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di Isa­bel­la Bion­di e An­na­bel­la Vi­ta­lo­ne

smart drugs

Il ter­mi­ne “droga”, nel lin­guag­gio mo­der­no può as­su­me­re un du­pli­ce si­gni­fi­ca­to. Co­mu­ne­men­te, si in­ten­de ogni so­stan­za na­tu­ra­le o di sin­te­si ca­pa­ce di mo­di­fi­ca­re tem­po­ra­nea­men­te lo stato psi­chi­co del­l’in­di­vi­duo che è alla ri­cer­ca di una con­di­zio­ne di pia­ce­re. Ri­guar­da quin­di so­stan­ze o mi­sce­le di que­ste ad at­ti­vi­tà stu­pe­fa­cen­te ed al­lu­ci­no­ge­na (oppio, ha­shish, ma­ri­jua­na, co­cai­na, LSD ecc.).
In Far­ma­co­gno­sia in­ve­ce, si in­ten­de qual­sia­si corpo ve­ge­ta­le, ani­ma­le o mi­ne­ra­le o una parte di que­sto che con­tie­ne una o più so­stan­ze far­ma­co­lo­gi­ca­men­te at­ti­ve, dette prin­ci­pi at­ti­vi della droga. Sono con­si­de­ra­te dro­ghe anche al­cu­ni ali­men­ti (aglio e pe­pe­ron­ci­no) e spe­zie ad uso ali­men­ta­re (chio­di di ga­ro­fa­no, zaf­fe­ra­no, can­nel­la).

Cosa sono le smart drugs?

Nel corso degli ul­ti­mi anni si è as­si­sti­to in Eu­ro­pa al pro­gres­si­vo in­cre­men­to della ven­di­ta di so­stan­ze di ori­gi­ne ve­ge­ta­le, di­ver­se per ori­gi­ne e for­mu­la­zio­ne, pre­sen­ta­te come aven­ti i me­de­si­mi ef­fet­ti “da sbal­lo” delle co­sid­det­te “pa­stic­che”, ma senza ef­fet­ti col­la­te­ra­li, pro­met­ten­do così il rag­giun­gi­men­to di uno stato al­te­ra­to della co­scien­za at­tra­ver­so una via del tutto “na­tu­ra­le”! La ri­cer­ca scien­ti­fi­ca di­mo­stra però che na­tu­ra­le non è si­no­ni­mo di si­cu­ro. In que­sto con­te­sto si col­lo­ca­no le co­sid­det­te smart drugs, il cui nome si­gni­fi­ca let­te­ral­men­te “dro­ghe furbe”; tale ag­get­ti­vo è uti­liz­za­to per de­scri­ve­re tutti quei com­po­sti di ori­gi­ne na­tu­ra­le e sin­te­ti­ca che pos­so­no con­te­ne­re prin­ci­pi at­ti­vi con pro­prie­tà psi­coat­ti­ve. Que­sta de­fi­ni­zio­ne ha su­bi­to nu­me­ro­se mo­di­fi­che dal punto di vista cul­tu­ra­le; negli anni ‘90 il ter­mi­ne smart drugs si dif­fu­se negli Stati Uniti per in­di­ca­re al­cu­ni far­ma­ci usati nelle ma­lat­tie se­ni­li e la di­zio­ne ame­ri­ca­na del ter­mi­ne ri­guar­da an­co­ra oggi una serie di so­stan­ze far­ma­co­lo­gi­ca­men­te at­ti­ve, in grado di sti­mo­la­re le ca­pa­ci­tà co­gni­ti­ve. Solo a par­ti­re dalla fine degli anni ’90, ar­ri­va anche in Eu­ro­pa la moda stu­den­te­sca del­l’u­so di so­stan­ze na­tu­ra­li o sin­te­ti­che, con pre­sun­te in­di­ca­zio­ni di ef­fi­ca­cia sulla con­cen­tra­zio­ne e sulla me­mo­ria. L’ag­get­ti­vo “furbe” che de­mar­ca tali dro­ghe, si ri­fe­ri­sce al loro sta­tus le­gi­sla­ti­vo che, in molti casi, è le­ga­le; in quan­to men­tre è pos­si­bi­le che il prin­ci­pio at­ti­vo con­te­nu­to nelle parti fre­sche o sec­che delle pian­te ven­du­te come smart drugs sia pre­sen­te nelle ta­bel­le delle so­stan­ze stu­pe­fa­cen­ti, lo stes­so non vale per la pian­ta, né parti di essa, il che rende au­to­ma­ti­ca­men­te le­ga­le la loro ven­di­ta. Ad esem­pio, per quan­to ri­guar­da Ar­gy­reia ner­vo­sa, l’a­mi­de del­l’a­ci­do li­ser­gi­co in essa con­te­nu­to è pre­sen­te nella ta­bel­la I delle so­stan­ze stu­pe­fa­cen­ti, ma i suoi semi sono stati in­se­ri­ti nella me­de­si­ma ta­bel­la solo dal 2007 e ciò ren­de­va le­ga­le la loro ven­di­ta fino a quel mo­men­to. Inol­tre, sono de­fi­ni­te “furbe” anche per­ché esi­ste la pos­si­bi­li­tà di ac­qui­sta­re al­cu­ne di que­ste dro­ghe (ad esem­pio Spice) sotto forma di in­cen­si o pro­fu­mi per am­bien­ti, at­tra­ver­so siti web, con pre­ci­se in­di­ca­zio­ni di di­vie­to per uso umano! Un esem­pio re­la­ti­va­men­te re­cen­te è quel­lo ri­guar­dan­te Sal­via di­vi­no­rum, pian­ta le­gal­men­te ven­du­ta negli smart shops come pro­fu­ma­to­re am­bien­ta­le, il cui uso è in co­spi­cuo in­cre­men­to negli ul­ti­mi anni.

Pro­fi­lo d’uso e clas­si­fi­ca­zio­ni delle smart­drugs

Il pro­fi­lo del con­su­ma­to­re di smart drugs è molto dif­fe­ren­zia­to e va dagli stu­den­ti che ri­cer­ca­no sti­mo­lan­ti ce­re­bra­li (dal basso pro­fi­lo tos­si­co­lo­gi­co) per la pre­pa­ra­zio­ne degli esami, ad adul­ti 40-60en­ni che ri­cer­ca­no smart drugs dalle pro­prie­tà “si­mil-Via­gra®”, per il mi­glio­ra­men­to delle pre­sta­zio­ni ses­sua­li ed in­fi­ne grup­pi di gio­va­ni che usano tali so­stan­ze per i loro pre­sun­ti ef­fet­ti psi­che­de­li­ci o sem­pli­ce­men­te per cu­rio­si­tà.
Va­ria­bi­le è anche l’am­bien­te in cui tali dro­ghe ven­go­no con­su­ma­te (di­sco­te­che, rave party, uf­fi­cio, casa, ecc.), così come la loro mo­da­li­tà di as­sun­zio­ne; è pos­si­bi­le tro­va­re in com­mer­cio una vasta gamma di gocce, pa­stic­che, be­van­de al­co­li­che o ener­ge­ti­che, “canne” pre­pa­ra­te con pian­te aro­ma­ti­che, in­fu­si e de­cot­ti. Anche la clas­se chi­mi­co-fi­si­ca di ap­par­te­nen­za di tali so­stan­ze può va­ria­re no­te­vol­men­te, in­fat­ti è pos­si­bi­le di­stin­gue­re i pro­dot­ti caf­fei­ci, gli efe­dri­ni­ci, gli afro­di­sia­ci e in­fi­ne le eco-drugs. In ul­ti­mo, anche le fi­na­li­tà d’uso sono tra le più sva­ria­te, in ge­ne­re pre­val­go­no: cu­rio­si­tà, mi­glio­ra­men­to delle pre­sta­zio­ni psi­co­fi­si­che, delle per­for­man­ce ses­sua­li, ri­cer­ca di ef­fet­ti al­lu­ci­no­ge­ni, “uso uni­ver­si­ta­rio” (ossia, pre­sun­to po­ten­zia­men­to della con­cen­tra­zio­ne e della me­mo­ria).

Quali sono le più co­mu­ni smart drugs?

Nel­l’ot­ti­ca del vo­le­re for­ni­re una vi­sio­ne di in­sie­me delle dro­ghe mag­gior­men­te uti­liz­za­te su cui sono di­spo­ni­bi­li, ad oggi, in­for­ma­zio­ni scien­ti­fi­che, esa­mi­nia­mo più nel det­ta­glio al­cu­ne di que­ste. Tra le smart drugs ge­ne­ral­men­te ri­cer­ca­te per spe­ri­men­ta­re ef­fet­ti al­lu­ci­no­ge­ni tro­via­mo Ama­ni­ta mu­sca­ria, una spe­cie ve­le­no­sa di fungo as­sun­ta a scopo vo­lut­tua­rio. Il suo nome può er­ro­nea­men­te ri­con­dur­re ad una tos­si­na, la mu­sca­ri­na, che in real­tà è con­te­nu­ta solo in mi­ni­ma parte; i prin­ci­pi at­ti­vi in­ve­ce, con­te­nu­ti in quan­ti­tà to­ta­le del 20% circa, sono de­ri­va­ti neu­ro­tos­si­ci del­l’i­sos­sa­zo­lo (acido ibo­te­ni­co, mu­sci­mo­lo, mu­sca­zo­ne). Que­ste mo­le­co­le sono do­ta­te di pro­prie­tà psi­coat­ti­ve, in quan­to in grado di pro­dur­re uno stato di in­tos­si­ca­zio­ne si­mi­le a quel­lo pro­dot­to dal­l’al­col eti­li­co, con fe­no­me­ni di ec­ci­ta­zio­ne, al­lu­ci­na­zio­ni e mo­vi­men­ti spa­smo­di­ci.

Un’al­tra droga ve­ge­ta­le è Aya­hua­sca, che si pre­sen­ta ge­ne­ral­men­te sot­to­for­ma di be­van­da a base di so­stan­ze pro­ve­nien­ti da due spe­cie ve­ge­ta­li di­ver­se, quali Psy­cho­tria vi­ri­dis e Ba­ni­ste­riop­sis caapi. La prima con­tie­ne di­me­til­trip­ta­mi­na (DMT), men­tre la se­con­da con­tie­ne di­ver­si al­ca­loi­di ar­ma­li­ni­ci quali, ar­mi­na, te­trai­droar­mi­na ed ar­ma­li­na. La DMT è una mo­le­co­la dalle pro­prie­tà al­lu­ci­no­ge­ne che viene fa­cil­men­te e ra­pi­da­men­te inat­ti­va­ta dagli en­zi­mi en­do­ge­ni mo­noam­mi­nos­si­da­si (MAO); gli al­ca­loi­di ar­ma­li­ni­ci in­ve­ce, sono dei MAO ini­bi­to­ri ed è pro­prio per que­sto mo­ti­vo che solo dalla mi­sce­la delle due pian­te de­ri­va il ma­ni­fe­star­si delle vi­sio­ni/al­lu­ci­na­zio­ni ti­pi­ca­men­te as­so­cia­te al­l’as­sun­zio­ne della be­van­da.

Calea za­ca­te­chi­chi è una smart drugs ap­par­te­nen­te alla ca­te­go­ria delle pian­te con ef­fet­ti “onei­ro­ge­ni­ci”; le in­for­ma­zio­ni di­spo­ni­bi­li ad oggi, in let­te­ra­tu­ra, ri­por­ta­no che que­sta pian­ta con­tie­ne gran­di quan­ti­tà sia di fla­vo­ni che di lat­to­ni se­squi­ter­pe­ni­ci, ov­ve­ro quei prin­ci­pi at­ti­vi pre­sun­ti re­spon­sa­bi­li del­l’al­te­ra­zio­ne del sonno. Le mo­da­li­tà di as­sun­zio­ne più co­mu­ni sono orale e ina­la­to­ria.

Tra le smart drugs ri­cer­ca­te per spe­ri­men­ta­re gli ef­fet­ti al­lu­ci­no­ge­ni tro­via­mo in­ve­ce Da­tu­ra stra­mo­nium e Sal­via di­vi­no­rum. La prima è una droga di cui ven­go­no ge­ne­ral­men­te­fu­ma­te le fo­glie o man­gia­ti i semi. I suoi prin­ci­pa­li ef­fet­ti far­ma­co-tos­si­co­lo­gi­ci si de­vo­no agli al­ca­loi­di tro­pa­ni­ci in essa con­te­nu­ti come ad esem­pio, la io­scia­mi­na, an­ti­mu­sca­ri­ni­co che agi­sce bloc­can­do l’a­zio­ne del­l’a­ce­til­co­li­na a li­vel­lo del si­ste­ma ner­vo­so pa­ra­sim­pa­ti­co. L’an­ta­go­ni­smo eser­ci­ta­to da tali al­ca­loi­di pro­vo­ca nu­me­ro­si ef­fet­ti pa­ra­sim­pa­ti­co­li­ti­ci; ad esem­pio, a li­vel­lo del­l’oc­chio viene pro­dot­ta mi­dria­si e pa­ra­li­si del­l’ac­co­mo­da­zio­ne vi­si­va; si ha una no­te­vo­le ri­du­zio­ne del­l’at­ti­vi­tà escre­ti­va delle ghian­do­le eso­cri­ne; a li­vel­lo car­dia­co si hanno ta­chi­car­dia e pal­pi­ta­zio­ni.
Sal­via di­vi­no­rum è un nome che può sem­bra­re fa­mi­lia­re tut­ta­via, non si trat­ta della co­mu­ne pian­ta aro­ma­ti­ca im­pie­ga­ta in cu­ci­na, bensì di una po­ten­te pian­ta al­lu­ci­no­ge­na.Tali ef­fet­ti sono tutti da at­tri­bui­re alla sal­vi­no­ri­na A, il prin­ci­pa­le co­sti­tuen­te della pian­ta. La sua at­ti­vi­tà far­ma­co­lo­gi­ca può es­se­re pa­ra­go­na­ta a quel­la degli al­lu­ci­no­ge­ni sin­te­ti­ci LSD (die­ti­lam­mi­de del­l’a­ci­do li­ser­gi­co) e DOB (4-bro­mo-2,5-di­me­tos­si­fe­nil iso­pro­pi­la­mi­na), ri­spet­to ai quali si dif­fe­ren­zia per il mec­ca­ni­smo d’a­zio­ne. Il com­po­sto, in­fat­ti, è un po­ten­te ago­ni­sta dei re­cet­to­ri kappa per gli op­pioi­di, la cui sti­mo­la­zio­ne sem­bra es­se­re cor­re­la­ta agli ef­fet­ti psi­co­tro­pi as­so­cia­ti al con­su­mo di estrat­ti di Sal­via di­vi­no­rum. La sal­vi­no­ri­na è ca­pa­ce di agire sulla psi­che anche in dosi ve­ra­men­te molto basse (al di sotto dei 200μg).

Areca ca­te­chu, droga ge­ne­ral­men­te fu­ma­ta è in­ve­ce ri­cer­ca­ta per i suoi ef­fet­ti sti­mo­lan­ti ed eu­fo­riz­zan­ti at­tri­bui­ti al­l’a­re­co­li­na che è in grado di in­te­ra­gi­re sia con i re­cet­to­ri mu­sca­ri­ni­ci sia con quel­li ni­co­ti­ni­ci, pro­du­cen­do per­tan­to ef­fet­ti co­li­no-mi­me­ti­ci che si ma­ni­fe­sta­no con bra­di­car­dia, ipo­ten­sio­ne, bron­co­spa­smo, miosi, in­cre­men­to del tono mu­sco­la­re ed in­cre­men­to delle se­cre­zio­ni sa­li­va­re, ga­stri­ca, pan­crea­ti­ca, bron­chia­le e la­cri­ma­le. Inol­tre es­sen­do un ini­bi­to­re com­pe­ti­ti­vo del neu­ro­tra­smet­ti­to­re acido γ-am­mi­no­bu­tir­ri­co (GABA) im­pe­di­sce la neu­ro­tra­smis­sio­ne GA­BA-er­gi­ca. Così, men­tre una ben­zo­dia­ze­pi­na come ad esem­pio il dia­ze­pam po­ten­zia l’at­ti­vi­tà ini­bi­tri­ce del GABA de­ter­mi­nan­do un’a­zio­ne se­da­ti­va, l’a­re­co­li­na in­ve­ce, agen­do come GABA ini­bi­to­re, ge­ne­ra ef­fet­ti sti­mo­lan­ti o eu­fo­riz­zan­ti.

Ar­ge­mo­ne me­xi­ca­na è una smart drugs le cui fo­glie ven­go­no fu­ma­te alla ri­cer­ca di ef­fet­ti ma­ri­jua­na-si­mi­li; le prin­ci­pa­li at­ti­vi­tà far­ma­co­lo­gi­che degli estrat­ti di Ar­ge­mo­ne sono le­ga­te alla fra­zio­ne to­ta­le degli al­ca­loi­di pre­sen­ti: la san­gui­na­ri­na e la ber­be­ri­na che mo­stra­no una vasta gamma di ef­fet­ti far­ma­co­lo­gi­ci (epro­prie­tà anal­ge­si­che, an­tin­fiam­ma­to­rie, sti­mo­lan­ti re­spi­ra­to­ri, ipo­ten­sio­ne tran­si­to­ria, con­vul­sio­ni, con­tra­zio­ne ute­ri­na, pro­prie­tà an­ti­a­rit­mi­che, ef­fet­ti ino­tro­po-po­si­ti­vi).

Ar­gy­reia ner­vo­sa è una droga ri­cer­ca­ta per la sua ca­pa­ci­tà di in­dur­re ef­fet­ti psi­coat­ti­vi del tutto so­vrap­po­ni­bi­li a quel­li della die­ti­lam­mi­de del­l’a­ci­do li­ser­gi­co (LSD); l’er­gi­na, as­sie­me al­l’i­soer­gi­na (epi­me­ro del­l’er­gi­na con at­ti­vi­tà di gran lunga in­fe­rio­re), sono i prin­ci­pa­li al­ca­loi­di psi­coat­ti­vi con­te­nu­ti nei semi della pian­ta. Ana­lo­ga­men­te agli al­ca­loi­di del­l’er­got, l’er­gi­na sem­bre­reb­be le­gar­si ai re­cet­to­ri do­pa­mi­ner­gi­ci D2, la cui sti­mo­la­zio­ne causa l’i­ni­bi­zio­ne del­l’a­de­ni­la­to­ci­cla­si e la ri­du­zio­ne della for­ma­zio­ne di ade­no­si­na mo­no­fo­sfa­to ci­cli­co (AMPc).

Ephe­dra si­ni­ca è in­ve­ce una droga uti­liz­za­ta a scopo vo­lut­tua­rio per il mi­glio­ra­men­to delle pre­sta­zio­ni fi­si­che e per le sue ca­pa­ci­tà li­po­li­ti­che; l’e­fe­dri­na è un al­ca­loi­de dalle pro­prie­tà ter­mo­ge­ni­che ed ano­res­siz­zan­ti. Que­st’al­ca­loi­de sim­pa­ti­co­mi­me­ti­co agi­sce in qua­li­tà di ago­ni­sta, sia in ma­nie­ra di­ret­ta che in­di­ret­ta sui re­cet­to­ri α e β-adre­ner­gi­ci, sti­mo­lan­do il si­ste­ma ner­vo­so sim­pa­ti­co le cui fun­zio­ni più im­por­tan­ti sono la re­go­la­zio­ni del bat­ti­to car­dia­co e della pres­sio­ne ar­te­rio­sa, il tono e le mo­ti­li­tà dei vi­sce­ri, l’ac­co­mo­da­zio­ne della vista e la di­la­ta­zio­ne dei bron­chi.

In­fi­ne,tra le smart drugs più co­mu­ne­men­te as­sun­te tro­via­mo Spice,un nome sem­pli­ce die­tro il quale si na­scon­do­no mi­sce­le di più pian­te che ven­go­no uti­liz­za­te per av­ver­ti­re ef­fet­ti si­mi­li al quel­li che si ot­ten­go­no fu­man­do la can­na­bis. Gli ef­fet­ti di tale droga pos­so­no es­se­re le­ta­li. Al mo­men­to esi­sto­no un gran nu­me­ro di pro­dot­ti riu­ni­ti sotto il mar­chio “Spice”; i vari pro­dot­ti ri­por­ta­no in eti­chet­ta quasi sem­pre gli stes­si com­po­sti ve­ge­ta­li anche se in pro­por­zio­ni dif­fe­ren­ti.

Cosa fare per ar­gi­na­re il pro­ble­ma?

L’Os­ser­va­to­rio eu­ro­peo sulle dro­ghe e tos­si­co­di­pen­den­ze ri­por­ta che nel solo trien­nio 2010-2013 sono state se­gna­la­te al si­ste­ma di al­ler­ta ra­pi­do del­l’U­nio­ne Eu­ro­pea oltre 245 nuove so­stan­ze psi­coat­ti­ve. Per­tan­to, il mes­sag­gio che si vuole tra­smet­te­re me­dian­te le in­for­ma­zio­ni for­ni­te è quel­lo di far co­no­sce­re i prin­ci­pa­li ri­schi cor­re­la­ti al con­su­mo di so­stan­ze il più delle volte non le­ga­li, che i gio­va­ni tro­va­no fa­cil­men­te negli am­bien­ti che fre­quen­ta­no. La co­no­scen­za è sen­z’al­tro im­por­tan­te per pro­muo­ve­re la con­sa­pe­vo­lez­za dei ri­schi de­ri­van­ti dal­l’as­sun­zio­ne di tali dro­ghe, ma al­tret­tan­to im­por­tan­te è che venga ri­vol­ta una mag­gio­re at­ten­zio­ne nella re­go­la­men­ta­zio­ne della com­mer­cia­liz­za­zio­ne di que­ste dro­ghe da parte degli enti re­go­la­to­ri coin­vol­ti.

Nella ta­bel­la sot­to­stan­te sono ri­por­ta­ti in ma­nie­ra rias­sun­ti­va gli ef­fet­ti far­ma­co-tos­si­co­lo­gi­ci più co­mu­ni delle dro­ghe sopra men­zio­na­te.

smart drugs

Sunto del­l’e­la­bo­ra­to di tesi in Far­ma­co­gno­sia del Corso di Lau­rea trien­na­le in Scien­ze Far­ma­ceu­ti­che Ap­pli­ca­te (Fa­col­tà di Far­ma­cia e Me­di­ci­na), Sa­pien­za Uni­ver­si­tà di Roma.

Re­la­to­re: Dott.​ssa An­na­bel­la Vi­ta­lo­ne – Di­par­ti­men­to di Fi­sio­lo­gia e Far­ma­co­lo­gia “Vit­to­rio Er­spa­mer”, Sa­pien­za Uni­ver­si­tà di Roma.
Stu­den­te: Dott.​ssa Isa­bel­la Bion­di, lau­rea­ta in Scien­ze Far­ma­ceu­ti­che Ap­pli­ca­te ed in Bio­tec­no­lo­gie Far­ma­ceu­ti­che, pres­so Sa­pien­za Uni­ver­si­tà di Roma. E-mail: bio­ni­sa21@​tiscali.​it

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