Consumo di suolo: con un ddl si fa un primo passo verso la reale tutela del territorio. Ma andiamo avanti
di C.Maurizio Scotti
L’Italia fa un primo passo fondamentale verso un approccio più consapevole della necessità di tutela del territorio, un passo che pone in primo piano i temi dell’agricoltura e che va nella direzione di salvaguardia il paesaggio. Lo fa con un atto parlamentare che potremmo definire “controcorrente” rispetto alle strade recentemente intraprese nello sviluppo urbano di vaste aree a forte vocazione agricola. “Adesso chiediamo al Parlamento di giungere in tempi rapidi all’approvazione definitiva, introducendo i miglioramenti necessari a rendere la legge quanto più efficace possibile”. Così si è espresso il presidente della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, commentando il via libera della Camera al ddl sul “Contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato”.
“L’Italia ha bisogno di questa legge -spiega Scanavino-. Sono anni che la sollecitiamo e la attendiamo perché il suolo, soprattutto quello coltivato, continua a sparire, divorato dall’avanzata di cemento, incuria e degrado. Un processo costante che cancella 55 ettari di terreno agricolo al giorno, dopo averne già “bruciati” 2 milioni negli ultimi vent’anni”.
Ma perdere terreno agricolo significa, da un lato, aumentare la dipendenza nazionale dall’estero nel capitolo agroalimentare e, dall’altro, mettere a rischio un patrimonio paesaggistico che, tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, vale più di 10 miliardi di euro l’anno. Va infatti considerato che l’’estensione della superficie agricola è legata direttamente alla sicurezza alimentare anche in Italia: spesso si discute della scarsa qualità di prodotti alimentari importati, però non si approfondiscono i discorsi relativi agli spazi necessari per essere in molti casi autosufficienti. Certo non possiamo limitare il discorso al nostro Paese e nemmeno alla sola Europa, perchè le necessità alimentari non possono e non potranno essere colmate con le discusse produzioni Ogm o con più o meno impossibili idroflorecolture, sperando di sfamare il mondo con alghe oceaniche: se da una parte cresce la domanda globale di cibo e dall’altra diminuiscono le terre coltivate, il sistema non potrà reggere. Una contraddizione che va fermata e affrontata, prima di tutto a livello nazionale.
E poi una nuova attenzione al territorio oggi è assolutamente necessaria anche per motivi ambientali. La mancata manutenzione del suolo, il degrado di vasti territori, la cementificazione selvaggia e spesso persino abusiva, l’abbandono delle zone collinari e montane, dove è notevolmente ridotto il fondamentale presidio dell’agricoltore, contribuiscono a quei fenomeni di dissesto idrogeologico del Paese che sono alla base di persino di lutti e rovine.
“All’Italia quindi – osserva il Presidente della Cia-Agricoltori Italiani – serve una legislazione e una programmazione vera a difesa del suolo per ridurre il suo consumo e assicurare stabilità idrogeologica, in un Paese in cui questo rischio coinvolge il 9,8% della superficie nazionale e ben 6.633 comuni, con quasi un cittadino su dieci che vive in aree esposte al pericolo di alluvioni e frane”.
Davvero, oggi è giunto il momento di cambiare pagina, investendo in tutela ambientale e territoriale, mettendo in primo piano il fondamentale ruolo delle imprese agricole e riconoscendo l’importantissima opera dell’agricoltore, anche (e magari soprattutto) in quelle zone che tanta assenza di lungimiranza politica ha fatto sì che si siano trasformate in un habitat disagiato. Svizzera e Austria hanno percentuali di territori montani assai superiori all’Italia, hanno minori produzioni e limitati prodotti (nel Voralberg e nei Grigioni oltre ai prati c’è poco altro), ma anche a quote elevate sono riuscite a portare il senso umano di una civiltà agricola che è grado di mantenersi e di sostenere il relativo ambiente, senza che la gente accumuli gli stessi disagi che scopriamo da noi. Perché non fare altrettanto, magari cominciando dove tutto è più facile, dalle aree rurali di pianura!
Il consumo di suolo in Italia (foto www.isprambiente.gov.it)
23/05/2016