di Paolo Degli Antoni
Torniamo a si prendere in considerazione la sommatoria dei bacini dei torrenti San Gervasio, Affrico, Mensola e dell’Anciolina, affluenti compresi, stavolta limitatamente al Quartiere 2 del Comune di Firenze, valutando l’impatto del Piano operativo in fase d’adozione, presentato a commissioni consiliari e di quartiere pubbliche diverse. La documentazione completa, schede comprese, sarà pubblicata su ODE. Dopo la pubblicazione sul BURT chiunque potrà presentare osservazioni, che verranno complessivamente controdedotte dalla Giunta e poi votate una per una dal Consiglio comunale prima dell’approvazione definitiva.
Sono previste nuove aree a parcheggio, anche piuttosto estese, a scapito dei seguenti usi del suolo attuali (codici Corine Land Cover):
141 Verde urbano, 1,68 ettari tra via Aldo Palazzeschi e via del Gignoro;
210 Seminativo 3,50 ettari in via della Chimera, anche a scapito del Giardino del Guarlone sud;
223 Oliveto, piccole porzioni intorno Settignano.
La decisione di modificare la spaziatura degli stalli di sosta, portandoli da 25 a 50 m2 per auto, consentirà rispetto al passato una maggiore permeabilità del suolo, con piantagione di alberature, dunque una migliore regimazione delle acque meteoriche e la mitigazione dell’isola di calore urbana estiva rispetto ai parcheggi fitti e interamente pavimentati, ma con prestazioni inferiori rispetto ai terreni agricoli o al verde urbano da essi ricavato e con una maggiore occupazione di suolo per un uso d’infima qualità paesaggistica e ambientale, ancorché alberato. Se non si trattasse di terreni soggetti a vincolo paesaggistico per decreto, sarebbe stato più opportuno dimezzare la superficie di sosta a parità di numero di stalli, coprendola con pannelli fotovoltaici, destinando a verde vero la rimanente metà.
Viene inoltre destinato a hub trasportistico su gomma l’ultimo terreno agricolo (classe 242 sistemi colturali e particellari complessi) affacciato su via Generale Dalla Chiesa esteso due ettari.
Se a questo si aggiunge l’ettaro trasformato da 243 -colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti- a 141 verde urbano tra le vie del Guarlone e della Chimera, si completa il quadro di deruralizzazione del quartiere 2 di Firenze rispetto a quanto registrato dalla carta dei caratteri del paesaggio del PIT- piano paesaggistico, che peraltro raccomandava per la matrice agroecosistemica della piana urbanizzata la ricostituzione di una direttrice di connettività ecologica, disattesa di fatto dal Piano operativo, che espande verso est il territorio urbanizzato assecondando un processo di artificializzazione consentito anche dal Regolamento urbanistico scaduto.
La motivazione del decreto n.218/1953 di assoggettamento al vincolo paesaggistico “[…] le zone predette formano un complesso di cose immobili che compongono un caratteristico ambiente avente valore estetico e tradizionale, costituendo inoltre una successione di quadri naturali e di punti di vista accessibili al pubblico dai quali si gode uno spettacolo di rara bellezza” ha i caratteristici limiti della visione crociana del paesaggio, panoramica e di bellezza poetica ineffabile non precisamente oggettivata, peraltro inefficace di fronte all’urbanizzazione intensa e di modesta qualità architettonica che affligge quel territorio, nonostante il vincolo.
Merita una particolare riflessione il destino di un’area ex agricola sulla sponda destra del torrente Mensola. Dopo decenni di abbandono della coltura, frutteto specializzato tipico della campagna a ridosso della città, l’area era stata ricolonizzata da un bosco di neoformazione composto soprattutto da aceri e olmi campestri. La Carta ecologica del Comune di Firenze del 1987 realizzata dall’Assessorato all’Ambiente evidenzia numerose aree agricole abbandonate, alcune in corrispondenza di previsti interventi edilizi attesi anche per decenni e non realizzati (es. aree Nucci a Novoli), e definisce quell’area in evoluzione postcolturale; essa fu in parte deboscata per la realizzazione di via della Chimera e di piccole casse d’espansione del Mensola a monte della Stazione di Rovezzano; l’intervento degli organi di controllo, comunale e statale, limitò il deboscamento. Dal 2007 l’area risparmiata dal deboscamento è classificata CLC 243.
Lascia perplessi anche l’affollarsi di funzioni tipicamente urbane, come il capolinea della tramvia, presso il torrente Mensola, già fin troppo estesamente canalizzato e tombato.
Semplificazione colturale e artificializzazione tra 2010 e 2019 nella Carta regionale dell’uso del suolo