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di Laura Fezia

 

Il gatto è l’animale domestico più enigmatico e anche quello sul quale difficilmente esistono giudizi incerti: o lo si ama o lo si detesta.
C’è infatti chi nutre per i mici un amore sviscerato e sopporta pazientemente la loro tirannia (sì, i gatti sono degli adorabili tiranni!) e chi fugge o monta sul piede di guerra alla sola vista di un felino.
Nessun animale ha mai suscitato tanto interesse e soprattutto tanti pregiudizi, nessuno ha attraversato la Storia vivendo tante alterne e opposte vicende.
È infatti stato divinizzato dagli antichi egizi che lo hanno innalzato agli altari come Bastet, dea della fertilità e dell’amore, ma nel 1233 è stato anche  indicato come personificazione del demonio da una bolla pontificia di papa Gregorio IX e arso sui roghi della Santa Inquisizione insieme alle streghe.
Quanto ai pregiudizi che circolano sui gatti, ricordiamo quello più comune: sono menefreghisti e opportunisti, si affezionano alla casa e non al padrone.
Questo non è assolutamente vero.
In primo luogo, un gatto non ha un “padrone”, ma – caso mai – un coinquilino: è un animale indipendente e con le idee chiare, che non scende a compromessi e non vende il suo affetto per una ciotola di cibo o una frettolosa carezza. Apprezza le comodità che l’uomo gli offre ma decide lui – e lui solo – chi merita la sua considerazione. Se si comprende questa sua caratteristica fondamentale, è facilissimo entrare in sintonia con lui e allora il gatto ci sceglie come compagni di viaggio, diventando più fedele di un cane pur mantenendo la propria individualità. Cercare di addomesticare un gatto, così come noi intendiamo comunemente questo termine, è tempo sprecato: caso mai, è lui a “addomesticare” l’umano che lo ospita nella sua casa e se l’uomo rifiuta e si ostina a considerarlo solo uno strumento o un giocattolo, il gatto si allontana o si affeziona alla casa, diventa furbo e opportunista… con mille ragioni!
Un altro pregiudizio riguarda i tanto bistrattati gatti neri: non solo non portano iella, come qualche sciocco ancora crede, ma donano fortuna e prosperità alla casa che amorevolmente li ospita. Ma non basta: una ricerca statunitense ha recentemente dimostrato che, grazie a un particolare gene frutto di una mutazione e responsabile proprio del suo manto corvino, il micio nero possiede spiccate proprietà terapeutiche, in maniera maggiore rispetto agli altri suoi simili variamente colorati.
Si dice, poi, che il gatto sia un animale “magico” e questo, invece, è assolutamente vero.
Tutte quelle poverette arse vive sui roghi del cattolicesimo medievale con l’accusa di stregoneria avevano per compagno un gatto, che spesso condivideva il loro atroce destino: erano donne che conoscevano le Grandi Leggi del Creato e sapevano usarle, esattamente come i mici, che le coadiuvavano nell’uso delle energie naturali, servivano loro da tramite per entrare in contatto con gli spiriti di natura e mille altre forme energetiche.
Ma se le donne di oggi hanno (quasi) completamente dimenticato queste conoscenze, il gatto, che non ha dovuto giustificare con nessuno il proprio diritto a esistere, le ha conservate pienamente,  quindi usa e sa trasformare tutta la gamma energetica ben al di là di ciò che si vede, si pesa, si misura, si tocca.
Ogni gatto, con le debite differenze individuali, è dotato di quelle che sono conosciute come “facoltà paranormali” o “ESP” (acronimo di Extra Sensory Perception), ossia tutti quei fenomeni che esulano dai cinque sensi fisici e dalle normali capacità umane.
La divisione tra normalità e paranormalità è una delle tante prove della presunzione umana: solo ciò che l’uomo capisce con il limitato strumento della logica è degno di considerazione, mentre tutto quello che sfugge alla comune percezione dei cinque sensi e degli attuali strumenti di misurazione e verifica viene relegato nel mondo dell’impossibile.
Ma poiché il gatto non lo sa, continua a utilizzare tranquillamente proprietà quali la telepatia (lettura del pensiero), la chiaroveggenza (la “seconda vista” che permette di vedere qualcosa di invisibile agli occhi fisici), la precognizione (possibilità di avvertire con anticipo gli eventi). Chiunque conviva con un micio sa bene che queste non sono affermazioni campate in aria.
Sono moltissime le storie di gatti che hanno salvato la vita a qualche umano avvertendolo di un pericolo imminente e coloro che hanno vissuto i bombardamenti della seconda guerra mondiale sanno che i gatti di casa entravano in allarme molto prima che suonassero le sirene, consentendo agli abitanti di correre nei rifugi anti-aerei con buon anticipo.
Chi vive con un gatto è abituato a vedere il suo peloso amico guardare spesso nel vuoto con aria interessata o innervosita senza che nell’ambiente sia accaduto nulla di insolito: il micio vede le numerose presenze immateriali che popolano ogni luogo e ne valuta le qualità. Se queste sono positive o innocue, l’animale si rimette a dormire serenamente, ma se avverte qualcosa di sospetto, spesso si dà alla fuga o addirittura si interpone tra quel punto e il suo umano come per difenderlo.
Ogni compagno di un gatto, inoltre, sa bene che non gli può nascondere niente: il micio conosce il suo bipede meglio del bipede stesso e partecipa dei suoi stati d’animo. Nello stesso modo, non gli consente impunemente di aprire la porta di casa a persone che non gli siano gradite e si dà da fare per manifestare in tutti i modi una spudorata antipatia verso quegli ospiti che non ritiene meritevoli di varcare il suo territorio.
Infine, il gatto ha spiccate proprietà terapeutiche e questo perché è in grado di assorbire l’energia negativa rappresentata da un disturbo o una malattia, trasformarla e utilizzarla senza rimanerne minimamente danneggiato e può quindi essere di grande aiuto all’uomo, senza per questo sostituirsi al medico.
Dunque chi ha un micio in casa – un micio che naturalmente si consideri uno di famiglia e non un semplice animale domestico – lo lasci fare quando cerca di avvicinarsi a chi non sta troppo bene, non lo cacci e , anzi, lo ringrazi: sta semplicemente cercando di portare il proprio contributo alla guarigione.
Come si evince da questi pochi e sommari cenni, convivere con un gatto è una scelta impegnativa, consigliata solo a chi è disposto a lasciar andare quella curiosa pretesa della razza umana di considerarsi superiore a prescindere: con un micio è una gara persa in partenza. Il gatto è l’unico animale al mondo che non si piegherà mai a fare o non fare qualcosa che non sia frutto di una sua scelta.
In conclusione, dai suoi preistorici antenati, comparsi sulla Terra 50 milioni di anni fa, fino ai giorni nostri, il gatto ne ha fatta di strada, trasformandosi e adattandosi con intelligenza, superando le prove più ardue e sopravvivendo perfino alle follie umane. Ha assistito silenzioso e discreto ai fasti e alla caduta di potenti imperi, al fulgore e alla distruzione di intere civiltà, ha visto la razza umana colonizzare il pianeta, ha navigato, camminato, volato insieme all’uomo, ha lavorato con lui e per lui, lo ha aiutato a crescere e a progredire, anche se spesso è stato ripagato con l’ingratitudine.
Sia in Italia, sia altrove, infatti, vi sono alcuni monumenti al cane: ma ne esiste uno al gatto?
Probabilmente uno solo, se si escludono alcune ceramiche che fregiano templi e fontane in Giappone e in altri paesi dell’estremo Oriente: si trova a Brolo, frazione di Nonio, nei pressi di Omegna, in Piemonte e rappresenta  un bel gattone in acciaio e argento che accoglie i turisti con aria misteriosa, volgendo lo sguardo a est, dove sorge il sole.
Dopo tanta fatica e pazienza per sopportarci, era davvero ora!

Laura Fezia è nata, vive e lavora a Torino, dove da più di trent’anni si interessa e si occupa della divulgazione delle tematiche acquariane. Studiosa del «mistero», amante degli animali, scrittrice e insegnante di tecniche per il riequilibrio energetico, collabora con numerose testate giornalistiche ed è spesso ospite di trasmissioni televisive.

La Magia del Gatto

La Magia del Gatto
Laura Fezia – Età dell’Acquario Edizioni – 2008

Tra tutti gli animali domestici il gatto è certamente quello più affascinante, ma anche quello nei cui confronti esistono più pregiudizi. Si dice, ad esempio, che non si affezioni al padrone, bensì alla casa. Non è vero …  Acquista online >>>

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