Condividi l'articolo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

di Paolo Rasoini

Marans Nero Ramate e Frumento
Marans Nero Ramate e Frumento (foto Paolo Rasoini)

“E’ un pollo elegante, robusto, con ossatura assai fine, e assai rustico”. Così la prof.ssa Giavarini definisce la razza Marans nel suo libro “Le razze dei polli” (Edagricole, 1983).
Di categoria medio pesante, ottimo pascolatore, il pollo Marans è molto rustico e non teme gli sbalzi di temperatura e le condizioni meteorologiche più disagevoli.
La gallina depone dalle 160 alle 180 uova annue, grandissime e di un colore rosso ruggine molto carico o rosso fegato, più o meno uniformi o macchiettate.
Basterebbe questo a motivare l’interesse degli allevatori, amatoriali e non, verso la Marans, ma questa antica razza francese ha ancora molte frecce al suo arco.

Uova cioccolato con uno bianco rosato
Uova cioccolato con uno bianco rosato per confronto (foto Paolo Rasoini)

Le origini
Le radici più lontane, dal punto di vista genetico, risalgono addirittura al XII-XIV secolo, periodo di intensi traffici commerciali tra Francia e Inghilterra. I combattimenti tra galli erano allora già diffusi e molto praticati, anche a bordo delle navi mercantili che facevano la spola tra la Cornovaglia ed il porto di La Rochelle, nei pressi della cittadina di Marans. I galli reduci dai combattimenti, sbarcati, ebbero modo di incrociarsi con i polli locali, di origine del tutto ignota,  allevati diffusamente nel marais costiero ed abituati a prosperare in un ambiente difficile. Da questo primo rimescolamento di  geni nasce una razza locale di polli rurali estremamente rustici, piuttosto variabili nella colorazione, visto che i combattenti erano selezionati per la forza e l’aggressività, non certo per il colore, di corporatura relativamente robusta e deponenti un uovo rossiccio.
Ben poco cambia fino alla seconda metà del 1800, quando vengono importate in Europa le razze giganti cinesi, in particolare la Langshan, che verrà allevata verso il 1880 da L.Rouillè poco lontano da Marans, e di cui si apprezzavano molto la stazza, la carne, l’uovo grande e rosso.
Dall’incrocio dei Langshan acquistati dagli allevatori del marais con i soggetti locali, nascono i primi Marans più propriamente detti, simili alla versione odierna. Animali che hanno colorazione molto variabile, ma presentano per il resto caratteristiche sufficientemente uniformi di rusticità e struttura fisica, deponendo inoltre un uovo piuttosto grande e fortemente colorato.
Bisognerà attendere il 1920 perchè si inizi una selezione rigorosa ad opera di M.me Rousseau ed il 1928-1929  per una presenza un po’ più diffusa alle esposizioni ed i primi riconoscimenti ufficiali. Nel 1929 viene anche fondato il Marans Club de France con lo scopo di tutelare e diffondere la razza, definita inizialmente “Marandaise” e poi semplicemente”Marans”, dal nome del luogo di origine. Lo standard viene approvato nel 1931 e si trasforma successivamente senza troppe modifiche in quello attuale.

L’aspetto
La struttura fisica suggerisce l’idea di un pollo rustico, di altezza media, piuttosto massiccio ma non appesantito, con piumaggio abbondante ma aderente al corpo, come si conviene ad un degno erede di razze combattenti, il che maschera in qualche modo il suo peso reale, che secondo lo standard francese, è di 3,5-4 Kg per il gallo e di 2,6-3,2 Kg per la gallina.
Il corpo risulta piuttosto allungato anziché rotondeggiante, con petto ampio e ben formato, spalle larghe e con ali corte e portate alte e strette al corpo. Dorso anch’esso largo e piatto con sella ben guarnita di lancette.
Il collo è lungo e robusto, fornito di una ricca mantellina che copre anche le spalle. Tende tipicamente a flettersi all’apice, verso il cranio, soprattutto nella femmina.
Faccia, cresta, bargigli ed orecchioni sono rosso vivo, la cresta è semplice e portata dritta nel gallo, mentre nella femmina può anche presentarsi piegata. I dentelli sono bene incisi e separati, il lobo posteriore non tocca la nuca. L’occhio è di colore rosso aranciato, vivo e ardito, ed il becco robusto, un po’ ricurvo, color corno. Nel complesso, la testa trasmette un’impressione di forza e di fierezza, ma non di grande aggressività, come capita nelle razze combattenti.
La coda è piccola e corta sia nel maschio che nella femmina, portata con un angolo non superiore ai  45°. I tarsi e le dita sono impiumati più o meno leggermente, solo sulla parte esterna, chiara eredità lasciata dal progenitore Langshan. Il loro colore è bianco rosato, tranne che nelle femmine di varietà nera e nero ramata, in cui sono grigi. La misura dell’anello di identificazione, rilasciato dalle associazioni avicole nazionali (per l’Italia lo distribuisce la Federazione Italiana Associazioni Avicole FIAV) e indispensabile per presentare i soggetti nelle manifestazioni che prevedono il giudizio, è di 22mm per il gallo e 20mm per la gallina.
L’uovo, grande, rotondeggiante e molto colorato, caratterizza la razza Marans in modo inconfondibile ed esclusivo.

L’uovo
L’uovo è forse il motivo principale di interesse verso questa razza. Ha un aspetto assolutamente spettacolare ed un colore rosso unico, tanto che vedendone per la prima volta uno di buona qualità, viene spontaneo esclamare: “Ma è stato colorato!?!”.
In effetti è proprio così, l’uovo è dipinto, ed il maestro pittore che produce tanta meraviglia è la gallina stessa, che è dotata, a circa dieci centimetri dalla fine dell’ovidotto, di un tessuto spugnoso in grado di secernere il pigmento colorante rosso fegato. Inoltre il muco che ricopre l’uovo può conferirgli un certo grado di lucentezza. Una volta che l’uovo è stato deposto e si asciuga, il colore si fissa sul guscio e non si altera più, a meno che venga lavato via intenzionalmente.
La quantità di pigmento che si deposita sul guscio dipende da moltissimi fattori, tra cui il tempo di attraversamento impiegato dall’uovo, la quantità di pigmento secreto dal tessuto spugnoso, la quantità di uova deposte, il periodo dell’anno, le condizioni fisiche dell’ovaiola, la grandezza, e quindi la superficie esterna dell’uovo stesso.
E’ quindi normale che la stessa gallina deponga uova anche molto diverse tra loro, soprattutto se esse vengono deposte in sequenza: le prime saranno più scure e diventeranno via via più chiare fino al giorno fisiologico di riposo, in cui non viene deposto l’uovo, per poi riprendere con il colore base. Nello stesso modo, ad inizio deposizione le uova sono generalmente più scure che verso la fine. In generale, comunque, ogni gallina tende a mantenere una sua tipologia nella disposizione delle chiazze o dei puntini scuri sulla superficie del guscio, così come del grado di lucentezza dell’uovo, quindi in un certo senso ogni gallina ‘firma’ le sue creazioni, per l’occhio attento dell’allevatore.
Esistono uova molto uniformi, in cui il pigmento si spalma su tutta la superficie senza irregolarità, uova puntinate, che hanno un fondo più chiaro ma ricoperto di una fitta rete di puntini più scuri e uova maculate, spruzzate di macchie di una certa grandezza, di cui talvolta si riesce anche a percepire lo spessore.
Il Marans Club de France ha messo a punto una scala colorimetrica per la misurazione del colore dell’uovo. La gradazione parte dal valore 1 per l’uovo bianco, fino a 3 per l’uovo rossiccio di tipo  industriale. Il valore 4 è il minimo accettato per la Marans, dal 5 al 7 si progredisce nel grado di colore, avvicinandosi alla tonalità cioccolato, i gradi 8 e 9 sono riservati alle uova eccezionali, in cui il pigmento si presenta praticamente puro, e che di solito vengono prodotti come eccezione anche dalle stesse campionesse di razza. In Francia si tengono normalmente concorsi in cui le uova vengono sottoposte a giudizio come gli esemplari vivi, in base al complesso delle loro qualità.
Nella sua forma più tipica, l’uovo di Marans non è allungato, ma rotondeggiante e globoso, tanto che spesso è difficile distinguere il polo acuto da quello ottuso. La lucentezza è qualità desiderabile.
Il peso dell’uovo si attesta rapidamente tra i 70 e gli 80 grammi (si pensi per confronto che un uovo di Livorno pesa attorno ai 55 grammi), ma nella gallina ormai adulta e a fine deposizione, o al secondo anno, non sono affatto rare medie attorno ai 100 grammi.
Una volta aperto, l’uovo mostra l’interno inaspettatamente bianco candido, per cui rammenta tantissimo le note uova di cioccolata con sorpresa di cui vanno pazzi i bambini, e non solo loro.
Va detto inoltre che per il suo guscio con spessore più alto del normale, e per la particolare resistenza delle membrane testacee interne, l’uovo di Marans risulta più conservabile, meno o per nulla soggetto a contaminazioni esterne (es: salmonella) e meno soggetto a rotture, caratteristiche molto interessanti sul piano industriale.

Le varietà
Come si è detto, la Marans possiede un patrimonio genetico estremamente variegato, che inevitabilmente ha dato origine a molte varietà di colorazione; alcune storiche, ben affermate e fissate e pertanto riconosciute dallo standard, altre in corso di omologazione, altre ad oggi ancora oggetto di selezione da parte di allevatori e amatori avanzati, che non rinunciano al tentativo di estrarre dal grande serbatoio genetico nascosto nella Marans delle livree sempre nuove.
Si deve ribadire a questo proposito (cfr. paragrafo sulla selezione) che la necessità di mantenere le eccezionali caratteristiche dell’uovo rende impossibile la ricerca di nuove colorazioni attraverso incroci extra-razza, per cui  in effetti non si tratta di creare nuove varietà, quanto piuttosto di portare alla luce, nel fenotipo, qualche caratteristica già contenuta nel genotipo della razza.
Lo standard italiano riconosce ufficialmente ad oggi soltanto le colorazioni bianca, nera, nera argentata, nera ramata, dorata frumento, fulva a coda nera, sparviero argentata.
Per la corretta interpretazione della descrizione delle varie colorazioni che segue, i termini ‘sparviero’ e ‘cucù’ sono da considerare sinonimi, così come i termini ‘frumento’ e ‘dorata frumento’.
Cucù Dorato, Cucù (o Sparviero) Argentato
La prima è ancora relativamente rara, mentre la seconda è piuttosto diffusa ed è stata la varietà principale per molti anni. Lo splendido piumaggio sparviero si distribuisce secondo una barratura grossolana e irregolare, che non forma striature precise. La mantellina, le lancette e le spalle sono rispettivamente dorate ed argentate e formano uno splendido effetto. Inoltre, come  succede nelle colorazioni di questo tipo, i maschi sono molto più chiari delle femmine, fenomeno che si spiega con il fatto che la barratura chiara del maschio ha altezza doppia rispetto a quella scura, mentre nella femmina i due colori si equivalgono. Questa caratteristica, legata al sesso, rende i pulcini autosessanti, in quanto la differenza di piumaggio è evidente molto presto. Alla nascita il piumino è nero con ventre bianco argentato o giallastro ed una macchia dello stesso colore sulla testa.
Nero, Blu, Bianco Splash
La varietà nera pura, dominante rispetto a tutti gli altri colori, è quasi scomparsa ed anche le altre due sono relativamente rare. Specificamente per la livrea nero puro, ma anche più in generale nella Marans, non e’ richiesto né desiderabile che le parti di piumaggio nere presentino abbondanti riflessi verde lucente, indice di alta produzione di melanina, ma piuttosto devono avere riflessi verdi e violacei non particolarmente scintillanti. Di fatto il nero, il bianco ed il blu sono strettamente correlati tra loro. Il blu non è che un nero ‘diluito’, mentre il bianco splash, o chiazzato, è un lavanda molto molto chiaro in cui alcune piume si presentano marcate di blu, un po’ come i piccioni ‘arlecchino’. Si deve notare che l’incrocio di nero e bianco splash genera il blu, mentre l’accoppiamento di soggetti blu genera un 25% di nero, un 50% di blu e un 25% di bianco splash. Questo indica che in pratica il bianco splash è in realtà il colore blu omozigote, che quando si presenta nel genotipo in combinazione con le altre colorazioni, agisce come ‘diluitore’ delle parti di piumaggio nere, le quali diventano appunto blu nel fenotipo.
Nero Ramato, Nero Argentato, Blu Ramato, Blu Argentato
La prima è ad oggi la varietà più diffusa, di cui si conoscono stirpi che producono uova tra le più colorate. Le altre sono numericamente molto meno rappresentate, ma ugualmente affascinanti. Si tratta in definitiva di variazioni sul tema della livrea totalmente nera tranne che per la mantellina e, nel gallo anche il dorso e le spalle ramati, con tonalità che possono andare dal rosso ruggine al rosso mogano sostenuto. Il nero può essere diluito e diventare blu, il ramato può essere sostituito dal carattere argentato, generando appunto le varianti citate. Si tratta in ogni caso di soggetti molto appariscenti ed apprezzati. Bisogna fare attenzione a non confondere esemplari nero ramato che presentano eccesso di nero, e quindi dal piumaggio completamente nero, con esemplari realmente nero unito (rarissimi). Anche se i fenotipi possono essere identici, dal punto di vista genetico le due colorazioni appartengono a gruppi diversi con livelli di  dominanza diversi (il nero unito domina), e questo non mancherà di essere evidente appena si tenterà di riprodurre i soggetti, ottenendo risultati inaspettati.
Frumento (o Dorata Frumento)
E’ anch’essa una varietà molto diffusa oggigiorno. La livrea del maschio è molto simile a quella del gallo nero ramato, da cui si distingue per il piumino grigiastro più chiaro nel frumento e dal triangolo dell’ala color cannella anziché nero. Anche i riflessi delle parti nere tendono più al violaceo e meno al verde scarabeo. La femmina è completamente diversa, possiede una livrea colore del chicco di grano, con dorso fulvo chiaro, mantellina più scura, parte inferiore del corpo color crema e coda e remiganti nere.  La somiglianza del maschio di questa varietà con quello nero ramato e con quello salmonato ha causato in passato parecchia confusione, in quanto gli abbinamenti per la riproduzione potevano avvenire, inconsapevolmente, tra varietà diverse, è quindi necessario prestare la massima attenzione ai dettagli identificativi. I pulcini della varietà frumento sono gialli, al contrario dei nero ramato, che sono neri, e dei salmone, che hanno delle strisce sul dorso come i polli di colorazione selvatica. A tre settimane, poi, i galletti si distinguono nettamente dalle femmine perché hanno già le copritrici dell’ala nere, mentre le pollastre le hanno color frumento. La colorazione frumento è recessiva rispetto al nero ramato e dominante (tranne eccezioni rarissime che non è il caso di approfondire qui) rispetto al salmonato. 
Salmone Dorato, Salmone Argentato
Sono varietà poco diffuse, di cui si conoscono ceppi dall’uovo splendido ma con esemplari di massa ancora troppo leggera. La colorazione è quella che più si avvicina a quella selvatica del gallus Bankiva e ricorda, per intenderci, quella della Livorno collo oro. La pettorina salmone dorata o argentata e la mantellina oro o argento delle femmine hanno valso alle due varietà il loro nome. Il maschio assomiglia molto al nero ramato e soprattutto al fumento, ma ha pettorina leggermente più chiara, un po’ più grigiastra. I pulcini hanno piumino giallo e recano sul dorso le strisce tipiche dei piccoli selvatici. Essendo inoltre anche qui come nel frumento il triangolo dell’ala color cannella, bisogna essere molto accorti se si intende procedere alla selezione in purezza.  
Ermellinato
Anche questa varietà è molto rara. Si era quasi estinta, ma qualche appassionato sta cercando con pazienza di recuperarla. Il piumaggio è bianco ermellinato, cioè con fiamme nere sulla mantellina e sulle lancette e coda e punta delle remiganti nere. La testa resta bianca. Esiste anche, ma ancora più rara, una versione fulva dell’emellinato in cui le parti bianche vengono sostituite dal colore fulvo.  
Fulvo a Coda Nera
Numericamente poco rappresentata, questa bellissima e capricciosa varietà rammenta come colorazione la New Hampshire, ed è vicina, per certi versi, alla Marans frumento. La femmina è di un colore fulvo sostenuto il più possibile uniforme, non come nella frumento che ha mantellina scura e pettorina chiara, mentre il gallo presenta la parure ramata, ma il ventre resta di un bel colore fulvo, mentre il gallo frumento ha il corpo nero. La coda e parte delle remiganti sono nere.
Bianco
Questa colorazione ha avuto in passato molto seguito, essendo stata utilizzata a scopo industriale. Successivamente semi-abbandonata, è stata invece recuperata ed è ad oggi abbastanza diffusa. Il bianco totale si può presentare nella Marans con diverse modalità: come colore-non-colore, che maschera gli altri colori presenti nel genotipo manifestandosi da solo nel fenotipo, ed in questo caso risulta dominante, oppure come colore bianco recessivo, che scompare dal fenotipo al primo incrocio. Di solito si incontra il bianco del secondo tipo, che si manifesta solo se omozigote e che, sotto l’influenza di altri geni, tende a presentare su dorso, spalle e mantellina, dove sarebbe stata presente la parure, dei riflessi paglierini che infatti sono ammessi dallo standard di colorazione. Un tempo il colore delle uova era più debole, ma oggi si conoscono ceppi con uovo molto ben colorato.
Nana
Esiste anche una varietà nana, o piuttosto semi-nana o miniatura, anche se non è molto diffusa. La taglia dovrebbe essere circa la metà di quella grande, mentre il peso circa il 30%, quindi attorno al Kg. Le colorazioni e tutti gli altri parametri di riferimento sono identici a quelli adottati per la razza di taglia normale. L’uovo è di solito di colore meno scuro di quello della Marans grande e necessita ancora di selezione.
Altre varietà
Nonostante l’enorme numero di varietà già presenti, o forse proprio per il fatto di disporre di così tanto materiale, alcuni allevatori evoluti si cimentano nella creazione di nuove colorazioni. Per esempio, l’allevatore olandese sig. P.Verwimp ha creato il cucù giallo, in cui la barratura si applica non al classico colore grigio, ma piuttosto ad un bel fulvo-limone, con risultati a dire poco spettacolari. L’allevatore francese sig. E.Mèon ha dato di recente notizia dei suoi primi risultati nella creazione di una varietà di argentato che non ha ancora nemmeno un nome ufficiale. La testa ed il collo, come la parte superiore della pettorina restano bianche, mentre il resto del corpo presenta delle barrature a fiocchi molto attraenti. L’insieme rammenta, ad esempio, la Braekel. L’allevatore francese sig. M.Martinod sta lavorando su un gruppo di ermellinate e bianco splash portatrici di ramato e di argentato con risultati vagamente simili al Faverolle.

Varietà di Marans in via di creazione
Varietà in via di creazione (foto Marans Club de France)

Caratteri generali e comportamento
Come abbiamo visto, questo pollo è originario della zona paludosa prossima alla foce della Loira, esposta ai gelidi venti invernali che discendono dall’Artico attraverso l’Atlantico, ma con estati torride e relativamente asciutte. Non stupisce, di conseguenza, la sua estrema rusticità e la sua attitudine di pascolatore, che lo rende capace, in ambiente adatto, di ricavare buona parte del proprio nutrimento giornaliero razzolando qua e là.
Prospera nei grandi spazi, allontanandosi anche parecchio dal pollaio, se ne ha la possibilità. Ciò non toglie che sia capace di adattarsi anche alla vita in ambienti contenuti, purchè vengano rispettate le normali condizioni di densità (circa quattro soggetti per m2 di superficie dei ricoveri).
Entrambi i sessi sono piuttosto confidenti e addomesticabili, personalmente li ho abituati a prendere il mangime dalle mie mani e non posso entrare nel pollaio senza che mi sciolgano le stringhe delle scarpe tirandole con il becco. Probabilmente le scambiano per succulenti lombrichi. Le femmine sono sempre piuttosto tranquille, mentre i galletti si rivelano abbastanza battaglieri, soprattutto quando il gruppo di appartenenza non possiede una gerarchia stabile e ben definita. Non ho mai osservato direttamente, invece, alcun eccesso di aggressività né dei maschi verso le femmine, né viceversa, né verso gli umani, e non ho mai notato alcun accanimento verso animali più giovani. Talvolta anche le femmine sviluppano, con l’età, dei piccoli speroni, spesso su un tarso solo. Probabilmente questa è una eredità proveniente dagli avi combattenti, ma lo standard non la contempla e quindi è da evitare.
La femmina può chiocciare, ma non è detto che lo faccia, dipende soprattutto dal ceppo di appartenenza. Quando cova, comunque, è una buona madre e si prende cura senza problemi della sua prole. Le caratteristiche dell’uovo (grandezza, spessore del guscio) ostacolano in qualche misura la nascita del pulcino, il che si traduce talvolta in percentuali di schiusa leggermente inferiori alla norma. Per questo è importante selezionare per la cova le uova di peso medio, da 70 a 80 grammi, ben formate, senza asimmetrie e difetti visibili.
L’impennamento e la crescita del pulcino sono generalmente rapidi, anche se ogni tanto ne capitano alcuni che tendono a rimanere di corporatura più piccola del normale o ad impennarsi tardivamente, cosa che obbliga ad escluderli dalle linee di riproduzione. In diverse varietà di colorazione, come abbiamo visto, i pulcini sono autosessanti.
Di regola il peso di 2,5-3kg circa viene raggiunto dai maschi poco dopo il quarto mese, il che dimostra la buona attitudine alla produzione di carne dalle ottime qualità organolettiche (il sapore rammenta la faraona). Tutti i tessuti sono particolarmente consistenti e fermi, la pelle, bianca per tutte le colorazioni di piumaggio, è abbastanza resistente alla lacerazione anche nell’animale giovane, come ben sa chi ha provato a spiumarne qualcuno a mano.

La selezione
I principi di selezione sono relativamente semplici, ma la selezione in sé è abbastanza laboriosa, complicata dal fatto che per apprezzare correttamente le qualità di un riproduttore, si dovrebbe attendere la produzione di uova della sua prole e valutarne il colore, il che non è sempre possibile e/o agevole. Inoltre, l’insieme di geni che originano l’uovo extra-rosso è talmente complesso che ogni inquinamento proveniente da incroci fuori razza produce immediatamente uova troppo chiare. Questo fornisce una prima, importantissima regola da seguire: nessun incrocio fuori razza è ammissibile.
Per quanto non si conosca il meccanismo in dettaglio, almeno una parte dei geni “uovo rosso” è legato al sesso, lo testimonia il fatto che viene trasmesso dal gallo in maniera doppiamente forte rispetto alla gallina, come hanno dimostrato incroci sperimentali condotti ad hoc. Un’altra regola di selezione, quindi, sarà la scelta di riproduttori, soprattutto galli, nati da uova molto scure.
A questo proposito è anche opportuno, nel valutare il grado di colore dell’uovo, tenere ben presenti tutti i principi di variabilità della sua colorazione già enunciati, allo scopo di evitare di dare la preferenza, per esempio, a uova di una mediocre ovaiola, che essendo deposte più di rado sono di regola più scure, rispetto a quelle di una buona ovaiola, che magari ne produce di altrettanto scure, ma in maggior numero, o più grandi, per cui al momento risultano un po’ più chiare.
In ogni caso, anche se le prime due regole vengono osservate, è sempre possibile che una pollastra deponga uova brutte o non sufficientemente scure, dunque sarà necessario escludere comunque dalla selezione le femmine che producono uova non nello standard e anche quelle che ne producono troppo poche, visto che non si deve dimenticare l’origine rurale ed utilitaristica di questo pollo. Oltre a questo, dovranno essere preservate la velocità di crescita e di impennamento così come il piumaggio aderente al corpo e ben conformato nelle ali, cosa che garantisce che gli animali siano perfettamente capaci di volare.
Come per tutte le razze, la selezione dovrà poi mirare al mantenimento delle caratteristiche dichiarate come desiderabili nello standard, quindi: mantenimento del peso, della silhouette, della costituzione fisica, del portamento previsti, mantenimento del colore e dell’impiumatura dei tarsi e infine miglioramento della colorazione del piumaggio in termini di rispondenza a quello previsto per la varietà di appartenenza.
Il primo e più importante punto da curare, comunque, resta la deposizione di un uovo extra-rosso, tanto che è preferibile eventualmente ‘allargare’ i parametri di selezione per qualche altro carattere, da migliorare in un secondo tempo, pur di mantenere costantemente alto quanto possibile il livello qualitativo dell’uovo. L’insieme dei geni responsabili delle sue caratteristiche, una volta disperso, potrebbe non essere più riproducibile.

Bibliografia
– S.Deprez-C.Herment – La Marans – Ed. Rupella, 2000 (in lingua francese)
– I.Giavarini – Le Razze dei Polli – Ed. Edagricole, 1983
– F.Focardi – Il colore delle uova nella Marans – Avicoltura/Avicoltura n.11 Lug.-Set.2004
– www.marans.eu – sito ufficiale del Marans Club de France curato da C.Herment (anche pagine in italiano)
– www.marans.be – sito sulla Marans curato da C.Veltenaar (anche pagine in italiano)
– www.fiav.info – sito ufficiale della Federazione Italiana Associazioni Avicole curato da S.Tonetto

Paolo Rasoini abita in provincia di Pisa ed alleva polli a livello amatoriale da molti anni. Fa parte dell’Associazione Toscana Avicoltori e dal 2003 si interessa della Marans collaborando anche con il Marans Club de France di cui è socio. E-mail: prasoin@tin.it

image_pdfimage_print

Condividi l'articolo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •