Anche la cantina La Versa smorza la storia
Di C. Maurizio Scotti
Abbiamo detto e scritto che una marea di soci storici di un mondo arcaico e buono a poco negli affari che superano i livelli di guardia, ha subito e sta subendo affaristi e approfittatori in buona regola. Abbiamo detto e scritto di una terra storica per la vitivinicoltura di ampio respiro, di quell’Oltrepo Pavese che più di 110 anni fa ha saputo creare la cooperazione agricola e bancaria, fatta di tanti piccoli lotti radunati nell’insieme della ragione che l’unione fa la forza; la stessa unione che ha dato vita a tante piccole Casse rurali e Banche di credito cooperativo, costruite sul poco di tanti che alla fine faceva un tanto per tutti. E’ la storia dell’economia italiana, del Nord Italia ma anche del tessuto economico e produttivo di migliaia di piccole proprietà, divenute aziende persino a loro insaputa. E’ la storia di quel lembo agricolo di Lombardia che è stata la traccia delle primissime battaglie del Risorgimento, dell’ardore garibaldino per l’Unità d’Italia, della forza politica di Agostino Depretis e quindi della lotta partigiana per la Liberazione. Qui, nell’Oltrepo Pavese si sono scritte le pagine migliori di un’Italia volta alla crescita, allo sviluppo ed al benessere collettivo. Si è date anche l’impronta sociale del potere democratico, con l’abbreviativo cattolico, ma anche con quello socialista e liberale.
L’Oltrepo è un simbolo per tanti, soprattutto per il mondo agricolo e rurale, perchè le battaglie e le lotte hanno condotto a un beneficio territoriale che ha pochi paragoni in Europa: qui non c’è la città, bensì un numero ampio di piccoli centri tutti ravvicinati, tutti connessi, tutti volti ad una ragione sociale che viene detta “vocazione”.
L’Oltrepo Pavese è la terra vocata la vino, per natura, per capacità, per caparbietà. Ma poi la si tradisce, come si fa dell’amante snaturato e spazientito dai troppi falsi messi in mostra, dai maleodoranti ristagni di politiche assurde, dai repentini personaggi che calcano i filari, quasi fossero dei, enunciatori di fortune finanziarie degne di Bacco ma inverosimili… Tutti fasulli quanto le banche di Vicenza, venuti a vendere illusioni in Oltrepo, dove gente semplice e estremamente corretta ha cascato più di una volta.
Ora tocca a la Versa, una cantina che definire storica riduce ogni compito di qualsivoglia giornalista, E ben venga anche questo, se potrà servire a mettere fine al pandemonio, Ma l’Oltrepo è un’altra cosa, che nessuna altra terra vitivinicola d’Europa può vantare. Forse solo la California di Zorro e dell’irredentismo anticoloniale può accedere ad un pari lustro, Ma quella è una storia poco narrabile, forse un tantino inventata e probabilmente motivata da ragioni finanziarie che l’Oltrepo Pavese ha solo sognato di avere.
Vigneti Oltrepò Pavese (foto http://experienzapavese.it/)