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di Gen­na­ro Pi­sciot­ta

Gelseto
Gio­va­ne gel­se­to (Trat­te da la col­ti­va­zio­ne del gelso Ales­sio Sa­via­ne, CREA-AA – Corso Ve­ne­to Agri­col­tu­ra 2020)

In­tro­du­zio­ne – Si­tua­zio­ne della gel­si­ba­chi­col­tu­ra ita­lia­na

La se­ri­col­tu­ra è una fi­lie­ra agro-in­du­stria­le che ha co­no­sciu­to un dram­ma­ti­co de­cli­no in Eu­ro­pa alla fine del XX se­co­lo do­vu­ta alla su­pre­ma­zia della Cina, che ha at­tual­men­te il mo­no­po­lio della pro­du­zio­ne di seta greg­gia, con una per­cen­tua­le di circa l’85% del mer­ca­to mon­dia­le; tut­ta­via per di­na­mi­che in­ter­ne, da ascri­ve­re a fat­to­ri so­cia­li ed eco­no­mi­ci,  si è avuto un feed­back ne­ga­ti­vo quan­ti-qua­li­ta­ti­vo sulla seta ci­ne­se con un mar­ca­to in­cre­men­to del prez­zo della fibra (più che rad­dop­pia­to in 3-4 anni) circa 75 $/kg con­tro i 25 $/kg del 2008, che tra­sfor­ma­ti in € si ha 67 €\kg conto i 23 €\kg.
L’in­du­stria della seta in­te­res­sa so­prat­tut­to in Ita­lia con­su­ma più del­l’80% del to­ta­le della seta im­por­ta­ta in Eu­ro­pa, spe­cial­men­te nel di­stret­to se­ri­co di Como, di con­se­guen­za sul­l’on­da del­l’in­te­res­se della bioe­co­no­mia anche le isti­tu­zio­ni eu­ro­pee mo­stra­no verso l’u­ti­liz­zo dei pro­dot­ti ve­ge­ta­li in so­sti­tu­zio­ne di quel­li sin­te­ti­ci. Le azien­de ita­lia­ne stan­no ri­pen­san­do a nuovi pro­dot­ti tes­si­li in seta e sem­bra­no di­spo­ste a in­ve­sti­re nuo­va­men­te in una pro­du­zio­ne na­zio­na­le del tes­su­to, inol­tre fibra e sot­to­pro­dot­ti pos­so­no avere nuovi uti­liz­zi, così in­te­gran­do il red­di­to de­ri­van­te dalla pro­du­zio­ne del boz­zo­lo. Dove la ba­chi­col­tu­ra è in ri­pre­sa, la fi­lie­ra se­ri­ca ha oggi a di­spo­si­zio­ne me­to­di più ra­zio­na­li e spe­cia­liz­za­ti che pos­so­no fa­ci­li­ta­re ri­spet­to al pas­sa­to l’at­ti­vi­tà. Sono a di­spo­si­zio­ne nuove mac­chi­ne e at­trez­za­tu­re per la sfo­glia­tu­ra dei rami e la trin­cia­tu­ra della fo­glia, oltre che per lo sboz­zo­la­men­to e l’al­le­va­men­to è com­piu­to in strut­tu­re di re­cu­pe­ro o tun­nel.

Filiera della seta
Sche­ma della Fi­lie­ra della seta (trat­ta da http://​www.​albarnardon.​it)

At­tual­men­te per ogni ha di gel­se­to si ha una pro­du­zio­ne di fo­glie suf­fi­cien­te ad ali­men­ta­re 20- 25 te­lai­ni di se­me-ba­chi, per una pro­du­zio­ne di circa 600-700 kg di boz­zo­lo fre­sco/ha, si sti­ma­re un red­di­to netto per l’im­pren­di­to­re agri­co­lo di circa 4.000 €/ha, com­pren­si­vi del con­tri­bu­to co­mu­ni­ta­rio (circa 133 €/te­lai­no, cor­ri­spo­sto solo nel caso in cui la pro­du­zio­ne di boz­zo­lo sia pari a 20 kg di boz­zo­lo fre­sco/te­lai­no.
La gel­si­ba­chi­col­tu­ra è tra le at­ti­vi­tà agri­co­le che of­fro­no un’ot­ti­ma pos­si­bi­li­tà di svi­lup­po eco­no­mi­co del no­stro Paese, per­ché pro­ces­so agro-in­du­stria­le in grado di crea­re oc­cu­pa­zio­ne e di am­plia­re la gamma del “Made in Italy” ap­prez­za­to nel mondo.
L’I­ta­lia pos­sie­de la più im­por­tan­te in­du­stria tes­si­le se­ri­ca in Eu­ro­pa, le co­no­scen­ze tec­ni­che e il pa­tri­mo­nio di ri­sor­se ge­ne­ti­che di baco sa seta e gelso e può inol­tre va­lo­riz­zar­la anche per i nuovi bio­ma­t­e­ria­li, per il set­to­re co­sme­ti­co e far­ma­ceu­ti­co che rap­pre­sen­ta­no i nuovi campi di svi­lup­po con alto va­lo­re ag­giun­to e le con­di­zio­ni so­cio-am­bien­ta­li per svi­lup­pa­re la fi­lie­ra e per es­se­re lea­der nel set­to­re.

Gel­si­col­tu­ra

Il gelso (Morus spp.) è una pian­ta a por­ta­men­to ar­bo­reo o ar­bu­sti­vo ap­par­te­nen­te alla fa­mi­glia delle Mo­ra­cee, l’al­be­ro è ca­rat­te­riz­za­to dalla ele­va­ta lon­ge­vi­tà e dalle di­men­sio­ni co­spi­cue, può in­fat­ti rag­giun­ge­re un’al­tez­za di 10-15 metri (anche se in Ita­lia e più in ge­ne­ra­le in Eu­ro­pa gli esem­pla­ri ra­ra­men­te su­pe­ra­no i 7-8 metri) e ar­ri­va­re ad avere un dia­me­tro anche mag­gio­re di 1,5 metri. La chio­ma è espan­sa e di forma glo­bo­sa. Il fo­glia­me è de­ci­duo, vira quin­di al gial­lo in au­tun­no, men­tre nel pieno ri­go­glio ve­ge­ta­ti­vo la pian­ta si pre­sen­ta con fo­glie al­ter­ne, di co­lo­re verde in­ten­so sulla pa­gi­na su­pe­rio­re e gri­gia­stre su quel­la in­fe­rio­re, che pre­sen­ta­no un lungo pe­dun­co­lo e delle sti­po­le corte. Pos­so­no es­se­re sia lo­ba­te che in­te­re, a se­con­da della va­rie­tà, o anche dif­fe­ren­ti sulla stes­sa pian­ta (ete­ro­fil­lia), quasi sem­pre den­ta­te e con la l’a­pi­ce acu­mi­na­to. La fio­ri­tu­ra si pro­trae da marzo fino a mag­gio, la spe­cie è ge­ne­ral­men­te dioi­ca, ma ci sono casi in cui si pos­so­no tro­va­re esem­pla­ri mo­noi­ci o er­ma­fro­di­ti, l’in­frut­te­scen­za detta mora, è un so­ro­sio che è l’u­nio­ne ap­pres­sa­ta di frut­ti suc­cu­len­ti, cia­scu­no col pro­prio seme, e cia­scu­no pro­dot­to da un sin­go­lo fiore su un sin­go­lo sup­por­to di co­lo­re ne­ra­stro, ros­sa­stro o bian­co-gial­lic­cio. Il tron­co è eret­to e ra­mi­fi­ca­to in modo re­go­la­re, il por­ta­men­to che si nota so­li­ta­men­te nelle cam­pa­gne è dato dalla forma di al­le­va­men­to che per se­co­li è stata uti­liz­za­ta per il gelso, cioè la ca­pi­toz­za­tu­ra.

Classificazione botanica

Sono state clas­si­fi­ca­te ad oggi 24 spe­cie di Morus, ma quel­le prin­ci­pal­men­te dif­fu­se e so­prat­tut­to col­ti­va­te solo tre:

  • gelso bian­co (Morus alba),
  • gelso nero (Morus nigra),
  • gelso rosso (Morus rubra)

Le ul­ti­me due spe­cie sa­ran­no tra­la­scia­te ai fini della no­stra trat­ta­zio­ne poi­ché per la fi­lie­ra della seta viene col­ti­va­to solo il gelso bian­co per i se­guen­ti fat­to­ri:

  • ri­pro­du­zio­ne per talea
  • ve­lo­ci­tà d’ac­cre­sci­men­to
  • adat­ta­bi­li­tà
  • ac­cet­ta­zio­ne da parte delle larve, par­ti­co­lar­men­te negli stadi gio­va­ni­li

Il clima adat­to per il Morus alba L. è quel­lo tem­pe­ra­to  pro­prio del­l’I­ta­lia Set­ten­trio­na­le, con mi­no­re in­ten­si­tà nella cen­tra­le ed assai poco nella me­ri­dio­na­le; teme le bri­na­te (N.d.R. Che pos­so­no ar­re­ca­re vari danni) e non trova, quin­di, con­di­zio­ni fa­vo­re­vo­li nelle gia­ci­tu­re basse e umide, in quan­do le con­di­zio­ni pe­do­lo­gi­che da pre­fe­ri­re sono un suolo per­mea­bi­le, sof­fi­ce, non trop­po ar­gil­lo­so, fre­sco ma non sog­get­to a umi­di­tà sta­gnan­te che pos­so­no anche fa­vo­ri­re lo svi­lup­po di al­cu­ne ma­lat­tie fun­gi­ne.

Stadi fenologici
(Trat­te da la col­ti­va­zio­ne del gelso Ales­sio Sa­via­ne, CREA-AA – Corso Ve­ne­to Agri­col­tu­ra 2020)

Stadi di maturazione delle more di Gelso

Tec­ni­ca col­tu­ra­le

Il gel­se­to per la se­ri­col­tu­ra è:

  • spe­cia­liz­za­to, le pian­te sono uti­liz­za­te solo per l’al­le­va­men­to (a dif­fe­ren­za con il pas­sa­to quan­do erano so­ste­gno vivo per le viti o e per de­li­mi­ta­re le stra­de o i con­fi­ni po­de­ra­li)
  • po­li­va­rie­ta­le, in quan­to si im­pian­to di­ver­se va­rie­tà, che ma­tu­ra­no la fo­glia in tempi di­ver­si, così da per­met­te­re una pro­du­zio­ne sca­la­re (da ini­zio mag­gio a lu­glio ed ot­to­bre inol­tra­to).

L’im­pian­to del gel­se­to da fo­glia per ba­chi­col­tu­ra deve pre­ve­de­re la se­guen­te sud­di­vi­sio­ne % a se­con­da le va­rie­tà:

  • 10-15 % di va­rie­tà pre­co­ci,
  • 35-40% di va­rie­tà me­dia­ne
  • 45-55 % di va­rie­tà tar­di­ve.

Varietà di Gelso

Tec­ni­ca di im­pian­to

Prima di met­te­re i gelsi a di­mo­ra si pre­pa­ra il suolo la­vo­ran­do­lo a una pro­fon­di­tà 30-50 cm, met­ten­do a di­mo­ra:

  1. talee ra­di­ca­te con pane di terra: epoca mi­glio­re da metà apri­le a metà mag­gio;
  2. asto­ni di un anno a ra­di­ce nuda in au­tun­no inol­tra­to e\o fine in­ver­no.

Seb­be­ne ci siano di­ver­se so­lu­zio­ni tec­ni­che, in ter­re­ni pia­neg­gian­ti, il sesto mi­glio­re è 1,0-2,0 m sulla fila e 2,5-3,0, per un in­ve­sti­men­to va­ria­bi­le da 4.000 a 3.300 pian­te per ha. La pro­du­zio­ne di 100-150 q\ha di fo­glia è ge­ne­ral­men­te suf­fi­cien­te al­l’al­le­va­men­to di 20-25 te­lai­ni.
La pro­pa­ga­zio­ne del M. alba la ri­pro­du­zio­ne av­vie­ne prin­ci­pal­men­te per talea le­gno­sa e trat­ta­men­to con or­mo­ne ra­di­can­te su ban­ca­le ri­scal­da­to la ra­di­ca­zio­ne di­pen­de anche dalla va­rie­tà.

Talee di Gelso
Talee di gelso e ra­di­ca­zio­ne delle stes­se su ban­ca­le ri­scal­da­to (Trat­te da “la col­ti­va­zio­ne del gelso” – Ales­sio Sa­via­ne, CREA-AA – Corso Ve­ne­to Agri­col­tu­ra 2020)

Po­ta­tu­ra d’al­le­va­men­to e pro­du­zio­ne:

Ha lo scopo di con­fe­ri­re alla pian­ta la forma che dovrà avere per tutta la sua vita pro­dut­ti­va, circa 30 anni., al ri­gon­fia­men­to delle gemme, nella pri­ma­ve­ra suc­ces­si­va al­l’im­pian­to, l’a­sto­ne viene ta­glia­to al­l’al­tez­za di 90-100 cm. Du­ran­te i suc­ces­si­vi mesi pri­ma­ve­ri­li ed esti­vi dal­l’a­sto­ne si svi­lup­pe­ran­no vari ger­mo­gli fra i quali se ne sce­glie­ran­no 3-4 in po­si­zio­ne api­ca­le eli­mi­nan­do tutti gli altri, nella pri­ma­ve­ra suc­ces­si­va ven­go­no ta­glia­ti a 15-20 cm dal­l’in­ser­zio­ne sul tron­co, la­scian­do su ognu­no circa 3-4 gemme da cui si svi­lup­pe­ran­no nuovi rami che nella che pri­ma­ve­ra del terzo anno ver­ran­no uti­liz­za­ti nella per ali­men­ta­re i bachi. La po­ta­tu­ra di pro­du­zio­ne viene ese­gui­ta an­nual­men­te in coin­ci­den­za con l’al­le­va­men­to dei bachi e con­si­ste nel ta­glio dei rami il più pos­si­bi­le vi­ci­no alla loro in­ser­zio­ne. Dopo ogni po­ta­tu­ra l’e­mis­sio­ne di nuovi rami è con­cen­tra­ta sulla parte api­ca­le del che con il pas­sa­re degli anni si in­gros­se­rà dando ori­gi­ne alla ca­rat­te­ri­sti­ca “testa di sa­li­ce”, que­sta ti­po­lo­gia to­pia­ria deve es­se­re ef­fet­tua­ta una sola volta al­l’an­no alla fine di giu­gno in modo da per­met­te­re alla pian­ta di ri­cac­cia­re prima del­l’au­tun­no suc­ces­si­vo.
In fase di pro­get­ta­zio­ne del gel­se­to è op­por­tu­no per­tan­to pre­ve­de­re una ade­gua­ta per­cen­tua­le di pian­te a ma­tu­ra­zio­ne tar­di­va da uti­liz­za­re da uti­liz­za­re ogni anno nello stes­so pe­rio­do per l’a­li­men­ta­zio­ne degli al­le­va­men­ti esti­vo-au­tun­na­li.

 Cure col­tu­ra­li

Con­ci­ma­zio­ni Unità fer­ti­liz­zan­ti per et­ta­ro
Fertilizzazioni

La­vo­ra­zio­ni

Hanno lo scopo di te­ne­re li­be­ro il ter­re­no e fa­vo­ri­re l’ap­pro­fon­di­men­to del­l’ap­pa­ra­to ra­di­ca­le della pian­ta. Ge­ne­ral­men­te le la­vo­ra­zio­ni con­si­sto­no in fre­sa­tu­re o estir­pa­tu­re che ven­go­no dopo la po­ta­tu­ra del gel­se­to con­sen­ten­do così anche l’in­ter­ra­men­to dei fer­ti­liz­zan­ti di­stri­bui­ti ef­fet­tua­te

Le av­ver­si­tà del gelso

  • Fi­to­pla­sma o virus del mo­sai­co
  • Fun­ghi: Cer­co­spo­ra mo­ri­co­la
  • Bat­te­ri
  • In­set­ti

Fitopatologie del Gelso

Bi­blio­gra­fia:

  • Ales­sio Sa­via­ne – CREA-AA – La col­ti­va­zio­ne del gelso
  • Ales­sio Sa­via­ne – CREA-AA – La col­ti­va­zio­ne del gelso il ciclo vi­ta­le e l’al­le­va­men­to del baco da seta
  • Sil­via Cap­pel­loz­za CRA -API -Ma­nua­le di buona pra­ti­ca agri­co­la per la ba­chi­col­tu­ra
  • Sil­via Cap­pel­loz­za ed altri – Al­le­va­men­to del baco da seta op­por­tu­ni­tà e pro­du­zio­ne In­for­ma­to­re Agra­rio n.44\2018
  • As­so­cia­zio­ne Na­zio­na­le Ba­chi­col­to­ri – Tre­vi­so Ba­chi­col­tu­ra e gel­si­col­tu­ra
  • Mario Ro­sa­to – Gel­si­col­tu­ra ed eco­no­mia cir­co­la­re – Gel­so-Net, il pro­get­to del­l’U­ni­ver­si­tà di To­ri­no per ri­lan­cia­re la gel­si­col­tu­ra in Pie­mon­te.
  • Glau­co Reali – Al­le­va­men­to baco da seta – Edi­zio­ne l’In­for­ma­to­re Agra­rio – 1990
  • Unità di Ri­cer­ca di Api­col­tu­ra e Ba­chi­col­tu­ra – Si­tua­zio­ne della gel­si­ba­chi­col­tu­ra ita­lia­na Pro­ble­mi e pro­spet­ti­ve Au­di­zio­ne in Com­mis­sio­ne Agri­col­tu­ra e pro­du­zio­ne agroa­li­men­ta­re del Se­na­to 28/4/2015
  • Achil­le Gri­mal­di- Col­ti­va­zio­ni Ar­bo­ree Edi­zio­ni Agri­co­le Bo­lo­gna 1972
  • Il Nuovo Tas­si­na­ri – Ma­nua­le del­l’A­gro­no­mo – VI edi­zio­ne
  • Pro­fes­so­res­sa B. De Lucia – UNIBA – Pre­sen­ta­zio­ni delle Le­zio­ni del Corso di Or­ti­col­tu­ra

Gen­na­ro Pi­sciot­ta, lau­rea­to in Scien­ze e Tec­no­lo­gie agra­rie al­l’U­ni­ver­si­tà G. Mar­co­ni – Fa­col­tà di Scien­ze e Tec­no­lo­gie Ap­pli­ca­te di Roma, è Agro­tec­ni­co Lau­rea­to ed Eno­tec­ni­co li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta Mae­stro As­sag­gia­to­re ONAF (Or­ga­niz­za­zio­ne Na­zio­na­le As­sag­gia­to­ri For­mag­gio). Ha in­se­gna­to pres­so l’I­SIS “Fal­co­ne” di Poz­zuo­li (Na­po­li) fino al 26/09/2018. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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