di Eugenio Cozzolino
Il tabacco greggio è ancora oggi una risorsa economica strategica, di cruciale importanza per il passato, il presente e il futuro di alcune comunità rurali. Si tratta senza dubbio di una coltura che ha un forte impatto sull’occupazione, perché molte fasi del processo di produzione (raccolta delle foglie, attività agricole post-raccolta e prima trasformazione industriale) non possono essere del tutto meccanizzate e devono essere eseguite manualmente. Il tabacco, inoltre, si adatta facilmente a condizioni climatiche e a suoli «difficili», e ciò permette la coltivazione anche in zone svantaggiate, come quelle in cui l’agricoltura e i settori non agricoli forniscono solo poche o nessuna alternativa valida dal punto di vista socio-economico. Inoltre, la produzione e la trasformazione del tabacco greggio sono caratterizzate da un’elevata quota di lavoro femminile, che negli impianti di trasformazione supera il cinquanta per cento della forza lavoro complessiva, favorendo processi di emancipazione assai significativi. (Nomisma 2014).
Con questo articolo inizia un ciclo di pubblicazioni sulle varietà di tabacco (quasi tutte oramai non più coltivate da decenni) che hanno permesso a partire dalla fine del diciannovesimo secolo l’affermazione e il successo della tabacchicoltura italiana nel contesto internazionale. Gli scritti sono estratti in modo sintetico dal testo del Dott. Nicola Sparano dal titolo “Tabacchi Greggi Indigeni”.
Spagnuolo di Comiso
La pianta dello “Spagnuolo di Comiso” appartiene botanicamente alla Nicotiana tabacum varietà brasiliensis incrociata con le varietà havanensis e macrophylla. Ha foglie ovato-oblunghe od oblunghe ad apice acuto ed inserite ad angolo acuto sullo stelo su cui si mantengono in posizione eretta finché non siano molto mature. La pianta alta ordinariamente m 1,85 a completa fioritura, porta in detto stadio da 20 a 25 foglie ed ha fiori rossi disposti a pannocchia subcorimbosa con corolla a lobi largamente ovati, apiculati. Tale varietà è stata coltivata dapprima nei territori di Licodia, Vizzini, Grammichele, Mineo e Caltagirone (Catania) e poi dal 1877 anche in quelli di Comiso, Santacroce Camerina, Ragusa, Chiaramonte e Vittoria (Siracusa). In nessun’altra provincia della Sicilia si coltivò fino al 1897 anno in cui si introdusse anche nel territorio dell’agenzia di Barcellona (provincia di Messina). La coltura del tabacco cominciò a svilupparsi in Sicilia in modo significante solo dopo il 1765 iniziandosi da Palermo e a Licodia sia giunta soltanto verso il 1800 (Alfonso, 1880). Ad ogni modo come lo stesso Alfonso afferma mancano in proposito dati positivi. Certo nel 1830 lo sviluppo della coltura dello Spagnuolo era molto importante e conferiva lustro alla Manifattura di Catania che diffondeva nell’isola il soavissimo “Licodia”, la polvere da fiuto più eletta fra quelle fabbricate in Sicilia.
Spagnuolo di Comiso – Pianta in fioritura
Clima del territorio coltivato a Spagnuolo
Relativamente caldo asciutto nel territorio della provincia di Siracusa (Comiso, Chiaramonte, Vittoria e Santa Croce) è piuttosto rigido in primavera a Licodia, dove si avverano brinate, per la posizione montuosa del paese (600 m circa sul livello del mare). In estate però anche a Licodia si ha elevata temperatura accoppiata a frequente siccità.
Terreno
La riuscita di tale tabacco non dipende tanto dai buoni metodi colturali quanto dalla qualità dei terreni che vi si destinano, i quali risultando dal detrito delle marne calcareo-terziarie, che sono ricchissime di carbonato di calcio, di silice, sesquiossido di ferro e di acido fosforico, vi apprestano gli elementi più favorevoli al suo sviluppo. Il calcareo argilloso è adunque il terreno predominante nel territorio dell’agenzia di Comiso.
Metodo di coltura e di cura
La semina si fa a letto freddo nella seconda quindicina di dicembre a Licodia Eubea nella prima quindicina di gennaio negli altri territori autorizzati. Dal semenzaio le piantine vengono direttamente collocate sui campi a dimora. Il trapianto inizia nella seconda decade di aprile e termina, a condizioni normali di stagione, il 20 maggio.
Le piante si collocano alla distanza di centimetri 80-90 × 80-90 cm fra di loro. Ordinariamente si adibiscono alla coltivazione del tabacco terreni precedentemente coltivati a fave, lino o foraggio. Reso libero da tali colture, il suolo si lavora con l’aratro alla profondità di circa 25-30 cm. Alla vigilia del trapianto si appiana e si divide in porche per la futura irrigazione. Nei terreni coltivati a fave. Negli altri si usa la concimazione con stallatico, che si sparge in primavera prima dell’aratura. Quindici giorni dopo il trapianto, dove sia possibile, la piantagione viene irrigata e dopo 4-5 giorni dall’irrigazione riceve una sarchiatura. Venti giorni dopo la coltivazione si assoggetta ad una seconda irrigazione e lavorazione a zappa e finalmente, allorché la vegetazione trovasi avanzata, riceve il lavoro di rincalzatura preceduto (di 5 o 6 giorni) da abbondanza di irrigazione. Nel momento in cui comincia la cimatura, l’irrigazione è proibita dalle norme dell’Amministrazione del Monopolio, e ciò per far si che i tabacchi non perdano il loro pregiato aroma e possano maturare perfettamente in tempo propizio. La cimatura delle piante viene eseguita a fioritura incipiente, lasciando in media 14 foglie per pianta, comprese le prime 3 o 4 delle più basse corone, le quali dopo l’addebito vanno distrutte come inservibili. La raccolta si fa a maturità avanzata per lo più in tre volte ad intervalli di circa 6-7 giorni, e si inizia dalle corone basse. Le ore del giorno più adatte per la raccolta sono quelle del tardo pomeriggio e le foglie appena raccolte vengono messe in massette in locali chiusi o sotto capanne con le punte rivolte in alto e così disposte si ricoprono di paglia. Restano così 36 ore circa in cui appassiscono e acquisiscono la morbidezza richiesta per maneggiarle. Si procede quindi con l’operazione di infilzatura e le filze si fanno di 30 foglie ciascuna e quando sono formate vengono situate sotto capanne scoperte ai lati, aventi il tetto di paglia. Vari coltivatori collocano le filze a festoni sotto gli agrumeti e i carrubeti e ivi le lasciano fino a completo prosciugamento. I produttori di Licodia collocano le foglie in ambienti chiusi ottenendo così prodotti di colore marrone chiaro e spesso verdognolo, mentre i prodotti degli altri territori tendono più al giallo. Il telaio di stendaggio è fatto per lo più di canne messe alla distanza di 70 cm l’una dall’altra. Le filze sono distanziate fra loro di 20-25 cm. Nella seconda quindicina di settembre le filze cominciano a scendersi dallo stendaggio e vengono collocate in masse in cui restano fino all’affascicolamento. Le masse vengono rivoltate di regola ogni settimana.
Spagnuolo di Comiso – Foglia curata e manocchio di foglie curate
Cernita ed affascicolamento
Le foglie dello Spagnuolo vengono classificate in tre classi. Le foglie molto sviluppate e molto ricche di sostanza, sane, intere di bel colore marrone chiaro o giallo uniforme si assegnano alla prima classe; quelle meno sviluppate o meno sostanziosa alla seconda e le altre di piccolo sviluppo di poca sostanza ma mature alla terza. Le foglie così cernite si affascicolano riunendole in numero di 50 per ogni fascicolo che vengono disposti in masse piuttosto grandi che si tengono ricoperte di tele e pressate con dei pesi. Si rivoltano di 10 in 15 giorni e per loro piccolo volume fermentano sono lievemente. I prodotti sono in tal modo tenuto in massa sino ai primi di gennaio in cui avviene la loro consegna ai magazzini del Monopolio.
Resa per ettaro e valore del prodotto
La produzione media per ettaro è 16 quintali nei buoni terreni a secco e di 20 in quelli irrigui. L’attuale valore delle foglia è di L. 110 a quintale per la prima classe, 80 per la seconda e 50 per la terza.
Governo del prodotto nei magazzini del Monopolio
Ricevuto il prodotto dai coltivatori si mette in masse non molto grandi, specie per i prodotti gialli. Allorché la massa raggiungi 35°C, si rivolta una prima volta, quindi una seconda dopodiché rifatta arrivi al citato grado di temperatura. In maggio-giugno il tabacco ritiensi stagionato e s’imballa, ma con non molta pressione. Le balle di Spagnuolo hanno un peso medio di circa 160-170 chilogrammi.
Caratteri merceologici della foglia
Fornita di un tessuto ricchissimo di sostanza, molto gommoso, ma a grosso scheletro per lo spessore della costola mediana e delle nervature, la foglia dello Spagnuolo, di forma oblunga acuta, e talvolta anche ovato-oblunga, ha un colore marrone chiaro o giallo non però sempre uniforme, ma spesso chiazzato di macchie scure verdastre, ed un soavissimo aroma che la designa fra le più elette foglie per polveri. Deficiente in combustibilità è piuttosto ricca di nicotina specie nei prodotti irrigati.
Da investigazioni fatte dall’agenzia di Comiso in provincia di Siracusa, risulta che nei territori di Santa Croce Camerina e Ragusa, e precisamente nelle contrade Baccarese e Piana Randello, lo Spagnuolo viene più giallo, più aromatico e di grande sviluppo. I terreni di tali contrade sono irrigui, siliceo-calcarei, di colore rossastro. In provincia di Catania, nel comune di Licodia Eubéa, nelle contrade Vigna Signore, Selva, Cappuccini, S. Pietro Vecchio e Nostradonna, i terreni sono a secco di natura sabbiosi-silicei superficialmente ciottolosi. Nelle contrade Donnanna, Orto S. Domenico, Canalotto, Acqua Amara, Acqua Molla e Pirrone i terreni possono essere leggermente irrigati una o al più due volte, quelle delle prime 3 contrade con gli scoli di un piccolo lavatoio e gli altri con acqua contenente magnesia, che scaturisce dal soprastante monte detto Castello. Tali terreni sono di origine vulcanica, sabbiosi-argillosi, ricchi di ciottoli.
I prodotti di tali località sono di colore marrone più o meno chiaro a causa della cura in locali chiusi, di mediocre sviluppo ma assai più aromatici di quelli della provincia di Siracusa. I prodotti sopra tutti i più aromatici sono poi specialmente quelli delle contrade Acqua Amara, Acqua Molle e Pirrone e si ritiene da quei coltivatori che ciò segnatamente dipenda dalla presenza della magnesia nelle acque che si adoperano per l’irrigazione.
Impiego
Segnatamente le foglie di Spagnuolo s’impiegano nelle polveri dette Licodia, pregiatissime per la loro spiccata soavità di aroma; in piccole proporzioni entrano poi nella confezione del rapato di prima qualità nostrale, nei Caradà comuni e nel Zenziglio e in quantità ancora più tenue nel trinciato di seconda qualità fermentato.
Spagnuolo di Comiso – Ballotto allestito per la consegna
Bibliografia consultata
Nicola Sparano, 1906 – Tabacchi greggi indigeni. Tipografia Elzeviriana-Roma.
Ferdinando Alfonso, 1880 – Monografia sui tabacchi della Sicilia. G. Lorsnaider Tipografia-Palermo.
Nomisma, 2014 – XVI Rapporto sulla filiera del tabacco in Italia.
Eugenio Cozzolino: Laurea in Scienze Agrarie, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II” . Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo.
Componente della “Lista nazionale degli ispettori preposti al controllo degli enti od organismi riconosciuti idonei ad effettuare le prove ufficiali ai fini della registrazione dei prodotti fitosanitari” istituita dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Dipendente dal 1987 nel ruolo tecnico del Mipaf e successivamente come Collaboratore tecnico nei ruoli del CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) divenuto CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) a partire dall’anno 2015. E’ autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche e divulgative. Curriculum vitae >>>
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