Dalla ghianda al salamino (2^ Parte)
di Mario Giannone
L’ADDOMESTICAMENTO, LA SELEZIONE E I CAMBIAMENTI CHE NE CONSEGUONO
Verro di razza Cinta Senese (foto Mario Giannone)
Con l’addomesticamento comincia la storia del suino domestico, questa varia nel tempo e nei posti, in rapporto alle necessità del momento, alle esigenze del consumatore e alle vicende umane a cui sono legate tutte le razze allevate. La selezione praticata dall’uomo per trarre un maggior profitto, ha gradualmente modificato soprattutto la conformazione generale del corpo. Dal maggior peso dell’anteriore (70%) rispetto al posteriore (30%), che si ha nel cinghiale, graffiti, mosaici e dipinti del passato ne sono chiara testimonianza, si è ottenuto un netto rovesciamento delle proporzioni, spostando cioè il 70% del peso al posteriore. La tendenza attuale è di ottenere un suino dalla complessione corporea più equilibrata. Costituiscono un esempio le razze cosiddette dei “quattro prosciutti”, preferite nei paesi dell’Europa centrale e meridionale e dove comunque il treno posteriore rimane prevalente sull’anteriore. Contemporaneamente si è ottenuta una riduzione significativa di grasso corporeo e un aumento quantitativo di carne. Altre modifiche sono connesse alla colorazione e in particolare a quella giovanile, in quanto i piccoli del cinghiale nascono con strisce brunastre e giallognole a decorso longitudinale. Questo permette una buona mimetizzazione. Le strisce scompaiono completamente a circa due mesi di età, tale carattere ha comportamento dominante se si incrocia un selvatico con un suino domestico di qualunque razza e colore. Nel suino domestico questa particolarità e assente. Col passare dei secoli le razze “colorate”, da sempre allevate, hanno ceduto il passo ai suini bianchi di derivazione Celtica.
Le razze suine domestiche, dal punto di vista della loro più antica origine, si distinguono comunemente in due gruppi fondamentali, esistono anche altre classificazioni non meno valide ed interessanti: le razze europee, che derivano prevalentemente dal Sus scrofa; le razze cinesi e siamesi, che derivano dal Sus vittatus, (si ricorda che per alcuni è questo il vero antenato di tutte le razze oggi allevate).
Le razze suine di origine asiatica, oggi presenti, si caratterizzano per una maggiore grassosità, sino alla mostruosità, in confronto alla più spiccata carnosità di quelle europee. Quelle dell’uno o dell’altro gruppo sono tra loro feconde e con discendenti illimitatamente fecondi, conferma, com’è noto, dell’appartenenza ad una stessa specie. Costituiscono, un esempio dimostrativo le tre razze Yorkshire (Large White, Middle White, Middlesex) della Gran Bretagna ottenute da incroci tra suini locali, razze asiatiche, nonché la nostra Casertana, conosciuta lì come suino napoletano. La straordinaria “malleabilità” e “plasmabilità” della specie ha permesso di sviluppare intensamente l’azione del processo selettivo, fissando geneticamente anche rilevanti variazioni anatomiche e somatiche, aiutati anche da alcune favorevoli mutazioni spontanee.
I cinghiali europei si riproducono con relativa facilità con i suini domestici e le generazioni discendenti sono illimitatamente fertili in entrambi i sessi.
Verro di razza Large White (foto www.agraria.org)
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Le principali fonti di consultazione sono state:
– “Etnologia Zootecnica” UTET, di Telesforo Bonadonna,
– “L’allevamento biologico del suino” Edagricole, di Mario Giannone
– Razze autoctone alla riscossa di M. Giannone, Rivista di suinicoltura n.4 2002
– Dossier: Le regole d’oro per produrre il suino bio, Rivista di suinicoltura n.11, 2000 – M. Giannone
– La filiera del biologico è una realtà, Rivista di Suinicoltura n.12, 2000 M. Giannone
Mario Giannone è laureato in Scienze Agrarie all’Università di Firenze. Insegnante di zootecnia all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, presta la sua opera di assistenza tecnica specialistica presso Enti regionali, Parchi e Associazioni. E’ autore del libro “L’allevamento biologico del suino” edito da Edagricole-Sole 24 ore. Curriculum vitae >>>