di Luisella Rosa
I crochi sono gli ultimi fiori invernali a comparire nel mio giardino ma per il loro aspetto vivacemente allegro e colorato mi piace considerarli come un anticipo di primavera.
I piccoli bulbi vanno interrati in autunno e le piante si ripresentano puntualmente ogni anno richiedendo in cambio solo qualche piccola attenzione.
(Crochi)
I crochi si moltiplicano spontaneamente, con molta facilità e molto rapidamente, creando di anno in anno un impatto visivo di grande effetto.
Impiantarli a gruppi ravvicinati in una o più aiuole dove possano completare indisturbati il loro lungo ciclo vitale è senz’altro la soluzione più facile da gestire.
Molto più scenografica si rivela invece la loro distribuzione casuale direttamente nel prato anche se questa soluzione richiede un maggior impegno nella gestione del tappeto erboso.
Mi piaceva però l’idea di avere un prato fiorito così anni fa interrai una manciata di bulbi qua e là scegliendoli nel classico miscuglio di colori: giallo, bianco, viola e lilla.
(Crochi naturalizzati nel prato)
Già a gennaio , incuranti del gelo e della neve, cominciano a spuntare tra l’erba i primi ciuffetti di foglie verdi con la caratteristica striscia bianca al centro.
A febbraio compaiono i fiori, formando dei folti e graziosi bouquet e l’effetto è veramente gradevole, quasi da fiaba.
I crochi amano il sole invernale: i fiori si aprono ogni mattina solo se in posizione luminosa, richiudendosi nel pomeriggio, per riaprirsi il giorno seguente e questo avviene per diverse settimane. E’ meglio quindi evitare di piantarli nelle zone in ombra del giardino.
Se la giornata è molto nuvolosa o piovosa le corolle addirittura rimangono chiuse, a differenza di altre bulbose a fioritura invernale come Galanthus nivalis o Leucojum vernum che, da quando sbocciano, rimangono sempre aperti fino alla completa sfioritura. Il progressivo rialzo delle temperature accorcia invece drasticamente la durata della fioritura dei crochi. Come ho detto all’inizio, i crochi si riproducono molto in fretta. Ogni bulbo genera attorno a sé una quantità di bulbilli che, a loro volta, ne producono altri e così di anno in anno i piccoli bouquet si allargano sempre più. I crochi però si riproducono spontaneamente anche da seme, richiedendo in questo caso qualche anno di attesa. Quando i fiori appassiscono, le foglie si irrobustiscono creando dei grandi ciuffi e iniziando il processo di rigenerazione del bulbo prima della dormienza estiva. Dalla base di questi ciuffi spuntano verso la fine di aprile dei lunghi e delicati steli bianchi con una capsula alla sommità. Giunta a maturazione, la capsula si apre a stella, liberando i piccoli semi tondi e marroncini.
(Formazione e maturazione dei semi di croco, 3 foto in sequenza)
Solo a questo punto le foglie ingialliscono rapidamente fino a seccare ma siamo ormai arrivati alla fine di maggio. Ci vuole qualche anno prima che il seme, cadendo nel terreno, generi un nuovo piccolo bulbo e ancora altri anni prima che il bulbo raggiunga la maturità e fiorisca ma è un’esperienza molto affascinante da seguire.
I crochi inoltre si ibridano spontaneamente tra loro con estrema facilità e i risultati sono sempre una sorpresa. Ora mi ritrovo nel prato molti crochi con caratteristiche differenti, rispetto agli originari. Per la maggior parte presentano petali striati in diverse sfumature di colore, di dimensioni più piccole, alcuni con i petali appuntiti, ma ho trovato perfino dei crochi rosa a quattro petali ed altri con i petali leggermente arruffati!
(Croco rosa nato da ibridazione spontanea)
Come tutte le bulbose, anche i crochi vanno lasciati indisturbati e le foglie possono essere tagliate e rimosse solo dopo che si sono completamente seccate e questo avviene generalmente verso la fine di maggio. Si può quindi facilmente capire quanto possa diventare impegnativa la contemporanea gestione del tappeto erboso che, al contrario, necessita di regolari tagli già a partire da marzo.
Per proteggere perciò i crochi, copro i vari ciuffi con vasi di plastica capovolti a mo’ di campana e passo il prato con il tagliaerba, rifinendo poi a mano la zona circostante ogni pianta: una soluzione parecchio impegnativa, è vero, ma che viene ampiamente ripagata da una fioritura sempre più abbondante e spettacolare di anno in anno.
Luisella Rosa, giardiniera per passione da oltre vent’anni, ci parla del giardino di città attraverso la sua personale esperienza. Collabora a ‘Fiori & Foglie’ rubrica di cultura verde del TGCOM (http://fioriefoglie.tgcom.it/).
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