­ga­ni­smo pri­va­to di con­trol­lo, che vi­gi­li af­fin­ché quan­to pre­vi­sto dal di­sci­pli­na­re di pro­du­zio­ne venga ri­spet­ta­to nelle varie fasi di pro­du­zio­ne.
A tal fine la sud­det­ta au­to­ri­tà com­pe­ten­te pre­sen­ta un piano di con­trol­li che viene a sua volta uf­fi­cial­men­te ap­pro­va­to. In tal modo tutti i pro­dot­ti che si fre­gia­no della de­no­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne o della in­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca sono con­trol­la­ti e ga­ran­ti­ti nei con­fron­ti del con­su­ma­to­re.
Oggi l’I­ta­lia con quasi 150 pro­dot­ti tu­te­la­ti è al primo posto nel­l’U­nio­ne eu­ro­pea nel si­ste­ma di pro­du­zio­ne co­mu­ni­ta­rio, su­pe­ran­do la Fran­cia che da anni de­te­ne­va il pri­ma­to.
Anche il Tren­ti­no ha in­tra­pre­so con de­ci­sio­ne la stra­da della pro­te­zio­ne co­mu­ni­ta­ria delle sue pro­du­zio­ni agroa­li­men­ta­ri più pre­sti­gio­se.
Ad oggi ri­sul­ta­no tu­te­la­te le mag­gio­ri pro­du­zio­ni lat­tie­ro-ca­sea­rie ed or­to­frut­ti­co­le tren­ti­ne.
Sono in­fat­ti ri­co­no­sciu­te a li­vel­lo co­mu­ni­ta­rio:
– Mela Val di Non Dop;
– Spres­sa delle Giu­di­ca­rie Dop;
– Olio di oliva Garda Dop (as­sie­me a Bre­scia, Ve­ro­na e Man­to­va);
– Grana tren­ti­no Dop (al­l’in­ter­no della Dop Grana pa­da­no);
– Asia­go Dop (as­sie­me alle pro­vin­ce di Vi­cen­za, Pa­do­va e Tre­vi­so);
– Pro­vo­lo­ne Val­pa­da­na Dop (as­sie­me a Lom­bar­dia, Ve­ne­to ed Emi­lia Ro­ma­gna);
– Mor­ta­del­la Bo­lo­gna Igp (as­sie­me ad Emi­lia Ro­ma­gna, Pie­mon­te, Lom­bar­dia, Ve­ne­to, Mar­che, Lazio e To­sca­na).

Spressa delle Giudicarie Dop
Spres­sa delle Giu­di­ca­rie Dop

Mela Val di Non Dop
Mela Val di Non Dop

Per al­cu­ni altri pro­dot­ti in­ve­ce l’i­ter di ri­co­no­sci­men­to è in corso, sono in fase piut­to­sto avan­za­ta il Ma­ro­ne tren­ti­no Dop, la Trota tren­ti­na Dop ed il Sal­me­ri­no tren­ti­no Dop, la Mela del Tren­ti­no Igp, i Frut­ti di bosco del Tren­ti­no Igp e la Fra­go­la del Tren­ti­no Igp.
Sono in­ve­ce state pre­sen­ta­te negli scor­si mesi ed hanno ap­pe­na av­via­to il per­cor­so la Su­si­na di Dro ed il for­mag­gio Vez­ze­na.
Si au­spi­ca che quan­to prima venga for­ma­liz­za­ta la do­man­da per il Puz­zo­ne di Moena, per il Ca­so­lét e per al­cu­ni pro­dot­ti come pre­pa­ra­zio­ni di carni quali lo Speck tren­ti­no, la Carne sa­la­da, la Lu­ga­ne­ga tren­ti­na e la Mor­tan­dè­la, men­tre sem­bre­reb­be­ro esi­ste­re i pre­sup­po­sti anche per il ri­co­no­sci­men­to della Pa­ta­ta tren­ti­na Dop.
Anche nel com­par­to del vino esi­ste un si­ste­ma di tu­te­la che è ormai ope­ran­te da più di qua­ran­t’an­ni es­sen­do, il primo di­spo­si­ti­vo le­gi­sla­ti­vo che di­sci­pli­na que­sto set­to­re, ri­sa­len­te al 1963.
La nor­ma­ti­va di ri­fe­ri­men­to in vi­go­re è però la Legge n. 164 del 10 feb­bra­io 1992 “Nuova di­sci­pli­na delle de­no­mi­na­zio­ni di ori­gi­ne dei vini” dove viene data la de­fi­ni­zio­ne di “de­no­mi­na­zio­ne d’o­ri­gi­ne” quale nome geo­gra­fi­co di una zona vi­ti­co­la par­ti­co­lar­men­te vo­ca­ta uti­liz­za­to per de­si­gna­re un pro­dot­to di qua­li­tà e re­pu­ta­to, le cui ca­rat­te­ri­sti­che siano con­nes­se al­l’am­bien­te na­tu­ra­le ed ai fat­to­ri umani.
Per “in­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca ti­pi­ca” dei vini si in­ten­de il nome geo­gra­fi­co di una zona uti­liz­za­to per de­si­gna­re il pro­dot­to che ne de­ri­va.
Il si­ste­ma dei con­trol­li pre­vi­sto dalla Legge 164/92 è piut­to­sto ri­go­ro­so.
Ogni par­ti­cel­la vi­ta­ta da cui si vuole ri­ca­va­re un vino a Doc deve es­se­re iscrit­ta nel­l’ap­po­si­to Albo dei vi­gne­ti isti­tui­to pres­so la Ca­me­ra di Com­mer­cio.
Il di­sci­pli­na­re di pro­du­zio­ne fissa dei li­mi­ti di pro­du­zio­ne di uva ad et­ta­ro e delle per­cen­tua­li mas­si­me di tra­sfor­ma­zio­ne in vino. Sulla base della su­per­fi­cie che un pro­dut­to­re ha iscrit­to ad un de­ter­mi­na­to Albo dei vi­gne­ti sarà cal­co­la­ta la quan­ti­tà di uva che è au­to­riz­za­to a pro­dur­re e a vi­ni­fi­ca­re. Ogni anno il pro­dut­to­re è te­nu­to a ri­ven­di­ca­re la spet­tan­te quota di pro­du­zio­ne di vino a Doc.
Pres­so la Ca­me­ra di Com­mer­cio sono poi co­sti­tui­te ap­po­si­te Com­mis­sio­ni di de­gu­sta­zio­ne con il com­pi­to di ve­ri­fi­ca­re che le ca­rat­te­ri­sti­che del vino che si vuole im­met­te­re sul mer­ca­to (gusto, sa­po­re, co­lo­re, pro­fu­mo, ecc.) siano ri­spet­to­se di quan­to pre­vi­sto dal di­sci­pli­na­re di pro­du­zio­ne.
Il Tren­ti­no si è sem­pre di­stin­to per avere una pro­du­zio­ne vi­ti­vi­ni­co­la con le per­cen­tua­li tra le più alte d’I­ta­lia di ri­ven­di­ca­zio­ne del pro­dot­to quale vino a de­no­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne con­trol­la­ta, oltre ad es­se­re stata una delle prime re­gio­ni ad at­tua­re que­sta po­li­ti­ca di va­lo­riz­za­zio­ne e tu­te­la dei pro­pri vini.
Oggi il si­ste­ma di tu­te­la delle pro­du­zio­ni eno­lo­gi­che tren­ti­ne vede sei vini a Doc e tre vini a Igt. I vini del Tren­ti­no a De­no­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne con­trol­la­ta sono:
– Cal­da­ro o Lago di Cal­da­ro (as­sie­me alla pro­vin­cia di Bol­za­no);
– Ca­stel­ler;
– Te­rol­de­go Ro­ta­lia­no;
– Tren­ti­no;
– Tren­to;
– Val­da­di­ge (as­sie­me alle pro­vin­ce di Bol­za­no e Ve­ro­na).
I vini ad In­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca ti­pi­ca sono:
– delle Ve­ne­zie (as­sie­me alla Re­gio­ne Ve­ne­to e Re­gio­ne Friu­li Ve­ne­zia Giu­lia);
– Val­la­ga­ri­na;
– Vi­gne­ti delle Do­lo­mi­ti (as­sie­me alle pro­vin­ce di Bol­za­no e Bel­lu­no).
Nel­l’an­no 2004 ri­sul­ta­va­no iscrit­ti al­l’Al­bo dei vi­gne­ti pres­so la Ca­me­ra di Com­mer­cio tren­ti­na 7.716 et­ta­ri pari al­l’80% della su­per­fi­cie vi­ta­ta com­ples­si­va pro­vin­cia­le.

Fa­bri­zio Da­go­stin, lau­rea­to in Scien­ze agra­rie al­l’U­ni­ver­si­ta’ di Bo­lo­gna, è Di­ri­gen­te del­l’As­ses­so­ra­to al­l’A­gri­col­tu­ra della Pro­vin­cia Au­to­no­ma di Tren­to.

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