Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Marco Ca­no­va

Me­di­co ve­te­ri­na­rio avia­re. Un ti­to­lo che im­pli­ca un in­si­to far­del­lo. Avia­re pa­ro­la de­ri­van­te da “Aves” la clas­se di ani­ma­li, in­te­sa come en­ti­tà tas­so­no­mi­ca, che com­pren­de tutti gli Uc­cel­li. Molto spes­so si tende a di­men­ti­ca­re tutto ciò e si con­si­de­ra la clas­se Aves alla stre­gua di una spe­cie, come il Cane o il Gatto. Tanto per fare un esem­pio il Cane ed il Gatto ap­par­ten­go­no alla clas­se dei Mam­mi­fe­ri (Mam­ma­lia). Per­tan­to l’e­qui­va­len­te di un me­di­co ve­te­ri­na­rio avia­re sa­reb­be un me­di­co che curi tutti i Mam­mi­fe­ri, uomo com­pre­so. Dal Topo al­l’E­le­fan­te, dal Can­gu­ro al Del­fi­no, dal­l’Or­ni­to­rin­co al Ca­val­lo. Per­so­nal­men­te, per­tan­to, non pren­do alla leg­ge­ra quel­l’ul­ti­ma pa­ro­la ma con pro­fon­do senso di re­spon­sa­bi­li­tà.
Eb­be­ne dopo que­sta pro­lis­sa quan­to do­ve­ro­sa pre­mes­sa, con­scio che il tempo che si de­di­ca alla let­tu­ra di un ar­ti­co­lo sul web è scar­so, ve­dia­mo di af­fron­ta­re il vero “clou” di que­sta dis­ser­ta­zio­ne. Può esi­ste­re un me­di­co ve­te­ri­na­rio in grado di cu­ra­re gli Uc­cel­li? Eb­be­ne io credo di sì, come credo pe­ral­tro che possa es­se­re ma­tu­ra­ta solo me­dian­te un lungo per­cor­so di ap­pren­di­men­to che ri­chie­de anche molta pas­sio­ne. Sa­reb­be per­tan­to au­spi­ca­bi­le che le Uni­ver­si­tà ten­ga­no conto di que­sta ne­ces­si­tà e prov­ve­da­no ad at­ti­va­re corsi di spe­cia­liz­za­zio­ne ad hoc che ahimè, at­tual­men­te scar­seg­gia­no.
Ma quali sono le ca­rat­te­ri­sti­che di un buon ve­te­ri­na­rio? E cosa fa esat­ta­men­te? E come lo si di­ven­ta? Beh, per sa­pe­re tutto ciò forse si fa­reb­be prima a di­ven­ta­re ve­te­ri­na­rio e a pro­var­le sulla pro­pria pelle…
Ciò che penso è che ci vo­glia­no anni di espe­rien­za e tanto stu­dio, le pa­to­lo­gie sono tante, i sin­to­mi va­ria­no tra le spe­cie, come di­ver­sa è la su­scet­ti­bi­li­tà. Ma so­prat­tut­to serve in­tui­to. Avete ca­pi­to bene, IN­TUI­TO.
La­scia­te che vi rac­con­ti un aned­do­to. Prima vi­si­ta in un al­le­va­men­to a casa di un pre­si­den­te di un club di al­le­va­to­ri. Mi ven­go­no ri­fe­ri­ti i sin­to­mi ed avan­zo un so­spet­to dia­gno­sti­co. Ese­guo i primi test con il mi­cro­sco­pio di­ret­ta­men­te in loco e ri­du­co la lista delle mie pos­si­bi­li dia­gno­si con un forte so­spet­to verso una de­ter­mi­na­ta pa­to­lo­gia. Passo 10 mi­nu­ti a spie­ga­re la ne­ces­si­tà di ul­te­rio­ri esami pres­so un la­bo­ra­to­rio ester­no chia­ren­do la ne­ces­si­tà di una dia­gno­si certa prima di ini­zia­re il trat­ta­men­to. L’al­le­va­to­re ac­cet­ta ed ese­guia­mo le ana­li­si. Dopo al­cu­ni gior­ni il la­bo­ra­to­rio ri­spon­de af­fer­man­do che il mio so­spet­to dia­gno­sti­co non è va­li­do. Chia­mo l’al­le­va­to­re, ri­fe­ri­sco i ri­sul­ta­ti ag­giun­gen­do che sono con­vin­to della mia in­tui­zio­ne e che vor­rei ese­gui­re di nuovo il test per­ché so­spet­to un falso ne­ga­ti­vo. Pur­trop­po que­ste even­tua­li­tà sono pos­si­bi­li e non sono ri­con­du­ci­bi­li ad er­ro­re umano ma alla sen­si­bi­li­tà del test. L’al­le­va­to­re ri­ma­ne al­li­bi­to e si chie­de se valga la pena di spen­de­re altri soldi dopo che qual­che gior­no prima avevo af­fer­ma­to che il la­bo­ra­to­rio ci avreb­be for­ni­to una ri­spo­sta certa sulla pa­to­lo­gia e che i suoi ani­ma­li stan­no con­ti­nuan­do a mo­ri­re. Alla fine ri­fac­cia­mo il test e dopo al­cu­ni gior­ni di fre­men­te at­te­sa il mio so­spet­to dia­gno­sti­co viene con­fer­ma­to. Ini­zia­mo la te­ra­pia e de­bel­lia­mo il pro­ble­ma riu­scen­do ad ot­te­ne­re una fan­ta­sti­ca co­va­ta. Eb­be­ne se non aves­si se­gui­to il mio in­tui­to non avrem­mo tro­va­to il ban­do­lo della ma­tas­sa poi­ché avrem­mo dato per buono l’e­si­to del test e mi sarei orien­ta­to verso altre pa­to­lo­gie.
Un buon ve­te­ri­na­rio deve avere il co­rag­gio del pro­prio so­spet­to dia­gno­sti­co. Ov­via­men­te ciò è pos­si­bi­le solo gra­zie ad una pro­fon­da co­no­scen­za di base ma anche gra­zie ad una buona dose di in­tui­to. Co­no­scen­za ed in­tui­zio­ne presi sin­go­lar­men­te sono con­di­zio­ne ne­ces­sa­ria ma NON suf­fi­cien­te, vanno per forza di cose as­so­cia­ti. E’ inu­ti­le che io stia qui a dis­ser­ta­re sulle pa­to­lo­gie for­nen­do un com­pen­dio di me­di­ci­na avia­re, per que­sto esi­sto­no i libri ce ne sono tanti cre­de­te­mi (non ascol­ta­te chi vi dice il con­tra­rio, sono in in­gle­se ma ci sono) è mia opi­nio­ne che sia molto più im­por­tan­te sen­si­bi­liz­za­re il pro­prie­ta­rio o l’al­le­va­to­re su come saper ri­co­no­sce­re i sin­to­mi e ca­pi­re se l’a­ni­ma­le o gli ani­ma­li si tro­va­no in uno stato pa­to­lo­gi­co. Ca­pi­re cosa l’ab­bia pro­vo­ca­to è com­pi­to del me­di­co. Par­lia­mo quin­di dei sin­to­mi ed ini­zia­mo pre­ci­san­do da su­bi­to una cosa sulla clas­se Aves: ha il brut­to vizio di fin­ge­re di non stare male, poi­ché un uc­cel­lo che sta male in na­tu­ra viene scel­to per es­se­re pre­da­to. Se sto male la prima re­go­la è non dare a ve­der­lo. Que­sto istin­to an­ce­stra­le è in mag­gio­re o mi­no­re mi­su­ra pre­sen­te in tutti gli Uc­cel­li da com­pa­gnia e ov­via­men­te rende il com­pi­to più dif­fi­ci­le. Spes­so i pro­prie­ta­ri si ac­cor­go­no che un sog­get­to sta male solo quan­do è trop­po tardi. Ri­du­zio­ne del­l’at­ti­vi­tà o even­tual­men­te del canto, piu­mag­gio ro­vi­na­to o ar­ruf­fa­to, ru­mo­ri re­spi­ra­to­ri, gon­fio­re at­tor­no al­l’oc­chio, re­spi­ra­zio­ne a ritmo sin­cro­no con l’in­nal­za­men­to della coda o a becco aper­to, in­ca­pa­ci­tà di ri­ma­ne­re sul tre­spo­lo, feci li­qui­de di co­lo­re al­te­ra­to o ma­leo­do­ran­ti, ad­do­me gon­fio, zop­pia, scar­si­tà di ap­pe­ti­to, ri­ma­ne­re sul fondo della gab­bia, de­pe­ri­men­to e di­ma­gri­men­to ec­ces­si­vo sono tutti sin­to­mi as­so­cia­bi­li a pa­to­lo­gia.
Molte per­so­ne, spe­cie sui forum on­li­ne, la­men­ta­no l’e­le­va­to costo degli esami col­la­te­ra­li che si uti­liz­za­no negli Uc­cel­li per con­fer­ma­re o giun­ge­re ad una dia­gno­si. In pri­mis gra­di­rei chia­ri­re che in base alla mia espe­rien­za i costi sono i me­de­si­mi, se non ad­di­rit­tu­ra in­fe­rio­ri a quel­li pra­ti­ca­ti per il Cane o il Gatto. Ov­via­men­te non posso par­la­re a nome di tutti i miei col­le­ghi ma solo in base a quel­li con i quali ho avuto modo di con­fron­tar­mi. D’al­tra parte il test ha un suo costo sia in ter­mi­ni di ma­te­ria­le che di know-how. E qui giun­gia­mo ad un punto chia­ve: si può ov­via­men­te cer­ca­re di li­mi­ta­re le dia­gno­sti­che col­la­te­ra­li, ma non si può fare senza di esse. Fare test inu­ti­li è sba­glia­to, ma non poter fare test per­ché co­sta­no è una ro­vi­na. Cer­ta­men­te ogni pro­prie­ta­rio ha una sua sen­si­bi­li­tà ed è di­spo­sto a spen­de­re cifre di­ver­se anche in­di­pen­den­te­men­te dal va­lo­re del­l’a­ni­ma­le, sia esso un Ca­na­ri­no o un Ca­ca­tua. Ciò che vor­rei sot­to­li­nea­re è l’im­por­tan­za di ot­te­ne­re una dia­gno­si certa. In­di­pen­den­te­men­te dalla sua pre­pa­ra­zio­ne il ve­te­ri­na­rio ne­ces­si­ta a volte di test, per ef­fet­tua­re la dia­gno­si. E’ anche un di­scor­so di se­rie­tà, non si può ini­zia­re un trat­ta­men­to a caso, si ri­schia di fare più male che bene. Molte volte mi con­fron­to con pro­prie­ta­ri ed al­le­va­to­ri che pro­va­no a ten­to­ni o su con­si­glio di “amici” ad im­po­sta­re piani te­ra­peu­ti­ci fai-da-te. I ri­sul­ta­ti sono tra i più di­sa­stro­si. Si trat­ta­no i pro­ble­mi bat­te­ri­ci con gli an­ti­pa­ras­si­ta­ri, i pa­ras­si­ti e le mi­co­si con i che­mio­te­ra­pi­ci, si som­mi­ni­stra­no agli ani­ma­li far­ma­ci umani rac­cat­ta­ti qua e là. E alla fine ma­ga­ri si ri­du­co­no pure i sin­to­mi (spa­ran­do nel muc­chio qual­co­sa si am­maz­za) ma non si ri­sol­ve il pro­ble­ma. E’ come se per un ba­na­le raf­fred­do­re mi pren­des­si un an­ti­mi­co­ti­co, un an­ti­pro­to­zoa­rio, un an­ti­bio­ti­co ed un an­ti­neo­pla­sti­co. Qual­co­sa uc­ci­de­rò per forza… forse anche me stes­so in ef­fet­ti… Non sa­reb­be quin­di op­por­tu­no con­sul­ta­re un esper­to?
Ed è qui che si evi­den­zia un altro ruolo chia­ve del ve­te­ri­na­rio: il con­su­len­te. For­ni­re con­si­gli, di­ret­ti­ve, in­di­ca­zio­ni è alla base del mio la­vo­ro. Vi dirò che quan­do mi con­fron­to con un clien­te, la mag­gior parte del tempo la passo a dare in­di­ca­zio­ni. Negli Uc­cel­li l’in­te­ra­zio­ne con l’am­bien­te e la re­la­ti­va ge­stio­ne sono fon­da­men­ta­li. Per cu­ra­re una pa­to­lo­gia bi­so­gna in­nan­zi­tut­to ri­sol­ve­re, ad esem­pio, le cause am­bien­ta­li o nu­tri­zio­na­li coin­vol­te nel­l’in­sor­ge­re della ma­lat­tia stes­sa.
Beh, le cose da dire sa­reb­be­ro tan­tis­si­me. Ho vo­lu­to dare que­sto pic­co­lo con­tri­bu­to ge­ne­ri­co in modo da chia­ri­re un po’ que­sta pro­fes­sio­ne poco co­no­sciu­ta e dif­fu­sa anche dagli stes­si ve­te­ri­na­ri. Avevo af­fer­ma­to che il tempo che si de­di­ca ad un ar­ti­co­lo sul web è scar­so e temo di es­se­re an­da­to ben oltre “l’ac­cet­ta­bi­le” quin­di pas­sia­mo di vo­la­ta alla frase con­clu­si­va…
La me­di­ci­na non la­scia al­cu­no spa­zio al­l’im­prov­vi­sa­zio­ne. Per­tan­to è fon­da­men­ta­le ri­vol­ger­si a delle fi­gu­re spe­cia­liz­za­te. Ca­pi­sco le dif­fi­col­tà nel re­pe­ri­re un me­di­co ve­te­ri­na­rio avia­re, siamo pochi rap­por­ta­ti agli altri Col­le­ghi che si oc­cu­pa­no di cani e gatti ma non vuol dire che non esi­stia­mo. E’ inol­tre fa­cil­men­te in­tui­bi­le che av­va­ler­si della col­la­bo­ra­zio­ne di un ve­te­ri­na­rio avia­re fa la dif­fe­ren­za quan­do si ha a che fare con ani­ma­li così par­ti­co­la­ri. Tanto dif­fi­ci­le da re­pe­ri­re quan­to utile una volta sco­va­to.

Ara gialloblu - Ara ararauna L.
Ara gial­lo­blu Ara ara­rau­na L. (foto http://​jolly4web.​com/​oas​idel​papp​agal​lo/)

Marco Ca­no­va, lau­rea­to in Me­di­ci­na Ve­te­ri­na­ria pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Bo­lo­gna, è me­di­co ve­te­ri­na­rio li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta, si oc­cu­pa pre­va­len­te­men­te di Uc­cel­li e col­la­bo­ra con al­cu­ne strut­tu­re ve­te­ri­na­rie della sua zona. Da più di dieci anni è coin­vol­to nel re­cu­pe­ro del­l’a­vi­fau­na pres­so il CRAS Lipu di Bo­lo­gna. Per ul­te­rio­ri in­for­ma­zio­ni http://​www.​marcocanova.​it/

 

Le Ara

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