di Mauro Bertuzzi
Il termine deriva dal latino hŏrtu(m)[«giardino» (occitano òrt, catalano hort, spagnolo huerta’, portoghese horto), corrispondente al termine in greco antico χόρτος?, chórtos, “cortile”, al gallico garth, all’alto tedesco antico garto (cfr. tedesco Garten e inglese garden), gotico , garda (da cui forse lo slavo antico gradŭ, in russo город?, górod), da una radice indoeuropea *gʰórdʰos, «recinto»)[. (https://it.wikipedia.org/wiki/Orto)
L’orto è una passione che può essere alla portata di tutti, per ottenere dei buoni risultati richiede solo alcune accortezze, buona volontà e soprattutto costanza, perché coltivare verdure può rivelarsi più semplice di quel che si crede.
Il senso di fare un orto sta nel volere, per le motivazioni più varie, prendersi cura della terra in modo che la terra si prenda cura di noi. Per il tempo che le dedichiamo ed è tempo sì di sforzo fisico ma è tempo di pianificazione, di pensiero, di organizzazione, di coordinamento e condivisione di compiti.
Produrre ortaggi propri è poi un ottimo modo per risparmiare anche denaro mentre ci si immerge in un’esperienza unica nella natura. Inoltre, coltivare le proprie verdure, può consentire anche un risparmio economico qualora si riuscisse ad avere una certa autosufficienza di produzione, ma è anche utile per valorizzare e riscoprire il gusto e la consistenza dei propri ortaggi comparandoli con quelli acquistati.
Sono diverse le formule sperimentate per avvicinarsi a questo tipo di esperienza: dagli orti urbani condivisi, a quelli in affitto, dai più tradizionali orti familiari, magari nel proprio piccolo pezzo di terra vicino casa, o più semplicemente ai piccoli orti realizzati sul proprio balcone.
Tipologie di orto
Ci sono diversi tipi di coltivazione orticola, da quello convenzionale (con l’ausilio della chimica), a quello biologico o sinergico fino ad arrivare al modello di orto naturale (praticato dal sottoscritto).
Quando si parla di orto biologico, si fa riferimento alla differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale, consiste nel livello di prodotti di sintesi chimica introdotti nell’agrosistema che nell’agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di concimi e fitosanitari prodotti in laboratorio, quindi da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l’orto biologico si fonda sul rispetto dell’agrosistema e dell’ambiente, pur essendo in parte basata sull’ausilio di fitosanitari, che, al contrario però, non contengono sostanze di sintesi, ma sostanze di origine organica e naturale.
L’Agricoltura Sinergica invece, è un metodo di coltivazione elaborato dalla permacultrice e agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si tratta di un metodo agricolo naturale che si basa principalmente sull’osservazione dei processi naturali che portano alla presa di coscienza che è necessario mantenere l’organismo suolo autonomo ed in grado di rigenerarsi in relazione ai diversi elementi che possono essere equilibrati e protetti. Tale metodologia si basa essenzialmente sull’autofertilità del terreno e prevedere delle tecniche che, se correttamente applicate, permettono all’orticoltore di scegliere le sementi, studiare come consociarle, progettare gli spazi, il tutto in armonia con una corretta produzione vegetale e sostenibile ecologicamente.
L’orto naturale si basa sui principi dell’economia circolare soprattutto puntando sul recupero delle risorse sottratte ma ancora in circolo come, per esempio, gli scarti alimentari facendo il compost, o il recupero di sottoprodotti quali le potature oppure interrando residui vegetali con una lavorazione minima, consentono di diminuire la quantità di rifiuti prodotti e migliorare allo stesso tempo la produttività salvaguardando la biodiversità e la qualità dei prodotti.
Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati. Curriculum vitae >>>
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