di Beatrice Lepri
L’ippologia non può limitarsi alla descrizione dell’esteriore. Si interessa anche della “psicologia” del cavallo, la cui conoscenza è indispensabile.
Per ottenere l’ubbidienza di un animale la cui forza fisica è molto superiore alla sua, l’uomo deve servirsi soprattutto della persuasione.
Cavallo Avelignese (Haflinger) nuovo tipo (foto Filippini)
Gli antichi, si sono sforzati di comprendere, il carattere di questo animale, che avevano continuamente accanto, sia in pace come in guerra. Spesso la loro conoscenza del cavallo, appare appannata dalle leggende, che accoglievano con troppo facilità, ma alla base di tante fantasie c’è sempre un fondo di realtà, che rendono attuali molte storie narrate da storici su questo “particolare” animale.
Senza dubbio gli antichi, avevano capito bene l’essenza del carattere di un animale costantemente tormentato dai più folli terrori, preda di carnivori fisicamente più piccoli di lui, e che ha nella fuga uno delle poche arme di difesa.
La lezione di psicologia ce diede Alessandro agli scudieri di Filippo, e che Plutarco riporta in uno dei suoi scritti, è una delle più belle testimonianze sull’antica scienza ippica: “Quando Filonico di Tessaglia portò Bucefalo a Filippo…scesero nella spianata per provare il cavallo. Sembrava restio e assolutamente intrattabile, non si lasciava montare e non sopportava la voce di alcuno dei membri del seguito di Filippo: tutti lo facevano impennare.
Filippo, scontento, ordino di riportarlo via, trovandolo del tutto selvatico e indomabile. Allora Alessandro, che era presente, disse “Che cavallo perdono, perchè l’ignoranza e la mollezza impediscono loro di servirsene!…”Corse al cavallo, lo prese alla briglia e lo voltò verso il sole, pensando, pareva, che fosse spaventato dalla vista della sua stessa ombra che cadeva e danzava davanti a lui. Gli camminò poi al fianco per un poco, carezzandolo, e quando lo vide ardito e pieno di fuoco, gettò via con calma il suo mantello, e con un salto gli montò saldamente in groppa. Recuperò leggermente le redini e strinse il morso, senza ferirlo nè farlo schiumare, e vide che il cavallo abbandonava la sua aria minacciosa per appassionarsi alla corsa, lo lanciò a briglia sciolta, incitandolo adesso con voce più ardita e dandogli di piede.
Nel seguito di Filippo regnarono dapprima l’nsia e il silenzio: ma quando, voltata la briglia, Alessandro tornò gioioso e fiero, tutti l’acclamarono.
Suo padre, si dice, piangendo di gioia lo abbraccio dicendogli ” Figlio mio, cercati un regno alla tua altezza; la Macedonia è troppo piccola per te”….poi, la storia ci insegna, che Alessandro, prese un pò troppo alla lettera le parole del padre, ma, se con questo episodio, dimostrò di aver capito che con questo animale, forse uno dei più timidi tra quelli che l’uomo ha addomesticato, sia meglio usare la dolcezza e la calma.
Cavallo Agricolo Italiano da tiro pesante rapido – TPR (www.agraria.org)
Beatrice Lepri, laureata in Scienze delle Produzioni Animali all’Universita’ di Pisa, vanta quasi due lustri di esperienze maturate presso l’Associazione Italiana Quarter Horse. E’ anche allevatrice di cavalli. Curriculum vitae >>>