Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Ga­briel­la Di Mas­si­mo

Tartufaia coltivata di Tuber aestivum
Tar­tu­fa­ia col­ti­va­ta di Tuber ae­sti­vum (foto Ga­briel­la Di Mas­si­mo)

La­vo­ra­zio­ni post im­pian­to
1 – Ri­pri­sti­no delle fal­lan­ze
Una per­cen­tua­le di fal­lan­ze pari al­l’1-3% è da con­si­de­rar­si fi­sio­lo­gi­ca, fal­lan­ze mag­gio­ri pos­so­no es­se­re in­di­ce di una cat­ti­va con­du­zio­ne dei la­vo­ri. Tra il primo e il se­con­do anno è bene prov­ve­de­re al ri­sar­ci­men­to delle fal­lan­ze, farlo suc­ces­si­va­men­te por­te­reb­be ad avere pian­te con un ac­cre­sci­men­to di­so­mo­ge­neo.
2 – Con­trol­lo delle erbe in­fe­stan­ti
Le erbe in­fe­stan­ti, so­prat­tut­to nei primi anni dal­l’im­pian­to, vanno con­te­nu­te in quan­to sot­trag­go­no luce, acqua ed ele­men­ti nu­tri­ti­vi alle gio­va­ni pian­ti­ne. Non è con­si­glia­to l’uso di di­ser­ban­ti chi­mi­ci per cui si deve ri­cor­re­re al di­ser­bo mec­ca­ni­co nel­l’in­ter­fi­la e a quel­lo ma­nua­le in pros­si­mi­tà delle gio­va­ni pian­ti­ne.
Dopo 4 – 5 anni le pian­te mi­cor­ri­za­te con tar­tu­fo nero pre­gia­to o con lo scor­zo­ne for­ma­no un pia­nel­lo cioè, un’a­rea più o meno cir­co­la­re priva di ve­ge­ta­zio­ne per cui gli in­ter­ven­ti di di­ser­bo sa­ran­no li­mi­ta­ti al­l’in­ter­fi­la, negli im­pian­ti pro­dut­ti­vi adul­ti i pia­nel­li si con­giun­go­no e la ve­ge­ta­zio­ne er­ba­cea pra­ti­ca­men­te scom­pa­re.
3 – Po­ta­tu­re
La po­ta­tu­ra delle pian­te mi­cor­ri­za­te è molto de­li­ca­ta; in quan­to deve es­se­re mi­ra­ta alla pro­du­zio­ne dei tar­tu­fi, pur­trop­po, non è noto l’in­fluen­za che essa può avere sulla frut­ti­fi­ca­zio­ne. Ci sono nu­me­ro­se scuo­le di pen­sie­ro che si pos­so­no rias­su­me­re in :
– Nes­sun in­ter­ven­to: le tar­tu­fa­ie na­tu­ra­li pro­du­co­no senza che nes­su­no le abbia mai po­ta­te.
– In­ter­ven­ti molto blan­di li­mi­ta­ti a una leg­ge­ra po­ta­tu­ra alle gio­va­ni pian­ti­ne per gui­da­re la for­ma­zio­ne della chio­ma e al­tret­tan­ti in­ter­ven­ti leg­ge­ri sulle pian­te adul­te per evi­ta­re l’ec­ces­si­vo om­breg­gia­men­to o per fa­vo­ri­re il pas­sag­gio dei mezzi mec­ca­ni­ci..
– In­ter­ven­ti dra­sti­ci: le pian­te ven­go­no sot­to­po­ste a po­ta­tu­re molto in­ten­se fin da pic­co­le in modo da ot­te­ne­re pian­te basse, con la chio­ma molto com­pat­ta. Que­sta tec­ni­ca ap­pli­ca­ta da al­cu­ni tar­tu­fi­col­to­ri su im­pian­ti di molti et­ta­ri, si basa sulla la teo­ria se­con­do cui, le po­ta­tu­re dra­sti­che li­mi­te­reb­be­ro lo svi­lup­po delle ra­di­ci, ciò fa­vo­ri­reb­be la con­cen­tra­zio­ne delle mi­cor­ri­ze e quin­di una più pre­co­ce en­tra­ta in pro­du­zio­ne.
4 – La­vo­ra­zio­ni del ter­re­no
Dopo l’im­pian­to si pos­so­no fare la­vo­ra­zio­ni su­per­fi­cia­li del ter­re­no mi­ra­te a fa­vo­ri­re l’ap­pro­fon­di­men­to delle ra­di­ci, l’ae­rea­zio­ne del suolo, l’in­fil­tra­zio­ne del­l’ac­qua e il con­te­ni­men­to delle erbe in­fe­stan­ti. Anche in que­sto caso la de­ci­sio­ne se in­ter­ve­ni­re o meno va presa in base alle ca­rat­te­ri­sti­che del suolo e alla spe­cie fo­re­sta­le sim­bion­te.
5 – Con­ci­ma­zio­ni e am­men­da­men­ti
La con­ci­ma­zi­ne sia mi­ne­ra­le che or­ga­ni­ca di norma, non viene pra­ti­ca­ta e non esi­sto­no, in me­ri­to al­l’ar­go­men­to, molti dati in let­te­ra­tu­ra. Molti tar­tu­fi­col­to­ri ag­giun­go­no al ter­re­no le so­stan­te più sva­ria­te (pula di riso, latte acido, ce­ne­re, ecc.), cia­scu­no vanta la bontà del pro­prio me­to­do ma, non aven­do alcun ri­scon­tro spe­ri­men­ta­le, non pos­sia­mo fare nes­su­na va­lu­ta­zio­ne sulla va­li­di­tà di que­sti me­to­di em­pi­ri­ci.

Tartufaia coltivata di Tuber magnatum
Tar­tu­fa­ia col­ti­va­ta di Tuber ma­gna­tum (foto Ga­briel­la Di Mas­si­mo)

Ve­ri­fi­ca della pro­du­zio­ne
La ve­ri­fi­ca della pro­du­zio­ne si in­co­min­cia in­tor­no al quar­to – quin­to anno, dopo que­sto lasso di tempi in­fat­ti, se gli im­pian­ti sono stati rea­liz­za­ti e con­dot­ti ra­zio­nal­men­te, è pos­si­bi­le rac­co­glie­re i primi tar­tu­fi. Per tutte le spe­cie, ad esclu­sio­ne del tar­tu­fo bian­co, pro­du­zio­ni in­te­res­san­ti in­co­min­cia­no ad es­ser­ci, in media, dal de­ci­mo anno in poi. In caso di as­sen­za di pro­du­zio­ne, si può ve­ri­fi­ca­re la per­ma­nen­za delle mi­cor­ri­ze sugli ap­pa­ra­ti ra­di­ca­li me­dian­te l’a­na­li­si di cam­pio­ni di ra­di­ci. Sono ana­li­si che pos­so­no es­se­re ef­fet­tua­te solo in pochi la­bo­ra­to­ri spe­cia­liz­za­ti e sono ab­ba­stan­za co­sto­se (30 – 60 euro a cam­pio­ne).
Pro­get­ta­zio­ne e as­si­sten­za tec­ni­ca
La pro­get­ta­zio­ne da parte di un pro­fes­sio­ni­sta (dot­to­re agro­no­mo o fo­re­sta­le), è ri­chie­sta qua­lo­ra si ac­ce­de a con­tri­bu­ti pub­bli­ci, essa in­ci­de me­dia­men­te per il 6% del va­lo­re to­ta­le del pro­get­to. Il pro­ble­ma è che i tec­ni­ci esper­ti in tar­tu­fi­col­tu­ra sono molto pochi in quan­to que­sta ma­te­ria è in­se­gna­ta in po­chis­si­me uni­ver­si­tà, l’as­si­sten­za tec­ni­ca è ca­ren­te, fatta ec­ce­zio­ne per al­cu­ne re­gio­ni dove la col­ti­va­zio­ne dei tar­tu­fi è pra­ti­ca­ta da molti anni per cui ci sono di­pen­den­ti re­gio­na­li, delle Co­mu­ni­tà Mon­ta­ne o di altri enti pub­bli­ci che hanno una for­ma­zio­ne spe­ci­fi­ca in que­sto set­to­re. Un ruolo im­por­tan­te, al­me­no nelle fasi pre­li­mi­na­ri del­l’im­pian­to, è svol­to dai vi­vai­sti che di so­li­to sono in grado di dare buoni con­si­gli tec­ni­ci.

Tartufaia coltivata di Tuber borchii
Tar­tu­fa­ia col­ti­va­ta di Tuber bor­chii (foto Ga­briel­la Di Mas­si­mo)

Truf­fe e rag­gi­ri
Da al­me­no un de­cen­nio ope­ra­no al­cu­ne strut­tu­re che hanno truf­fa­to molti im­pren­di­to­ri agri­co­li in tutta Ita­lia. La loro tec­ni­ca con­si­ste nel pre­sen­tar­si come pro­fes­sio­ni­sti esper­ti del set­to­re, nel di­chia­ra­re che le pian­te mi­cor­ri­za­te da essi pro­po­ste, sono ec­ce­zio­na­li in quan­to pro­dot­te con me­to­do­lo­gie in­no­va­ti­ve in col­la­bo­ra­zio­ne con strut­tu­re scien­ti­fi­che par­ti­co­lar­men­te note, di volta in volta, ita­lia­ne o fran­ce­si; nel ga­ran­ti­re l’en­tra­ta in pro­du­zio­ne delle loro pian­te mi­cor­ri­za­te già al terzo anno dal­l’im­pian­to; nel­l’as­si­cu­ra­re una pro­du­zio­ne di tar­tu­fo da 1 a 3 chili per cia­scu­na pian­ta; nel ren­der­si di­spo­ni­bi­li a ri­ti­ra­re essi stes­si il tar­tu­fo pro­dot­to a prez­zo di mer­ca­to. Nei primi tre anni for­ni­sco­no as­si­sten­za tec­ni­ca con uno o due so­pral­luo­ghi sul­l’im­pian­to e con­si­glia­no una mi­stu­ra li­qui­da con­te­nen­te so­stan­ze che fa­vo­ri­reb­be­ro la pro­du­zio­ne dei tar­tu­fi. Le pian­te mi­cor­ri­za­te ven­go­no ven­du­te a un prez­zo che oscil­la dai 60 – 120 euro, i so­pral­luo­ghi ven­go­no ef­fet­tua­ti die­tro pa­ga­men­to e il costo della po­zio­ne è di pa­rec­chie cen­ti­na­ia di euro a litro. Pur­top­po le per­so­ne truf­fa­te sono cen­ti­na­ia e di­stri­bui­te in tutta la pe­ni­so­la isole com­pre­se.

A scan­so di equi­vo­ci si pre­ci­sa che:
1 – non esi­sto­no pian­te mi­cor­ri­za­te ita­lia­ne o stra­nie­re in grado di pro­dur­re un chilo di tar­tu­fo dopo tre anni;
2 – nes­su­no è in grado di ga­ran­ti­re l’en­tra­ta in pro­du­zio­ne di una pian­ta mi­cor­ri­za­ta e pre­ve­de­re la quan­ti­tà di tar­tu­fo pro­dot­to;
3 – le strut­tu­re di ri­cer­ca pub­bli­che ita­lia­ne non col­la­bo­ra­no con i vivai per la pro­du­zio­ne delle pian­te mi­cor­ri­za­te, su ri­chie­sta dei vi­vai­sti e me­dian­te ap­po­si­te con­ven­zio­ni, ef­fet­tua­no il con­trol­lo della qua­li­tà delle pian­te e ri­la­scia­no un cer­ti­fi­ca­to.
4 – Non esi­sto­no, at­tual­men­te, mi­stu­re mi­ra­co­lo­se che pos­sa­no fa­vo­ri­re la frut­ti­fi­ca­zio­ne dei tar­tu­fi.
Un’al­tra truf­fa meno fre­quen­te è quel­la d i ven­de­re come mi­cor­ri­za­te, es­sen­ze quali l’o­li­vo, il ro­sma­ri­no o altre pian­te che non con­trag­go­no la sim­bio­si mi­cor­ri­zi­ca con le spe­cie del ge­ne­re Tuber.

Ga­briel­la Di Mas­si­mo è lau­rea­ta in Scien­ze Agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà di Pe­ru­gia. Iscrit­ta al Re­gi­stro Na­zio­na­le Mi­co­lo­gi, svol­ge at­ti­vi­tà di ri­cer­ca pres­so il Di­par­ti­men­to di Bio­lo­g­ia Ve­ge­ta­le e Bio­tec­no­lo­gie Agroam­bien­ta­li, nel pro­get­to “Evo­lu­zio­ne della mi­cor­ri­za­zio­ne in tar­tu­fa­ie sot­to­po­ste a dif­fe­ren­ti tec­ni­che col­tu­ra­li” pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli studi di Pe­ru­gia. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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