di Daria Carnicella
La Pasteurellosi è una sindrome respiratoria del coniglio nella cui eziologia possono essere coinvolti altri germi quali stafilococchi, bordetella ecc. La pasteurella è presente normalmente nelle cavità nasali del coniglio.
Eziologia
L’agente eziologico responsabile è la Pasteurella multocida, batterio Gram-, immobile, asporigeno. La tipizzazione sierologia ha permesso di individuare 4 sierogruppi capsulari (A, B, D, E) e per ciascuno di essi esistono 12 sierotipi. I più frequenti nel coniglio sono i sierotipi A3, A11 e A12.
Epidemiologia
All’interno dell’allevamento il contagio può avvenire tramite il contatto diretto con le secrezioni nasali provenienti da conigli infetti, oppure, con oggetti inanimati (ciotole o beverini contaminati), in quanto il batterio può sopravvivere per giorni nelle secrezioni e nell’acqua. Altra via possibile è quella aerogena, ma si verifica solamente quando la densità di animali presenti in allevamento è elevata. Circa il 50% dei conigli risulta essere portatore sano di pasteurella a livello di rinofaringe, congiuntiva, vagina e talvolta polmone; in tal modo, le fattrici portatrici possono contaminare le nidiate a partire dagli 11 giorni di vita senza che si verifichi però la malattia, a causa della scarsa carica infettante trasmessa. Ancora da ricordare sono la via per cutanea, l’orale e la venerea. Con la comparsa di fattori stressanti ed in concomitanza di fattori predisponesti (eccesso di ammoniaca nel’aria, correnti d’aria a livello delle gabbie, brusche oscillazioni della temperatura ambientale, ambienti secchi, eccessiva densità animale) si può scatenare la malattia.
Sintomatologia
Può manifestarsi in varie forme:
– Forma respiratoria: per lo più cronica; respiro rumoroso, starnuti, congiuntivite, tumefazione delle palpebre, scolo nasale muco-purulento, tosse, narici ricoperte di essudato secco, peli della parte superiore degli arti anteriori bagnati, ascessi sottocutanei al collo, testa, costato e dorso, otite e torcicollo.
– Otite media o interna: scarsi sintomi, se non inclinazione del capo da contrattura spastica dei muscoli (simile a quella riscontrata nell’Encephalitozoonosis cuniculi), nistagmo e atassia (disturbo nella coordinazione dei movimenti). Si riscontra un essudato purulento e biancastro all’interno di una o di entrambe le orecchie. Se trattato con antibiotici al primo apparire dell’inclinazione del capo, il coniglio ha una buona probabilità di ripresa e di guarigione. Se i sintomi sono gravi, può essere necessaria una terapia a base di corticosteroidi. Il lavaggio del canale timpanico ha dimostrato una scarsissima utilità. L’inclinazione del capo può peggiorare o non scomparire nonostante la terapia, quindi la prognosi è riservata.
Tipico atteggiamento di inclinazione del capo
in un soggetto affetto da forma neurologica
– Forma riproduttiva: aborti, sterilità delle fattrici, mortalità prima del parto, anoressia e depressione, metrite, mastite, orchite nei maschi.
– Forma setticemica: acuta, febbre, anoressia, scolo nasale purulento, dispnea acuta, diarrea nerastra e meteorismo con morte rapida.
Diagnosi
Necessario il supporto di una diagnosi di laboratorio mediante isolamento del batterio da campioni di organi. Esiste un test sulle colture nasali e sul sangue per rivelare presenza di pasteurella (test ELISA), anche se non sempre sortisce un utile effetto; moltissimi conigli, infatti, sono portatori sani di una o più varianti della malattia (motivo per cui il vaccino può risultare inefficace o a volte scatenare la malattia stessa) e sono quindi positivi al test, ma non necessariamente si ammaleranno se la loro immunoresistenza è buona. Da ricordare che un alto numero di anticorpi può denotare anche un’infezione cronica, quindi i risultati vanno valutati assieme ai sintomi clinici.
Controllo e profilassi
Il controllo dovrebbe prevedere l’eliminazione egli animali ammalati in quanto diffondono la malattia, sono meno produttivi ed infettano i giovani in età precoce.
L’eliminazione dei soggetti vettori di pasteurella è impossibile perché molti sono soggetti asintomatici ed anche un controllo batteriologico può fornire la presenza di falsi negativi. Occorre effettuare un controllo del microclima minimizzando le fluttuazioni della temperatura, mantenendo corretti livelli di umidità e una buona ventilazione senza correnti d’aria. Esistono vaccini inattivati che sono abbastanza efficaci, ma l’immunità dura 5-6 mesi e quindi vanno ripetuti almeno 2 volte l’anno. La terapia va effettuata preferibilmente sull’esito di un antibiograma.
Attenzione: la Pasteurella multocida può essere trasmessa anche a/da gatti e cani, ma molto raramente colpisce l’uomo.
Daria Carnicella è laureata in Medicina Veterinaria presso l’Università di Bari, dove lavora con il ruolo di Dottorando di ricerca presso di Sanità e Benessere degli Animali. E’ abilitata all’esercizio della libera professione di Medico Veterinario. Curriculum vitae >>>
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