Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Marco Cal­del­li e Mario Gian­no­ne


(foto dott.​ssa Fiam­met­ta Fiore)

La con­si­sten­za nu­me­ri­ca della po­po­la­zio­ne ovina to­sca­na è al quar­to posto in Ita­lia, dopo la Sar­de­gna, la Si­ci­lia e il Lazio. Gli ovini rap­pre­sen­ta­no la real­tà mag­gio­re, in quan­to l’al­le­va­men­to ca­pri­no è quasi sem­pre gre­ga­rio ri­spet­to a quel­lo ovino.
Se­con­do i dati uf­fi­cia­li del­l’ul­ti­mo cen­si­men­to ISTAT, al 2000 in To­sca­na erano pre­sen­ti 4635 azien­de per un to­ta­le di 554.679 capi di ovini. (Tab. 1).

Ta­bel­la 1: Ovini – nu­me­ro di azien­de e di capi al 2000 e raf­fron­to con il 1990.


Fonte: ISTAT – V° Cen­si­men­to del­l’A­gri­col­tu­ra

Dal­l’e­sa­me della ta­bel­la 1 ap­pa­re chia­ro come il nu­me­ro di azien­de che al­le­va ovini sia molto di­mi­nui­to (-38,7%). Il nu­me­ro delle pic­co­le azien­de si è ri­dot­to ma quel­lo delle gran­di è lie­ve­men­te au­men­ta­to; di con­se­guen­za il nu­me­ro com­ples­si­vo di capi è pas­sa­to da 765.457 a 554.679, anche se c’è stato un certo re­cu­pe­ro da parte delle azien­de più gran­di. Siena e Gros­se­to ri­sul­ta­no le pro­vin­ce più vo­ca­te a que­sto tipo di al­le­va­men­to, sia come nu­me­ro di capi to­ta­le (Tab. 1) che come nu­me­ro medio di capi per al­le­va­men­to (Tab. 2). 

Te­nen­do pre­sen­te che al 2000 il latte im­pie­ga­to am­mon­ta­va a circa 540.000 ton­nel­la­te (Tab. 3) e che il prez­zo mi­ni­mo pa­ga­to ai pro­dut­to­ri si ag­gi­ra­va in­tor­no ai 0,65 €/l si può sti­ma­re una Pro­du­zio­ne ven­di­bi­le su­pe­rio­re a 35 mi­lio­ni di euro.
Per con­clu­de­re, l’al­le­va­men­to della pe­co­ra da latte rap­pre­sen­ta una real­tà im­por­tan­te. (Re­gio­ne To­sca­na, 2004)
L’ al­le­va­men­to ovino to­sca­no è rap­pre­sen­ta­to pre­va­len­te­men­te da due razze Mas­se­se e Sarda, se­gui­te da spo­ra­di­ci greg­gi di Co­mi­sa­na e Ap­pen­ni­ni­ca. Le due razze prin­ci­pa­li pre­sen­ta­no evi­den­ti dif­fe­ren­ze nelle azien­de in cui sono al­le­va­te: la Mas­se­se è ge­sti­ta in modo stan­zia­le su ter­re­ni non di pro­prie­tà ma in af­fit­to con con­trat­ti sta­gio­na­li a con­du­zio­ne di­ret­ta da parte di al­le­va­to­ri con età va­ria­bi­le; per la razza Sarda, in­ve­ce, le azien­de sono di pro­prie­tà, di buona esten­sio­ne, di so­li­to col­li­na­ri e pia­neg­gian­ti non­ché do­ta­te di mezzi tec­ni­ci più evo­lu­ti. Inol­tre, la con­si­sten­za dei greg­gi varia in fun­zio­ne della sin­go­la azien­da (se­con­do la di­spo­ni­bi­li­tà dei mezzi tec­ni­ci), ma anche dalla razza al­le­va­ta. Nella Mas­se­se circa il 50% dei greg­gi su­pe­ra i 200 capi, Pisa e Lucca hanno le con­si­sten­ze più ele­va­te, Gros­se­to ha una media di 300 capi. Per la Sarda si ar­ri­va a con­si­sten­ze medie di 300/400 capi, con punte ben su­pe­rio­ri. Da que­sto con­fron­to si può dire che: per la Mas­se­se si hanno al­le­va­men­ti più pic­co­li con scar­so in­ve­sti­men­to tec­no­lo­gi­co e tra­sfor­ma­zio­ne in loco giu­sti­fi­ca­to anche dal costo ele­va­to delle at­trez­za­tu­re che sono dif­fi­cil­men­te am­mor­tiz­za­bi­li, tali azien­de sono ge­sti­te pre­va­len­te­men­te da pa­sto­ri to­sca­ni; men­tre per la Sarda in ge­ne­re le azien­de sono più gran­di, con greg­gi più con­si­sten­ti e mi­glior in­ve­sti­men­to tec­no­lo­gi­co pre­va­len­te­men­te ge­sti­te da pa­sto­ri Sardi di prima o se­con­da ge­ne­ra­zio­ne, che gra­zie alla mag­gio­re pre­di­spo­si­zio­ne al­l’al­le­va­men­to e ca­pa­ci­tà im­pren­di­to­ria­le hanno fatto de­col­la­re il pe­co­ri­no to­sca­no, tali pro­dut­to­ri con­fe­ri­sco­no il latte ai ca­sei­fi­ci o, come nelle azien­de della pro­vin­cia di Fi­ren­ze, tra­sfor­ma­re in pro­prio.
L’in­te­res­se pre­sta­to alla spe­cie ovina da parte di nu­me­ro­si or­ga­ni­smi tec­ni­ci e da parte del­l’U­nio­ne Eu­ro­pea deve far ri­flet­te­re gli im­pren­di­to­ri agri­co­li, so­prat­tut­to quel­li di gio­va­ne età che, con i con­tri­bu­ti fi­nan­zia­ri pos­so­no mi­glio­ra­re non solo la qua­li­tà dei pro­dot­ti, aven­do una pre­sen­za più qua­li­fi­ca­ta sul mer­ca­to dei pro­dot­ti ca­sea­ri (Pe­co­ri­no To­sca­no D.O.P, 1986), ma anche la qua­li­tà della vita con una mi­glio­re or­ga­niz­za­zio­ne del la­vo­ro.
Per con­clu­de­re, l’al­le­va­men­to della pe­co­ra da latte rap­pre­sen­ta una real­tà im­por­tan­te, sia sotto il pro­fi­lo eco­no­mi­co ma so­prat­tut­to so­cia­le e am­bien­ta­le. (Re­gio­ne To­sca­na, 2004)

Al­le­va­men­to ovino in pro­vin­cia di Fi­ren­ze
In pro­vin­cia di Fi­ren­ze la razza sarda è nu­me­ri­ca­men­te si­gni­fi­ca­ti­va e a dif­fe­ren­za della spe­cie bo­vi­na, essa è dif­fu­sa su tutto il ter­ri­to­rio: dal Pra­te­se alla Val di Pesa, dalla Val d’El­sa al Val d’Ar­no e in tutto il basso Mu­gel­lo. Nella pro­vin­cia di Fi­ren­ze l’al­le­va­men­to di pe­co­re da latte è di tipo stan­zia­le, la razza usata in pre­va­len­za è la sarda, i greg­gi sono co­sti­tui­ti da una media di 300/400 capi che uti­liz­za­no sup­por­ti tec­no­lo­gi­ci ab­ba­stan­za avan­za­ti, vedi mun­gi­tri­ci mec­ca­ni­che re­fri­ge­ra­to­ri per il latte ecc. Per quan­to ri­guar­da il latte pro­dot­to, fatta ec­ce­zio­ne per il For­te­to che è l’u­ni­ca real­tà in­du­stria­le,  viene tra­sfor­ma­no di­ret­ta­men­te in la­bo­ra­to­ri azien­da­li che non per que­sto de­vo­no es­se­re visti come pro­dut­to­ri di mi­no­re im­por­tan­za anzi tal­vol­ta rie­sco­no a spun­ta­re  prez­zi e qua­li­tà anche su­pe­rio­ri.

LA RAZZA OVINA SARDA

Ori­gi­ne e dif­fu­sio­ne
Razza ita­lia­na a pre­va­len­te at­ti­tu­di­ne alla pro­du­zio­ne di latte. Razza au­toc­to­na della Sar­de­gna, si è dif­fu­sa in tutta l’I­ta­lia cen­tra­le al se­gui­to della mi­gra­zio­ne dei pa­sto­ri sardi che negli anni 60 la­scia­va­no la Sar­de­gna e an­da­va­no a va­lo­riz­za­re  vaste zone del­l’I­ta­lia ormai ab­ban­do­na­te dai pro­dut­to­ri lo­ca­li per  tra­sfor­mar­le in vere isole “fe­li­ci”.
A di­spet­to di tutti co­lo­ro che er­ro­nea­men­te ri­te­ne­va­no im­pro­dut­ti­ve que­ste zone del no­stro ter­ri­to­rio, gra­zie ad una con­cre­ta ca­pa­ci­tà di sa­cri­fi­cio e ge­stio­ne im­pren­di­to­ria­le degli al­le­va­men­ti, lan­cia­no il pro­dot­to to­sca­no e rie­sco­no, con que­sta pe­co­ra, a crea­re azien­de mo­del­lo lon­ta­nis­si­me anni luce dalle pre­ce­den­ti ge­stio­ni. La razza in un primo tempo non viene ac­cet­ta­ta dai pro­dut­to­ri lo­ca­li che in un se­con­do mo­men­to si tro­va­no co­stret­ti a ri­co­no­sce­re le qua­li­tà in­su­pe­ra­bi­li della pic­co­la pe­co­ra iso­la­na e così agli al­le­va­to­ri tra­di­zio­na­li si ag­giun­go­no altri pro­dut­to­ri so­prat­tut­to in Pro­vin­cia di Gros­se­to, Pisa e na­tu­ral­men­te Siena. Nu­clei con­si­sten­ti sono al­tre­sì pre­sen­ti in altri paesi del ba­ci­no me­di­ter­ra­neo ed in par­ti­co­la­re in Tu­ni­sia. Si ri­tie­ne che de­ri­vi dal mu­flo­ne che vive allo stato sel­va­ti­co sui monti del Gen­nar­gen­tu. La razza Sarda rap­pre­sen­ta circa il 40% della po­po­la­zio­ne ovina na­zio­na­le a cui an­dreb­be­ro ag­giun­ti al­me­no altri 500.000 sog­get­ti de­ri­va­ti. E’ una razza ru­sti­ca e molto pro­dut­ti­va. Meno adat­ta alla pro­du­zio­ne di carne e di lana, que­sta ul­ti­ma di mo­de­ste quan­ti­tà e poco pre­gia­ta. Pochi sanno che il primo libro ge­nea­lo­gi­co ita­lia­no e i suc­ces­si­vi con­trol­li fun­zio­na­li  nella spe­cie ovina si hanno pro­prio in Sar­de­gna su que­sta razza, che an­ti­ci­pa di de­cen­ni le altre anche se al­le­va­te in zone meno svan­tag­gia­te e ri­te­nu­te tec­ni­ca­men­te più evo­lu­te. Così nel 1926 ini­zia una se­le­zio­ne seria di que­sta pic­co­la pe­co­ra che, in­sie­me alla se­ve­ri­tà del­l’am­bien­te e alla te­na­cia dei suoi al­le­va­to­ri, si tra­sfor­ma in un gran­de pro­dut­to­re di latte che an­no­ve­ra pochi ri­va­li nel mondo.

Con­si­sten­za
La con­si­sten­za è sti­ma­ta oltre 4.700.000 di capi.

De­scri­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca
La ta­glia è media, la testa è di­stin­ta, leg­ge­ra, pro­fi­lo fron­to na­sa­le di­rit­to o leg­ger­men­te mon­to­ni­no nei ma­schi; orec­chie me­dio-pic­co­le, mo­bi­li, oriz­zon­ta­li e tal­vol­ta anche un po’ pen­den­ti, occhi gran­di e vi­va­ci con leg­ge­ro ri­gon­fia­men­to pal­pe­bra­le, na­ri­ci lar­ghe, bocca ampia, corna as­sen­ti nelle fem­mi­ne o poco svi­lup­pa­te, as­sen­ti o ru­di­men­ta­li nei ma­schi. La fac­cia è uni­for­me­men­te bian­ca e con espres­sio­ne vi­va­ce. Il collo ben unito alle spal­le ed al petto, lungo ed esile nelle fem­mi­ne, più forte e più ro­bu­sto nei ma­schi.
Il tron­co al­lun­ga­to e di forma tron­co-co­ni­ca, gar­re­se ben ser­ra­to, leg­ger­men­te pro­nun­cia­to e piut­to­sto af­fi­la­to nella pe­co­ra, più mu­sco­lo­so nel­l’a­rie­te; to­ra­ce pro­fon­do e leg­ger­men­te piat­to, spal­le ben at­tac­ca­te, leg­ge­re, giu­sta­men­te in­cli­na­te ed in ar­mo­nia con le re­gio­ni cir­co­stan­ti; dorso forte e di­rit­to; linea su­pe­rio­re cor­ret­ta; lombi lar­ghi e ro­bu­sti al­li­nea­ti con il dorso, ven­tre ca­pa­ce, ar­ro­ton­da­to e ben mo­del­la­to, fian­chi pieni, lar­ghi e pro­fon­di, grop­pa leg­ger­men­te spio­ven­te, più lunga che larga, co­scia piat­ta, scar­na e ben di­sce­sa. Coda esile e lunga. Mam­mel­la sfe­ri­ca, larga, ben so­ste­nu­ta, forte negli at­tac­chi, con tes­si­tu­ra mor­bi­da, spu­gno­sa, ela­sti­ca, quasi flo­scia dopo la mun­gi­tu­ra, bene ir­ro­ra­ta dalla cor­ren­te san­gui­gna pe­ri­fe­ri­ca e con ca­pez­zo­li pro­por­zio­na­ti e ben di­ret­ti.
Il vello è bian­co, aper­to, co­sti­tui­to da bioc­co­li ap­pun­ti­ti, con pre­sen­za di peli morti nel sot­to­vel­lo, este­so fino a metà del­l’a­vam­brac­cio e poco sopra il gar­ret­to sono nudi fino alla fron­te.
La pelle sot­ti­le, ela­sti­ca, bian­co-ro­sa­ta, ta­lo­ra con lieve pic­chiet­ta­tu­ra nera o mar­ro­ne sulla testa, negli arti, e, in ge­ne­re nelle parti prive di lana. Al­tez­za media al gar­re­se di circa 71 per i ma­schi e 63 per le fem­mi­ne con peso medio dei ma­schi di 59 kg e delle fem­mi­ne di 42 kg (Tab. 4).

Si­ste­ma di al­le­va­men­to
Per le sue no­te­vo­li ca­pa­ci­tà di am­bien­ta­men­to è pre­sen­te sia nelle zone col­li­na­ri e mon­ta­ne al­le­va­ta in con­di­zio­ni di al­le­va­men­to esten­si­vo, men­tre nelle zone di pia­nu­ra od ir­ri­gue col me­to­do in­ten­si­vo.
Per la scel­ta dei ri­pro­dut­to­ri ci sono dei di­fet­ti tol­le­ra­bi­li come la pre­sen­za nel vello di pelo morto, di ciuf­fo di lana sulla fron­te e la pre­sen­za di corna nelle fem­mi­ne e ru­di­men­ta­li nei ma­schi. Men­tre sono da eli­mi­na­re la lana me­ri­niz­za­ta, il vello nero o mar­ro­ne, la grop­pa ec­ces­si­va­men­te spio­ven­te, scar­sa fe­con­di­tà e dif­fi­col­tà alla mun­gi­tu­ra.

Ca­rat­te­ri ri­pro­dut­ti­vi
Razza a po­lie­stro con­ti­nuo con un breve in­ter­val­lo di anae­stro. Età media al primo parto: 15 mesi.
La fer­ti­li­tà annua (in­te­sa come rap­por­to per­cen­tua­le tra il nu­me­ro delle pe­co­re par­to­ri­te ed il nu­me­ro delle pe­co­re ma­tri­ci­ne) è del 96%. La pro­li­fi­ci­tà (in­te­sa come rap­por­to per­cen­tua­le tra gli agnel­li nati ed il nu­me­ro delle pe­co­re par­to­ri­te) va da 110% (in con­di­zio­ni esten­si­ve) a 150% (in con­di­zio­ni in­ten­si­ve). La fe­con­di­tà annua (in­te­sa come rap­por­to per­cen­tua­le tra gli agnel­li nati ed il nu­me­ro delle pe­co­re ma­tri­ci­ne) va da 106% (in con­di­zio­ni esten­si­ve) a 144% (in con­di­zio­ni in­ten­si­ve).

Ca­rat­te­ri pro­dut­ti­vi
E’ una razza ovina a pre­mi­nen­te at­ti­tu­di­ne alla pro­du­zio­ne del latte. Nella ta­bel­la 5 sono ri­por­ta­te le pro­du­zio­ni medie di razza al netto del latte pop­pa­to dal­l’a­gnel­lo. La per­cen­tua­le media di gras­so nella lat­ta­zio­ne 6,0%; men­tre la per­cen­tua­le media di pro­tei­ne nella lat­ta­zio­ne 5,3%.

Ta­bel­la 5: pro­du­zio­ni medie al netto del latte pop­pa­to dal­l’a­gnel­lo.

Per quan­to ri­guar­da la pro­du­zio­ne di carne, in tab. 6 si può ve­de­re il peso rag­giun­to dagli ani­ma­li a vari stadi di età. Bi­so­gna ri­cor­da­re che la razza Sarda è vo­ca­ta pre­va­len­te­men­te alla pro­du­zio­ne di latte e la pro­du­zio­ne di carne ri­guar­da quasi esclu­si­va­men­te la ven­di­ta di agnel­li di latte.

Ta­bel­la 6: peso medio dei sog­get­ti in kg (pesi ap­pros­si­ma­ti a 100 gr.)

 SESSO  PARTO  Na­sci­ta  30 gg  90 gg  6 mesi 1 anno 
 Ma­schi

Sin­go­lo

Ge­mel­la­re

3,8

3,3

10,4

8,8

17,5

16,0

35,3

33,8

44,6

43,9

 Fem­mi­ne

 Sin­go­lo

Ge­mel­la­re

3,5

3,1

10,0

8,5

16,7

15,6

26,9

26,7

32,5

32,1

La pro­du­zio­ne media di lana è di 2,5 kg  per gli arie­ti men­tre per le pe­co­re è di 1,1 kg. La qua­li­tà della lana è gros­so­la­na ed è uti­liz­za­ta per la fab­bri­ca­zio­ne di tap­pe­ti e ma­te­ras­si.

Mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co
Nella razza Sarda è ri­vol­to so­prat­tut­to:
– ad esal­ta­re l’at­ti­tu­di­ne alla pro­du­zio­ne del latte sotto l’a­spet­to quan­ti­ta­ti­vo e qua­li­ta­ti­vo;
– a mi­glio­ra­re le ca­rat­te­ri­sti­che della mam­mel­la per fa­ci­li­ta­re la mun­gi­tu­ra;
– ad in­cre­men­ta­re la pro­li­fi­ci­tà.

Marco Cal­del­li, lau­rea­to in Scien­ze e Tec­no­lo­gie agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà di Fi­ren­ze e iscrit­to al corso di lau­rea ma­gi­stra­le in Agro­zoo­tec­nia so­ste­ni­bi­le. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

Mario Gian­no­ne è lau­rea­to in Scien­ze Agra­rie al­l’U­ni­ver­si­tà di Fi­ren­ze. In­se­gnan­te di zoo­tec­nia al­l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio di Fi­ren­ze, pre­sta la sua opera di as­si­sten­za tec­ni­ca spe­cia­li­sti­ca pres­so Enti re­gio­na­li, Par­chi e As­so­cia­zio­ni. E’ au­to­re del libro “L’al­le­va­men­to bio­lo­g­i­co del suino” edito da Eda­gri­co­le-So­le 24 ore.  Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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