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di Mirko Ca­stel­li­ni e An­to­nio Pre­i­te

Residui colturali

La bru­cia­tu­ra delle stop­pie, dei re­si­dui di po­ta­tu­ra e, in più in ge­ne­ra­le, degli di scar­ti ve­ge­ta­li, de­ri­van­ti dalle at­ti­vi­tà agri­co­le in pieno campo, è una pra­ti­ca am­pia­men­te dif­fu­sa, pro­ba­bil­men­te de­ri­va­ta dalla vec­chia con­vin­zio­ne degli agri­col­to­ri se­con­do cui sa­reb­be­ro tanti i be­ne­fi­ci (o i van­tag­gi) agro­no­mi­ci che tale pra­ti­ca do­vreb­be (o po­treb­be) com­por­ta­re. Tra i pro spes­so an­no­ve­ra­ti per que­sta pra­ti­ca si pos­so­no elen­ca­re: i) ri­du­zio­ne della flora in­fe­stan­te e del­l’in­ci­den­za delle ma­lat­tie fun­gi­ne, ii) fa­ci­li­ta­zio­ne delle la­vo­ra­zio­ni del suolo per l’e­li­mi­na­zio­ne dei re­si­dui col­tu­ra­li, iii) im­me­dia­ta di­spo­ni­bi­li­tà degli ele­men­ti nu­tri­ti­vi, ecc.
Tale at­ti­vi­tà è tut­ta­via per­mes­sa nei li­mi­ti e dalle pre­scri­zio­ni det­ta­te dalle leggi vi­gen­ti (ad esem­pio, il testo unico am­bien­ta­le, de­cre­to le­gi­sla­ti­vo n. 152 del 2006; d.​lgs. n. 205/2010; d.​lgs. n. 91 del 24/2014). Un’im­pli­ca­zio­ne pra­ti­ca delle at­tua­li nor­ma­ti­ve, ad esem­pio, pon­go­no il di­vie­to di que­sta pra­ti­ca agro­no­mi­ca nei pe­rio­di in cui, a se­con­da delle re­gio­ni con­si­de­ra­te, vi sia il mas­si­mo ri­schio per la pro­pa­ga­zio­ne agli in­cen­di bo­schi­vi, e con­ce­de alle am­mi­ni­stra­zio­ni lo­ca­li la pos­si­bi­li­tà di vie­ta­re la com­bu­stio­ne del ma­te­ria­le “in tutti i casi in cui sus­si­sto­no con­di­zio­ni me­teo­ro­lo­gi­che, cli­ma­ti­che o am­bien­ta­li sfa­vo­re­vo­li e in tutti i casi in cui da tale at­ti­vi­tà pos­sa­no de­ri­va­re ri­schi per la pub­bli­ca e pri­va­ta in­co­lu­mi­tà e per la sa­lu­te umana, con par­ti­co­la­re ri­fe­ri­men­to al ri­spet­to dei li­vel­li an­nua­li delle pol­ve­ri sot­ti­li (PM10)”.
In­di­pen­den­te­men­te dalle pre­scri­zio­ni di legge, e/o re­stri­zio­ni più o meno mar­ca­te, e re­la­ti­ve al­l’at­tua­le (o fu­tu­ra) le­gi­sla­zio­ne in ma­te­ria, è le­ci­to chie­der­si quan­to que­sta pra­ti­ca agro­no­mi­ca sia an­co­ra eco-com­pa­ti­bi­le o più in ge­ne­ra­le, pra­ti­ca­men­te pro­fi­cua, spe­cial­men­te se la si mette in re­la­zio­ne con l’o­biet­ti­vo ul­ti­mo del­l’a­gri­col­to­re, ov­ve­ro quel­lo di in­cre­men­ta­re le rese pro­dut­ti­ve. I pre­sun­ti be­ne­fi­ci della pra­ti­ca in que­stio­ne sono, come detto, ascri­vi­bi­li prin­ci­pal­men­te alla fer­ti­liz­za­zio­ne e alla ste­ri­liz­za­zio­ne dei ter­re­ni col­ti­va­ti. La com­bu­stio­ne delle stop­pie per­met­te­reb­be una più ve­lo­ce mi­ne­ra­liz­za­zio­ne degli ele­men­ti pre­sen­ti nei re­si­dui ren­den­do­li su­bi­to di­spo­ni­bi­li e, con­tem­po­ra­nea­men­te, con­sen­ti­reb­be il con­trol­lo di al­cu­ni agen­ti pa­to­ge­ni e in­fe­stan­ti che col­pi­sco­no le col­tu­re. A sug­ge­ri­re l’in­con­si­sten­za di tale pra­ti­ca, tut­ta­via, con­cor­ro­no nu­me­ro­se evi­den­ze scien­ti­fi­che che hanno evi­den­zia­to, nel tempo, come in real­tà gli ef­fet­ti ot­te­nu­ti siano blan­di, se non ad­di­rit­tu­ra dan­no­si. In uno stu­dio agro­no­mi­co volto a stu­dia­re gli ef­fet­ti della ge­stio­ne dei re­si­dui col­tu­ra­li sulle rese di fru­men­to, in un espe­ri­men­to di lungo pe­rio­do nel sud Ita­lia (Fog­gia), ad esem­pio, Ven­trel­la et al. (2006) hanno ve­ri­fi­ca­to rese di fru­men­to si­gni­fi­ca­ti­va­men­te più ele­va­te sotto bru­cia­tu­ra (B) solo quan­do que­ste sono messe a con­fron­to col trat­ta­men­to del­l’in­ter­ra­men­to della pa­glia senza la fer­ti­liz­za­zio­ne azo­ta­ta e senza ir­ri­ga­zio­ne au­tun­na­le. In molti degli anni della sud­det­ta spe­ri­men­ta­zio­ne (36 anni di con­ti­nua ri­cer­ca in to­ta­le), tut­ta­via, le rese di gra­nel­la tra B e I non sono ri­sul­ta­te sta­ti­sti­ca­men­te si­gni­fi­ca­ti­ve. Gli au­to­ri hanno con­clu­so che una dose di circa 50 kg ha−1 di N do­vreb­be es­se­re ade­gua­ta a con­tro­bi­lan­cia­re le sud­det­te per­di­te di rese sotto I e a de­ter­mi­na­re rese equi­va­len­ti tra i due ap­proc­ci agro­no­mi­ci, a con­di­zio­ne che siano di­spo­ni­bi­li buoni li­vel­li di umi­di­tà del suolo nella sta­gio­ne au­tun­na­le (Ven­trel­la et al., 2006).

In que­sto con­tri­bu­to, i due si­ste­mi di ge­stio­ne delle stop­pie di fru­men­to, B e I, sono stati con­fron­ta­ta­ti allo scopo di quan­ti­fi­ca­re l’im­pat­to sulle pro­prie­tà fi­si­che e idrau­li­che del suolo. L’in­te­res­se verso tali spe­ci­fi­che in­da­gi­ni spe­ri­men­ta­li deve es­se­re messo in re­la­zio­ne al­l’ot­ti­miz­za­zio­ne della ri­sor­sa idri­ca negli am­bien­ti se­mi-ari­di del sud Ita­lia, in cui le ri­sor­se idri­che di­spo­ni­bi­li sono scar­se e, in pre­vi­sio­ne, più alea­to­rie e va­ria­bi­li in ra­gio­ne dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci in atto. Inol­tre, poi­ché studi spe­ci­fi­ci per il ter­ri­to­rio ita­lia­no sono scar­si (o as­sen­ti del tutto), va­lu­ta­re l’im­pat­to della bru­cia­tu­ra, o del­l’in­ter­ra­men­to delle stop­pie di fru­men­to sulle pro­prie­tà fi­si­che e idrau­li­che del suolo, può es­se­re di sup­por­to per va­lu­ta­re la reale uti­li­tà di que­ste pra­ti­che in ter­mi­ni di so­ste­ni­bi­li­tà am­bien­ta­le, per va­lu­ta­zio­ni sulla qua­li­tà fi­si­ca dei suoli o per l’ot­ti­miz­za­zio­ne della ri­sor­sa idri­ca nel­l’am­bi­to dei bi­lan­ci idri­ci.
I dati spe­ri­men­ta­li sono stati col­le­zio­na­ti in una prova agro­no­mi­ca di lungo pe­rio­do (at­ti­va­ta nel 1990) pres­so l’a­zien­da spe­ri­men­ta­le del Con­si­glio per la ri­cer­ca in agri­col­tu­ra e l’a­na­li­si del­l’e­co­no­mia agra­ria-Cen­tro di ri­cer­ca Agri­col­tu­ra e Am­bien­te (CREA-AA) a Fog­gia. Per tale scopo, i ri­sul­ta­ti di 5 anni di mi­su­re di den­si­tà ap­pa­ren­te del suolo secco (BD) e ri­ten­zio­ne idri­ca, e 3 anni di con­du­ci­bi­li­tà idrau­li­ca (K) del suolo quasi sa­tu­ro, sono stati di se­gui­to sin­te­tiz­za­ti e di­scus­si allo scopo di con­fron­ta­re l’ef­fet­to in­dot­to da due di­ver­se pra­ti­che di ge­stio­ne dei re­si­dui col­tu­ra­li ot­te­nu­ti dalla col­ti­va­zio­ne del grano duro (ge­stio­ne delle stop­pie): i) bru­cia­tu­ra e suc­ces­si­vo in­ter­ra­men­to (B) e in­ter­ra­men­to (I) della pa­glia. La prova agro­no­mi­ca pre­ve­de­va anche di­ver­se dosi di con­ci­ma­zio­ne azo­ta­ta e op­por­tu­ni vo­lu­mi ir­ri­gui, per fa­vo­ri­re la de­gra­da­zio­ne della pa­glia ad opera dei mi­cror­ga­ni­smi del suolo (Ven­trel­la et al., 2006).
La Fi­gu­ra 1 ri­por­ta il con­fron­to tra i va­lo­ri di den­si­tà ap­pa­ren­te del suolo secco (BD) tra la ge­stio­ne del suolo che pre­ve­de­va l’in­ter­ra­men­to dei re­si­dui “bru­cia­ti” delle stop­pie di fru­men­to (B) e quel­li in­ter­ra­ti allo stato secco (tal quale) (I) in cin­que anni com­pre­si tra il 2005 e il 2015. La tec­ni­ca della bru­cia­tu­ra ha de­ter­mi­na­to va­lo­ri di BD più bassi (primi tre anni) o più ele­va­ti (2011-2015) ri­spet­to al sem­pli­ce in­ter­ra­men­to. Le dif­fe­ren­ze mag­gio­ri (fat­to­re 1.2) sono state os­ser­va­te nel primo anno (2005). Tut­ta­via, esse pos­so­no ri­te­ner­si sem­pre pic­co­le (pra­ti­ca­men­te tra­scu­ra­bi­li), e mai si­gni­fi­ca­ti­ve da un punto di vista sta­ti­sti­co.

Diagrammi fra interramento e bruciatura
Fi­gu­ra 1. Dia­gram­ma a sca­to­le (box plot) re­la­ti­vo al con­fron­to dei va­lo­ri di den­si­tà ap­pa­ren­te del suolo secco (bulk den­si­ty; BD) de­ter­mi­na­to nelle par­cel­le di suolo in cui la pa­glia di fru­men­to è stata in­ter­ra­ta di­ret­ta­men­te du­ran­te le la­vo­ra­zio­ni (in­ter­ra­men­to), o bru­cia­ta e poi in­ter­ra­ta (bru­cia­tu­ra). Al­l’in­ter­no delle sin­go­le “sca­to­le”, la croce (x) e la linea (−) rap­pre­sen­ta­no media e me­dia­na, ri­spet­ti­va­men­te.

La Fi­gu­ra 2 ri­por­ta il con­fron­to bru­cia­tu­ra vs. in­ter­ra­men­to in ter­mi­ni di ri­ten­zio­ne idri­ca pros­si­ma alla sa­tu­ra­zio­ne (0 < h ≤ 100 cm). In ge­ne­ra­le, non sono state ri­le­va­te dif­fe­ren­ze si­gni­fi­ca­ti­ve tra i va­lo­ri della ri­ten­zio­ne idri­ca com­pre­sa tra la sa­tu­ra­zio­ne idri­ca (sti­ma­ta) e la ca­pa­ci­tà di campo (de­ter­mi­na­ta in la­bo­ra­to­rio). Tut­ta­via, negli anni 2005 e 2011, la ri­ten­zio­ne idri­ca os­ser­va­ta per l’in­ter­ra­men­to è ri­sul­ta­ta si­gni­fi­ca­ti­va­men­te più ele­va­ta ri­spet­to alla bru­cia­tu­ra per tre va­lo­ri del po­ten­zia­le ma­tri­cia­le, ov­ve­ro tra ‒40 cm e la ca­pa­ci­tà idri­ca di campo (h= ‒100 cm). Il con­fron­to di Fi­gu­ra 2 è re­la­ti­va­men­te rap­pre­sen­ta­ti­vo, poi­ché: i) si ri­fe­ri­sce a cin­que anni di mi­su­re; ii) la curva di ri­ten­zio­ne idri­ca media, è stata ot­te­nu­ta con nu­me­ro­si­tà cam­pio­na­ria com­pre­sa tra 4 e 12 cam­pio­ni di suolo in­di­stur­ba­to.

Curva di ritenzione idrica
Fi­gu­ra 2. Curva di ri­ten­zio­ne idri­ca media de­ter­mi­na­ta tra la sa­tu­ra­zio­ne (h = 0) e la ca­pa­ci­tà di campo (h= ‒100 cm) del suolo.

La so­stan­zia­le equi­va­len­za tra B ed I os­ser­va­ta per den­si­tà del suolo e ri­ten­zio­ne idri­ca è stata ve­ri­fi­ca­ta anche per la con­du­ci­bi­li­tà idrau­li­ca pros­si­ma alla sa­tu­ra­zio­ne (1 ≤ h ≤ 10 cm), e la Fi­gu­ra 3 mo­stra il con­fron­to per la sud­det­ta pro­prie­tà idrau­li­ca, nei tre dif­fe­ren­ti anni di mi­su­ra (2005-2007). Come evi­den­te, i va­lo­ri medi di K ot­te­nu­ti nei due trat­ta­men­ti agro­no­mi­ci (B e I) sono ri­sul­ta­ti sem­pre pra­ti­ca­men­te coin­ci­den­ti in tutti gli anni di spe­ri­men­ta­zio­ne, con la mas­si­ma dif­fe­ren­za os­ser­va­ta (h= ‒60 mm; 2005) che è ri­ma­sta con­te­nu­ta entro un fat­to­re 1.8; tali dif­fe­ren­ze non sono mai ri­sul­ta­te sta­ti­sti­ca­men­te si­gni­fi­ca­ti­ve, e pra­ti­ca­men­te ir­ri­le­van­ti da un punto di vista pra­ti­co.

Curva di conducibilità idraulica
Fi­gu­ra 3. Curva di con­du­ci­bi­li­tà idrau­li­ca in­sa­tu­ra (K) ot­te­nu­ta per le par­cel­le a bru­cia­tu­ra ed in­ter­ra­men­to, in tre anni com­pre­si tra il 2005 e il 2007. Le curve in gras­set­to rap­pre­sen­ta­no le curve medie, e con co­lo­re sfu­ma­to le sin­go­le ri­pe­ti­zio­ni spe­ri­men­ta­li.

La Fi­gu­ra 4 (a-b) mo­stra in­fi­ne il con­fron­to tra le rese medie di gra­nel­la, ot­te­nu­te per gli anni di mo­ni­to­rag­gio delle pro­prie­tà fi­si­che e idrau­li­che nei due trat­ta­men­ti, B e I. I due si­ste­mi hanno mo­stra­to una so­stan­zia­le equi­va­len­za anche in ter­mi­ni pro­dut­ti­vi, con un anno (2011) in cui B>I (+ 405 kg) e l’ul­ti­mo in cui B<I (‒384 kg); negli altri casi, le dif­fe­ren­ze sono state sem­pre mo­de­ste (<100 kg/ha) o del tutto nulle (circa 10 kg/ha nel 2007).

Rese medie per ettaro
Fi­gu­ra 4. Con­fron­to tra le rese medie per et­ta­ro di gra­nel­la con umi­di­tà al 13% tra la tesi a bru­cia­tu­ra, B ed in­ter­ra­men­to, I (a) e dif­fe­ren­ze (I-B) tra le rese di gra­nel­la (b).

In con­clu­sio­ne, l’in­ter­ra­men­to dei re­si­dui ot­te­nu­ti dalla bru­cia­tu­ra delle stop­pie non ha mo­di­fi­ca­to in ma­nie­ra sen­si­bi­le le pro­prie­tà fi­si­che e idrau­li­che del suolo ar­gil­lo­so stu­dia­to, in­clu­den­do la den­si­tà ap­pa­ren­te del suolo, la ri­ten­zio­ne idri­ca e la con­du­ci­bi­li­tà idrau­li­ca in­sa­tu­ra. Per tali pro­prie­tà del suolo, i ri­sul­ta­ti pre­sen­ta­ti sug­ge­ri­sco­no di va­lu­ta­re come inin­fluen­te il trat­ta­men­to della bru­cia­tu­ra ri­spet­to a quel­lo del­l’in­ter­ra­men­to della pa­glia.

Let­te­ra­tu­ra ci­ta­ta:
Ven­trel­la, D.; Stel­lac­ci, A.M.; Ca­stri­gna­nò, A.; Char­fed­di­ne, M.; Ca­stel­li­ni, M. Ef­fec­ts of crop re­si­due ma­na­ge­ment on win­ter durum wheat pro­duc­ti­vi­ty in a long term ex­pe­ri­ment in Sou­thern Italy. Eur. J. Agron. 2016, 77, 188–198, doi:10.1016/j.​eja.2016.02.010.

Mirko Ca­stel­li­ni è ri­cer­ca­to­re in ser­vi­zio pres­so il Cen­tro di Ri­cer­ca Agri­col­tu­ra e Am­bien­te del CREA (Con­si­glio per la Ri­cer­ca in agri­col­tu­ra e l’a­na­li­si del­l’E­co­no­mia Agra­ria), sede di Bari. Ha con­se­gui­to il Dot­to­ra­to di Ri­cer­ca in Idro­no­mia Am­bien­ta­le. La sua at­ti­vi­tà di ri­cer­ca si basa sullo stu­dio delle pro­prie­tà fi­si­che e idrau­li­che del suolo. Ca­stel­li­ni, Mirko – Au­thor de­tails – Sco­pus

An­to­nio Pre­i­te è as­se­gni­sta di ri­cer­ca pres­so il CREA-AA di Bari, nel­l’am­bi­to del Pro­get­to “Wa­te­r4A­gri­Food, Mi­glio­ra­men­to delle pro­du­zio­ni agroa­li­men­ta­ri me­di­ter­ra­nee in con­di­zio­ni di ca­ren­za di ri­sor­se idri­che”, PNR 2015–2020”, fi­nan­zia­ta dal MIUR, PON AR­S01_00825 “Ri­cer­ca e In­no­va­zio­ne” 2014–2020.

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