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di Nicolò Passeri, Lorenzo Fosci, Angelo Martella, Paolo Tardani

La base giuridica del benessere animale

Diverse norme regolano l’avviamento di un allevamento di maiali, queste fanno riferimento per la definizione degli spazi e delle pratiche di gestione degli animali, senza che vi sia differenza tra allevamenti all’aperto (brado e semi-brado) ed al chiuso. Queste norme guardano al cosiddetto benessere animale.
I principi del benessere degli animali ed il loro rispetto sono sanciti all’interno del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, Art. 13, ovvero per le norme Unionali è condizione condivisa, rispondere alle esigenze fisiche e psicologiche degli esseri senzienti, individuati negli animali, qualunque sia lo loro destinazione produttiva o edonistica.
Secondo la definizione del CIWF, Compassion in World Farming (https://www.ciwf.it/, ultimo accesso Giugno 2021), il benessere animale “ha a che fare con la qualità di vita di un animale così come viene percepita da ogni singolo individuo”, ovvero “Il benessere è uno stato generale di buon equilibrio fisico-mentale in cui l’animale si trova in armonia con l’ambiente circostante “(Hughes e Duncan, 1988).
Il riferimento è allo stato di salute fisico e a quello psicologico, nonché all’opportunità di esprimere i propri comportamenti naturali. “La condizione di benessere può essere definita buona se gli animali sono sani e in forma, si sentono bene e sono liberi dalle sofferenze.”
Si ritiene, inoltre, che il benessere animale si esprima attraverso cinque differenti libertà:

  1. dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione;
  2. di avere un ambiente fisico adeguato (dove poter riposare);
  3. dal dolore, dalle ferite e dalle malattie attraverso diagnosi, cura e prevenzione;
  4. di manifestazione le proprie caratteristiche comportamentali;
  5. dalla paura e dal disagio.

L’Unione Europea prevede norme particolarmente avanzate in questo settore, contenute nella Strategia in materia di benessere degli animali per il periodo 2016-2020 che riprende, conferma e rafforza quella del periodo antecedente approvata nel 2012.
In generale, l’obiettivo è regolamentare:

  • le norme standard minime per la protezione degli animali negli allevamenti;
  • le regole per i trasporti, nel momento dello stordimento e della macellazione;
  • le indicazioni per specifiche categorie animali come vitelli, suini e galline ovaiole.

Il “benessere animale”, come anticipato, costituisce nell’ottica europea una priorità senza il quale non è possibile raggiungere un adeguato livello di sicurezza alimentare.

Il benessere animale rappresenta il soddisfacimento dei bisogni fisici, ambientali, nutritivi, comportamentali e sociali dell’animale o di gruppi di animali sotto la cura, la supervisione o l’influenza delle persone” (Freire R., Appleby M. C., Hughes B. O., 1996).

Il CIWF, Compassion in World Farming (https://www.ciwf.it/, ultimo accesso Giugno 2021) individua nei sistemi all’aperto per i suini “qualità di vita migliore”, ove i suini “sono capaci di esprimere comportamenti naturali fondamentali per loro, come costruirsi il nido, grufolare, rotolarsi nel fango o nella terra e andare alla ricerca di cibo”. Inoltre “I suinetti traggono beneficio dalle condizioni di vita all’aperto fino allo svezzamento.”

La verifica del rispetto delle condizioni sancite dal TFUE, della Direttiva UE 98/53, nonché del recepimento nazionale delle condizioni di benessere degli animali, in particolare suini, ai sensi del D.Lgs. 122/2011, è demandato a Ministero della Salute, Regioni e Province autonome e le aziende sanitarie locali nell’ambito delle rispettive competenze (Art. 6, D.Lgs. 122/2011).

Suinetto rosa

Obblighi

Documenti Da Produrre per avviare allevamento di Suini

Per avviare un allevamento di suini è necessaria la produzione di documentazione da presentare agli uffici competenti della ASL, questi possono subire integrazione o variazione in funzione delle richieste specifiche mosse dagli organi preposti.
I documenti da produrre viaggiano secondo due linee distinte: la richiesta del Codice Unico di Stalla e la produzione di documentazione accessoria.

Codice Unico di Stalla
Per ottenere il Codice Unico di Stalla sarà necessario riempire e compilare modulistica dedicata ove al suo interno deve essere presente una dettagliata descrizione tecnica su come si intende realizzare l’allevamento, le persone che lavoreranno in azienda, le opere che verranno costruite, cosa verrà coltivato, dove verrà stoccato e come l’allevamento verrà protetto da infestanti.

Documentazione Accessoria

  1. Estratto di mappa e planimetria generale in scala della zona con rappresentazioni grafiche ad esempio di:
    1. Sistema di approvvigionamento idrico esistente e collegabile
    2. Distanza e destinazione d’uso di edifici limitrofi all’insediamento nel raggio di 100 m, con particolare riferimento a opere o insediamenti che possano arrecare o subire inconvenienti al/dal insediamento in oggetto
  2. Piante prospetti e sezioni quotate dell’insediamento in scala, con riportate ad esempio:
    1. Esatta destinazione d’uso dei locali
    2. Apertura per l’illuminazione naturale e le aperture apribili per l’aereazione naturale
    3. Uscite di sicurezza e percorsi di fuga
    4. La distribuzione delle macchine e degli impianti che verranno installati o già presenti
  3. Ricevuta di versamento ASL
  4. Dichiarazione di produzione del fabbisogno metabolico dei suini in allevamento (mangimi e foraggi prodotti) ed eventuali acquisti esterni.

Obblighi Verso la Asl e Controlli in Allevamento

Una volta ricevuto il codice di stalla la ASL effettuerà prelievi di campioni di sangue per verifica della Aujeszky (un herpesvirus molto infettivo). Tale prelievo è determinante per l’idoneità all’allevamento:

  • Il prelievo del sangue deve essere ripetuto dopo 3 mesi e poi ogni 6 mesi. Il proprietario dell’allevamento si deve ricordare di richiedere alla Asl o al proprio veterinario di prelevare campioni di sangue a cadenza semestrale, altrimenti l’allevamento non è in regola.
  • La Asl (a pagamento) o il veterinario aziendale deve obbligatoriamente effettuare ogni 4 mesi la vaccinazione di tutti i capi aziendali, vale anche per gli allevamenti che si trovano in regime biologico.
  • La castrazione deve essere fatta entro i primi 7 giorni di vita, contestualmente viene fatta per le femmine la sverminazione (la castrazione viene effettuata solo per i suini maschi).

Opere da Eseguire in Allevamento
L’azienda obbligatoriamente deve predisporre 3 zone distinte:

  • Zona di gestazione-parto-svezzamento che può essere realizzata con opere di edilizia libera. È obbligatorio pulire tale zona, la pulizia può essere fatta anche solo inserendo della calce viva.
  • Recinto per il verro e zona ricovero
  • Zona di infermeria (ovvero una zona esclusa al pascolo in cui esista un ricovero)

L’allevamento dovrà inoltre prevedere una zona di post svezzamento (lo svezzamento può essere eseguito dopo 40 giorni dalla nascita) fino a 60 kg e di una zona finissaggio da 90-95 kg fino a 100-110 kg. In tali zona dovrà essere predisposta una zona di cattura, nel primo caso per analisi della Asl e vaccinazione, nel secondo caso per portare gli animali al macello.
In Umbria è obbligatorio avere una doppia recinzione in allevamento. Questa può essere composta da una recinzione esterna esagonale (rete verde) e da una rete elettrificata all’interno.
Per le deiezioni deve essere predisposta e consegnata una Richiesta di Spandimento delle Deiezioni, tale richiesta deve essere rinnovata ogni anno e consegnata all’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale di riferimento.

Iscrizione alla Banca Dati Nazionale (BDN)

Parallelamente all’avviamento dell’allevamento ed ai controlli l’azienda riceverà identificazione degli animali ed iscrizione in Banca Dati Nazionale, che potrà gestire autonomamente oppure attraverso associazione di categoria.
Gli obblighi per l’azienda riguarderanno:

  1. Comunicazione alla ASL entro 3 giorni ogni nuova nascita in allevamento;
  2. Comunicazione alla Asl entro 72 ore gli animali che andranno macellati

Gli animali verranno censiti dalla ASL tramite Cip, questo permetterà, una volta acquistato il lettore di cip, di poter inserire e compilare il Modello 4, modulo che deve essere compilato ogni volta che si porta un capo al macello. In tale modulo va inserito il nome del trasportatore, il numero di suini destinati al macello, l’orario di macellazione e il macello in cui andranno.

Suino all'aperto

Bibliografia

Freire R., Appleby M. C., Hughes B. O., (1996), Effects of nest quality and other cues for exploration on pre-laying behaviour, Applied Animal Behaviour Science,Volume 48, Issues 1–2, 1996, Pages 37-46,
Hughes, B.O., Duncan, I.H.J., (1988). Behavioural needs: can they be explained in terms of motivational models? Appl. Anim. Behav. Sci. 20:352–355

Nicolò Passeri, Dottore Agronomo, libero professionista. Consulente per imprese agricole ed agroalimentari in ambito tecnico legale. Svolge analisi economico-estimative e di marketing dei processi produttivi. Supporta le imprese nella valorizzazione in filiera delle produzioni e nello sviluppo e dei sistemi di certificazione volontari e regolamentati. Docente presso ITS Academy Agroalimentare.

Lorenzo Fosci, Agronomo, libero professionista. Dottorato in “Scienze tecnologie e biotecnologie per la sostenibilità”. Supporta aziende agricole e vitivinicole nell’iter delle certificazioni agroalimentari. Consulente aziendale per azioni di supporto economico legato a programmazioni europee. Docente in Scienze, tecnologie e tecniche agrarie presso scuola secondaria di secondo grado.

Angelo Martella, Dottore Agronomo, Dottore di ricerca in “Science, Technology and Biotechnology for Sustainability”, Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa dell’Università della Tuscia. Si occupa dello studio della sostenibilità dei processi di produzione nel settore agroalimentare e di analisi economiche dei processi produttivi.

Paolo Tardani, Dottore Agronomo, Funzionario Tecnico presso ISMEA (Istituto dei Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), precedentemente collaboratore di ricerca presso il CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente) per il progetto Ecoinpascoli.

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