Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Fran­ce­sca Boni

Al con­tra­rio di quan­to ci si possa at­ten­de­re la no­stra Re­gi­na non è altro che una vec­chia va­rie­tà di pesca a polpa bian­ca che viene col­ti­va­ta da tempo a Londa, la sua zona di ori­gi­ne, pur es­sen­do­si af­fer­ma­ta in altre re­gio­ni d’I­ta­lia non­ché al­l’e­ste­ro.
L’i­ni­zio della pe­schi­col­tu­ra nel Co­mu­ne di Londa ri­sa­le agli  anni ‘50, quan­do il Si­gnor Al­fre­do Leoni, esper­to ar­bo­ri­col­to­re alle di­pen­den­ze del Conte Paolo Ve­ne­ro­si Pe­scio­li­ni, ebbe l’in­tui­zio­ne di tra­sfor­ma­re parte delle vec­chie col­ti­va­zio­ni pro­mi­scue tra­di­zio­na­li in pe­schi­col­tu­ra spe­cia­liz­za­ta. Al­l’e­po­ca le pe­sche tar­di­ve erano molto ap­prez­za­te pres­so il mer­ca­to di Fi­ren­ze e la pro­du­zio­ne di frut­ta delle vi­ci­ne cam­pa­gne di Ro­sa­no, Vil­la­ma­gna e Scan­dic­ci di­ven­ta­va sem­pre più in­suf­fi­cien­te a sod­di­sfa­re le esi­gen­ze di una clas­se so­cia­le in con­ti­nua cre­sci­ta eco­no­mi­ca e cul­tu­ra­le.
E’ pro­prio in que­sto pe­rio­do che viene sco­per­ta la “Re­gi­na di Londa”. Le prime 4 o 5 pian­te, di ori­gi­ne sco­no­sciu­ta, fu­ro­no in­di­vi­dua­te in lo­ca­li­tà Casi, pres­so il Co­mu­ne di Ru­fi­na, in un po­de­re di pro­prie­tà di certo Car­ti­glia­ni che al­l’e­po­ca ge­sti­va uno stand di ven­di­ta al­l’in­gros­so al mer­ca­to di No­vo­li. Me­ri­to di Leoni fu quel­lo di ca­pi­re il gran­de va­lo­re po­mo­lo­gi­co della cul­ti­var che si di­stin­gue­va da tutte le altre di pari epoca. Essa in­fat­ti ec­cel­le per l’in­ten­so pro­fu­mo, l’a­ro­ma e il sa­po­re dolce unito ad una giu­sta dose di aci­di­tà non­ché per la gros­sa pez­za­tu­ra dei frut­ti molto at­traen­ti, ma­rez­za­ti di rosso nella zona espo­sta al sole. La polpa si pre­sen­ta gial­lo crema con ve­na­tu­re rosse vi­ci­no al noc­cio­lo. An­co­ra oggi, per ga­ran­ti­re il man­te­ni­men­to del­l’ot­ti­ma qua­li­tà, la rac­col­ta viene ese­gui­ta a mano, aspor­tan­do gior­nal­men­te i soli frut­ti ma­tu­ra­ti al sole set­tem­bri­no che ven­go­no su­bi­to de­sti­na­ti alla ven­di­ta, senza sta­zio­na­re in fri­go­ri­fe­ro.

Regina di Londa
Re­gi­na di Londa (Foto Val­ter Nen­cet­ti)

Leoni rea­liz­zò il primo pe­sche­to spe­cia­liz­za­to a Londa e bat­tez­zò la cul­ti­var “Re­gi­na di Londa”. Ben pre­sto si ap­prez­zò anche il gran­de va­lo­re agro­no­mi­co della va­rie­tà  che si am­bien­ta­va per­fet­ta­men­te alle ca­rat­te­ri­sti­che pe­do-cli­ma­ti­che della zona di­mo­stran­do pro­dut­ti­vi­tà ele­va­ta e co­stan­te, buona ru­sti­ci­tà e fa­ci­li­tà di col­ti­va­zio­ne. Il suc­ces­so com­mer­cia­le con­se­gui­to da que­sta nuova cul­ti­var, par­ti­co­lar­men­te ap­prez­za­ta prima a Fi­ren­ze, poi in To­sca­na e in altre re­gio­ni, ne in­cre­men­tò ra­pi­da­men­te la col­ti­va­zio­ne a tal punto che alla fine degli anni ’60 i ter­re­ni più fer­ti­li, meno de­cli­vi e con espo­si­zio­ne a sud della cam­pa­gna lon­de­se fu­ro­no de­sti­na­ti alla col­ti­va­zio­ne della pesca Re­gi­na. No­no­stan­te lo scet­ti­ci­smo ini­zia­le dei vec­chi mez­za­dri a con­ver­ti­re in pe­schi­col­tu­ra spe­cia­liz­za­ta le col­ti­va­zio­ni tra­di­zio­na­li che ave­va­no ga­ran­ti­to per lungo tempo la so­prav­vi­ven­za, in pochi anni la pro­du­zio­ne di pe­sche tar­di­ve di­ven­ne la prin­ci­pa­le ri­sor­sa della co­mu­ni­tà agri­co­la lon­de­se. Ciò con­tri­buì no­te­vol­men­te a fre­na­re il cre­scen­te esodo delle po­po­la­zio­ni ru­ra­li e a li­mi­tar­lo solo alle zone più po­ve­re e di­sa­gia­te. Gra­zie alla col­ti­va­zio­ne della Re­gi­na di Londa molti agri­col­to­ri riu­sci­ro­no ad ac­qui­sta­re il po­de­re dove  per lungo tempo ave­va­no di­vi­so col pro­prie­ta­rio del fondo i pochi pro­ven­ti gua­da­gna­ti con gran­de fa­ti­ca.
L’am­mi­ni­stra­zio­ne co­mu­na­le, par­te­ci­pe del suc­ces­so della pe­schi­col­tu­ra, de­di­cò così alla Re­gi­na di Londa la festa più im­por­tan­te della co­mu­ni­tà che si tiene a Londa la se­con­da do­me­ni­ca di set­tem­bre, in con­co­mi­tan­za con la ma­tu­ra­zio­ne della cul­ti­var. Tra­di­zio­ne ormai vuole che nel­l’am­bi­to di que­sta ma­ni­fe­sta­zio­ne si or­ga­niz­zi ogni anno un con­cor­so in cui viene pre­mia­to il mi­glior cam­pio­ne di pe­sche Re­gi­na di Londa fra quel­li pre­sen­ta­ti, con­fe­zio­na­ti in cas­set­te, dai frut­ti­col­to­ri lon­de­si e delle zone vi­ci­ne. La va­lu­ta­zio­ne viene ef­fet­tua­ta da una giu­ria di esper­ti (po­mo­lo­gi, en­to­mo­lo­gi e col­ti­va­to­ri) che at­tri­bui­sco­no un pun­teg­gio alle ca­rat­te­ri­sti­che este­ti­che ed or­ga­no­let­ti­che dei frut­ti in con­cor­so.
L’ul­ti­mo  im­por­tan­te ri­co­no­sci­men­to è la “pro­mo­zio­ne” della Re­gi­na a pre­si­dio Slow Food con la crea­zio­ne di un di­sci­pli­na­re di pro­du­zio­ne volto ad ot­te­ne­re il pro­dot­to senza l’uso di fi­to­far­ma­ci e con­ci­mi chi­mi­ci ma at­tra­ver­so tec­ni­che di di­fe­sa e di nu­tri­zio­ne delle pian­te a minor im­pat­to am­bien­ta­le.  Ciò ha dato im­pul­so anche alla prima rea­liz­za­zio­ne di con­fet­tu­re di qua­li­tà pro­dot­te con la pre­gia­ta cul­ti­var che si pos­so­no ac­qui­sta­re nei mi­glio­ri ne­go­zi o di­ret­ta­men­te dal pro­dut­to­re (info@​lan​oced​ifra​nces​ca.​com), par­ti­co­lar­men­te adat­te per l’ab­bi­na­men­to con for­mag­gi ca­pri­ni o di pe­co­ra non sta­gio­na­ti.

 Regina di Londa

Sche­da po­mo­lo­gi­ca della cul­ti­var
Ot­te­nu­ta a Londa, Fi­ren­ze (Ita­lia), da ge­nea­lo­gia sco­no­sciu­ta.
In­di­vi­dua­ta ca­sual­men­te da Al­fre­do Leoni di Londa in­tor­no al 1955.
Si­no­ni­mi: “Re­gi­na d’Au­tun­no”, “Tar­di­va di Londa”.
– RAMI MISTI corti, con in­ter­no­di corti; la cor­tec­cia è di co­lo­re rosso e verde in­ter­me­dio; le gemme a fiore sono di­stri­bui­te pre­va­len­te­men­te nella parte ba­sa­le, l’in­di­ce di fer­ti­li­tà è me­dio-ele­va­to.
– FO­GLIE lun­ghe mm 162 e lar­ghe mm 44, con rap­por­to dia­me­tri­co di 3,68; la lar­ghez­za mas­si­ma è cen­tra­le; il lembo è li­scio, ta­lo­ra on­du­la­to; l’an­go­lo api­ca­le è stret­to e quel­lo ba­sa­le è medio; il mar­gi­ne è cre­na­to; le glan­do­le sono re­ni­for­mi, pre­sen­ti sul pic­ciò­lo e sul lembo in nu­me­ro ele­va­to (Tav. 2).
– FIORI cam­pa­nu­la­cei di media gran­dez­za; i pe­ta­li sono el­lit­ti­ci molto al­lun­ga­ti, di co­lo­re rosa in­ten­so; il pi­stil­lo è alto meno degli stami (Tav. 1); l’e­po­ca di fio­ri­tu­ra è in­ter­me­dia.
– FRUT­TI gros­si (alti mm 69, lar­ghi mm 77, spes­si mm 80; con peso di g 259 e vo­lu­me di cc 254), di forma ro­ton­da, leg­ger­men­te schiac­cia­ta ai poli, in se­zio­ne lon­gi­tu­di­na­le e ro­ton­da in se­zio­ne tra­sver sale; la ca­vi­tà pe­dun­co­la­re è poco pro­fon­da e larga; la linea di su­tu­ra è me­dia­men­te pro­fon­da; l’a­pi­ce è leg­ger­men­te in­ca­va­to, senza um­bo­ne; la buc­cia ha una co­lo­ra­zio­ne di fondo bian­co ver­da­stro chia­ro, am­pia­men­te mac­chia­ta e ma­rez­za­ta di rosso vivo, mag­gior­men­te nella parte espo­sta al sole, è se­mia­de­ren­te alla polpa, di spes­so­re medio, con poco to­men­to; la polpa è di co­lo­re bian­co crema, este­sa­men­te ve­na­ta di rosso vivo al noc­cio­lo, soda, molto dolce, gra­de­vo­le, aro­ma­ti­ca e assai pro­fu­ma­ta; spic­ca (Tav. 1).
I noc­cio­li sono medi (alti mm 34, lar­ghi mm 30, spes­si mm 22; con peso di g 10 e vo­lu­me di cc 7,5), di co­lo­re mar­ro­ne scuro, slar­ga­ti, con pro­fi­lo asim­me­tri­co; l’an­go­lo api­ca­le è ampio; la su­per­fi cie è me­dia­men­te cor­ru­ga­ta, con ri­lie­vi lisci solo in parte e con cre­sta stret­ta (Tav. 2).
– CA­RAT­TE­RI BIO-AGRO­NO­MI­CI: la pian­ta è di vi­go­ria media, con por­ta­men­to re­go­la­re; la ca­sco­la delle gemme è media; la fio­ri­tu­ra è molto ab­bon­dan­te; l’al­le­ga­gio­ne è ele­va­ta e co­stan­te (grado di au­to­com pa­ti­bi­li­tà medio, grado di fer­ti­li­tà ele­va­to); la ca­sco­la dei frut­ti è scar­sa; il grado di pro­dut­ti­vi­tà è ele­va­to; ne­ces­si­ta di un forte di­ra­da­men­to. Il fab­bi­so­gno in fred­do è medio. La re­si­sten­za dei frut­ti alle ma­ni­po­la­zio­ni ed ai tra­spor­ti è ele­va­ta.
Ma­tu­ra il 10 Set­tem­bre a Fol­lo­ni­ca (GR) e tra il 10 e il 20 set­tem­bre a Londa; (62 gior­ni dopo “Re­d­ha­ven”).
I pa­ra­me­tri di ri­fe­ri­men­to uti­liz­za­ti sono quel­li in­di­ca­ti nella Mo­no­gra­fia delle Prin­ci­pa­li Cul­ti­var di Pesco Vo­lu­me II – CNR, 1976.

 Regina di Londa

Fran­ce­sca Boni è lau­rea­ta in Scien­ze Agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Fi­ren­ze (tesi in en­to­mo­lo­gia agra­ria); at­tual­men­te la­vo­ra come do­cen­te di bio­lo­g­ia ap­pli­ca­ta pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio di Fi­ren­ze. www.​lan​oced​ifra​nces​ca.​com

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