di Luca Mattioli, Vito Mazzarone, Marco Ferretti
Capriolo (foto Zanghellini)
Introduzione
Con la legge n. 56 del 2014, nota come “legge Delrio”, diverse funzioni prima affidate alla Province sono passate alla Regioni. Fra queste, a partire dal primo gennaio 2016, la gestione faunistica, appannaggio precedentemente delle dieci province toscane, è diventata di unica competenza regionale. E’ stato quindi necessario intraprendere un non semplice percorso di armonizzazione sia disciplinare che gestionale, basato anche su una forte spinta alla digitalizzazione.
Di questa fase di rinnovamento hanno fatto parte sia il tesserino venatorio digitale (https://supporto.toscaccia.it/), sia il Portale gestionale “Toscaccia” che la cartografia digitale open-source su Geoscopio (https://www502.regione.toscana.it/geoscopio/cacciapesca.html).
Proprio dal nostro portale cartografico è possibile facilmente individuare gli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), gli istituti faunistici pubblici e privati e le aree protette.
Inoltre, è possibile vedere per gli ungulati la divisione di tutto il territorio regionale in “aree vocate” ed in “aree non vocate”.
La disciplina regionale ha indicato le modalità per definire le “aree non vocate” (equivalenti a quelle “problematiche” delle Linee Guida ISPRA (1) (2) (3), caratterizzate da colture agricole e/o aree antropizzate) in cui la gestione deve tendere ad una forte riduzione delle consistenze e, di conseguenza, le “aree vocate” (per lo più boscate e/o cespugliate) nelle quali la gestione rimane di tipo conservativo. Le aree vocate e non vocate sono state divise in Unità di Gestione (UDG) che comprendono sia i distretti che gli istituti faunistici.
La Regione Toscana ha inoltre prodotto due protocolli triennali con ISPRA per superare l’ordinario parere annuale sui piani di prelievo (4). In questi protocolli vi sono descritti nel dettaglio le modalità di stima delle popolazioni selvatiche.
Appare opportuno fare un punto sulla gestione delle specie ungulate, in particolare del capriolo, negli ultimi anni (periodo 2016-2023, con alcuni dati relativi anche al 2024) con un’analisi approfondita inerente le stime ed i piani di prelievo. Alla fine vi è una panoramica sull’andamento dei danni del capriolo e della fauna selvatica in generale sulle colture agricole.
Superficie gestita
L’analisi si basa su un totale di 524 UDG (Distretti di gestione degli ATC, Aziende Faunistico Venatorie – AFV, Aziende Agrituristico Venatorie – AAV) che hanno avuto continuità di gestione nel periodo considerato. Alcune AFV-AAV con piani approvati ma che non hanno fatto gestione o la hanno interrotta sono state escluse dalle analisi.
La superficie utile per la specie (AUS) delle 524 UDG è aumentata da 1.306.000 ha nel 2017 a 1.665.000 ha circa del 2024 con un incremento del + 27%. L’incremento maggiore è stato a carico dei distretti (+ 29%) rispetto agli istituti privati AFV-AAV (+11%).
Figura n° 1 Incremento della superficie gestita (AUS) nel periodo 2017-2024
La superficie AUS del 2024 ripartita tra i 14 ATC (si esclude LI10 dove il capriolo è assente) è riportata nella tabella successiva. Come si vede anche dai grafici a torta il 90 % dell’AUS è gestito nella forma dei distretti (ATC). Tre quarti dell’AUS ricade in Area Vocata alla specie capriolo.
Tabella n° 1- Superficie AUS per ATC distinta tra tipologia di UDG.
Figure n° 2 e 3 Superficie AUS distinta tra tipologia di UDG e AV/ANV
Consistenza della popolazione di capriolo
Nonostante l’aumento della superficie gestita, a partire dal 2017, si è registrata una diminuzione della consistenza (n° totale di caprioli stimati nella superficie gestita sulla base delle stime effettuate).
La diminuzione è stata da circa 192.000 a circa 145.000 capi in primavera prima delle nascite, pari a – 25% circa. La diminuzione è stata più marcata nei distretti (- 34%) rispetto agli istituti privati (- 21 %).
Si fa presente che per alcuni distretti che usano il metodo di stima delle battute o settori in uscita dal bosco, e per alcuni anni, la consistenza non è stata stimata ma calcolata sulla base del protocollo di gestione triennale concordato da Regione Toscana con ISPRA (4).
Per il 2021 si è preferito non considerare il dato di stima, visto l’alto numero di distretti che non avevano effettuato i censimenti grazie al protocollo ed il valore falsato della consistenza (vedi Tabella n° 2).
Figura n° 3a Diminuzione della consistenza del capriolo in Toscana nel periodo 2017-2024
Tabella n° 2- Consistenza del capriolo per ciascuno dei 14 comprensori: n° caprioli stimati nelle UDG (distretti + AFV-AAV)
Andamento della densità
Dato che la superficie gestita è aumentata nel tempo ma la consistenza è diminuita (- 25%), ne consegue che la densità, che è la consistenza per unità di superficie standard (nel nostro caso 1 kmq = 100 Ha), è diminuita in misura maggiore della consistenza. La densità media (aritmetica), calcolata su tutte le UDG è diminuita da 14,7 caprioli/100 Ha del 2017 a 8,7 caprioli/100 Ha del 20234, pari al – 40 % circa.
Ancora una volta la diminuzione è stata più marcata per i Distretti (- 49 %) rispetto a AFV-AAV (- 29 %).
Figura n° 3b Diminuzione della densità del capriolo in Toscana periodo 2017-2024
Tabella n° 3- Densità di capriolo (n° capi/100 Ha di AUS) espressa come media aritmetica dei Distretti in AREA VOCATA di ciascuno dei 13 ATC (FI05 non ha distretti in AV);
Tabella n° 4- Densità di capriolo (n° capi/100 Ha di AUS) espressa come media aritmetica dei Distretti in AREA NON VOCATA degli 14 ATC toscani;
Nella tabella n° 3 sono riportati i valori di densità media (aritmetica) calcolata sui soli distretti di gestione in area vocata (AV). Per alcune ATC si sono omessi i valori negli anni in cui non sono stati effettuati i censimenti per effetto del protocollo di gestione concordato tra RT e ISPRA.
Nella tabella n° 4 sono riportati i valori di densità media ottenuti dai soli distretti ubicati in area non vocata (ANV).
Come si può vedere dalla ultima colonna della tabella 3, nel periodo di otto anni 2017-2024 si è registrata una diminuzione di densità nei distretti in area vocata di tutti gli ATC, con l’eccezione di SI08. Gli ATC con riduzione più marcata sono stati: AR01, AR02, FI04, LI09, LU12, PT11 con valori assoluti > – 30%. Gli altri ATC GR06, GR07, MS13, PI14, PI15 e SI03 hanno avuto diminuzioni comprese tra -17 e -29%.
Dai dati della tabella 4, si vede che nei distretti situati in area non vocata la situazione è più articolata: nei distretti degli ATC FI04, FI05, SI03 e SI08 dove il capriolo presenta densità paragonabili ai distretti in area vocata, la diminuzione è stata ugualmente marcata con valori tra -30 e -55 %. Nei restanti distretti situati in aree con poco bosco, che hanno valori di densità inferiori ad 1 capo/100 ha, si sono osservati andamenti meno netti.
Nelle figure successive si illustra l’andamento della densità nel periodo 2017-2024, cumulando tutti i distretti.
Nella figura n° 4 si sono raggruppati gli ATC che hanno mostrato una diminuzione che è spiegata da una funzione di tipo lineare negativo. I valori sono presi dalla tabella n° 4 (distretti in AV) ad eccezione dell’ ATC FI05 che ha solo distretti in ANV.
Il coefficiente R² indica la % di variazione spiegata dalla funzione. I valori sono tutti elevati ad indicare una robustezza statistica del fenomeno della diminuzione di densità nel tempo per questi ATC.
L’inclinazione della linea verso il basso indica una diminuzione più rapida (ATC AR01, AR02, PT11, FI05) rispetto agli ATC FI04 e PI14 dove la diminuzione è stata meno accentuata.
Figura n° 4 Diminuzione della densità del capriolo negli ATC AR01, AR02, FI04, FI05, PT11, PI14 nel periodo 2017-2024
Nella figura n° 5 si sono raggruppati gli ATC di Grosseto e Siena che mostrano la diminuzione della densità che segue un andamento a parabola descritto da una funzione polinomiale di secondo grado. In parole più semplici in questi ATC la diminuzione si è verificata solo negli ultimi anni, dopo un periodo di stasi o addirittura di crescita (SI08).
Anche in questo caso il fattore R² è elevato e superiore a 0,89.
Figura n° 5 Diminuzione della densità del capriolo negli ATC GR06, GR07, SI03, SI08 nel periodo 2017-2024
Figura n° 6 Diminuzione della densità del capriolo negli ATC LI09, LU12, MS13, PI14, PI15 nel periodo 2017-2024
Infine nella Figura n° 6 sono illustrati gli andamenti sempre in diminuzione dei rimanenti ATC di Livorno, Lucca, Massa e Pisa15. In questi casi l’andamento, pur essendo complessivamente in diminuzione, presenta delle oscillazioni che sono spiegate da una funzione polinomiale di terzo o quarto grado.
In questi casi il valore di R² è in genere più basso.
Piano di prelievo annuale (PPA)
Essendo diminuita la consistenza, come previsto, è diminuita anche la dimensione dei PPA che, considerando tutte le UDG, sono passati da circa 35.000 a circa 22.700 capi, sempre nel periodo 2017-2024, con una diminuzione pari a – 31 %, più forte rispetto alla consistenza. I PPA dei distretti sono diminuiti del – 33 %, di più rispetto alle AFV-AAV (- 19 %).
Figura n° 7 Diminuzione della dimensione dei PPA in Toscana nel periodo 2017-2024
Nella tabella n° 5 è riportato l’andamento dei PPA dei soli distretti (AV e ANV cumulati) nel periodo 2017-2014 e nelle figure 8 e 9 i dati sono illustrati in forma di andamento lineare. Nella Figura si sono riuniti gli ATC con valori di PPA superiori a 2000 capi nel 2017, mentre nella figura 9 quelli con valori inferiori. Come si può vedere negli ultime anni (2023 e 2024) tutti gli ATC hanno ridotto i propri PPA ad esclusione di FI05.
Tabella n° 5- Piani di prelievo PPA complessivi per i 14 ATC della Regione Toscana.
Figure n° 8 e 9 Variazione della dimensione dei PPA nei distretti degli ATC toscani.
Prelievi
Il prelievo realizzato dai cacciatori è un altro importante indicatore sia dell’andamento delle popolazioni (significato biologico), sia del livello di soddisfazione dei cacciatori stessi (significato sociale).
Dato che le consistenze sono diminuite nel tempo di circa il -25% ed i PPA ancora di più (approccio conservativo – 30 %), è logico aspettarsi anche una diminuzione dei prelievi realizzati nelle UDG, ammesso che le altre variabili connesse al prelievo (sforzo operato dai cacciatori, contattabilità della specie) non abbiano subito esse stesse delle variazioni.
I prelievi reali sono diminuiti da circa 18.500 a circa 10.500 capi, pari al – 42% nel periodo 2016-2023, con una diminuzione ancora una volta più marcata nei distretti (- 44%) rispetto a AFV-AAV (-35%).
Figura n° 10 Riduzione dei prelievi nel periodo 2016-2023.
L’andamento delle curve è molto simile a quello della dimensione dei PPA ad indicare una forte correlazione tra le due variabili: in particolare si evidenzia che la riduzione non è stata lineare ma a “gradini” con riduzioni più significative negli anni 2019, 2022 e 2023 in corrispondenza di maggiori riduzioni dei PPA.
Il fatto che la diminuzione dei prelievi sia stata più marcata di quella dei PPA, suggerisce che sui risultati della gestione abbiano agito anche lo sforzo di caccia e/o una minor contattabilità del capriolo, aspetti che saranno discussi più avanti.
Tabelle n° 6 e 7: Prelievi realizzati nei distretti situati in area vocata (AV) e non vocata (ANV) dei 14 ATC Toscani
Nelle tabelle 6 e 7 sono esposti i dati dei prelievi divisi tra Area Vocata e Non Vocata.
La diminuzione complessiva tra AV e ANV ha indicato valori complessivi simili (- 45 %). Analogamente a quanto argomentato nel capitolo sulla densità, nei distretti in ANV a bassa densità e prelievo si sono osservati anche incrementi di prelievo (ATC AR01, MS13, PT11.
Nelle figure 11 e 12 sono illustrati gli andamenti dei 14 ATC, suddivisi sulla base dell’entità dei prelievi nel 2016 (superiori a 1000 capi, Figura 11) ed inferiori a 1000 capi (figura 12).
Figure 11 e 12: prelievi effettuati nei distretti di gestione (dati di AV e ANV cumulati) nel periodo 2016-2023).
I dati di prelievo confermano per numerosi ATC, la diminuzione di densità e di consistenza già descritta nei paragrafi precedenti, sia per valore che per andamento.
Ciò è vero in particolare per i distretti di AR1, AR2, FI04, FI05, GR07, LI09, SI03, PT11.
Per alcuni ATC invece l’andamento dei prelievi presenta curve e valori diversi rispetto a quelle della densità, come nel caso di PI14, MS13 e SI08. Tale discrepanza è probabilmente da ricercare nel fatto che alcuni ATC nei primi anni hanno adottato piani prudenziali meno ancorati ai valori densità e negli anni successivi hanno potuto ridurre meno l’entità dei piani pur in presenza di una diminuzione di densità e di consistenza.
L’altro aspetto da sottolineare è quello relativo alle Aree Non Vocare.
Negli ATC in cui i distretti in ANV sono simili a quelli in AV, ma Con PPA più forti a causa delle problematiche agricole (tutela soprattutto delle aree viticole: FI05, SI03 e SI08) si osserva comunque una diminuzione dei prelievi, anche in SI08 ove la densità è aumentata a differenza di tutti gli altri ATC.
Ci sono poi distretti in ANV, creati in anni più recenti nelle aree più urbanizzate e di pianura, dove si osserva un prelievo stabile o addirittura in aumento, come negli ATC di AR01, GR07, MS13 e PT11. Per LI09, GR06 e AR02 non ci sono dati sufficienti per fare alcuna analisi.
Realizzazione dei piani di prelievo annuali (PPA %)
Dividendo il numero di caprioli prelevati per la dimensione del piano di prelievo, ovvero dei capi disponibili ai cacciatori, si ottiene l’indicatore della % di realizzazione del piano che indicheremo con PPA%.
Figura n° 13: Andamento della realizzazione % dei PPA nelle UDG della Regione Toscana
La PPA% in otto anni è diminuita del 17,0 %. Nei Distretti di gestione la diminuzione è stata del 18,5 % mentre nelle AFV-AAV del 12,1%.
L’andamento è abbastanza correlato a quello dei prelievi con l’eccezione dell’ultimo anno di caccia con dati disponibili (2023) in cui si è registrato una lieve ripresa del valore di PPA %.
Tabelle n° 8 e 9: PPA % dei distretti situati in area vocata (AV) e non vocata (ANV) dei 14 ATC Toscani (Media aritmetica).
Nelle tabelle n°8 e 9 sono riportate le medie aritmetiche (non ponderate!) della realizzazione dei PPA dei distretti, suddivisi tra AV e ANV. Come si vede in alcuni ATC la PPA % è aumentata (distretti in AV di GR07, MS13, PI14 e PI15; distretti in ANV di GR07 e MS13), mentre nei rimanenti si è avuto un peggioramento della realizzazione.
Nelle figure 14-15-16 sono illustrati gli andamenti della realizzazione dei piani, dei distretti cumulati di AV e ANV.
Figure 14-15-16: realizzazione del PPA in % nei distretti dei 14 ATC toscani (distretti AV e ANV cumulati)
Sforzo di caccia
I risultati del prelievo dipendono, oltre che dalle dimensioni del piano di prelievo e dalla contattabilità dei caprioli, anche dallo sforzo di caccia, ovvero da quante volte i cacciatori escono per il prelievo della specie.
Il numero totale di uscite effettuate nelle UDG toscane ha seguito un andamento altalenante.
Figura 17: Sforzo totale di caccia realizzato dai cacciatori nelle UDG toscane
Possiamo quindi ritenere che una parte della diminuzione dei prelievi sia imputabile anche al minor numero di uscite di caccia effettuate dai cacciatori di selezione.
Ciò che è più importante, tuttavia, non è lo sforzo di caccia assoluto (n° di uscite di caccia), quanto lo sforzo di caccia necessario per prelevare un capo (n° di uscite / caprioli abbattuti) che è il parametro utilizzato nelle figure e tabelle seguenti.
Figura 18: Sforzo di caccia necessario per abbattere un capriolo nelle UDG toscane
Come si vede chiaramente nella figura n° 18 lo sforzo di caccia/capo abbattuto è aumentato in maniera abbastanza lineare nei distretti di caccia, passando da un valore medio ponderato tra tutti i distretti di 6,8 uscite/capo abbattuto del 2016 a 12,8 uscite/capo abbattuto del 2023 (+ 88 %). Praticamente in 8 anni lo sforzo medio per un abbattimento è quasi raddoppiato.
La curva di crescita è di tipo lineare con un elevato R², pari 0,95.
Al contrario nelle AFV-AAV lo sforzo di caccia/capo abbattuto appare troppo inferiore a quello dei distretti ed inoltre ha un andamento quasi completamente piatto, rimasto costante negli anni.
Nelle figure 19-20-21-22 sono illustrate le variazioni dello sforzo di caccia per capriolo abbattuto espresse come media dei distretti dei 14 ATC toscani (distretti AV e ANV insieme).
Nella maggioranza dei casi (8 ATC su 14), lo sforzo di caccia è aumentato nel periodo 2017-2023. In 6 ATC (AR1, AR2, FI04, SI03, PT11, MS13) l’incremento è stato più marcato, mentre in quelle di PI14 e PI15 l’incremento è stato moderato.
Nei restanti ATC, GR07 e LU12 mostrano un aumento dello sforzo seguito da una diminuzione negli ultimi 1/2 anni. Gli ATC SI08 e LI09 mostrano una riduzione dello sforzo di caccia, in controtendenza rispetto a tutti gli altri.
Figure 19-20-21-22: Sforzo di caccia necessario per abbattere un capriolo nei distretti dei 14 ATC toscani (distretti AV e ANV insieme).
Tabella n° 10: Sforzo di caccia/capo abbattuto (media aritmetica) nei distretti situati in AREA VOCATA dei 13 ATC Toscani (FI05 non ha distretti in AV)
Tabella n° 11: Sforzo di caccia / capo abbattuto (media aritmetica) nei distretti situati in AREA NON VOCATA degli ATC Toscani (in alcuni ATC non ci sono distretti in ANV).
Nelle tabelle 10 e 11 sono messi a confronto i valori di sforzo di caccia dei distretti in area vocata con quelli in area non vocata. In entrambe le due categorie gestionali si è avuto un aumento dello sforzo, complessivamente più accentuato in AV rispetto all’ ANV, pur in un contesto di forte variabilità tra i singoli ATC.
Queste differenze tra ATC nel valore assoluto dello sforzo di caccia /capo abbattuto e del loro andamento nel corso degli anni, possono essere “viziate” da differenze nella organizzazione gestionale: ad esempio negli ATC AR01 e AR02 lo SC è definito come numero di uscite (se il cacciatore esce la mattina e la sera, il sistema di prenotazione conta 2 uscite di caccia). E’ possibile che in altri ATC per “uscita” si intenda una intera giornata che può essere suddivisa in più segmenti temporali. In questo caso l’ATC che usa le “giornate” avrà un SC inferiore.
Un altro elemento di differenza può essere dovuto al contare come uscita di caccia al capriolo, anche le uscite fatte per altre specie, come il cervo.
Inoltre è possibile che in alcuni ATC siano subentrati nel corso degli anni, variazioni nel sistema di conteggio delle uscite.
Data l’importanza di questo parametro, è opportuno approfondire l’argomento con gli ATC in modo da rendere più confrontabili i dati del numero di uscite di caccia effettivamente effettuate.
Analisi di correlazione tra i parametri di gestione finalizzata alla revisione del “Protocollo per la gestione dei cervidi e bovidi in Toscana”, Cap. 3.3 “Rotazione dei censimenti annuali in battuta nel capriolo”
Nell’anno di gestione 2020, al fine di gestire l’emergenza COVID con le connesse problematiche ad effettuare i censimenti (in particolare quelli in forma collettiva come le battute campione ed i settori in uscita dal bosco), Regione Toscana ha proceduto ad una analisi finalizzata ad individuare possibili correlazioni tra la Densità di capriolo ed alcuni parametri ottenuti dai dati di caccia in modo da poter ottenere una previsione dei Piani di prelievo (PPA) con un certo grado di affidabilità, negli anni in cui non fosse possibile effettuare stime di popolazione sul campo.
Il metodo può essere definito come facente parte della famiglia degli “Hunting bags” ovvero stime basate sui dati di caccia.
Si riprendono le considerazioni fatte negli allegati ai protocolli di gestione 2020-2022 (4) e 2023-2025.
Sono stati testati i due indicatori di prelievo disponibili, ovvero la % di realizzazione del Piano di prelievo (% PPA= N° capi abbattuti/N° capi assegnati *100) e lo sforzo di caccia (SC= N° di uscite di caccia/capo abbattuto). Si è analizzata la correlazione tra ciascuno dei due indicatori e due parametri di densità: la stima di densità delle popolazioni di capriolo (N° caprioli/100 ha di AUS) e la densità dei piani di prelievo (densità di PPA), espressa come numero di capi in prelievo (assegnati)/100 ha di AUS.
L’analisi è stata condotta privilegiatamente sul campione delle Unità di gestione ritenuto più robusto, ovvero sui 149 distretti (DCS) in AREA VOCATA, che adottano censimenti a campione con le tecniche della battuta o dei Punti di osservazione in uscita dal bosco (denominato di qui in avanti come static census), oppure censimenti esaustivi mediante osservazioni da punti di vantaggio (Vantage points) o lungo transetti (per lo più notturni con faro (Transetti). Questi 149 DCS hanno ospitato nel 2019 il 71% della popolazione totale stimata nelle circa 473 Unità di Gestione della Regione Toscana.
É stata effettuato uno studio sulla correlazione tra sforzo di caccia e densità di PPA per i diversi metodi di censimento. La correlazione migliore è stata quella dei distretti che adottano censimenti a campione, rispetto a quelli che adottano censimenti esaustivi, con risultati molto simili tra battute campione e static census. E’ stato quindi considerato il sottocampione di DCS in AV che eseguono questi tipi di censimento (n= 109 DCS).
L’analisi delle quattro possibili combinazioni tra i due indicatori di prelievo ed i due parametri di densità, ha evidenziato una migliore correlazione dello sforzo di caccia SC sia con la densità di popolazione che con la densità di PPA, rispetto alla % di PPA.
Tale risultato era atteso, in quanto lo sforzo di caccia è un parametro che risente meno di altre variabili che possono influire sulla realizzazione del piano, quali l’intensità di PPA (Tasso di prelievo adottato, che non è sempre correlato linearmente alla Densità di popolazione), il n° di capi assegnati/cacciatore (talvolta non tutto il PPA viene assegnato) e lo sforzo totale di caccia (il n° di uscite/cacciatore).
La correlazione migliore è risultata quella tra sforzo di caccia e densità di PPA (Figura n° 3).
L’analisi è stata ripetuta con i dati più recenti delle annate 2020, 2022 e 2023.
Nell’analisi sono stati compresi tutti i distretti che hanno usato negli anni i metodi di censimento a campione (battute + static census) anche se situati in ANV (FI05 e SI03). Il campione è pari a 129 distretti.
Figura 23: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha di AUS) nei Distretti di gestione con censimenti a campione, per le tre annate di gestione 2020-2022-2023
Rispetto alla precedente analisi si è adottata al posto della funzione lineare della figura n° 3 di cui sopra, una funzione potenza con esponente negativo. Tale funzione descrive meglio la correlazione tra Y (Densità di PPA) e x (Sforzo di caccia) rispetto ad una curva lineare. Infatti, inizialmente, alla diminuzione della densità di piano corrisponde un lento aumento dello sforzo di caccia che poi si intensifica ad una progressiva diminuzione della densità, con valori molto elevati quando la densità scende sotto 1 capriolo assegnato/100 ha. Il valore di R² delle funzioni potenza è quasi doppio rispetto a quello delle funzioni lineari. L’esponente della funzione è negativo e più è grande in valore assoluto (più si avvicina ad 1) e più la curva è “ripida” ovvero si ha un maggior aumento dello SC alla diminuzione della densità di PPA.
Quindi, si propone di adottare la funzione potenza per calcolare la densità di PPA, al posto della funzione lineare (una diminuzione di 1 capo/100 ha per ogni unità di aumento dello SC) adottata nei due precedenti protocolli di gestione. Con la funzione potenza la riduzione della densità di piano sarà maggiore per valori bassi di SC e tenderà a ridursi fortemente mano a mano che lo SC aumenta.
Una seconda proposta per migliorare il protocollo è quella di personalizzare la funzione attraverso la quale calcolare la densità di PPA in funzione dello SC, adottando delle curve per gruppi di ATC, invece che adottare una correlazione unica per tutti i distretti della Toscana, come fatto nei precedenti protocolli.
Infatti come si può vedere dalle figure successive, le curve di correlazione (funzioni potenza) tra SC e Densità di PPA cambiano a seconda degli ATC.
Per ciascun ATC o coppia di ATC (dello stesso comprensorio) si espongono due grafici:
1) Correlazione tra SC e Densità di PPA per i distretti di una ATC o coppia, prendendo tre stagioni di gestione: 2020-2022-2023 (ogni punto corrisponde ai valori di 1 distretto/anno);
2) Correlazione per ciascun ATC tra SC e Densità di PPA per il periodo 2017-2023 (7 anni): ogni punto corrisponde alla media dei valori dei distretti per un determinato anno;
Figura 24: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei 21 distretti degli ATC AR1 e AR2 per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 25: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) negli ATC AR1 e AR2
Figura 26: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 19 distretti degli ATC PI14 e PI15, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 27: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) negli ATC PI14 e PI15
Figura 28: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 19 distretti degli ATC SI03 e SI08, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 29: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) negli ATC SI03 e SI08
Figura 30: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 14 distretti dell’ ATC FI05, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 31: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) nell’ ATC FI05
Figura 32: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 34 distretti degli ATC GR06 e GR07, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 33: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) negli ATC GR06 e GR07
Figura 34: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 4 distretti dell’ ATC PT11, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 35: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) nell’ ATC PT11
Figura 36: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 9 distretti dell’ ATC LU12, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 37: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) nell’ ATC LU12
Figura 38: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 5 distretti dell’ ATC MS13, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 39: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) nell’ ATC MS13
Figura 40: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 22 distretti dell’ ATC FI04, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 41: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) nell’ ATC MS13
Figura 42: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha) nei 2 distretti dell’ ATC LI09, per le tre annate 2020, 2022 e 2023
Figura 43: Correlazione tra SC (n° di uscite/capo abbattuto) e la Densità di PPA (n° di Caprioli assegnati/100 ha nei sette anni dal 2017 al 2023 (media dei distretti per ciascun anno) nell’ ATC LI09
Sulla base della somiglianza tra le diverse curve di correlazione tra i valori annuali di SC e Densità di PPA dei diversi ATC (il grafico di tipo 2), si sono raggruppati gli ATC in 4 gruppi, che sono illustrati nei grafici seguenti. Si nota che i grafici hanno uguale scala per un miglior confronto.
Per quanto riguarda gli ATC LI09 e GR07 gli andamenti sono diversi dagli altri ATC e non presentano un esponente negativo. Sarà da valutare a quale gruppo di ATC assegnarli.
A questo punto possiamo ricalcolare le curve di regressione per ciascuno dei 4 gruppi di ATC. Il risultato è illustrato nel grafico sottostante dove si mettono a confronto le 4 funzioni potenza dei quattro gruppi di ATC.
Possiamo calcolare per ciascuna funzione potenza dei quattro gruppi di ATC il valore di densità di PPA (Y) espresso come n° di caprioli da assegnare ogni 100 ha di AUS del distretto, in funzione dello SC (X) espresso come N° uscite di caccia/capo abbattuto dell’ultima stagione di caccia.
Le celle colorate sono indicativamente l’intervallo di applicazione degli ATC del gruppo sulla base degli SC osservati nel periodo 2017-2023.
Possibili cause della diminuzione
Non è facile individuare con certezza le cause dell’oggettiva diminuzione del numero dei caprioli in Toscana. La specie era molto presente fino a pochi anni fa in ogni contesto: appennino, collina, pianura. Ma è evidente come le popolazioni a livello regionale siano in diminuzione. La percezione però è ancora quella di una discreta presenza, almeno in molte zone. Questo si spiega anche con il fatto che i caprioli hanno trovato nelle aree rurali di valle/pianura e nelle aree periurbane, dove i contatti con l’uomo sono molto più frequenti, condizioni di sopravvivenza sufficienti se non superiori a quelle delle zone collinari/montane. A tal proposito, la problematica degli incidenti stradali con gli ungulati è sempre maggiormente considerata dalla cittadinanza.
Il nuovo fattore, rispetto al passato, che si ipotizza abbia avuto il maggiore impatto su questa dinamica negativa della popolazione di capriolo è l’incremento della predazione, in primo luogo del lupo. Uno studio condotto in provincia di Arezzo in un’area con presenza di cinghiale e capriolo (Alpe di Catenaia) ha stimato nell’arco di 10 anni un prelievo tra i 20 ed i 99 caprioli/anno (media = 60 )da parte di un branco di lupi di dimensione media 4,45 individui (5).
Alla predazione del lupo c’è sicuramente da aggiungere quella della volpe che nella stessa area ha mostrato un uso dei piccoli di capriolo pari al 2-6 % della sua dieta complessiva nel periodo maggio-agosto, subito dopo i parti (6). Infine anche il cinghiale è certamente in grado di predare i piccoli di capriolo, sebbene la sua azione non sia stata ancora studiata nel dettaglio.
Considerato che in Toscana è stata accertata la presenza di almeno 110 gruppi familiari di lupo nel 2016 (7) si può ipotizzare un prelievo per predazione non inferiore a 6500 individui. Questo impatto è certamente cresciuto negli ultimi dieci anni, considerando che molte nuove aree sono state occupate dal lupo dopo il 2016 (8) e che osservazioni prolungate in alcune aree di studio sembrano indicare un ulteriore aumento dei gruppi familiari.
Alla predazione possono aver sommato il loro effetto altri fattori, quali il cambiamento climatico con un aumento delle temperature estive e/o dei periodi siccitosi, e di una generale riduzione della diversità ambientale (invecchiamento dei cedui, riduzione di alcune colture agrarie) in molte aree della Regione.
Il prelievo selettivo, sulla base dei dati storici a disposizione, non appare come il fattore guida del fenomeno, quanto una variabile aggiuntiva che risente di quella principale. La riduzione dei prelievi della caccia di selezione risulta infatti superiore alla diminuzione della consistenza ed è associata ad una riduzione della realizzazione dei piani ed ad un incremento dello sforzo prodotto dai cacciatori per realizzarli. Quindi più che una decrescita delle popolazioni per eccesso di prelievo venatorio, si osserva una crescente difficoltà a realizzare i prelievi che unita ad una riduzione delle dimensioni dei piani di prelievo (atteggiamento conservativo) soprattutto nelle Aree Vocate, sta portando ad una crescente riduzione del numero totale dei capi prelevati.
E’ da ricordare infatti che già con la revisione delle linee guida per la gestione del capriolo 2023-2025, Regione Toscana ha ridotto i tassi di prelievo adottabili, a parità di densità, dagli ATC nelle loro proposte di piano, e gli uffici regionali hanno sempre verificato nella fase di approvazione il rispetto di tali parametri.
I dati sembrano inoltre abbastanza concordi nell’indicare che non sussistono differenze particolari tra i distretti in area vocata e non vocata, salvo alcuni distretti a bassa densità nelle aree di pianura, ove l’effetto predazione non ha ancora esplicitato tutto il suo impatto a causa della più recente colonizzazione da parte del lupo.
Fattori secondari della diminuzione, ma sicuramente interconnessi con i precedenti, si possono considerare i cambiamenti climatici (specialmente l’aumento di stagioni siccitose) e la perdita di diversità ambientale (soprattutto in montagna), che possono portare la specie a variare la distribuzione “storica” sul territorio rispetto al passato.
I danni da fauna selvatica alle colture agricola
Un ultimo indicatore della diminuzione delle popolazioni di ungulati, e del capriolo in particolare, è la costante diminuzione dei danni periziati alle colture agricole. Le perizie sono fatte da periti iscritti ai collegi e agronomi iscritti agli ordini professionali. Ovviamente, oltre ai maggiori prelievi nelle aree non vocate (dove sono concentrate le colture di pregio come vigneti, frutteti e vivai) sono state importanti anche le strategie attuate dagli ATC per incentivare gli strumenti di prevenzione.
Per il capriolo siamo passati da 837.573 euro del 2017 a 61.379 euro del 2023. La specie che provoca maggiori danni è il cinghiale, che comunque è passato dagli oltre due milioni del 2017 ai 679.362 euro del 2023.
Biblio-Sitografia
(1) ISPRA – Linee guida per la gestione degli Ungulati. Cervidi e Bovidi
http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/manuali-e-linee-guida/linee-guidaper-la-gestione-degli-ungulati.-cervidi-e-bovidi
(2) ISPRA – Impatto degli Ungulati sulle colture agricole e forestali: proposta per linee guida nazionali
http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/manuali-e-linee-guida/impatto-degliungulati-sulle-colture-agricole-e
(3) ISPRA – Linee guida per la gestione del cinghiale
https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/manuali-e-linee-guida/linee-guidaper-la-gestione-del-cinghiale
(4) Piani di prelievo selettivo del capriolo al tempo del Covid-19 in Regione Toscana: modalità di calcolo in assenza delle propedeutiche stime annuali
rivistadiagraria.org/articoli/anno-2020/piani-prelievo-selettivo-del-capriolo-al-tempo-del-covid-19-regione-toscana-modalita-calcolo-assenza-delle-propedeutiche-stime-annuali/
(5) Bassi E., Gazzola A., Bongi P., Scandura M, Apollonio M, 2020 – Relative impact of human harvest and wolf predation on two ungulates speciesin Central Italy. Ecol. Research
(6) Bassi E., Donaggio E., Marcon A., Scandura M., Apollonio M. 2012 – Trophic niche overlap and wild ungulates consumption by red fox and wolf in amountain area in Italy. Mamm. Biology
(7) Merli E., Bassi E. et al, 2023 – Estimating wolf population size and dynamics by field monitoring and demographics models: implications for management and conservation
(8) Regione Toscana-Task Force Lupo 2024 – Conoscere il lupo
https://www.regione.toscana.it/-/conoscere-il-lupo
Un ringraziamento ai colleghi delle Sedi Territoriali Regionali, ai componenti del Gruppo di Lavoro (GdL) Ungulati, agli ATC, agli istituti faunistici privati e a tutti i tecnici che collaborano per la compilazione del portale Toscaccia. Si ringraziano le Polizie Provinciali e la Polizia della Città Metropolitana di Firenze per i dati sul controllo art. 37 L.R. 3/94.
Luca Mattioli, Vito Mazzarone, Marco Ferretti
Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale
Settore Attività Faunistico Venatoria, Pesca in Mare e Rapporti con i Gruppi Locali di Azione della Pesca (FLAGS). Pesca nelle acque interne – Regione Toscana
Contatti: marco.ferretti@regione.toscana.it – 055/4386059