Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Ales­sio Du­ra­stan­te

La ma­sti­te è un’in­fiam­ma­zio­ne della ghian­do­la mam­ma­ria, cau­sa­ta so­li­ta­men­te da un’in­fe­zio­ne bat­te­ri­ca. Essa con­du­ce ad una ri­du­zio­ne della pro­du­zio­ne di latte e ad un’al­te­ra­zio­ne della sua com­po­si­zio­ne, che ne in­si­dia la qua­li­tà, sia come pro­dot­to di con­su­mo im­me­dia­to che come ma­te­ria prima per la pro­du­zio­ne di lat­ti­ci­ni (Fi­tz­pa­trick et al., 2000). Inol­tre, si evi­den­zia che il costo di pro­du­zio­ne del latte au­men­ta per il costo sup­ple­men­ta­re del trat­ta­men­to an­ti­bio­ti­co a cui gli ani­ma­li sono sot­to­mes­si ed in­cre­men­tan­do ul­te­rior­men­te il fe­no­me­no di re­si­sten­za agli an­ti­bio­ti­ci.

Le cau­sa­ta del­l’in­fe­zio­ne ma­sti­ti­ca può es­se­re da bat­te­ri, fun­ghi e lie­vi­ti con un ri­scon­tro si­gni­fi­ca­ti­vo at­tri­bui­bi­le a bat­te­ri (Strep­to­coc­cus aga­lac­tiae, Strep­to­coc­cus di­sga­lac­tiae, Strep­to­coc­cus ube­ris, Sta­phy­lo­coc­cus au­reus, Sta­phy­lo­coc­cus epi­der­mi­dis ed Esche­ri­chia coli, ecc…) che pe­ne­tra­no nella mam­mel­la del­l’a­ni­ma­le a li­vel­lo della parte in­ter­na della ghian­do­la e del setto mam­ma­rio nel pa­di­glio­ne lat­teo.

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Fig. 1 – Ghian­do­la lat­ti­fe­ra e mo­da­li­tà pre­lie­vo latte (fonte art. Al­fon­so Zec­co­ni)

La ma­sti­te la sud­di­vi­dia­mo in tre gran­di bloc­chi con re­la­ti­va sud­di­vi­sio­ne e spe­ci­fi­ci­tà in:

  1. cli­ni­che, che a loro volta, in base al de­cor­so e al­l’in­ten­si­tà dei sin­to­mi, viene di­stin­ta in ipe­ra­cu­te, con ri­sen­ti­men­to ge­ne­ra­le (tem­pe­ra­tu­ra, ato­nia ru­mi­na­le, col­las­so, ecc.), vi­sto­se al­te­ra­zio­ni del quar­to e del latte e tal­vol­ta morte del­l’a­ni­ma­le, acute ca­rat­te­riz­za­te da mam­mel­la con il quar­to o i quar­ti col­pi­ti in­gros­sa­ti, in­du­ri­ti, ede­ma­to­si, ar­ros­sa­ti, caldi, do­len­ti. La se­cre­zio­ne lat­tea è ma­cro­sco­pi­ca­men­te al­te­ra­ta (coa­gu­li, fioc­chi di fi­bri­na, latte ac­quo­so con co­lo­ra­zio­ne ano­ma­la) anche con ri­fe­ri­men­to alla sua com­po­si­zio­ne. La pro­du­zio­ne di latte si ri­du­ce for­te­men­te fino alla aga­las­sia. È pre­sen­te una sin­to­ma­to­lo­gia ge­ne­ra­le nelle bo­vi­ne, con feb­bre e al­te­ra­zio­ni della fun­zio­na­li­tà ru­mi­na­le, su­ba­cu­te (leg­ge­re) ca­rat­te­riz­za­te da una ri­du­zio­ne del latte pro­dot­to, au­men­to delle cel­lu­le so­ma­ti­che, pre­sen­za di ma­te­ria­le coa­gu­la­to nei primi getti;
  2. sub-cli­ni­che: con­trad­di­stin­te da una di­mi­nu­zio­ne del latte pro­dot­to, ri­du­zio­ne (ma non ma­cro­sco­pi­ca) della per­cen­tua­le di gras­so, pro­tei­ne, cal­cio e fo­sfo­ro. L’e­sa­me bat­te­rio­lo­gi­co è ge­ne­ral­men­te po­si­ti­vo con un au­men­to delle cel­lu­le so­ma­ti­che e in par­ti­co­la­re dei neu­tro­fi­li po­li­mor­fo­nu­clea­ti;
  3. cro­ni­che: si trat­ta spes­so di un’e­vo­lu­zio­ne delle forme acuta o sub-acu­ta cu­ra­te male, cioè con an­ti­bio­ti­co ina­dat­to o, più spes­so, con una po­so­lo­gia in­suf­fi­cien­te.

La pa­to­lo­gia de­ter­mi­na una man­ca­ta fun­zio­na­li­tà del pa­ren­chi­ma mam­ma­rio che può pre­sen­tar­si più gran­de e in­du­ri­to o de­ci­sa­men­te ri­dot­to con la con­se­guen­te di­mi­nu­zio­ne si­gni­fi­ca­ti­va della pro­du­zio­ne di latte. Come già evi­den­zia­to la causa più fre­quen­te di ma­sti­te è l’in­gres­so (esclu­si­va­men­te per via ascen­den­te at­tra­ver­so il ca­na­le del ca­pez­zo­lo) di mi­cror­ga­ni­smi al­l’in­ter­no della mam­mel­la con suc­ces­si­va pro­li­fe­ra­zio­ne degli stes­si. I sud­det­ti mi­cror­ga­ni­smi li pos­sia­mo di norma clas­si­fi­ca­ti in:

  1. con­ta­gio­si, come Strep­to­coc­cus aga­lac­tiae e Sta­phy­lo­coc­cus au­reus. Si trat­ta di mi­cror­ga­ni­smi in grado di mol­ti­pli­car­si a li­vel­lo della cute e al­l’in­ter­no della mam­mel­la che ne di­vie­ne il ser­ba­to­io, ma con scar­sa o nulla ca­pa­ci­tà di so­prav­vi­ve­re nel­l’am­bien­te. La tra­smis­sio­ne del­l’in­fe­zio­ne av­vie­ne quasi esclu­si­va­men­te at­tra­ver­so la mun­gi­tu­ra che vei­co­la, at­tra­ver­so le mani del mun­gi­to­re, il grup­po di mun­gi­tu­ra, sal­viet­te o spu­gne non mo­nou­so, re­si­dui di latte in­fet­to da una bo­vi­na ma­la­ta a una sana. Que­ste in­fe­zio­ni ten­do­no ad es­se­re sub­cli­ni­che o cro­ni­che per cui de­ter­mi­na­no im­por­tan­ti rial­zi nelle conte cel­lu­la­ri del latte di massa. Il ri­sa­na­men­to, cioè l’e­li­mi­na­zio­ne del­l’a­gen­te in­fet­ti­vo dalla stal­la, è pos­si­bi­le me­dian­te l’ap­pli­ca­zio­ne scru­po­lo­sa di pro­gram­mi ap­po­si­ta­men­te stu­dia­ti a li­vel­lo di sin­go­la azien­da e im­per­nia­ti su un’at­ten­ta pro­fi­las­si in quan­to, per lo meno per S. au­reus, la te­ra­pia in lat­ta­zio­ne è poco ef­fi­ca­ce.
  2. am­bien­ta­li, come co­li­for­mi e strep­to­coc­chi che al­ber­ga­no nor­mal­men­te nelle let­tie­re e pos­so­no pe­ne­tra­re nella mam­mel­la in ogni mo­men­to del ciclo pro­dut­ti­vo della bo­vi­na, com­pre­so il pe­rio­do di asciut­ta du­ran­te il quale il ri­schio di in­fe­zio­ne è anzi molte volte più ele­va­to che in lat­ta­zio­ne. Non è evi­den­te­men­te pos­si­bi­le eli­mi­na­re que­sti mi­cror­ga­ni­smi dalla stal­la per­tan­to vanno con­trol­la­ti ri­du­cen­do­ne il più pos­si­bi­le il nu­me­ro nel­l’am­bien­te me­dian­te una pu­li­zia ac­cu­ra­ta e man­te­nen­do ele­va­te le di­fe­se delle bo­vi­ne.

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batteri latte
Fig. 2 – An­da­men­to in per­cen­tua­le dei bat­te­ri nel latte (fonte art. Al­fon­so Zec­co­ni)

Con­te­stual­men­te va con­si­de­ra­to che la ma­sti­te, cli­ni­ca o sub­cli­ni­ca, non di­pen­de solo dalla pre­sen­za del mi­cro­bo, ma è il ri­sul­ta­to della sua in­te­ra­zio­ne con l’o­spi­te e che que­sta in­te­ra­zio­ne può es­se­re me­dia­ta da molti fat­to­ri che gio­ca­no un ruolo im­por­tan­te nel de­ter­mi­ni­smo della ma­lat­tia stes­sa.

Il rag­giun­gi­men­to dei bat­te­ri nella mam­mel­la at­tra­ver­so il ca­na­le del ca­pez­zo­lo e la loro mol­ti­pli­ca­zio­ne nel latte sca­te­na un pro­ces­so di na­tu­ra in­fiam­ma­to­ria che può avere un ef­fet­to di­ret­to sul­l’e­pi­te­lio mam­ma­rio e sulle cel­lu­le pre­sen­ti nel latte.
Nel tes­su­to mam­ma­rio e nel latte, in­fat­ti, si tro­va­no cel­lu­le di na­tu­ra im­mu­ni­ta­ria che svol­go­no un im­por­tan­te ruolo di­fen­si­vo per la mam­mel­la. Si trat­ta di leu­co­ci­ti, ap­par­te­nen­ti alla serie bian­ca, quali ma­cro­fa­gi, lin­fo­ci­ti e po­li­mor­fo­nu­clea­ti neu­tro­fi­li.

Quan­do il pa­to­ge­no ar­ri­va nella mam­mel­la, tutte le cel­lu­le re­si­den­ti agi­sco­no in ma­nie­ra or­ga­niz­za­ta per eli­mi­na­re l’in­tru­so e, men­tre i ma­cro­fa­gi ini­zia­no a in­glo­ba­re il mi­cror­ga­ni­smo, si avvia l’e­la­bo­ra­zio­ne di ci­to­chi­ne che porta alla fuo­riu­sci­ta dei neu­tro­fi­li dal san­gue verso il latte, dove svol­ge­ran­no un ruolo chia­ve nel pro­ces­so in­fiam­ma­to­rio.
Con­se­guen­za di tale pro­ces­so in­fiam­ma­to­rio nel latte di un ani­ma­le con ma­sti­te vi sarà un’e­le­va­ta per­cen­tua­le di neu­tro­fi­li che di­ven­ta­no la po­po­la­zio­ne cel­lu­la­re do­mi­nan­te, rap­pre­sen­tan­do fino al 90% delle cel­lu­le pre­sen­ti nelle prime fasi del­l’in­fe­zio­ne.
Nel 1910 venne co­nia­to da Pre­scott e Breed Il ter­mi­ne “cel­lu­le so­ma­ti­che”, quan­do si pen­sa­va an­co­ra che il rial­zo di cel­lu­le che si os­ser­va nel latte di un ani­ma­le con ma­sti­te fosse cau­sa­to da un su­pe­rio­re sfal­da­men­to delle cel­lu­le epi­te­lia­li che si stac­ca­va­no dagli al­veo­li mam­ma­ri.
Allo stato at­tua­le, in re­la­zio­ne agli studi con­dot­ti nel tempo è stato di­mo­stra­to che si trat­ta pre­va­len­te­men­te di neu­tro­fi­li pro­ve­nien­ti dal san­gue con no­te­vo­le au­men­to in caso di ma­sti­te. L’in­fe­zio­ne mam­ma­ria pro­vo­ca dun­que un af­flus­so di leu­co­ci­ti dal san­gue, a cui si af­fian­ca l’al­te­ra­zio­ne della fun­zio­na­li­tà se­cre­to­ria delle cel­lu­le mam­ma­rie e il con­se­guen­te cam­bia­men­to nel vo­lu­me e nella com­po­si­zio­ne del latte, di cui le cel­lu­le so­ma­ti­che sono un fe­de­le in­di­ce che il mondo scien­ti­fi­co in­ter­na­zio­na­le con­si­de­ra come stan­dard di qua­li­tà del latte pro­dot­to.

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Fig. 3 – Foto mi­cro­sco­pio elet­tro­ni­co leu­co­ci­ti nel latte (fonte art. Dott.​ssa Da­nie­la Pa­lum­bo)

Il mag­gior fat­to­re che in­fluen­za il nu­me­ro di cel­lu­le so­ma­ti­che nel latte è l’in­sor­gen­za di in­fe­zio­ni mam­ma­rie, nel latte di un ani­ma­le sano le cel­lu­le epi­te­lia­li si tro­va­no in bassa per­cen­tua­le (0- 7%), i ma­cro­fa­gi pre­do­mi­na­no fino a rag­giun­ge­re anche il 60% della po­po­la­zio­ne cel­lu­la­re, i lin­fo­ci­ti si tro­va­no circa al 30% (con pre­do­mi­nan­za dei lin­fo­ci­ti T sui lin­fo­ci­ti B), men­tre i neu­tro­fi li pre­sen­ti sono circa il 10% delle cel­lu­le. Quan­do il pa­to­ge­no giun­ge al­l’in­ter­no della mam­mel­la e si viene a sca­te­na­re il pro­ces­so in­fiam­ma­to­rio, le per­cen­tua­li in­di­ca­te su­bi­sco­no una no­te­vo­le va­ria­zio­ne in per­cen­tua­le, così nel latte di un ani­ma­le con ma­sti­te vi sarà un’e­le­va­ta per­cen­tua­le di neu­tro­fi­li che di­ven­ta­no la po­po­la­zio­ne cel­lu­la­re do­mi­nan­te, rap­pre­sen­tan­do fino al 90% delle cel­lu­le pre­sen­ti nelle prime fasi del­l’in­fe­zio­ne (La­houas­sa et al., 2007).

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Fig. 4 – Foto im­mu­niz­za­zio­ne con an­ti­cor­pi (fonte art. Dott.​ssa Da­nie­la Pa­lum­bo)

Il con­su­mo di latte con ele­va­to nu­me­ro di cel­lu­le so­ma­ti­che pre­sen­ta ri­schi di­ret­ti per la sa­lu­te umana non cor­re­la­ti al­l’as­sun­zio­ne per via ali­men­ta­re di un ali­men­to ricco di neu­tro­fi li, ma alla pre­sen­za di bat­te­ri pa­to­ge­ni, e so­prat­tut­to im­pli­ca dei ri­schi se­con­da­ri da non sot­to­va­lu­ta­re.

La pre­sen­za di un ele­va­to nu­me­ro di cel­lu­le so­ma­ti­che si­gni­fi­ca con­su­mo di latte pro­ve­nien­te da ani­ma­li con ma­sti­te, con­ta­mi­na­to, quin­di, da bat­te­ri e dalle loro tos­si­ne. Poi­ché tra i prin­ci­pa­li re­spon­sa­bi­li di ma­sti­te negli al­le­va­men­ti tro­via­mo Sta­phy­lo­coc­cus au­reus, strep­to­coc­chi ed Esche­ri­chia coli, non pos­sia­mo di­men­ti­ca­re che que­sti stes­si pa­to­ge­ni sono in grado di pro­vo­ca­re pa­to­lo­gie di na­tu­ra en­te­ri­ca nel­l’uo­mo, in par­ti­co­la­re gra­zie al­l’e­la­bo­ra­zio­ne di tos­si­ne che, es­sen­do ter­mo­sta­bi­li, sono in grado di re­si­ste­re alla pa­sto­riz­za­zio­ne. Un altro pa­to­ge­no re­spon­sa­bi­le di ma­sti­ti sub­cli­ni­che è Strep­to­coc­cus aga­lac­tiae, an­ch’es­so in grado di cau­sa­re nel­l’uo­mo pa­to­lo­gie set­ti­ce­mi­che so­prat­tut­to nei neo­na­ti.
Uni­ta­men­te a que­sti ri­schi di­ret­ti, bi­so­gna sot­to­li­nea­re come la pro­du­zio­ne di un latte con alto nu­me­ro di cel­lu­le so­ma­ti­che nel tank sia in re­la­zio­ne a una scar­sa cura per il ma­na­ge­ment azien­da­le, quin­di a una scar­sa igie­ne azien­da­le, che si­gni­fi­ca la pos­si­bi­le pre­sen­za di pa­to­ge­ni am­bien­ta­li che non sono in grado di pro­vo­ca­re ma­sti­ti negli ani­ma­li, ma pos­so­no es­se­re pro­ble­ma­ti­ci per l’uo­mo.
L’im­por­tan­za delle cel­lu­le so­ma­ti­che è stata ri­ba­di­ta dal­l’U­nio­ne Eu­ro­pea con quat­tro punti fon­da­men­ta­li (ri­por­ta­ti nei Reg.​CE 852/2004 e 853/2004): la conta delle cel­lu­le so­ma­ti­che è un in­di­ca­to­re della sa­ni­tà mam­ma­ria degli ani­ma­li pre­sen­ti in azien­da, tale conta è un im­por­tan­te in­di­ce di cam­bia­men­ti nella com­po­si­zio­ne del latte, un ele­va­to nu­me­ro di cel­lu­le so­ma­ti­che ha un im­pat­to ne­ga­ti­vo sulla qua­li­tà dei pro­dot­ti de­ri­va­ti dalla la­vo­ra­zio­ne del latte e un ele­va­to con­teg­gio di cel­lu­le so­ma­ti­che può avere im­pli­ca­zio­ni da non sot­to­va­lu­ta­re sulla si­cu­rez­za del con­su­ma­to­re, do­vu­te alla po­ten­zia­le pro­du­zio­ne di tos­si­ne da parte dei bat­te­ri agen­ti di ma­sti­te e alla pre­sen­za di re­si­dui an­ti­bio­ti­ci nel­l’a­li­men­to.

La mi­su­ra­zio­ne re­go­la­re delle cel­lu­le so­ma­ti­che si può ef­fet­tua­re a li­vel­lo di ani­ma­le, op­pu­re dalla ci­ster­na azien­da­le (tank). Mi­su­ra­re le cel­lu­le so­ma­ti­che del­l’a­ni­ma­le (pre­lie­vo quar­to per quar­to o dei quat­tro quar­ti) si­gni­fi­ca mo­ni­to­ra­re il sin­go­lo capo e va­lu­ta­re l’e­ven­tua­le in­sor­gen­za di in­fe­zio­ne in­tra­mam­ma­ria. Mi­su­ra­re le cel­lu­le so­ma­ti­che nel latte del tank, in­ve­ce, può ser­vi­re per sti­ma­re la qua­li­tà della pro­du­zio­ne azien­da­le e va­lu­ta­re la ne­ces­si­tà di un in­ter­ven­to qua­lo­ra siano su­pe­ra­ti i li­mi­ti pre­sta­bi­li­ti; que­sta mi­su­ra serve come va­ria­bi­le quan­ti­ta­ti­va che dà un’in­di­ca­zio­ne sul­l’en­ti­tà del pro­ble­ma pre­sen­te a li­vel­lo azien­da­le.

Con­clu­den­do che eco­no­mi­ca­men­te la pro­du­zio­ne di latte con un ele­va­to nu­me­ro di cel­lu­le so­ma­ti­che si ri­per­cuo­te sul pro­dut­to­re, sul tra­sfor­ma­to­re e sul con­su­ma­to­re, di­vie­ne di im­por­tan­za pri­ma­ria per l’al­le­va­to­re che in­ten­da pro­dur­re un latte di qua­li­tà e si­cu­ro dal punto di vista igie­ni­co- sa­ni­ta­rio im­po­sta­re la sua pro­du­zio­ne con un cor­ret­to pro­gram­ma di ma­na­ge­ment azien­da­le, che con­trol­li il pro­ble­ma alla ra­di­ce. Per­tan­to, il con­trol­lo delle ma­sti­ti ri­sie­de nel­l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne dei punti cri­ti­ci e nel loro con­trol­lo con in­ter­ven­ti stra­te­gi­ci. In­fat­ti, solo l’ap­pli­ca­zio­ne con­si­sten­te e de­ter­mi­na­ta di que­ste pra­ti­che può ga­ran­ti­re la pro­du­zio­ne di un latte si­cu­ro e di alta qua­li­tà.

Fonti bi­blio­gra­fi­che:

– Le cel­lu­le so­ma­ti­che nel latte in­fluen­za­no sa­ni­tà e qua­li­tà di Al­fon­so Zec­co­ni (2007)

– Ma­sti­te bo­vi­na da sta­phy­lo­coc­cus spp.:stu­dio in vitro e in vivo per l’’ap­pli­ca­zio­ne di un nuovo ap­proc­cio te­ra­peu­ti­co della Dott.​ssa Da­nie­la Pa­lum­bo (2008)

– Im­por­tan­za del con­trol­lo delle cel­lu­le so­ma­ti­che e delle ma­sti­ti nel­l’al­le­va­men­to da latte del

Dott. Gio­van­ni Ma­ria­ni (2005)

– Cause emer­gen­ti di ma­sti­te – 10° Con­gres­so Na­zio­na­le SIVAR del Dott. Y.H. Schuk­ken (2008)

– Le buone pra­ti­che ge­stio­na­li che aiu­ta­no a con­trol­la­re le ma­sti­ti dei Dott.​ri Gio­van­ni Ma­ria­ni, Marco No­cet­ti, Paola Vec­chia (2004)

– Evo­lu­zio­ne del­l’e­zio­lo­gia della ma­sti­te bo­vi­na nel nord Ita­lia dal 2005 al 2011 dei Dott.​ri L. Ber­toc­chi, F. Vi­sma­ra, T. Ha­tha­way, F. Fusi, A. Scal­ven­zi,G. Bol­zo­ni, G. Za­nar­di, G. Va­ri­sco – IZS Lom­bar­dia (2012)

– Reg.​CE 852/2004 e 853/2004) – Mi­ni­ste­ro della Sa­lu­te

Ales­sio Du­ra­stan­te, Tec­ni­co della Pre­ven­zio­ne – Ispet­to­re sa­ni­ta­rio ASL 01 Avez­za­no – Sul­mo­na- (L’A­qui­la). E-mail: redos@​inwind.​it

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