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Di Franca Vaccari Simonini


Stallone bardigiano
Varenne III, stallone Bardigiano (foto Ribamar)


Il cavallo Bardigiano appartiene alla categoria “pony”: infatti la sua altezza al garrese è inferiore a 150 cm (i soggetti di sesso maschile possono arrivare ad un massimo di 149 cm al garrese, mentre le femmine a 147 cm). Attualmente la razza è di costituzione meso-brachimorfa, di forme armoniche, solide e corrette; la testa è leggera, espressiva, il profilo è leggermente camuso e le orecchie corte e ben dirette. Il colore del mantello è baio o morello, con preferenza del baio oscuro; criniera e coda devono essere abbondanti di crine.
Si tratta di una razza equina italiana che trae il proprio nome dal paese di Bardi, sull’Appennino parmense, sua zona di origine.
I Landi, Signori delle Valli di Taro e Ceno, cominciarono ad allevare equini autoctoni della zona, allo stato semi-brado: si trattava di soggetti appartenenti ad una varietà molto diffusa nell’ Appennino centrale. Le condizioni ambientali di questi luoghi hanno forgiato negli anni la tempra dei cavalli, rendendoli particolarmente robusti, rustici, frugali e resistenti alla fatica.
L’evoluzione della razza è stata influenzata da sangue di cavalli da tiro Belgi e Cremonesi; inoltre, dopo la II Guerra Mondiale, per evitarne l’estinzione e migliorare quella che era in quel momento l’ attitudine prevalente (la soma e la produzione di carne), furono impiegati uno stallone Avelignese e soggetti di razza Franches-Montaignes.
L’impatto di questi riproduttori comunque è stato contenuto, in quanto in vaste aree montane difficilmente accessibili, gli allevatori hanno seguitato ad impiegare soggetti autoctoni molto tipici.
Il cavallo Bardigiano, grazie alla sua docilità e rusticità, è stato utilizzato nel contesto economico agricolo montanaro, come un affidabile, resistente, equilibrato e disponibile compagno per i lavori nei boschi (trasporto della legna e delle castagne a basto, traino dei tronchi).
Grazie alla passione degli allevatori locali ed al lavoro di recupero iniziato negli anni ′70, svolto dall’Ufficio Centrale del Libro Genealogico, oggi il Bardigiano viene selezionato mantenendo le caratteristiche di tipicità per la sella, il trekking, l’equiturismo ed il tiro leggero; si dimostra idoneo anche per discipline tecniche come la Monta da Lavoro e gli Attacchi.
Il suo temperamento equilibrato e la sua costruzione morfologica (statura contenuta, comodità delle andature) fanno sì che venga utilizzato con ottimi risultati in diversi Centri riconosciuti a livello nazionale che si occupano di Ippoterapia, dove si svolgono lezioni assistite a bambini e ragazzi diversamente abili.
L’Associazione di Razza (ANACB), rappresenta lo strumento per la conservazione ed il miglioramento del cavallo Bardigiano, indirizzando sul piano tecnico la selezione e promuovendone la valorizzazione economica; i risultati si possono constatare ogni anno alla Mostra Nazionale di Bardi, dove si svolgono le valutazioni morfologiche ad opera di una Giuria di Esperti di Razza, spettacolari esibizioni a sella e pariglie.
Dopo l’approvazione del Disciplinare di Razza nel 1977, nel 1995, in collaborazione con il Centro Studi dell’AIA, sono stati introdotti gli Indici Genetici, in modo da basare la selezione non solo su valutazioni di carattere fenotipico ma anche genetico; nel 1996 alla scheda di valutazione morfologica è stata aggiunta quella di valutazione lineare; dal 2006 si svolge ogni anno la Giornata di Selezione dei giovani Stalloni e sono stati approvati i Test Attitudinali con lo scopo di qualificare le attitudini della razza.


Rosa furia
Filippo Gozzi su Rosa-furia (foto Alberto Grasso)


Caratteri morfologici


Conformazione: meso-brachimorfo; di aspetto distinto e di forme armoniche, solide e corrette.
Costituzione: robusta.
Colore mantello: baio, baio oscuro, morello; preferenza per il mantello baio oscuro.
Altezza al garrese: 139-149 cm (maschi); 135-147 cm (femmine).
Testa: piccola e leggera, a fronte larga con profilo leggermente camuso; orecchie corte e ben dirette, occhi espressivi e vivaci.
Arti: asciutti, con appiombi corretti; andature regolari, elastiche, energiche.
Criniera e coda abbondanti di crine.
Piede: ben conformato con unghia resistente.
Temperamento: docile ed equilibrato.
Attitudine: selezionati per il servizio a sella, l’equiturismo, il tiro leggero.


Stallone bardigiano
Artù, stallone Bardigiano (foto Ribamar)


Bibliografia



– L’allevamento cavallino nella Val Taro, Spigardi 1887
– Richiami sulla pastorizia e sull’agricoltura del territorio parmigiano dei prodotti agricoli e degli animali e insieme dè miglioramenti, Del Prato 1864
http://www.bardigiano.it/ – Portale nazionale del cavallo Bardigiano


Franca Vaccari Simonini, Medico Veterinario ed esperto giudice della razza cavallo Bardigiano, svolge attività di ricerca presso l’Università di Medicina Veterinaria di Parma ed è responsabile del sito http://www.bardigiano.it/.


 






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